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Diritto del Lavoro

Responsabilità del datore di lavoro: il caso Poste
Una società è stata ritenuta civilmente responsabile per i fondi sottratti da una sua dipendente, la quale aveva ricevuto da un cliente contanti e moduli F24 per pagamenti fiscali mai eseguiti. La Cassazione ha confermato la condanna, sottolineando che la responsabilità del datore di lavoro sussiste quando le mansioni del dipendente, anche se non specifiche per l'operazione, hanno agevolato o reso possibile l'illecito. Il ricorso della società è stato dichiarato inammissibile perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
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Riattivazione notifica: l’onere della parte ricorrente
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che, in caso di notifica fallita per cause non imputabili, la parte ha l'onere di procedere a una tempestiva riattivazione notifica. L'inerzia successiva al primo tentativo non andato a buon fine comporta l'inammissibilità del ricorso per decorrenza dei termini. La Corte ha respinto la richiesta di revocazione di un ente previdenziale, specificando che la sua precedente decisione non si basava su un errore di fatto, ma sulla corretta applicazione del principio che impone alla parte di attivarsi per completare la notificazione.
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Natura giuridica ente: no conversione contratti
Un lavoratore con contratti a termine presso un ente, poi assorbito da un Ministero, ha richiesto la conversione del suo rapporto in tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la natura giuridica pubblica dell'ente, accertata attraverso l'analisi della normativa evolutiva, costituisce un ostacolo insormontabile alla conversione automatica del contratto, anche in presenza di clausole a termine illegittime.
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Trattamento economico segretario: la Cassazione decide
Un segretario comunale, collocato in disponibilità, ha richiesto il mantenimento del trattamento economico percepito nell'ultimo incarico, nonostante una nuova legge avesse abolito il principio di protezione salariale. Il Ministero dell'Interno si opponeva, chiedendo la restituzione di somme. La Corte di Cassazione ha dato ragione al segretario, affermando che le norme specifiche della contrattazione collettiva per i segretari in disponibilità prevalgono sulla legge generale, garantendo così il mantenimento del trattamento economico segretario comunale.
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Servizio prestato: solo i contributi effettivi contano
Un ex militare ha richiesto il riconoscimento dei contributi figurativi per il servizio a bordo di navi al fine di costituire la sua posizione pensionistica presso l'INPS. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione dei giudici di merito, ha stabilito che la nozione di 'servizio prestato' ai sensi dell'art. 124 del D.P.R. 1092/1973 si riferisce esclusivamente al servizio effettivo, per il quale sono stati versati contributi reali, escludendo quindi la contribuzione figurativa.
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Base imponibile contributiva: esclusi utili da S.r.l.
La Cassazione ha stabilito che la base imponibile contributiva per i lavoratori autonomi non include gli utili derivanti dalla mera partecipazione in una S.r.l. dove non si svolge attività lavorativa. Tali redditi, qualificati come redditi di capitale e non d'impresa, sono esclusi dal calcolo dei contributi INPS, confermando la distinzione tra reddito da lavoro e reddito da mero investimento.
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Licenziamento per recidiva: quando è legittimo?
Un tecnico di un'azienda radiotelevisiva viene licenziato per reiterate assenze. La Corte di Cassazione conferma la legittimità del licenziamento per recidiva, stabilendo che anche le sanzioni precedenti, seppur impugnate, possono essere considerate per valutare la gravità della condotta complessiva del lavoratore. La Corte ha inoltre ribadito la natura relativa del principio di immediatezza della contestazione disciplinare in contesti aziendali complessi.
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Indennità ASpI e lavoro autonomo preesistente
Un lavoratore si è visto negare l'indennità ASpI per non aver comunicato all'INPS un'attività di lavoro autonomo avviata prima di perdere il lavoro dipendente. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che l'obbligo di comunicazione sussiste per qualsiasi attività autonoma contemporanea alla fruizione del sussidio, indipendentemente dalla sua data di inizio, pena la decadenza dal diritto.
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Contributi autonomi: il reddito da capitale è escluso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30309/2024, ha stabilito un principio fondamentale per i contributi autonomi. È stato chiarito che i redditi di capitale, percepiti da un artigiano come socio non lavoratore di una società di capitali, non rientrano nella base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione Artigiani. La Corte ha rigettato il ricorso dell'ente previdenziale, che negava la pensione a un lavoratore sulla base di presunti contributi omessi su tali redditi, confermando che solo i redditi d'impresa derivanti dall'attività lavorativa sono rilevanti ai fini contributivi.
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Dimissioni per giusta causa: la prova del nesso causale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30310/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva il riconoscimento della NASpI a seguito di dimissioni per giusta causa, motivate dall'omesso versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. La Corte ha stabilito che, per la validità delle dimissioni per giusta causa, non è sufficiente l'inadempimento datoriale, ma è necessario che il lavoratore dimostri il nesso di causalità e immediatezza tra la conoscenza dell'inadempimento e la sua decisione di recedere dal rapporto.
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Trattenimento in servizio: no al diritto automatico
Un dirigente pubblico ha contestato il mancato trattenimento in servizio oltre l'età pensionabile. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che il trattenimento in servizio non è un diritto assoluto e che le Regioni possono legittimamente limitarlo con proprie leggi, prevalendo sulla normativa nazionale, a condizione di non violare i principi fondamentali. In questo caso, la legge regionale escludeva il beneficio per chi aveva già maturato l'anzianità contributiva minima.
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Lavoro subordinato docenti: la disponibilità è decisiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che le ore in cui i docenti restano a disposizione della scuola, anche senza svolgere attività didattica, sono un elemento decisivo per qualificare il rapporto come lavoro subordinato. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei docenti, cassando la precedente sentenza della Corte d'Appello e rinviando il caso per un nuovo esame basato su questo principio. L'accoglimento di questo motivo ha reso superfluo l'esame delle altre censure sollevate.
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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza
Una cooperativa di facchinaggio ha contestato la richiesta di un ente previdenziale di ricalcolare il premio assicurativo sulla base della retribuzione effettiva, anziché su quella convenzionale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della cooperativa, stabilendo che il regime del premio speciale unitario, previsto per categorie con retribuzioni difficili da accertare, non è stato abrogato dalle normative successive di carattere generale. Pertanto, il calcolo deve continuare a basarsi sui criteri forfettari stabiliti dai decreti ministeriali specifici.
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Contributo di solidarietà: illegittimo se imposto da Casse
Un professionista ha citato in giudizio il proprio ente previdenziale per l'applicazione di un prelievo sulla sua pensione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell'ente inammissibile, confermando le decisioni dei gradi inferiori. La Corte ha ribadito che un contributo di solidarietà costituisce una prestazione patrimoniale che solo una legge statale può introdurre, non i regolamenti interni di una Cassa di previdenza privatizzata. Di conseguenza, il diritto al rimborso delle somme trattenute si prescrive in dieci anni.
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Esonero spese processuali: la Cassazione chiarisce
Un cittadino era stato ingiustamente condannato a pagare le spese legali a un ente previdenziale, nonostante avesse dichiarato un reddito basso. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto all'esonero spese processuali, specificando che una semplice dichiarazione firmata nell'atto iniziale del processo è sufficiente, senza bisogno di moduli specifici o di ripeterla nei gradi di giudizio successivi.
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Regolarità contributiva e sgravi: la decisione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 30273/2024, ha stabilito che la fruizione di sgravi contributivi è subordinata alla sostanziale e tempestiva regolarità contributiva. Un'azienda si è vista revocare le agevolazioni per aver versato in ritardo i contributi. La Corte ha chiarito che il DURC ha valore di certificazione di una situazione preesistente e non può sanare un'irregolarità passata. La tardiva ammissione a una rateizzazione non cancella l'inadempimento originario, legittimando così la revoca dei benefici goduti nel periodo di irregolarità.
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Indennità collaboratore di studio: spetta per intero?
Un medico di gruppo chiedeva l'indennità collaboratore di studio per intero. L'ASL la concedeva solo pro quota. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell'ASL, confermando il diritto del medico a percepire l'intera indennità, data la chiarezza delle clausole contrattuali.
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Onnicomprensività retribuzione: dirigente pubblico
La Corte di Cassazione ha confermato il principio di onnicomprensività della retribuzione per un dirigente pubblico, negandogli un compenso extra per l'incarico di presidente di una commissione di gara. La Suprema Corte ha stabilito che la retribuzione del dirigente copre qualsiasi incarico conferito dalla propria amministrazione, rigettando il ricorso e confermando l'obbligo di restituire le somme indebitamente percepite.
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APE sociale: ok con lavori brevi dopo licenziamento
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30258/2024, ha stabilito che un lavoratore ha diritto all'APE sociale anche se, dopo la perdita del lavoro principale, ha svolto contratti a tempo determinato di durata inferiore a sei mesi. Secondo la Corte, questi brevi periodi lavorativi non interrompono lo stato di disoccupazione necessario per accedere al beneficio. La decisione respinge il ricorso dell'ente previdenziale, chiarendo che i requisiti vanno valutati in riferimento all'ultimo rapporto di lavoro significativo cessato, e non alle successive occupazioni precarie.
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Efficacia riflessa giudicato: limiti e tutele
La Corte di Cassazione stabilisce che una sentenza definitiva tra datore di lavoro e INPS, che nega l'esistenza di un rapporto di lavoro, non ha efficacia riflessa vincolante per il lavoratore. Quest'ultimo, rimasto estraneo a quel giudizio, conserva il suo autonomo diritto di far accertare il rapporto ai fini pensionistici. La Corte chiarisce che i rapporti tra lavoratore, datore e istituto previdenziale sono distinti e bilaterali, non un unico rapporto trilaterale, impedendo così l'estensione automatica del giudicato.
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