La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23569/2024, ha stabilito che non è possibile concedere la remissione in termini a un imputato che, avendo già scelto il rito ordinario, voglia optare per il rito abbreviato per beneficiare della nuova norma (art. 442 co. 2-bis c.p.p.) che prevede un'ulteriore riduzione di pena in caso di mancata impugnazione. La Suprema Corte ha sottolineato che le scelte processuali, una volta effettuate, creano una preclusione e sono regolate dal principio del 'tempus regit actum', escludendo una applicazione retroattiva in questo contesto.
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