LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Danni da infiltrazioni condominio: la responsabilità
Una sentenza del Tribunale di Roma affronta il tema dei danni da infiltrazioni condominio. Il caso riguarda un proprietario che ha subito danni al proprio appartamento a causa della cattiva manutenzione dei cornicioni e dei canali di gronda comuni. Il Tribunale, basandosi sulla consulenza tecnica, ha affermato la responsabilità oggettiva del condominio ai sensi dell'art. 2051 c.c., condannandolo non solo all'esecuzione dei lavori di ripristino e al risarcimento dei danni materiali, ma anche a rimborsare il proprietario per la perdita economica derivante dalla riduzione del canone di locazione che ha dovuto concedere al proprio inquilino.
Continua »
Leasing immobiliare: diritti in caso di vizi
La Corte di Cassazione interviene su un caso di leasing immobiliare, stabilendo principi chiave sui diritti dell'utilizzatore. Una società aveva contestato il contratto per vizi dell'immobile (altezza inferiore e mancanza di agibilità) e per un canone basato su un valore di acquisto gonfiato. La Corte ha respinto le censure sul calcolo del canone, ma ha accolto quelle relative ai vizi, affermando che un giudice non può negare una consulenza tecnica e poi rigettare la domanda per mancanza di prova. Ha inoltre stabilito che la risoluzione del contratto per inadempimento non è automatica se questo è giustificato da vizi del bene.
Continua »
Responsabilità professionale notaio e appello inammissibile
Un acquirente cita in giudizio un notaio per responsabilità professionale a seguito dell'acquisto di un immobile parzialmente non di proprietà dei venditori. La Corte d'Appello respinge la richiesta di risarcimento, ritenendo che l'acquirente avesse implicitamente rinunciato alla sua domanda originaria modificandola in corso di causa. La Corte di Cassazione conferma questa linea, dichiarando il ricorso inammissibile per vizi procedurali. La decisione sottolinea come un caso, pur fondato nel merito sulla responsabilità professionale notaio, possa essere perso a causa di errori nella gestione processuale della domanda e nella formulazione dell'atto di appello.
Continua »
Donazione indiretta e calcolo della legittima: la Cassazione
Una nipote ha agito in giudizio per la lesione della sua quota di legittima, sostenendo che due compravendite immobiliari effettuate dai nonni a favore della cugina e del di lei marito costituissero in realtà una donazione indiretta. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14211/2024, ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, ai fini del calcolo della quota di riserva, devono essere considerate tutte le donazioni effettuate dal defunto, incluse quelle a favore di non coeredi, attraverso l'operazione di riunione fittizia. Secondo, il valore dei beni donati e di quelli relitti deve essere stimato al momento dell'apertura della successione, tenendo conto di tutte le loro caratteristiche, inclusa la potenziale capacità edificatoria. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva escluso dal calcolo la donazione al non coerede e aveva valutato i beni in modo errato.
Continua »
Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il regolamento di competenza proposto da un debitore contro l'ordinanza del giudice dell'esecuzione. La Corte ha chiarito che i provvedimenti relativi alla gestione della procedura esecutiva non mettono in discussione la competenza del giudice e, pertanto, devono essere contestati tramite opposizione agli atti esecutivi, non con il regolamento di competenza.
Continua »
Errore di fatto: Cassazione annulla sentenza d’appello
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che aveva respinto una domanda di revocazione. Il caso riguardava un errore di fatto in una causa di esproprio, dove i giudici avevano confuso un importo in Lire con uno in Euro, arrivando a una conclusione errata sulla soccombenza e sulle spese legali. La Cassazione ha stabilito che la Corte d'Appello aveva a sua volta errato, interpretando in modo restrittivo la domanda dei ricorrenti e violando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Servitù padre di famiglia: quando si costituisce?
In una lite tra fratelli per delle tubature sotterranee, la Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la servitù per destinazione del padre di famiglia si costituisce solo se chi la invoca riesce a dimostrare che le opere (in questo caso, le tubature) erano già esistenti e visibili al momento della divisione dell'immobile originario. La Corte ha ritenuto decisiva la descrizione dell'immobile nell'atto di divisione come "privo di impianti", confermando la decisione che ne ordinava la rimozione.
Continua »
Inadempimento contratto preliminare: opere abusive
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto preliminare per grave inadempimento del promissario acquirente. Quest'ultimo, dopo aver ottenuto la disponibilità del bene, aveva realizzato opere abusive che rendevano l'immobile non commerciabile. La Corte ha ritenuto legittima la decisione dei giudici di merito, che hanno addebitato la responsabilità dell'abuso al promissario acquirente, respingendo il suo ricorso e confermando l'inadempimento del contratto preliminare.
Continua »
Zonizzazione acustica e impianti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che un piano di zonizzazione acustica non può precludere in modo assoluto l'installazione di un impianto di energia rinnovabile in un'area residenziale. La decisione finale spetta al procedimento di Autorizzazione Unica, che può variare gli strumenti urbanistici locali. Nel caso specifico, un condominio si opponeva alla riattivazione di una centrale idroelettrica, ma il ricorso è stato respinto poiché le valutazioni tecniche escludevano un superamento dei limiti di rumore e, anzi, prevedevano un miglioramento della situazione acustica esistente.
Continua »
Recesso anticipato locazione: la prova dei gravi motivi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un conduttore che aveva effettuato un recesso anticipato da una locazione commerciale adducendo generici 'gravi motivi' legati alla crisi economica. La Corte ha ribadito che il conduttore ha l'onere di dimostrare in modo specifico, con dati oggettivi, l'imprevedibilità e la gravità della situazione che rende la prosecuzione del contratto eccessivamente onerosa, confermando la sua condanna al pagamento dei canoni non versati.
Continua »
Contestazione spese: onere della prova in Cassazione
In un caso di locazione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei locatori riguardo alla compensazione con le spese di manutenzione sostenute dai conduttori. La Corte ha stabilito che la contestazione delle spese deve essere specifica e non generica. Un'errata percezione del giudice sulla mancata contestazione costituisce un errore di fatto da impugnare con revocazione, non con ricorso in Cassazione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per genericità e per aver dedotto un vizio revocatorio.
Continua »
COSAP condominio: quando si paga per le griglie?
Un condominio ha contestato un avviso di pagamento per il COSAP relativo a griglie di areazione su un'area soggetta a servitù di uso pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il COSAP condominio è dovuto quando i manufatti offrono un'utilità particolare e privata su un suolo pubblico. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili nuove eccezioni, come la presunta appartenenza dell'area a un supercondominio, sollevate per la prima volta in sede di legittimità.
Continua »
Dichiarazione Pubblica Utilità: Cassazione al vaglio
In un complesso caso di espropriazione, la Corte di Cassazione esamina un ricorso basato sulla validità della dichiarazione di pubblica utilità. Gli eredi di alcuni proprietari terrieri hanno impugnato la decisione della Corte d'Appello, la quale aveva riconosciuto un'indennità per l'occupazione legittima ma respinto le doglianze sulla legittimità dell'intera procedura. Data la complessità delle questioni sollevate, in particolare riguardo all'interpretazione degli atti amministrativi e alla reiterazione della dichiarazione di pubblica utilità, la Suprema Corte ha deciso di non pronunciarsi in camera di consiglio, rinviando il caso a una pubblica udienza per un'analisi più approfondita.
Continua »
Lesione dell’affidamento: la giurisdizione è civile
Un'impresa edile e un ente religioso, dopo aver visto revocato un permesso di costruire, hanno richiesto un risarcimento danni per lesione dell'affidamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere su tale richiesta spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo, poiché la controversia non riguarda l'esercizio del potere pubblico, ma il comportamento della Pubblica Amministrazione che ha violato i principi di correttezza e buona fede.
Continua »
Accordo retrocessione bene: quando è valido?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13958/2024, ha chiarito i requisiti per la validità di un accordo retrocessione bene espropriato. Il caso riguardava una disputa tra ex proprietari e un Comune sul prezzo di retrocessione. La Corte ha stabilito che la mera "disponibilità a concludere un contratto" non costituisce un accordo vincolante se non vi è una piena conformità tra proposta e accettazione, come richiesto dall'art. 1326 c.c. Annullando la decisione della Corte d'Appello, la Cassazione ha affermato che in assenza di un accordo definitivo, è legittimo richiedere la determinazione del prezzo all'autorità competente.
Continua »
Usi civici: giurisdizione del Commissario speciale
Una società energetica, succeduta a un ente ferroviario statale, si opponeva alla richiesta di un Comune di reintegrare alcuni terreni espropriati nel 1932 ma gravati da usi civici. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere sulla natura dei terreni e sulla legittimità dell'esproprio spetta al Commissario per la liquidazione degli usi civici. La Corte ha chiarito che la controversia sull'espropriabilità di tali beni investe direttamente l'accertamento della loro natura giuridica ('qualitas soli'), materia riservata alla giurisdizione speciale del Commissario.
Continua »
Revocazione ordinanza cassazione: l’errore di fatto
La Cassazione respinge un ricorso per la revocazione di una propria ordinanza, escludendo l'errore di fatto. Il caso riguardava una richiesta di usucapione respinta nei gradi di merito. La Corte chiarisce che la revocazione ordinanza cassazione non può essere usata per ottenere un riesame nel merito o per criticare l'attività interpretativa dei giudici.
Continua »
Retrocessione esproprio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari che chiedevano la restituzione di un terreno espropriato e non utilizzato per la costruzione di un'opera pubblica. Il punto centrale della decisione riguarda il calcolo della prescrizione del diritto alla retrocessione esproprio. La Corte ha stabilito che, se la dichiarazione di pubblica utilità è stata emessa prima dell'entrata in vigore del Testo Unico sull'Espropriazione (D.P.R. 327/2001), continua ad applicarsi la vecchia normativa (legge 2359/1865). Di conseguenza, il diritto dei ricorrenti era già prescritto al momento dell'avvio dell'azione legale.
Continua »
Risarcimento del danno: quando la domanda è inammissibile
Un proprietario terriero ha citato in giudizio una società immobiliare per l'ostruzione di una servitù di passaggio, chiedendo un risarcimento del danno per una vendita immobiliare fallita. I tribunali hanno confermato la servitù ma negato il risarcimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso finale, basando la sua decisione su principi procedurali chiave come la 'doppia conforme' (quando due corti inferiori concordano sui fatti) e la 'mutatio libelli' (un cambio inammissibile della base della domanda legale durante il processo).
Continua »
Prova della proprietà: nota di trascrizione non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13895/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di diritto immobiliare: nell'ambito di un'azione di rivendicazione, la sola produzione della nota di trascrizione di un atto di compravendita non è sufficiente a fornire la prova della proprietà. Il caso riguardava una disputa sulla titolarità di un terreno, in cui gli attori non avevano prodotto l'atto di acquisto originale del loro dante causa, ma solo la relativa nota. La Corte ha confermato la decisione d'appello, rigettando il ricorso e sottolineando che la trascrizione ha la funzione di risolvere conflitti tra più acquirenti dello stesso bene, ma non costituisce fonte di prova del diritto di proprietà, per il quale è richiesta la rigorosa 'probatio diabolica'.
Continua »