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Diritto Commerciale

Derivati IRS: la copertura del rischio valida la causa
Una società stipula un contratto di derivati IRS per coprire il rischio di un mutuo a tasso variabile, ma subisce ingenti perdite. L'azienda cita in giudizio la banca chiedendo la nullità del contratto per assenza di causa e violazione degli obblighi informativi. La Corte d'Appello di Bari ha rigettato l'appello, confermando la validità del contratto. La decisione si fonda sul fatto che la funzione di copertura del rischio era chiaramente documentata e voluta dal cliente, come provato dalla documentazione sottoscritta e da una perizia tecnica, rendendo il contratto valido nonostante il risultato economico negativo.
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Concordato in bianco: obblighi informativi e sanzioni
La Corte di Cassazione conferma la dichiarazione di fallimento di una società la cui domanda di concordato in bianco è stata respinta. La decisione sottolinea che l'omissione di un elenco completo e veritiero dei creditori costituisce una carenza informativa radicale che rende la proposta inammissibile, evidenziando l'importanza cruciale della trasparenza fin dalle prime fasi della procedura.
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Atto a titolo gratuito: caparra esagerata e fallimento
La Corte di Cassazione conferma che una caparra sproporzionata, versata da una società poi fallita in un contratto preliminare, può essere considerata un atto a titolo gratuito. La valutazione si basa sulla 'causa concreta' dell'operazione, ovvero sulla mancanza di un effettivo vantaggio patrimoniale per l'acquirente, che ha subito solo un depauperamento. In questo caso, il pagamento del 50% del prezzo totale come caparra, a soli sei mesi dal fallimento e senza che il contratto definitivo fosse mai stipulato, è stato ritenuto inefficace ai sensi della legge fallimentare.
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Attività esclusiva contributo: Cassazione chiarisce
Un'imprenditrice perde un contributo regionale perché, dopo aver avviato la propria attività, ha continuato a lavorare, anche gratuitamente, nell'impresa del coniuge. La Corte di Cassazione ha confermato la revoca del finanziamento, chiarendo che il requisito di attività esclusiva contributo impone una dedizione totale alla nuova impresa, a prescindere dalla percezione di altri redditi. La finalità della norma è garantire che tutte le risorse dell'imprenditore siano concentrate nel progetto finanziato.
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Responsabilità impresa autotrasporto: sanzione unica
Una società di autotrasporti è stata multata per numerose violazioni dei tempi di guida e riposo commesse da diversi suoi autisti. La Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sulla responsabilità impresa autotrasporto: la sanzione per il difetto organizzativo dell'azienda deve essere considerata unitaria, basata sul numero di autisti coinvolti e non sulla somma di ogni singola infrazione. La Corte ha stabilito che la responsabilità diretta dell'impresa per la cattiva organizzazione del lavoro è un illecito unico, distinto dalle singole violazioni dei conducenti, per le quali l'impresa risponde in solido.
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Privilegio credito pubblico: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20362/2024, ha stabilito che il privilegio del credito pubblico, derivante da finanziamenti agevolati, sussiste anche se non esplicitamente menzionato nel contratto. Il caso riguardava una società in concordato preventivo che contestava la natura privilegiata del credito vantato da un ente gestore di fondi pubblici. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando l'orientamento consolidato secondo cui il privilegio si applica a tutti gli interventi di sostegno pubblico rientranti nel D.Lgs. n. 123/1998, estendendosi oltre le sole ipotesi di revoca del beneficio per illeciti.
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Abuso di dipendenza economica: prova e applicazione
La Corte di Cassazione interviene sul tema dell'abuso di dipendenza economica, chiarendo che la sua applicazione è generale e non limitata ai contratti di subfornitura. Il caso riguardava una concessionaria auto che lamentava modifiche contrattuali unilaterali da parte della casa madre. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva negato la produzione di documenti ritenuti indispensabili per quantificare il danno, stabilendo che nel rito sommario l'indispensabilità della prova in appello va intesa in senso ampio per compensare le limitazioni istruttorie del primo grado.
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Onere della prova: il danno va sempre dimostrato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20257/2024, ha respinto il ricorso di una società fornitrice di gas contro un cliente industriale. Nonostante fosse stato accertato l'inadempimento del cliente, che aveva ritirato meno gas del pattuito, la richiesta di risarcimento è stata negata. La Corte ha sottolineato che spetta al danneggiato l'onere della prova del danno effettivo, che non può essere presunto. Il fornitore non è riuscito a dimostrare di aver acquistato il gas in eccesso e di averlo poi rivenduto in perdita, rendendo la sua richiesta risarcitoria infondata.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: limiti al riesame
La Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di una società produttrice di energia contro una società di distribuzione. I motivi, incentrati su presunto abuso di posizione dominante e errata valutazione contrattuale, sono stati respinti in quanto miravano a un riesame del merito, precluso in sede di legittimità, confermando le decisioni dei gradi precedenti.
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Clausola di giurisdizione: rinvio alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato alle Sezioni Unite la decisione su una controversia relativa a una clausola di giurisdizione in un contratto di leasing nautico tra una società italiana e una banca francese. Il caso verte sulla validità della clausola che designa un foro francese esclusivo, contestata dalla società italiana per vizi di forma e consenso. La Corte d'Appello aveva confermato la giurisdizione francese, ma la questione, per sua natura, è stata ritenuta di competenza delle Sezioni Unite.
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Caparra confirmatoria: recesso e rinuncia al ricorso
Un caso di preliminare di vendita d'azienda finito in Cassazione. La controversia riguardava il recesso del venditore e il suo diritto a trattenere la caparra confirmatoria per mancato pagamento di una rata. Tuttavia, la Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte di entrambe le parti, senza decidere nel merito.
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Consegna Aliud Pro Alio: la Cassazione chiarisce
Un'azienda edile ha contestato una fornitura di pedane in legno, ritenendole inadatte all'uso pattuito e invocando la cosiddetta consegna aliud pro alio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: se il bene consegnato appartiene allo stesso genere di quello ordinato, anche se di qualità inferiore o con caratteristiche diverse, si tratta di un vizio e non di una consegna di 'qualcosa per qualcos'altro'. L'ordinanza chiarisce che per la risoluzione generale del contratto è necessaria una diversità radicale del bene, non solo qualitativa. La Corte ha inoltre confermato che le fatture accompagnatorie, se firmate dal destinatario, costituiscono piena prova del contratto.
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Servizio di salvaguardia: contratto valido senza avviso
Una società agricola ha contestato una fattura per la fornitura di energia elettrica in regime di servizio di salvaguardia, sostenendo la nullità del contratto per mancata comunicazione da parte del nuovo fornitore. La Corte d'Appello le ha dato ragione. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che il contratto si costituisce per legge (ex lege) nel momento in cui un fornitore si aggiudica il servizio. L'obbligo di comunicazione è una regola di comportamento la cui violazione può dar luogo a risarcimento del danno, ma non invalida il contratto stesso.
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Diffida ad adempiere: quando risolve il contratto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20122/2024, ha chiarito la validità della risoluzione contrattuale tramite diffida ad adempiere, anche in presenza di un inadempimento non grave, qualora il contratto lo preveda esplicitamente. Il caso riguardava un contratto tra una società di gestione di apparecchi da gioco e l'esercente di un bar. La Corte ha rigettato il ricorso della società, sottolineando che se le parti pattuiscono la possibilità di risolvere il contratto per 'qualsiasi inadempimento' tramite diffida, non è necessario per il giudice valutare la gravità della violazione.
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Responsabilità solidale ATI: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso complesso sulla responsabilità solidale ATI. La società capogruppo di un'associazione temporanea di imprese è stata chiamata a rispondere dei debiti di un'altra impresa associata verso un subappaltatore. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso principale della capogruppo, confermando la sua responsabilità e chiarendo i limiti procedurali del giudizio di rinvio. È stato inoltre dichiarato inammissibile il ricorso incidentale del subappaltatore fallito, che chiedeva l'applicazione di un tasso di interesse moratorio superiore.
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Impresa individuale: chi ha diritto al risarcimento?
La Corte di Cassazione conferma un principio fondamentale: l'impresa individuale non è un soggetto giuridico distinto dall'imprenditore. Di conseguenza, il titolare ha pieno diritto a richiedere l'equo indennizzo per l'irragionevole durata di un processo in cui l'impresa era creditrice, respingendo la tesi del Ministero della Giustizia che tentava di separare le due figure.
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Responsabilità solidale appalto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità solidale appalto a carico di due società committenti per i crediti retributivi di un autista dipendente della società appaltatrice. La Corte ha qualificato il rapporto come appalto di servizi, e non mero trasporto, data la complessità delle mansioni svolte dal lavoratore (carico, scarico, magazzinaggio). La decisione sottolinea come la presenza di più committenti non escluda l'applicazione della tutela prevista per i lavoratori.
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Trasferimento ramo d’azienda: quando è illegittimo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20083/2024, ha dichiarato illegittimo un trasferimento di ramo d'azienda poiché l'entità trasferita non possedeva i requisiti di preesistenza e autonomia funzionale. Il caso riguardava un gruppo di lavoratori trasferiti da una società editoriale a una di servizi, ma la Corte ha rilevato che si trattava di una mera esternalizzazione di personale, in quanto il 'ramo' era un aggregato eterogeneo di dipendenti senza un'organizzazione unificante, un know-how comune o beni significativi. La decisione ribadisce che un ramo d'azienda non può essere creato 'ad hoc' al solo scopo del trasferimento.
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Indipendenza attestatore: stop a incarichi pregressi
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indipendenza dell'attestatore in un concordato preventivo è un requisito inderogabile. Anche una singola prestazione professionale retribuita, svolta per il debitore nei cinque anni precedenti, fa venir meno tale requisito, invalidando la relazione e compromettendo la procedura, indipendentemente dalla natura occasionale dell'incarico.
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Cessione dei crediti in garanzia: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla cessione dei crediti in garanzia. In un caso complesso legato a contratti di leasing e affitto d'azienda, la Corte ha chiarito che la garanzia accessoria (la cessione dei crediti) si estingue automaticamente quando viene meno l'obbligazione principale garantita (il contratto di leasing). Di conseguenza, il cessionario non può più pretendere i pagamenti successivi alla scadenza del contratto principale, poiché il credito ritorna nella sfera giuridica del cedente. La sentenza annulla la decisione d'appello che aveva condannato un'azienda al pagamento dei canoni anche dopo la fine del rapporto garantito.
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