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Diritto Civile

Responsabilità direttore lavori: cosa succede se è assente
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un direttore dei lavori per i vizi costruttivi di un'opera, stabilendo che la sua prolungata e ingiustificata assenza dal cantiere costituisce un grave inadempimento del suo obbligo di alta sorveglianza. Tale condotta omissiva fonda la sua responsabilità professionale, poiché le ha impedito di vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori e di intervenire tempestivamente per correggere gli errori dell'impresa appaltatrice.
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Termine impugnazione rito lavoro: la Cassazione chiarisce
Una farmacia ha ricevuto una sanzione amministrativa per un prodotto scaduto. Dopo la prima decisione sfavorevole, il suo appello è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto tardivo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che il termine impugnazione rito lavoro, applicabile in questi casi, decorre dalla comunicazione della cancelleria quando la motivazione della sentenza viene depositata separatamente e in ritardo rispetto al dispositivo letto in udienza. La Corte ha quindi annullato la sentenza e rinviato il caso al Tribunale.
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Responsabilità professionale avvocato: il caso del rimborso
Un professionista, cancellato dal proprio ente previdenziale, ha visto respingere la sua richiesta di rimborso dei contributi a causa di un vizio procedurale: la mancata presentazione di una domanda amministrativa preventiva. Di conseguenza, ha citato in giudizio il proprio legale per negligenza. La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità della questione sulla responsabilità professionale dell'avvocato e la prevedibilità di un'evoluzione giurisprudenziale, ha rimesso la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Termine perentorio sanzione: la Cassazione chiarisce
Un cittadino veniva sanzionato per possesso di valuta non dichiarata in aeroporto. La Corte d'Appello annullava la sanzione ritenendola tardiva. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il termine perentorio sanzione di 180 giorni per l'emissione del decreto decorre non dalla data della contestazione al trasgressore, ma dalla data in cui il Ministero competente riceve il verbale di accertamento. Tale data è provata dal protocollo informatico dell'amministrazione, che costituisce atto pubblico.
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Cessione del credito: sì all’azione diretta ex art. 149
Una società di noleggio, cessionaria del credito per risarcimento danni da sinistro stradale, agiva con azione diretta ex art. 149 Codice Assicurazioni. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per un vizio procedurale, la Cassazione ha enunciato il principio di diritto secondo cui la cessione del credito per risarcimento danni stradali legittima il cessionario ad utilizzare tale azione. La Corte ha stabilito che l'azione non ha carattere personale e si trasferisce insieme al credito.
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Sequestro conservativo: quando si può ottenere?
Il Tribunale ha concesso un sequestro conservativo a favore di una società creditrice. La decisione si basa sulla prova del credito (fumus boni iuris) tramite fatture, e sul rischio di insolvenza del debitore (periculum in mora), desunto da un bilancio negativo e dalle dimissioni dell'amministratore.
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Prelazione agraria: diritto esteso all’intero fondo
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di prelazione agraria di un coltivatore confinante sull'intero fondo venduto, anche sulle parti non boschive. La Corte ha stabilito che il taglio della legna è coltivazione e che, in caso di complesso unitario, la prelazione non può essere frazionata per non pregiudicare la gestione aziendale.
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Prelazione agraria: tutti i requisiti per il confinante
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8338/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di prelazione agraria. Il caso riguardava la richiesta di riscatto di un fondo agricolo da parte del proprietario confinante. La Corte ha chiarito che, per esercitare validamente il diritto di prelazione, il proprietario del fondo confinante non solo deve essere un coltivatore diretto, ma deve anche soddisfare tutte le altre condizioni previste dall'art. 8 della legge n. 590 del 1965, originariamente dettate per l'affittuario. La sentenza di merito, che aveva erroneamente escluso la necessità di tali requisiti, è stata cassata con rinvio.
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Vincolo conformativo: no prelazione agraria su aree verdi
Dei proprietari terrieri hanno cercato di esercitare il diritto di prelazione agraria su un fondo confinante, ma la loro richiesta è stata respinta poiché il terreno era designato come "verde pubblico" nel piano urbanistico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che tale destinazione costituisce un vincolo conformativo, una restrizione urbanistica generale e senza scadenza che priva il terreno della sua natura agricola, impedendo così l'esercizio della prelazione.
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Concorso di colpa: quando l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 8360/2024, ha respinto il ricorso di un motociclista che contestava una sentenza d'appello per aver stabilito un concorso di colpa al 50% in un incidente stradale. La Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili, sottolineando che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme. Il ricorso è stato giudicato come un tentativo di rilettura delle prove, non consentito in sede di legittimità.
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Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: vale il ricorso
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8325/2024, ha stabilito che l'opposizione a decreto ingiuntivo avvocato per compensi misti (giudiziali e stragiudiziali) può essere proposta anche con ricorso sommario ex art. 702-bis c.p.c. In tal caso, la tempestività dell'opposizione si valuta dalla data di deposito del ricorso, non dalla sua notifica, sanando l'errore sul rito e garantendo il diritto di difesa del cliente. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva dichiarato tardiva l'opposizione.
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Contestazione generica: inammissibile se manca prova
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un debitore contro un'azione revocatoria. Anche in caso di presunta contestazione generica da parte del creditore, il motivo di appello fallisce se le allegazioni del debitore (in questo caso, su usura e violenza morale) sono ritenute dal giudice di merito incomplete e non provate. La Corte sottolinea che quando una sentenza si basa su più ragioni autonome, è necessario impugnarle tutte efficacemente.
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Azione revocatoria notifica: la Cassazione decide
Una banca agisce con azione revocatoria contro una donazione immobiliare tra madre (garante) e figlio, per tutelare il proprio credito. I debitori contestano la validità della notifica dell'atto introduttivo e, in appello, la nullità della fideiussione. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Viene stabilito che ai fini della validità dell'azione revocatoria notifica, prevale la dimora effettiva sulla residenza anagrafica e che l'eccezione di nullità della fideiussione, sollevata tardivamente, è inammissibile.
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Danno patrimoniale: illegittima la riduzione del risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8349/2024, ha accolto parzialmente il ricorso di un motociclista in un caso di sinistro stradale. La Corte ha ritenuto illegittima la riduzione del risarcimento del danno patrimoniale futuro, basata sulla presunzione che il reddito del danneggiato diminuirebbe con l'avanzare dell'età. Secondo i giudici, tale presupposto è illogico e contrario alla comune esperienza, che vede i redditi tendenzialmente aumentare con l'anzianità lavorativa. La sentenza d'appello è stata cassata con rinvio per un nuovo calcolo del danno.
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Risarcimento medici specializzandi: Cassazione chiarisce
Un gruppo di medici ha citato in giudizio lo Stato italiano per ottenere il risarcimento per la mancata remunerazione durante gli anni di specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8337/2024, ha stabilito principi fondamentali. In particolare, ha confermato che il diritto al risarcimento spetta anche a chi ha iniziato la specializzazione prima del 1983, limitatamente al periodo successivo al 1° gennaio 1983. Inoltre, ha ribadito la necessità per i ricorrenti di specificare dettagliatamente tutte le proprie pretese fin dal primo atto del giudizio, sottolineando che il giudice non può desumere fatti non esplicitamente dichiarati dai documenti allegati. Per molti medici, la cui domanda era stata ignorata in appello, la Corte ha annullato la precedente sentenza, rinviando il caso per una nuova valutazione. Questa decisione è un punto di riferimento importante per il contenzioso sul risarcimento medici specializzandi.
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Inadempimento contratto d’opera: le conseguenze
Un gruppo di professionisti ha citato in giudizio un comune per il mancato pagamento delle prestazioni relative alla progettazione di un'opera pubblica. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei professionisti, confermando la decisione della Corte d'Appello. Il fulcro della decisione risiede nell'inadempimento contratto d'opera da parte dei progettisti, i quali non hanno rispettato le fasi sequenziali previste dal contratto, presentando il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo simultaneamente e non in momenti separati soggetti ad approvazione. Tale inadempienza ha legittimato il rifiuto del pagamento da parte dell'ente comunale.
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Risarcimento danno vendita immobile: la truffa vince
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8344/2024, ha confermato la condanna di un venditore al risarcimento del danno per la vendita di un immobile. La Corte ha qualificato la condotta del venditore come truffa contrattuale, e non come semplice inadempimento, a causa di dichiarazioni false sulla planimetria catastale. Di conseguenza, il termine di prescrizione per l'azione di risarcimento non decorre dalla data del rogito, ma dal momento in cui l'acquirente ha scoperto l'illecito, ovvero molti anni dopo.
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Onere della prova parcometro: chi deve dimostrare?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 8313/2024, ha stabilito che in caso di multa per mancata esposizione del ticket di parcheggio, l'onere della prova parcometro ricade sull'automobilista. Non è sufficiente dimostrare che il pagamento con carta di credito non funzionava; l'automobilista deve provare l'impossibilità di effettuare il pagamento con qualsiasi altro mezzo disponibile, come i contanti. L'amministrazione, invece, deve solo provare l'avvenuta violazione, cioè la sosta senza ticket.
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Patrocinio a spese dello Stato: non c’è rinuncia
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di gratuito patrocinio. Un tribunale aveva revocato il beneficio del patrocinio a spese dello Stato a un cittadino, interpretando la richiesta di distrazione delle spese da parte del suo avvocato come una rinuncia implicita. La Cassazione ha annullato questa decisione, chiarendo che la richiesta del difensore è un suo diritto autonomo e non può valere come rinuncia al beneficio da parte dell'assistito, la quale deve provenire solo dal titolare del diritto. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
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Retratto agrario: quando il ricorso è inammissibile
Un coltivatore diretto esercita con successo il suo diritto di retratto agrario nei confronti dell'acquirente di un terreno confinante. L'acquirente ricorre in Cassazione, ma il suo appello viene respinto. La Corte Suprema dichiara i motivi inammissibili, in particolare a causa della regola della "doppia conforme di merito", che limita il riesame dei fatti quando due tribunali inferiori concordano, e per la mancata specificità dei motivi di ricorso, che non erano stati formulati secondo le rigide regole procedurali. La decisione finale conferma il diritto del coltivatore sul terreno.
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