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Diritto di Famiglia

Indebito arricchimento: quando spetta la restituzione
Una donna finanzia l'acquisto di un immobile intestato esclusivamente al marito in regime di separazione dei beni. Dopo la separazione, la sua richiesta di restituzione basata su un contratto di mutuo viene respinta per mancanza di prove. La Corte d'Appello, e poi la Cassazione, le riconoscono il diritto alla restituzione tramite l'azione per indebito arricchimento. La Suprema Corte chiarisce che tale azione è ammissibile quando la domanda principale fallisce per una carenza originaria del titolo (come la mancata prova dell'accordo restitutorio). Viene inoltre stabilito che il debito derivante è un'obbligazione di valore, soggetto a rivalutazione monetaria e interessi compensativi.
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Onere della prova: Cassazione e non contestazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo che chiedeva la restituzione di circa 277.000 euro versati alla ex compagna durante la convivenza. La Corte ha stabilito che il ricorrente non ha correttamente adempiuto al proprio onere della prova, in particolare per non aver contestato in modo specifico l'elevato reddito attribuitogli, che giustificava le elargizioni come adempimento di un'obbligazione naturale. Il ricorso è stato respinto per motivi procedurali legati alla mancata contestazione e alla mancata dimostrazione della decisività delle prove richieste.
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Prova della simulazione: diritti dell’erede legittimario
Un figlio ha citato in giudizio l'ex moglie, sostenendo che una vendita immobiliare dai suoi genitori a lei fosse in realtà una donazione simulata. La Corte d'Appello aveva negato la sua richiesta di ammettere prove a sostegno di tale tesi. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando un principio fondamentale: l'erede che agisce per proteggere la propria quota di eredità legittima è considerato un "terzo" rispetto all'atto simulato. Di conseguenza, per la prova della simulazione, non è vincolato dalle limitazioni probatorie imposte alle parti originarie e può utilizzare qualsiasi mezzo, come testimonianze o interrogatori. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Impugnazione matrimonio affini: l’interesse ereditario
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15028/2024, ha stabilito che l'erede legittimo possiede un interesse valido e attuale per l'impugnazione del matrimonio tra affini in linea retta, quando tale unione pregiudica i suoi diritti successori. Nel caso specifico, un uomo aveva impugnato il matrimonio contratto dal suo defunto parente con la figlia della prima moglie di quest'ultimo (la sua figliastra). La Corte ha confermato la nullità del matrimonio, ritenendo l'interesse economico dell'erede sufficiente a giustificare l'azione, poiché il matrimonio, affetto da nullità insanabile per violazione di norme di ordine pubblico, stava erodendo il patrimonio ereditario.
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Impresa familiare: onere della prova sugli utili
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15026/2024, ha chiarito importanti principi sull'onere della prova nell'impresa familiare. In una controversia tra ex coniugi per la liquidazione degli utili, la Corte ha stabilito che spetta all'imprenditore dimostrare di aver pagato il collaboratore familiare, una volta che quest'ultimo abbia fornito prove presuntive del suo diritto, come le dichiarazioni fiscali. La Corte ha anche ribadito che l'eccezione di decadenza dall'impugnazione di una rinuncia deve essere sollevata dalla parte e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. La sentenza d'appello è stata cassata con rinvio.
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Ricongiungimento familiare: estinzione per rinuncia
Un cittadino straniero ha avviato un ricorso d'urgenza per l'inerzia dell'amministrazione nel fissare un appuntamento per il ricongiungimento familiare, nonostante il possesso del nulla osta. A seguito del ricorso, l'amministrazione ha concesso l'appuntamento, inducendo il ricorrente a rinunciare agli atti. Il Tribunale ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti a causa del comportamento processuale dell'amministrazione.
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Calcolo valore causa: assegno divorzio e spese legali
Un ex marito contesta un assegno di divorzio di 100 euro mensili dopo un accordo transattivo sulla casa familiare. La Corte di Cassazione respinge la sua richiesta nel merito, non riscontrando un miglioramento economico per l'ex moglie. Tuttavia, accoglie il suo ricorso sul calcolo delle spese legali, stabilendo che il calcolo valore causa in queste controversie non è indeterminato ma deve basarsi sull'importo dell'assegno stesso.
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Litisconsorzio necessario: fondo patrimoniale e fallito
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello relativa a un'azione revocatoria contro un fondo patrimoniale. La Corte ha stabilito che, in tali cause, vige un litisconsorzio necessario tra i coniugi. Anche se uno dei coniugi è dichiarato fallito, non perde la legittimazione processuale, poiché il fondo patrimoniale costituisce un patrimonio separato. La mancata partecipazione del coniuge fallito al giudizio di appello ha quindi causato la nullità della sentenza per violazione del contraddittorio.
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Pensione di reversibilità: quota e decesso dell’ex
La Corte di Cassazione ha stabilito che il decesso dell'ex coniuge, avvenuto durante il giudizio, costituisce un fatto sopravvenuto che modifica il diritto alla pensione di reversibilità del coniuge superstite. Anche se i motivi iniziali del ricorso sono stati respinti, la Corte ha cassato la precedente sentenza, disponendo il ricalcolo della pensione senza il concorso dell'ex coniuge a partire dalla data del suo decesso.
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Donazione indiretta e calcolo della legittima: la Cassazione
Una nipote ha agito in giudizio per la lesione della sua quota di legittima, sostenendo che due compravendite immobiliari effettuate dai nonni a favore della cugina e del di lei marito costituissero in realtà una donazione indiretta. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14211/2024, ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, ai fini del calcolo della quota di riserva, devono essere considerate tutte le donazioni effettuate dal defunto, incluse quelle a favore di non coeredi, attraverso l'operazione di riunione fittizia. Secondo, il valore dei beni donati e di quelli relitti deve essere stimato al momento dell'apertura della successione, tenendo conto di tutte le loro caratteristiche, inclusa la potenziale capacità edificatoria. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva escluso dal calcolo la donazione al non coerede e aveva valutato i beni in modo errato.
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Competenza territoriale minore: la residenza prevale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 14121/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra tribunali, affermando un principio fondamentale: per le cause che coinvolgono un minore, la competenza territoriale minore spetta al giudice del luogo di residenza abituale del bambino. Questa scelta, basata sul principio di prossimità, prevale su altri criteri come il luogo di nascita o di registrazione dell'atto, poiché garantisce una migliore valutazione degli interessi e delle esigenze del minore.
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Impugnazione sentenza non definitiva: quando è inammissibile
Una controversia ereditaria tra fratelli porta la Cassazione a chiarire un punto cruciale di procedura: l'inammissibilità dell'impugnazione di una sentenza non definitiva. Se una parte si riserva di impugnare la sentenza non definitiva insieme a quella finale, non può poi proporre un appello immediato. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, confermando questo rigido principio procedurale.
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Competenza tribunale minorenni: la data di deposito
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14104/2024, ha stabilito che per determinare la competenza tra Tribunale per i minorenni e Tribunale ordinario, nel regime transitorio della Riforma Cartabia, si deve fare riferimento alla data di deposito del ricorso. Se il procedimento è stato instaurato prima del 22 giugno 2022, la competenza del tribunale minorenni resta radicata, anche se un giudizio di separazione tra le stesse parti è iniziato successivamente. La nuova 'vis attractiva' del tribunale ordinario non ha effetto retroattivo.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13888/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di competenza. Il caso nasce da una disputa ereditaria tra fratelli, avente ad oggetto la presunta donazione dissimulata di quote societarie. La Corte ha stabilito che l'ordinanza del tribunale di primo grado, che rigetta l'eccezione di incompetenza e dispone la prosecuzione del giudizio, non ha natura decisoria e definitiva. Pertanto, non può essere impugnata con il regolamento di competenza, che è riservato solo ai provvedimenti che risolvono la questione in modo incontrovertibile.
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Diritto di abitazione e confessione stragiudiziale
In una disputa ereditaria, la Corte di Cassazione ha stabilito che la confessione stragiudiziale di una donazione, confermata da una missiva successiva, non può essere revocata da una semplice negazione. Inoltre, ha riaffermato l'ampiezza del diritto di abitazione del coniuge superstite, che include la facoltà di ospitare un figlio nell'immobile familiare senza dover corrispondere indennità agli altri coeredi. L'ordinanza accoglie il ricorso incidentale su questo punto e rigetta quello principale sulla donazione.
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Pensione di reversibilità: convivenza e assegno
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della seconda moglie riguardo la ripartizione della pensione di reversibilità. La Corte ha confermato la decisione di merito che attribuiva 2/3 della pensione all'ex coniuge, forte di un matrimonio di 28 anni, e 1/3 alla vedova, il cui matrimonio era durato solo sei mesi, seppur preceduto da convivenza. I motivi del ricorso, relativi alla durata della convivenza e alla natura di un assegno divorzile, sono stati respinti per difetto di specificità e perché miravano a un riesame del merito non consentito in sede di legittimità.
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Accordo tra coniugi: valido anche se via email
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di un accordo tra coniugi sulla ripartizione delle spese familiari, anche se formalizzato tramite email prima della separazione. Un marito aveva chiesto il rimborso della quota di spese familiari a carico della moglie, come pattuito. I giudici di merito avevano respinto la richiesta, ma la Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che tali patti sono vincolanti e derogano al generale principio di irripetibilità delle spese sostenute durante il matrimonio.
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Matrimonio fittizio: No permesso di soggiorno
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di negare il permesso di soggiorno a una cittadina straniera, ritenendo il suo matrimonio con un cittadino italiano un "matrimonio fittizio". La Corte ha stabilito che, anche se la convivenza non è un requisito assoluto, l'assenza di un'effettiva comunione di vita e di intenti (affectio coniugalis), dimostrata da molteplici indizi, è sufficiente per qualificare il matrimonio come celebrato al solo scopo di eludere le norme sull'immigrazione. Il ricorso della donna è stato dichiarato inammissibile.
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Simulazione vendita: quando la rinuncia è valida
Una figlia impugna la vendita di un immobile dal padre alla nipote, sostenendo una simulazione vendita. Avendo in precedenza firmato una rinuncia a contestare l'atto, il suo ricorso viene rigettato. La Cassazione conferma che il divieto di rinuncia preventiva all'azione di riduzione (art. 557 c.c.) riguarda le donazioni, non le vendite ritenute effettive. La Corte ha stabilito la validità della rinuncia e la realtà della compravendita, respingendo il ricorso.
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Adozione piena: Cassazione salva i legami affettivi
In un caso di adozione piena di minori, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto fondamentale. Pur confermando che l'adozione recide i legami giuridici con la famiglia d'origine, ha chiarito che il giudice può e deve valutare, caso per caso, il preminente interesse del minore a conservare relazioni socio-affettive significative e positive con alcuni parenti. La decisione, emessa a seguito di un intervento della Corte Costituzionale, introduce una flessibilità cruciale, distinguendo tra il piano formale-giuridico e quello affettivo-relazionale, ponendo il benessere psicologico del bambino al centro di ogni valutazione.
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