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Diritto Immobiliare

Regolamento di competenza: quando è inammissibile
Due società hanno contestato una decisione di sospensione del loro processo. Hanno utilizzato un regolamento di competenza non per annullare la sospensione, ma per correggerne la base giuridica. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due motivi principali: la mancanza di un interesse concreto e l'aver utilizzato uno strumento processuale errato e tardivo, dopo aver lasciato scadere i termini per impugnare l'ordinanza originale.
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Comodato immobile: chi può chiedere la restituzione?
Una società di telecomunicazioni, che utilizzava una porzione di un hotel in base a un contratto di comodato immobile per una stazione radio, si è opposta alla richiesta di restituzione da parte dei proprietari. La società sosteneva che i proprietari non avessero più titolo per richiederlo, avendo locato l'intera struttura a una società di gestione alberghiera. La Corte d'Appello ha respinto questa tesi, chiarendo che i proprietari, in quanto parti originarie del contratto di comodato, mantengono pienamente il diritto di chiederne l'adempimento, inclusa la restituzione dell'area concessa, a prescindere da successivi contratti di locazione con terzi.
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Attrazione fallimentare: confini e competenza
Un'ordinanza interlocutoria della Cassazione esamina il caso di un'azione di regolamento di confini promossa contro una società fallita e un'altra società in bonis. La Corte d'Appello aveva dichiarato la domanda improponibile per attrazione fallimentare. La Cassazione, riconoscendo la complessità della questione, soprattutto in presenza di un litisconsorzio necessario con un soggetto non fallito, ha rimesso la causa alla pubblica udienza per ottenere precisazioni nomofilattiche sull'ambito di applicazione delle azioni esperibili al di fuori della procedura concorsuale.
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Distanze tra costruzioni: i balconi si calcolano
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22765/2024, ha rigettato il ricorso di due proprietari che avevano costruito un edificio senza rispettare le distanze legali dal vicino. La Corte ha confermato che nel calcolo delle distanze tra costruzioni devono essere inclusi anche i balconi aggettanti. Inoltre, ha validato la motivazione 'per relationem' della Corte d'Appello, poiché i motivi di gravame erano una mera riproposizione delle difese di primo grado. L'appello era stato comunque respinto in via preliminare per la perdita di proprietà dell'immobile da parte dei ricorrenti durante il giudizio.
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Contratto preliminare inadempimento: chi paga?
La Corte d'Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado in un caso di contratto preliminare inadempimento. La promittente venditrice è stata ritenuta la parte inadempiente per non aver cancellato un'ipoteca, fornito i certificati necessari e saldato i debiti condominiali. Di conseguenza, è stata rigettata la sua richiesta di risoluzione del contratto ed è stata confermata l'esecuzione in forma specifica a favore del promissario acquirente, che aveva designato un terzo per l'acquisto.
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Competenza giudice ordinario su terreni ex demaniali
Una società ha ricevuto un terreno da un comune, poi scoperto essere un ex alveo fluviale appartenente al demanio. La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione, affermando la competenza del giudice ordinario. La decisione si basa sul fatto che la disputa riguarda la proprietà di un terreno che ha perso la sua natura demaniale, non richiedendo quindi le indagini tecniche specialistiche del Tribunale delle Acque Pubbliche.
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Risarcimento danni erosione: responsabilità condivisa
Un proprietario terriero ha ottenuto un risarcimento danni per erosione del suo fondo causata da un torrente. Il Tribunale ha stabilito la responsabilità condivisa al 50% tra la Regione e il Consorzio di Bonifica per omessa manutenzione del corso d'acqua. La sentenza ha quantificato il danno in €7.700,00, tenendo conto del periodo in cui il danno si è verificato e della comproprietà del fondo prima di una divisione. È stata invece rigettata la richiesta di condanna a eseguire opere future.
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Opponibilità decreto ingiuntivo: la Cassazione decide
Un istituto di credito ha agito per far valere un'ipoteca nel fallimento di una società terza acquirente di un immobile. L'ipoteca era basata su un decreto ingiuntivo emesso contro il debitore originario. Il tribunale di merito aveva respinto la richiesta, ma la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo l'opponibilità del decreto ingiuntivo poiché questo era divenuto definitivo, a seguito di estinzione del giudizio di opposizione, prima della dichiarazione di fallimento del terzo acquirente.
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Demanio marittimo: scogliera alta non è suolo statale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22103/2024, ha stabilito che un'area su una scogliera alta e inaccessibile, su cui sorge un condominio, non appartiene al demanio marittimo se non presenta le caratteristiche fisiche per l'uso pubblico del mare. La Corte ha chiarito che le caratteristiche oggettive del bene prevalgono su atti formali come le autorizzazioni edilizie. La precedente decisione della Corte d'Appello è stata cassata per 'falsa applicazione di legge', poiché aveva erroneamente qualificato l'area come demaniale nonostante le evidenze tecniche contrarie.
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Disdetta contratto agrario: notifica all’erede
La Corte di Cassazione esamina un caso relativo alla validità della disdetta di un contratto agrario inviata all'indirizzo del conduttore originario, deceduto anni prima. A fronte delle doglianze degli eredi, che sostengono l'irritualità della comunicazione, la Corte ha ritenuto la questione di particolare importanza giuridica ('rilievo nomofilattico') e ha rinviato la decisione a una pubblica udienza, senza ancora pronunciarsi nel merito.
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Spostamento cavi: chi paga i costi per i lavori?
Una società concessionaria, per non fermare i lavori di costruzione di un parcheggio, ha pagato per lo spostamento cavi di una compagnia telefonica, chiedendone poi il rimborso. La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d'appello che negava il rimborso, stabilendo che il giudice non aveva considerato fatti decisivi, come la comunicazione del Comune (proprietario del terreno) che poneva i costi a carico della compagnia telefonica. La Corte ha ribadito che, di norma, le spese sono a carico del gestore della rete, salvo patto contrario.
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Interruzione usucapione: ricorso al TAR efficace?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22032/2024, ha stabilito un importante principio in materia di interruzione usucapione. Il caso riguardava una costruzione realizzata a distanza illegale, per la quale si voleva far valere l'usucapione di una servitù. I proprietari confinanti avevano agito dinanzi al giudice amministrativo per ottenerne la demolizione. La Corte ha chiarito che anche un'azione giudiziaria intentata presso un'autorità diversa dal giudice civile, come il TAR, se mira a rimuovere la situazione di fatto illegittima (in questo caso, con la demolizione), è un atto idoneo a interrompere il decorso del tempo necessario per usucapire.
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Condono canoni demaniali: la Cassazione chiarisce
Una società balneare si opponeva al calcolo del canone demaniale per il 2013. Dopo aver versato una parte della somma, aderiva al condono previsto dalla L. 147/2013. La Corte d'Appello aveva stabilito che il condono si dovesse calcolare solo sulla somma residua contestata. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22006/2024, ha cassato tale decisione, affermando che per il perfezionamento del condono canoni demaniali si deve considerare il 30% delle 'somme dovute' totali richieste dall'amministrazione, tenendo conto anche dei pagamenti già effettuati.
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Soccombenza reciproca: chi paga le spese legali?
Un proprietario di immobile ha richiesto la rimozione del muro di un vicino (domanda principale) e, in subordine, l'ampliamento di una servitù (domanda subordinata). I giudici hanno respinto la prima richiesta ma accolto la seconda. A causa di questa soccombenza reciproca, la Corte di Cassazione ha confermato che l'attore, nonostante una vittoria parziale, è stato correttamente condannato a pagare la maggior parte delle spese legali, poiché le due domande erano autonome e non collegate.
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Distanze tra costruzioni: Cassazione chiarisce
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito relativa a una controversia sulle distanze tra costruzioni. Il caso riguardava la presunta violazione delle distanze legali, la mancata realizzazione di un giunto tecnico antisismico e i danni a un immobile. La Suprema Corte ha accolto i ricorsi della società costruttrice, ravvisando errori nell'applicazione della normativa urbanistica e antisismica e un vizio di motivazione apparente riguardo alla liquidazione del danno, rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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CTU discrezionale: no se la prova è già solida
La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito di negare una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) per determinare i confini di un'area demaniale. La richiesta è stata respinta perché le prove esistenti, incluse testimonianze e verbali, erano già state ritenute sufficienti e convincenti. La sentenza ribadisce la natura di CTU discrezionale, sottolineando che il suo diniego non necessita di motivazione esplicita se la sufficienza delle altre prove emerge dal contesto generale della decisione. Viene inoltre applicato il principio della "doppia conforme", che limita l'impugnazione per vizi di motivazione in Cassazione.
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Azione revocatoria: vendita immobile e prova del danno
La Corte d'Appello conferma l'inefficacia di una vendita immobiliare tramite azione revocatoria. La venditrice, garante di un debito, aveva alienato il suo unico bene. La Corte ha ritenuto provata la consapevolezza del danno sia della venditrice che dell'acquirente, basandosi su presunzioni come il mancato incasso del prezzo e la permanenza della venditrice nell'immobile.
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Conflitto dispositivo motivazione: nullità sentenza
In un caso di opposizione all'esecuzione forzata per il rilascio di un fondo rustico, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello. La decisione si fonda sull'insanabile conflitto dispositivo motivazione: il dispositivo letto in udienza rigettava l'appello nel merito, mentre la motivazione scritta lo dichiarava inammissibile per ragioni procedurali. La Suprema Corte ha ribadito che, nei riti speciali come quello agrario, il dispositivo è immodificabile e la sua contraddizione con la motivazione determina la nullità della sentenza.
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Retratto agrario: la prova del coltivatore diretto
Un coltivatore ha tentato di esercitare il diritto di retratto agrario su un fondo confinante, ma la sua richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che l'attore non aveva fornito la prova fondamentale della sua qualifica di coltivatore diretto, requisito indispensabile per l'azione. La decisione evidenzia l'importanza di concentrare la difesa sulla ratio decidendi della sentenza impugnata.
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Errore trascrizione immobiliare: chi paga i danni?
Un'acquirente subisce un pignoramento a causa di un errore trascrizione immobiliare da parte della Conservatoria. La Cassazione stabilisce che l'errore nei registri nominativi, rendendo la ricerca infruttuosa, fonda la responsabilità risarcitoria dello Stato, anche se la nota è corretta nel registro generale. La sentenza d'appello che negava il danno è cassata con rinvio.
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