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Diritto di Famiglia

Divisione ereditaria: conguagli e collazione

Una recente sentenza della Cassazione affronta un complesso caso di divisione ereditaria tra fratelli, stabilendo principi cruciali sui limiti dei conguagli in denaro e sulla collazione delle donazioni. La Corte ha cassato la decisione di merito che approvava un progetto di divisione con conguagli sproporzionati rispetto al valore delle quote, ribadendo che la divisione deve avvenire primariamente in natura. La pronuncia chiarisce anche che la successiva precisazione di una domanda di collazione, già tempestivamente introdotta, non costituisce una domanda nuova e tardiva.

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Ricognizione di debito: quando una scrittura è valida

Una donna ha richiesto il pagamento di 88.000 euro al suo ex partner basandosi su un documento che riteneva una ricognizione di debito. La Corte d’Appello, e in seguito la Corte di Cassazione, hanno respinto la sua richiesta. Il documento è stato interpretato come una semplice narrazione di fatti (ovvero che lei avesse contribuito economicamente a delle ristrutturazioni) senza contenere alcuna promessa di rimborso o riconoscimento di un obbligo specifico di restituzione. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che per essere valida, una ricognizione di debito deve esprimere chiaramente la consapevolezza del debitore di un debito esistente e la volontà di adempierlo, elementi assenti nel caso di specie.

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Ricorso inammissibile: le ragioni della Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in una complessa causa tra ex coniugi relativa alla proprietà di un immobile. L’ordinanza analizza sette distinti motivi di ricorso, rigettandoli tutti per vizi procedurali, come la mancata impugnazione di una autonoma ratio decidendi, o per infondatezza nel merito. La decisione finale conferma le sentenze dei gradi precedenti sulla proprietà del bene, la divisione e il risarcimento del danno, condannando il ricorrente anche per abuso del processo.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia chiude il caso

Un caso di scioglimento della comunione tra coniugi si conclude in Cassazione con una declaratoria di estinzione del giudizio. La controversia riguardava la data di decorrenza dello scioglimento della comunione a seguito delle modifiche legislative. Tuttavia, prima della decisione di merito, il ricorrente ha rinunciato all’impugnazione con l’adesione della controparte, portando la Corte a dichiarare l’estinzione del processo senza pronunciarsi sulle spese.

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Impresa familiare: no alla comproprietà automatica

Una moglie ha rivendicato la comproprietà di un’abitazione intestata al marito, basandosi sul suo contributo all’impresa familiare di quest’ultimo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la partecipazione a un’impresa familiare non conferisce diritti di proprietà automatici sui beni acquistati dal titolare, ma può generare, al massimo, un diritto di credito che deve essere rigorosamente provato.

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Testamento reciproco: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito che qualificava come ‘congiunto’ e quindi revocabile il testamento di due coniugi stranieri. La Corte ha stabilito che, per definire la natura di un testamento reciproco, non basta un’interpretazione letterale dei termini usati, ma occorre un’analisi complessiva della volontà dei testatori, considerando la reciprocità delle disposizioni e le norme della legge straniera applicabile. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Decadenza revocazione donazione: eccezione di parte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3035/2025, ha stabilito un principio cruciale sulla decadenza revocazione donazione per ingratitudine. Un uomo aveva chiesto la revoca di una donazione fatta all’ex coniuge. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda considerandola tardiva. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che il termine di un anno per agire è una decadenza che deve essere eccepita dalla parte interessata nei tempi corretti, non potendo essere rilevata d’ufficio dal giudice. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per un nuovo esame nel merito.

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Compenso avvocato divisione: il calcolo corretto

Una cliente ha contestato la parcella del proprio legale per l’assistenza in una causa di divisione ereditaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso dell’avvocato per la divisione ereditaria deve essere calcolato sul valore della quota in contestazione del cliente, non sul valore dell’intero patrimonio. Ha inoltre precisato che i compensi per l’attività stragiudiziale devono seguire le tariffe ministeriali e non possono essere liquidati in via equitativa. Di conseguenza, l’ordinanza impugnata è stata annullata con rinvio per un nuovo calcolo.

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Prova della proprietà nella divisione: le regole

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che respingeva una domanda di divisione ereditaria per tardiva produzione documentale. È stato chiarito che, in assenza di contestazioni tra coeredi sulla titolarità dei beni, non è richiesta la prova della proprietà con lo stesso rigore di un’azione di rivendicazione, potendo il giudice avvalersi di prove indiziarie e dei poteri istruttori d’ufficio.

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Poteri CTU: la Cassazione chiarisce l'onere della prova

In una controversia tra ex coniugi per il rendiconto dei frutti di immobili in comunione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello che aveva negato il diritto della ricorrente per mancanza di prove. La Suprema Corte ha chiarito i poteri del CTU, affermando che il consulente può acquisire documenti (come i contratti di locazione dall’Agenzia delle Entrate) per accertare i fatti, soprattutto se la parte ne aveva già richiesto l’esibizione. Questa acquisizione, unita alla valutazione della mancata comparizione della controparte all’interrogatorio formale, costituisce un quadro probatorio che il giudice di merito deve considerare.

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Usucapione tra coniugi: impossibile in comunione legale

Un ex marito chiedeva l’usucapione tra coniugi della quota di un immobile, adibito a studio professionale, acquistato in comunione legale. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l’usucapione è sospesa tra i coniugi finché dura il vincolo matrimoniale e la comunione legale, per tutelare l’armonia familiare. Solo con la separazione e un atto di interversione del possesso possono iniziare a decorrere i termini.

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Motivazione apparente: ricorso in Cassazione respinto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un erede in una causa di successione, chiarendo i limiti del concetto di ‘motivazione apparente’ della sentenza d’appello. La Corte ha stabilito che una motivazione sintetica e con rinvii non è necessariamente apparente. Inoltre, ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso che criticavano direttamente la sentenza di primo grado, ribadendo che la Cassazione è giudice della decisione d’appello.

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Divisione conto cointestato: la Cassazione decide

In una causa di divisione conto cointestato tra fratelli, la Cassazione interviene su una decisione della Corte d’Appello. La disputa nasce dalle somme prelevate da una sorella da un conto cointestato con il defunto padre, che i fratelli rivendicano come parte dell’asse ereditario. La Suprema Corte cassa la sentenza di merito per due motivi principali: primo, la divisione era stata erroneamente calcolata in tre quote senza considerare la successione della madre, deceduta durante la causa, che ha generato una nuova e distinta comunione ereditaria. Secondo, la Corte d’Appello non ha adeguatamente verificato se i prelievi della sorella fossero giustificati dalle spese per la cura dei genitori, non potendo presumere un’appropriazione illecita. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Donazione indiretta: l'azione è imprescrittibile

In una complessa controversia ereditaria tra fratelli, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla donazione indiretta. La Corte ha chiarito che l’azione volta ad accertare una donazione indiretta è imprescrittibile, diversamente dall’azione di simulazione. Questa decisione è cruciale quando un erede deve difendersi dall’azione di riduzione promossa da un altro, potendo far valere in qualsiasi momento le liberalità ricevute dalla controparte per paralizzarne le pretese.

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Conflitto di interessi avvocato: la sanzione è certa

La Cassazione conferma la sanzione disciplinare a un avvocato per conflitto di interessi. Il legale, dopo aver assistito entrambi i coniugi in una separazione, ha poi difeso uno di essi contro l’altro in procedimenti successivi. La Corte ha ritenuto la condotta una grave violazione dei doveri di lealtà e probità, respingendo sia le censure sulla motivazione della sanzione sia l’eccezione di prescrizione.

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Improcedibilità ricorso: onere deposito sentenza

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità di un ricorso in un caso di disputa immobiliare tra ex coniugi. La decisione si fonda su un vizio procedurale: il ricorrente, pur avendo dichiarato di aver ricevuto notifica della sentenza d’appello, non ha depositato la copia notificata del provvedimento. Tale adempimento è essenziale per permettere alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione secondo il termine breve. Questa sentenza ribadisce il rigore delle norme processuali e le conseguenze fatali della loro inosservanza.

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Fondo patrimoniale e fallimento: la tutela del terzo

La Corte di Cassazione ha stabilito il corretto strumento processuale per tutelare un bene conferito in un fondo patrimoniale dall’illegittima apprensione in una procedura fallimentare. Contrariamente a quanto deciso nei primi due gradi di giudizio, che avevano ritenuto inammissibile l’azione per mancata proposizione del reclamo endofallimentare, la Suprema Corte ha chiarito che quando viene leso un diritto soggettivo di un terzo estraneo alla procedura, il rimedio corretto è l’azione ordinaria. La mancata proposizione del reclamo non preclude quindi la possibilità di difendere la proprietà del bene.

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Onere della prova mutuo: non basta la dazione di denaro

Una madre ha citato in giudizio l’ex genero per la restituzione di una somma di denaro, sostenendo si trattasse di un prestito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che in un contratto di mutuo, l’onere della prova incombe su chi agisce. Non è sufficiente dimostrare la consegna del denaro, ma è necessario provare anche il titolo che obbliga alla restituzione. In questo caso, il contesto familiare e le testimonianze contraddittorie hanno fatto propendere i giudici per l’ipotesi di una liberalità, ovvero un regalo fatto per solidarietà.

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Costruzione su suolo del coniuge: il lavoro casalingo

Una coppia costruisce la casa familiare sul terreno di proprietà esclusiva di uno dei due. Al momento della separazione, la Corte d’Appello nega al coniuge non proprietario il rimborso per i contributi non monetari. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, rimette la questione a una pubblica udienza, ritenendo di particolare rilevanza stabilire se il lavoro casalingo e i sacrifici familiari possano essere considerati una valida prova del contributo nella costruzione su suolo del coniuge, aprendo a una valutazione più ampia rispetto ai soli esborsi economici.

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Impugnazione tardiva: la Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5783/2025, ha rigettato il ricorso di una erede in una causa di divisione ereditaria. La ricorrente lamentava nullità procedurali successive a una sentenza non definitiva del 2008. La Corte ha stabilito che la mancata e tempestiva impugnazione di tale sentenza l’ha resa definitiva (passata in giudicato), sanando ogni vizio precedente e precludendo la contestazione di atti successivi che da essa dipendevano. Questa decisione sottolinea l’importanza di contestare tempestivamente ogni provvedimento giudiziario per non incorrere in una impugnazione tardiva.

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