LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Ius postulandi funzionario: difesa inammissibile
Un lavoratore detenuto ha richiesto l'adeguamento della sua retribuzione. In primo grado, la sua domanda è stata accolta. In appello, la decisione è stata parzialmente riformata accogliendo l'eccezione di prescrizione sollevata dal Ministero della Giustizia, costituitosi tramite un proprio funzionario. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del lavoratore, ha stabilito che un funzionario pubblico non ha lo ius postulandi nelle controversie relative al lavoro carcerario, poiché questo non rientra nel pubblico impiego. Di conseguenza, la costituzione del Ministero e l'eccezione di prescrizione sono state dichiarate inammissibili, ripristinando la condanna integrale del primo grado.
Continua »
Frazionamento del credito: no a nuove cause per danni
Un lavoratore aveva avviato una causa per danni non patrimoniali da demansionamento, che è stata rigettata. Successivamente, ha intentato una nuova causa per i danni patrimoniali derivanti dallo stesso demansionamento. La Corte di Cassazione ha rigettato anche questa seconda domanda, riaffermando il divieto di frazionamento del credito. Secondo la Corte, tutte le pretese risarcitorie nascenti da un unico fatto illecito devono essere presentate in un unico giudizio, poiché il giudicato sulla prima causa copre sia le domande proposte sia quelle che si sarebbero potute proporre.
Continua »
Aumenti contrattuali pediatri: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che gli aumenti contrattuali per i pediatri di libera scelta, previsti da un Accordo Collettivo Nazionale (ACN), costituiscono un diritto soggettivo diretto del professionista. Tale diritto non può essere negato o modificato da accordi regionali successivi o da atti unilaterali della pubblica amministrazione. La sentenza chiarisce che le somme previste dall'ACN non sono semplici fondi a disposizione delle Regioni per la contrattazione decentrata, ma emolumenti specifici dovuti al singolo medico. La Corte ha quindi cassato la decisione d'appello che aveva negato il pagamento, riaffermando il principio della gerarchia delle fonti nella contrattazione collettiva del settore sanitario.
Continua »
Incarico dirigenziale: legge statale su contratto
Un dirigente regionale ha contestato un nuovo incarico dirigenziale ritenendolo dequalificante. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la legge nazionale, che consente l'assegnazione di incarichi di valore economico inferiore, prevale sui contratti collettivi regionali, anche per le Regioni a statuto speciale, in quanto norma fondamentale di riforma economico-sociale.
Continua »
Demansionamento: quando è escluso il risarcimento?
Un dipendente di un ente pubblico ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro per demansionamento a seguito di un cambio di mansioni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La richiesta è stata rigettata poiché le nuove mansioni, sebbene diverse, rientravano nella medesima area funzionale di inquadramento del lavoratore. Inoltre, la Corte ha sottolineato che specifiche allegazioni sul livello inferiore dei compiti erano state presentate tardivamente, solo in appello. Di conseguenza, in assenza della prova del demansionamento, è stata esclusa anche ogni forma di risarcimento del danno.
Continua »
Assegno ad personam: calcolo e riassorbimento dinamico
Un dipendente, assunto per scorrimento di graduatoria, ha ottenuto il riconoscimento di un assegno ad personam per equiparare il suo stipendio a quello dei vincitori di un concorso. La Cassazione ha confermato la decisione d'appello, stabilendo che il calcolo del riassorbimento di tale assegno non è fisso al momento dell'assunzione, ma deve tenere conto degli sviluppi economici successivi delle posizioni di riferimento, garantendo un'equiparazione dinamica.
Continua »
Anzianità pre-ruolo: Sì al riconoscimento per i somministrati
Una lavoratrice impiegata per anni presso un'agenzia pubblica tramite contratti di somministrazione ha ottenuto il riconoscimento della sua anzianità pre-ruolo. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base al principio di non discriminazione, il servizio prestato deve essere pienamente valorizzato ai fini sia economici che di progressione di carriera, anche se il rapporto di lavoro non può essere convertito in un contratto a tempo indeterminato con la Pubblica Amministrazione.
Continua »
Mansioni superiori LSU: quando è dovuto il compenso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni ex lavoratori socialmente utili (LSU) che chiedevano il riconoscimento di mansioni superiori LSU e le relative differenze retributive. Gli eredi dei lavoratori sostenevano di aver svolto compiti equivalenti a quelli di un cancelliere. La Corte ha confermato la decisione d'appello, la quale aveva negato il diritto per carenza di prova, ritenendo le attività svolte solo "complementari ed accessorie". L'inammissibilità del ricorso è stata motivata da vizi procedurali e dal tentativo di ottenere un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
Continua »
Lavoro volontario: quando è impiego subordinato
Un'Azienda Sanitaria Pubblica ricorre in Cassazione contro il riconoscimento del rapporto di lavoro volontario di una dottoressa come impiego subordinato. La Corte rigetta il ricorso, confermando che la presunzione di onerosità del lavoro non è superata dalla mera speranza di un vantaggio futuro e che l'ente, essendo pubblico economico, non rientra nella normativa sul volontariato puro.
Continua »
Autotutela Covid e licenziamento: quando è legittimo
Un lavoratore è stato licenziato per assenza, giustificandola come un atto di autotutela Covid per la presunta mancanza di misure di sicurezza aziendali. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, dichiarando il ricorso inammissibile. È stato accertato che il lavoratore non ha provato l'inadempimento dell'azienda, la quale, al contrario, aveva adottato le cautele necessarie. L'assenza non era stata preannunciata né motivata secondo buona fede.
Continua »
Agente monomandatario: indennità e decisione Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27355/2024, ha stabilito una distinzione cruciale tra agente con patto di esclusiva e agente monomandatario. La Corte ha chiarito che un agente con un semplice divieto di concorrenza non è automaticamente un agente monomandatario, e ciò incide sull'importo dell'indennità di preavviso dovuta. È stato accolto il ricorso della società preponente su questo punto, cassando la sentenza d'appello e rinviando per una nuova determinazione. È stato invece respinto il motivo relativo alla quantificazione dell'indennità di fine rapporto ex art. 1751 c.c.
Continua »
Dimissioni giusta causa e Cassa Integrazione COVID
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27350/2024, ha rigettato il ricorso di un lavoratore che si era dimesso per giusta causa lamentando un demansionamento e un uso illegittimo del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) durante l'emergenza COVID-19. La Corte ha stabilito che la normativa emergenziale ha derogato agli obblighi di comunicazione standard per l'accesso alla cassa integrazione e che la sospensione temporanea del rapporto non costituisce di per sé una giusta causa di dimissioni. Di conseguenza, il lavoratore è stato condannato a pagare l'indennità di mancato preavviso e la penale per violazione del patto di stabilità.
Continua »
Contrattazione collettiva medici: ACN prevale su AIR
Una pediatra ha richiesto il pagamento di un incremento retributivo previsto dall'Accordo Collettivo Nazionale (ACN). L'Azienda Sanitaria si era opposta, sostenendo che tali fondi fossero destinati alla contrattazione regionale (AIR). La Corte di Cassazione ha dato ragione alla dottoressa, stabilendo un principio cardine nella contrattazione collettiva medici: l'accordo decentrato non può mai peggiorare le condizioni stabilite a livello nazionale. La sentenza di appello è stata quindi annullata con rinvio.
Continua »
Aumenti contrattuali pediatri: la Cassazione decide
Un pediatra ha richiesto gli aumenti contrattuali previsti dall'Accordo Collettivo Nazionale. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli accordi regionali non possono modificare o negare tali aumenti, affermando la superiorità della contrattazione nazionale su quella decentrata. La sentenza della Corte d'Appello è stata annullata.
Continua »
Ispettorato del Lavoro: multe valide per tempi di guida
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una sanzione emessa dall'Ispettorato del Lavoro nei confronti di un autotrasportatore per violazione dei periodi di pausa. Il ricorso si basava sulla presunta incompetenza dell'Ispettorato in materia di Codice della Strada e sull'errato calcolo dei tempi di riposo, che secondo il ricorrente dovevano includere le pause per carico e scarico. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'Ispettorato del Lavoro ha piena competenza in materia, data la duplice finalità delle norme: tutelare la sicurezza stradale e proteggere le condizioni di lavoro dei conducenti. Inoltre, ha chiarito che le attività di carico e scarico costituiscono 'altre mansioni' e non possono essere considerate come 'interruzione' o riposo, che deve consistere in un periodo di inattività totale.
Continua »
Riposo autotrasportatori e sanzioni: parla la Cassazione
Un autotrasportatore e la sua azienda hanno contestato una multa per violazione delle norme sul riposo autotrasportatori. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che gli Ispettori del Lavoro hanno competenza a sanzionare. Ha inoltre chiarito che attività come il carico e scarico merci non costituiscono una pausa valida, la quale deve essere un periodo di inattività totale e correttamente registrata sul cronotachigrafo.
Continua »
Obbligo di assunzione: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che rivendicava il suo diritto all'assunzione basato su un accordo sindacale. La decisione si fonda su vizi procedurali: il ricorrente si è limitato a contrapporre la propria interpretazione dell'accordo a quella del giudice, senza dimostrare una violazione specifica delle norme di ermeneutica contrattuale. Inoltre, il ricorso mancava del requisito di specificità, non avendo trascritto le clausole pertinenti. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di scegliere l'interpretazione migliore, ma di verificare la correttezza legale del ragionamento del giudice di merito. Di conseguenza, l'obbligo di assunzione non è stato riconosciuto.
Continua »
Procedura disciplinare e tempus regit actum: il caso
La Cassazione conferma la sanzione in una procedura disciplinare, rigettando il ricorso di una lavoratrice. Decisiva l'applicazione del principio *tempus regit actum* riguardo a una modifica normativa sul tentativo di conciliazione, avvenuta durante il procedimento.
Continua »
Perdita di chance: i criteri per il risarcimento
Un dirigente ha citato in giudizio un'Amministrazione Pubblica per essere stato escluso da una selezione per un ruolo superiore, chiedendo un risarcimento per perdita di chance. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'Appello, specificando che per ottenere un risarcimento, il dirigente deve dimostrare una probabilità molto alta, quasi una certezza, di aver vinto la selezione, e non solo l'illegittimità della sua esclusione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
Continua »
Assunzioni obbligatorie: Cassazione su procedura
Una lavoratrice ha impugnato la procedura di assunzione di un'altra candidata disabile, sostenendo l'illegittimità della selezione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. L'ordinanza ha stabilito che la procedura era una mera verifica di idoneità e non una valutazione comparativa illegittima, validando l'operato dell'ente pubblico nell'ambito delle assunzioni obbligatorie e sottolineando i rigorosi limiti del giudizio di legittimità.
Continua »