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Diritto del Lavoro

Licenziamento, rifiuto del lavoratore di effettuare due viaggi

La sentenza conferma la legittimità del licenziamento in quanto il rifiuto del lavoratore di svolgere la propria attività lavorativa, seppur comportante ore di lavoro straordinario eventualmente non retribuite, non risulta giustificato da un inadempimento datoriale.

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Responsabilità dell'ex dipendente per i danni lamentati

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, ritenendo che la parte ricorrente non avesse fornito prove sufficienti a dimostrare la responsabilità dell’ex dipendente per i danni lamentati. La Corte ha sottolineato l’importanza di una chiara ricostruzione dei fatti e di una solida base probatoria per l’accoglimento di una domanda di risarcimento danni.

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Nullità del contratto di lavoro per vizio genetico

La sentenza afferma il principio di diritto secondo cui l’annullamento di un concorso pubblico per vizi di legittimità comporta la nullità del contratto di lavoro stipulato con il vincitore, anche se questi non era a conoscenza dei vizi stessi.

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Prescrizione diritto alla rendita vitalizia

La sentenza affronta il tema della prescrizione del diritto alla costituzione della rendita vitalizia in caso di omissioni contributive, analizzando la normativa e la giurisprudenza di legittimità. La Corte, riformulando l’orientamento precedente, stabilisce che il diritto del lavoratore è imprescrittibile, con la possibilità di richiedere la costituzione della rendita a proprio carico anche dopo la prescrizione dei contributi.

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Illegittimità di sanzione disciplinare e trattenuta su retribuzione

La sentenza affronta il tema della proporzionalità e fondatezza delle sanzioni disciplinari e delle trattenute su retribuzione, sottolineando l’obbligo del datore di lavoro di provare la sussistenza dell’inadempimento del lavoratore e la sua effettiva responsabilità. Viene ribadita l’importanza della corretta qualificazione delle mansioni del lavoratore e della riconducibilità dell’inadempimento contestato alle sue effettive responsabilità.

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Congedo straordinario per assistenza familiare disabile

La sentenza ribadisce il principio per cui il congedo straordinario per assistenza familiare disabile è subordinato all’effettiva ripresa dell’attività lavorativa al termine di ogni periodo di fruizione. La mancata ripresa, anche se giustificata da altri motivi (malattia, ferie), non consente di computare i periodi di non lavoro ai fini del congedo.

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Nullità del patto di prova e indennità contratto di agenzia

Il tribunale ha stabilito che il patto di prova in un contratto di agenzia non è di per sé nullo se esclude il preavviso e l’indennità di cessazione del rapporto. La possibilità di recedere senza preavviso è connaturata alla natura sperimentale del periodo di prova. Tuttavia, al preponente è comunque richiesto di corrispondere l’indennità di cessazione del rapporto prevista dalla normativa europea, anche in presenza di un patto di prova.

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Mancato risarcimento da infortunio sul lavoro

La sentenza chiarisce che in tema di responsabilità civile derivante da infortunio sul lavoro, l’assicurazione è tenuta al pagamento di una provvisionale in tempi rapidi qualora sussistano gli estremi per ritenere fondata la pretesa risarcitoria. Inoltre, la condanna generica ex art. 278 c.p.c. è ammissibile solo se permangono incertezze sulla quantificazione del danno.

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Inquadramento lavoratore e differenze retributive

In tema di riqualificazione professionale, il lavoratore deve provare lo svolgimento di compiti superiori. La prescrizione quinquennale è interrotta da atti anche stragiudiziali. Il DVR è utile per valutare le mansioni.

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Rimborso premio INAIL per rischio silicosi

La sentenza ribadisce l’onere probatorio a carico dell’INAIL nella dimostrazione dell’effettiva esposizione al rischio lavorativo per la richiesta di corresponsione del premio supplementare. In assenza di prove concrete, il datore di lavoro ha diritto alla restituzione dei premi indebitamente versati.

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Riduzione contributi previdenziali per autonomi

La sentenza chiarisce l’interpretazione dell’art. 59 comma 15 della legge 449/97 in tema di agevolazioni contributive per i lavoratori autonomi, specificando che la riduzione dei contributi non è vincolata al sistema di calcolo della pensione (retributivo o contributivo).

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Illegittimità trattenute contributive e contributo di solidarietà

La sentenza ribadisce il principio secondo cui gli enti previdenziali privatizzati non hanno il potere di introdurre trattenute su trattamenti pensionistici già liquidati. Tale potere non può essere desunto né dalla legge né dalla possibilità di adottare provvedimenti per garantire l’equilibrio finanziario. Il contributo di solidarietà, inoltre, non rientra tra gli atti per i quali è ammessa la retroattività.

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Illegittimo licenziamento dirigente medico

La sentenza affronta il tema del licenziamento disciplinare di un dirigente medico per omessa annotazione di elementi rilevanti nella cartella clinica. La Corte d’Appello, pur riconoscendo la gravità della condotta, ha ritenuto sproporzionata la sanzione espulsiva in assenza di precedenti disciplinari e di danni al paziente, optando per la tutela indennitaria prevista dall’art. 3 comma 1 D.Lgs. 23/2015.

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Licenziamento di dirigente e registrazioni di conversazioni private

Il Tribunale ha stabilito che le registrazioni di conversazioni private, effettuate da un dipendente a sua tutela, sono ammissibili come prove in giudizio. Tuttavia, la sussistenza di un comportamento aggressivo o vessatorio da parte del datore di lavoro deve essere valutata nel suo complesso. Nel caso specifico, non sono emerse prove sufficienti per configurare un atteggiamento discriminatorio o mobbizzante, né per dimostrare che la riorganizzazione aziendale fosse finalizzata all’estromissione della dipendente.

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Legittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Il Giudice, in tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo determinato da ragioni tecniche, organizzative e produttive, ribadisce che compete allo stesso la verifica della sussistenza del motivo addotto dal datore di lavoro. Quest’ultimo è tenuto a provare l’impossibilità di una diversa collocazione del lavoratore, prova che può essere ritenuta soddisfatta anche mediante presunzioni e indizi, e che può dirsi assolta quando il lavoratore non fornisca elementi contrari, ad esempio allegando l’esistenza di altri posti vacanti e compatibili con il suo profilo professionale.

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Opposizione a avviso di addebito INPS

La sentenza ribadisce la responsabilità del legale rappresentante per l’adempimento degli obblighi contributivi, indipendentemente dalla delega a terzi e dall’eventuale loro comportamento infedele. Viene ribadita la giurisdizione del giudice del lavoro anche in caso di previa contestazione dell’iscrizione a ruolo, dovendo accertarsi la sussistenza del credito contributivo.

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Determinazione rendita e titolo esecutivo

Il Giudice chiarisce che l’interpretazione del titolo esecutivo deve essere effettuata alla luce della sentenza a cui si riferisce, valutando la possibilità di desumere l’importo dovuto anche attraverso un semplice calcolo matematico.

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Divisa aziendale come strumento di lavoro e non retribuzione

La sentenza chiarisce la distinzione tra benefit accessori alla retribuzione e strumenti di lavoro forniti al dipendente per l’esecuzione della prestazione. Viene ribadito il principio di omnicomprensività della retribuzione, evidenziando come solo gli elementi che costituiscono un vantaggio economico per il lavoratore, oltre la normale retribuzione, debbano essere considerati nel calcolo del trattamento di fine rapporto.

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Licenziamento del lavoratore per rapina in filiale

La sentenza conferma la responsabilità del lavoratore per non aver rispettato le procedure di sicurezza interne, escludendo la rilevanza della mancata affissione in presenza della conoscibilità della normativa.

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Mancato rimborso delle spese legali al dirigente

La sentenza conferma che la tutela legale in favore del dipendente non si applica in caso di violazione di istruzioni o disposizioni aziendali, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta. La mancata ostensione di un documento, pur non integrando un reato, può costituire una violazione del dovere di diligenza e lealtà verso l’azienda, escludendo il rimborso delle spese legali.

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