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Diritto Civile

Onere della prova prescrizione: la Cassazione decide
Un professionista richiede il pagamento di un credito a una società fallita, ma il curatore eccepisce la prescrizione. La Corte di Cassazione conferma che l'onere della prova prescrizione grava sul creditore per quanto riguarda i fatti interruttivi. Il debitore deve solo allegare l'inerzia del titolare del diritto. Poiché il professionista non ha provato una data successiva di conclusione della prestazione che interrompesse i termini, il suo ricorso è stato respinto.
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Buoni fruttiferi postali: tassi e decreto ministeriale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26256/2024, ha stabilito che per i buoni fruttiferi postali della serie 'Q/P' i tassi di interesse applicabili sono quelli previsti dal decreto ministeriale di emissione, anche per il periodo non coperto dal timbro modificativo. La Corte ha escluso la tutela dell'affidamento del risparmiatore, affermando la prevalenza della norma di legge (fonte cogente) sulle indicazioni stampate sul titolo, che integrano e sostituiscono automaticamente le clausole contrattuali difformi.
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Buoni postali cointestati: rimborso senza eredi
Un cointestatario di un buono fruttifero postale con clausola di pari facoltà di rimborso ha richiesto il pagamento dell'intera somma dopo la morte di un altro cointestatario. L'emittente ha negato il pagamento, richiedendo la quietanza degli eredi. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di tale clausola, il cointestatario superstite ha diritto al rimborso totale dei buoni postali cointestati senza necessità del consenso degli eredi, differenziando nettamente la disciplina dei buoni da quella dei libretti di risparmio.
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Responsabilità scarico abusivo: chi paga il conto?
Una società che gestisce il servizio idrico e il suo direttore sono stati sanzionati per lo scarico di un impianto di depurazione non a norma e con autorizzazione scaduta. Nonostante avessero affidato la gestione operativa a un'altra ditta, la Corte di Cassazione ha confermato la loro colpevolezza. La sentenza stabilisce che la titolarità dell'autorizzazione allo scarico comporta una responsabilità diretta e personale, che non può essere eliminata da una semplice delega. La Corte ha inoltre respinto la tesi dello stato di necessità, ribadendo che la responsabilità per scarico abusivo ricade sul gestore autorizzato.
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Responsabilità degli eredi per calunnia: il caso
La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di calunnia, chiarendo i limiti della responsabilità degli eredi. La vicenda nasce dalle accuse, poi rivelatesi infondate, mosse da una donna (poi deceduta) insieme alla figlia e alla nipote. La Corte d'Appello aveva condannato le due superstiti solo in qualità di eredi, escludendo una loro responsabilità personale. La Cassazione ha annullato tale decisione, accogliendo il ricorso delle parti offese. Secondo i giudici supremi, la corte di merito ha erroneamente ignorato prove decisive, come dichiarazioni confessorie, che indicavano un coinvolgimento diretto delle due donne. Viene così riaffermato il principio che la qualità di successore non esclude una responsabilità personale, se provata. La questione sulla responsabilità degli eredi viene quindi rinviata a un nuovo esame.
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Difformità urbanistica: la garanzia del venditore
Un'impresa edile acquista un immobile con difformità urbanistica, garantito come regolare dal venditore. La Corte di Cassazione conferma la decisione d'appello che accordava all'acquirente una riduzione del prezzo, rigettando il ricorso del venditore. La Corte ha stabilito che la garanzia contrattuale prevale e la conoscenza effettiva della difformità da parte dell'acquirente non era stata provata, rendendo irrilevante la clausola 'visto e piaciuto'.
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Istanza di prelievo: obbligatoria per l’equo indennizzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 26247/2024, ha rigettato il ricorso di alcuni dipendenti pubblici che chiedevano un equo indennizzo per l'eccessiva durata di un processo amministrativo. La Corte ha confermato che la mancata presentazione dell'istanza di prelievo, quale rimedio preventivo, rende la domanda di indennizzo inammissibile, allineandosi a precedenti pronunce della Corte Costituzionale.
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Istanza di prelievo: obbligatoria per l’indennizzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26246/2024, ha rigettato il ricorso di un cittadino che chiedeva un equo indennizzo per l'irragionevole durata di un processo amministrativo. La domanda è stata dichiarata inammissibile perché il ricorrente non aveva presentato la preventiva istanza di prelievo nel giudizio presupposto. La Corte ha ribadito che tale istanza è un rimedio preventivo obbligatorio, la cui omissione preclude l'accesso alla tutela indennitaria, confermando la legittimità costituzionale di tale requisito.
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Equo indennizzo: quando è escluso il risarcimento?
La Cassazione ha confermato il diniego parziale di un equo indennizzo a un cittadino. Il risarcimento per la fase di legittimità è stato escluso perché l'impugnazione era manifestamente inammissibile, dimostrando la consapevolezza della sua infondatezza da parte del ricorrente. Rigettato anche il ricorso incidentale del Ministero.
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Pretesa irrisoria: quando non spetta l’indennizzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 26243/2024, ha stabilito che non è dovuto alcun indennizzo per l'irragionevole durata del processo quando la pretesa economica residua è irrisoria. Nel caso specifico, una richiesta per pochi euro di interessi su un risarcimento già pagato è stata considerata una pretesa irrisoria. La Corte ha però corretto la condanna alle spese, stabilendo un compenso unico per i due Ministeri difesi congiuntamente dall'Avvocatura dello Stato, accogliendo parzialmente il ricorso del cittadino.
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Equo indennizzo litisconsorte: quando spetta?
La Corte di Cassazione chiarisce che il diritto all'equo indennizzo per il litisconsorte necessario che interviene in un processo già avviato matura solo dal momento del suo effettivo ingresso nel giudizio. Viene così riformata la decisione di merito che aveva riconosciuto un indennizzo calcolato sull'intera durata del processo, equiparando erroneamente la figura dell'interveniente a quella del contumace. La Corte sottolinea che si diventa parte processuale solo con la costituzione in giudizio, e da quel momento si può subire il pregiudizio da irragionevole durata.
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Rimborso buono postale: il superstite incassa tutto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26231/2024, ha stabilito che in caso di buono postale fruttifero cointestato con clausola di 'pari facoltà di rimborso', il cointestatario superstite ha diritto a ottenere il rimborso dell'intera somma senza la necessità della quietanza congiunta degli eredi del cointestatario defunto. La decisione si fonda sulla specifica natura dei buoni, che sono rimborsabili 'a vista' e non cedibili, distinguendoli dai libretti di risparmio a cui si applica una disciplina differente in materia di successione.
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Liquidazione spese legali: la regola del decisum
In una lunga controversia per un posto barca, la Corte di Cassazione chiarisce i criteri per la liquidazione delle spese legali. Con l'ordinanza n. 26230/2024, la Corte ha stabilito che nel giudizio di rinvio, se la decisione è limitata alla quantificazione di una somma, lo scaglione di valore per calcolare i compensi legali deve basarsi sull'importo effettivamente riconosciuto (il "decisum") e non sul valore complessivo originario della causa.
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Ordinanza Cassazione: Analisi n. 26226 del 2024
Analisi preliminare dell'ordinanza Cassazione n. 26226/2024. Il documento fornito riporta solo i dati di testata, impedendo un'analisi di merito. Si discute il ruolo della Prima Sezione Civile.
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Concorso di colpa: spedire un assegno è rischioso
Una società assicurativa ha citato in giudizio il servizio postale per l'incasso fraudolento di due assegni spediti. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che attribuiva un concorso di colpa alla società mittente. Anche se uno degli assegni era stato inviato tramite posta raccomandata, la società non ha utilizzato gli strumenti di tracciamento per monitorare la spedizione e prevenire il danno, violando così il dovere di diligenza.
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Garanzia per vizi: la denuncia verbale è valida
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26202/2024, chiarisce importanti principi sulla garanzia per vizi. Il caso riguarda un box metallico il cui tetto, a causa di un difetto, è volato via durante un temporale danneggiando un'auto. La Corte ha stabilito che la denuncia dei vizi può essere anche verbale e che il comportamento del venditore che interviene dopo la segnalazione equivale a un riconoscimento del difetto, esonerando l'acquirente dalla prova della tempestività della denuncia. Viene inoltre confermata la possibilità per il terzo proprietario del bene danneggiato di agire per il risarcimento del danno.
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Vizio di extrapetizione: i limiti del giudice
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due fideiussori contro la sentenza d'appello che aveva confermato la loro condanna al pagamento di un debito. La Corte chiarisce che non sussiste il vizio di extrapetizione se il giudice fonda la sua decisione su documenti già presenti agli atti, anche se l'importo finale risulta diverso da quello inizialmente ingiunto, purché rientri nella posizione debitoria complessiva. Il ricorso viene rigettato anche per difetto di autosufficienza in merito alla valutazione delle prove.
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Onere della prova professionista: chi deve dimostrare?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26166/2024, ha rigettato il ricorso di un advisor finanziario la cui richiesta di compenso era stata esclusa dal passivo di un fallimento. La Corte ha ribadito che l'onere della prova professionista grava su quest'ultimo: in caso di contestazione da parte del curatore fallimentare sull'adempimento, spetta al professionista dimostrare di aver eseguito la prestazione con la dovuta diligenza e in modo completo, non essendo sufficiente la mera allegazione dell'incarico ricevuto.
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Buoni postali fruttiferi: tassi e timbri sul retro
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due risparmiatori riguardo ai tassi di interesse dei loro buoni postali fruttiferi. La Corte ha confermato che i decreti ministeriali che modificano i rendimenti prevalgono sulle condizioni prestampate sul titolo, soprattutto quando un timbro specifico indica l'applicazione di una nuova serie (in questo caso la "Q/P"). L'affidamento dei risparmiatori sulla tabella originaria non è stato ritenuto tutelabile, poiché il timbro era un chiaro indicatore del cambiamento normativo.
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Responsabilità scarichi idrici: chi paga la sanzione?
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a una società di gestione idrica e al suo Direttore generale per superamento dei limiti di inquinamento. La Corte ha stabilito che la responsabilità per gli scarichi idrici ricade sul titolare dell'autorizzazione, anche se la gestione dell'impianto è appaltata a terzi. Viene inoltre confermata la presunzione di colpevolezza, con l'onere per il sanzionato di provare l'assenza di dolo o colpa.
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