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Diritto Civile

Copertura assicurativa eventi atmosferici: i limiti
Una proprietaria ha citato in giudizio la sua assicurazione per ottenere il risarcimento completo dei danni causati da una tromba d'aria, inclusi i costi di rimozione di numerosi alberi. La compagnia aveva liquidato solo una parte del danno, escludendo proprio tali costi. Il Tribunale di Milano ha dato ragione all'assicurazione, chiarendo che la polizza per la copertura assicurativa eventi atmosferici escludeva espressamente i danni a piante e aree esterne. La compagnia è stata però sanzionata per non aver partecipato alla mediazione obbligatoria.
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Sentenza di patteggiamento: valore in sede civile
Una donna, a seguito di una sentenza di patteggiamento per truffa, è stata condannata in sede civile al risarcimento del danno. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, chiarendo che la sentenza di patteggiamento, pur non essendo vincolante, costituisce un valido elemento di prova che il giudice civile può liberamente valutare insieme ad altre prove, come documenti e ammissioni, per accertare il nesso causale e la responsabilità.
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Debito di valore: sì a interessi e rivalutazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27736/2024, ha rigettato il ricorso di un Comune contro una società di costruzioni, confermando la sua condanna a un cospicuo risarcimento per inadempimento contrattuale. Il caso riguardava la rescissione illegittima di un contratto d'appalto per il restauro di un edificio. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l'obbligazione di risarcimento del danno da inadempimento contrattuale costituisce un debito di valore. Di conseguenza, alla somma liquidata spettano sia la rivalutazione monetaria, per adeguarne il potere d'acquisto al momento della sentenza, sia gli interessi compensativi, per ristorare il creditore del mancato godimento del bene per tutta la durata del processo.
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Donazione indiretta: prova e oneri in successione
In una complessa causa di successione, la Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che aveva qualificato come donazione indiretta di un immobile la somma di denaro fornita da un genitore alla figlia. La Corte ha ribadito che, per configurare una donazione indiretta del bene, è necessario provare che la somma sia stata specificamente finalizzata all'acquisto e non semplicemente versata. La decisione chiarisce anche importanti aspetti procedurali, come l'omessa pronuncia e i termini per contestare la consulenza tecnica d'ufficio (CTU).
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Ricorso per cassazione inammissibile: i requisiti
Un'impresa edile ottiene un decreto ingiuntivo per un cospicuo credito basato su titoli cambiari. In appello, l'importo viene ridotto. Entrambe le parti si rivolgono alla Corte di Cassazione, ma entrambi i ricorsi vengono dichiarati inammissibili. La Corte sottolinea l'importanza del principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, che deve esporre chiaramente tutti i fatti di causa, e ribadisce che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità.
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Nullità della notifica: inammissibile in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso degli eredi di una delle parti convenute, i quali lamentavano la nullità della notifica dell'atto di appello avvenuta molti anni prima. Secondo la Corte, la nullità della notifica doveva essere eccepita nel primo grado di giudizio utile e, non essendo stata sollevata, si è sanata. I vizi processuali si convertono in motivi di gravame e devono essere fatti valere nei tempi e modi previsti, altrimenti si decade dalla possibilità di denunciarli.
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Donazione bene usucapito: responsabilità del notaio
La Corte di Cassazione conferma la sanzione disciplinare a un notaio per aver stipulato una donazione di un bene usucapito senza previo accertamento giudiziale e senza effettuare le necessarie verifiche ipocatastali. La sentenza ribadisce che il professionista ha sempre il dovere di informare le parti sui rischi e di garantire la certezza degli atti, anche in caso di acquisto a titolo originario non ancora formalizzato.
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Inadempimento non imputabile: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava la risoluzione di un contratto di appalto per grave inadempimento. Il caso riguardava una società costruttrice che non aveva completato i lavori a causa di un ostacolo (una cabina elettrica) presente sul terreno. La Suprema Corte ha stabilito che i giudici di merito hanno errato nel non valutare adeguatamente la questione dell'inadempimento non imputabile. Per la risoluzione del contratto, infatti, non basta un grave inadempimento, ma è necessario che questo sia colposo. Il processo è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Patto interno ATI: Nullo se viola le quote di lavoro
Una società costruttrice si opponeva al pagamento di una somma a un'altra impresa, previsto da un accordo per la sua partecipazione a un'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) per un appalto pubblico. L'accordo prevedeva che l'impresa non avrebbe eseguito alcun lavoro, ma avrebbe solo 'prestato' i suoi requisiti. La Corte di Cassazione ha dichiarato nullo tale patto interno ATI, poiché viola il principio imperativo di corrispondenza tra quote di partecipazione e quote di esecuzione dei lavori, a tutela dell'interesse pubblico.
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Vendita immobile con oneri: quando il compratore sa
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di vendita di un terreno risultato inedificabile a causa di oneri preesistenti. Con l'ordinanza n. 27706/2024, ha stabilito che se il compratore è a conoscenza effettiva del vincolo prima dell'acquisto, non ha diritto ad alcun risarcimento. Questa conoscenza, infatti, esclude sia la responsabilità contrattuale del venditore per vizi (ex art. 1489 c.c.) sia la responsabilità precontrattuale, facendo prevalere il principio di autoresponsabilità dell'acquirente sull'affidamento nelle dichiarazioni contrattuali.
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Revoca contributo pubblico: i poteri del giudice
Un'associazione sportiva perde un finanziamento per non aver completato un progetto turistico. La Cassazione conferma la legittimità della revoca del contributo pubblico, chiarendo che il giudice civile può valutare ogni forma di inadempimento, non solo quelle indicate nell'atto iniziale di revoca.
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Rinuncia agli interessi: quando è valida in giudizio?
In un caso riguardante la risoluzione di un contratto preliminare, la Cassazione ha chiarito i requisiti per una valida rinuncia agli interessi. Dopo una transazione sul capitale, era sorta una controversia sulla rinuncia agli interessi maturati. La Corte ha stabilito che la rinuncia deve essere inequivocabile e non può essere desunta da espressioni ambigue come "ulteriori interessi", soprattutto se la pretesa viene successivamente confermata in giudizio. La sentenza d'appello, che aveva erroneamente dichiarato la rinuncia, è stata annullata con rinvio.
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Riserve Appalti Pubblici: Inammissibile Ricorso Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società costruttrice in materia di riserve appalti pubblici. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, pur formalmente presentati come violazioni di legge, costituivano in realtà una richiesta di riesaminare i fatti di causa, compito che non rientra nelle competenze della Suprema Corte. La decisione conferma la risoluzione del contratto d'appalto disposta dalla stazione appaltante e ribadisce i limiti del giudizio di legittimità.
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Onere della prova: chi deve dimostrare l’adempimento?
Una società di ingegneria ha citato in giudizio un ente pubblico per il mancato pagamento di alcuni studi di fattibilità. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, sottolineando che l'onere della prova dell'avvenuto adempimento contrattuale grava su chi richiede il pagamento. Poiché la società non ha mai depositato in giudizio gli studi realizzati, non ha potuto dimostrare il proprio diritto al compenso, rendendo la sua domanda infondata.
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Modifica retroattiva contratto P.A.: Cassazione rinvia
Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un ente regionale per il mancato pagamento di prestazioni mediche. L'ente si è difeso sostenendo di aver legittimamente ridotto con un atto successivo il budget di spesa annuale, rendendo le prestazioni 'extra budget'. La Corte d'Appello ha dato ragione all'ente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di eccezionale importanza, in particolare se sia legittima una modifica retroattiva del contratto da parte della P.A. per servizi già resi. Per questo motivo, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Eredità con beneficio di inventario: rimborso coerede
Un coerede, dopo aver accettato l'eredità con beneficio di inventario, paga i debiti ereditari con denaro proprio e agisce per il rimborso nei confronti degli altri coeredi. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, stabilisce che il coerede ha diritto di agire in un autonomo giudizio per l'accertamento del proprio credito, a prescindere dall'insufficienza del patrimonio ereditario. Tale diritto al rimborso sorge dalla surrogazione legale nei diritti dei creditori soddisfatti e non è subordinato alla procedura di liquidazione concorsuale dell'eredità.
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Compenso professionale: quando è dovuto anche senza accordo
Una società nega il compenso professionale a un consulente, sostenendo fosse dovuto solo in caso di transazione. La Cassazione chiarisce che se il contratto lega la parcella all'incasso delle somme, questa è dovuta anche se il risultato è ottenuto tramite una sentenza, confermando la validità della clausola.
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Conguagli regolatori: Cassazione rinvia alle Sezioni Unite
In una disputa tra una società idrica e un utente, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria sospendendo il giudizio. La questione centrale riguarda la legittimità dei conguagli regolatori, ovvero addebiti retroattivi in bolletta. Riconoscendo l'importanza e la complessità della materia, la Corte ha deciso di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite, già investite di un caso analogo, per garantire un'interpretazione uniforme della legge.
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Pubblica udienza: quando la Cassazione rinvia la causa
Una cliente contesta la parcella di un avvocato. Dopo una sconfitta in primo grado e un appello dichiarato inammissibile, il caso arriva in Cassazione. La Suprema Corte, ritenendo complesse le questioni sollevate, non decide subito ma rinvia la causa a una pubblica udienza per un'analisi più approfondita, sospendendo di fatto il giudizio.
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Donazione modale: risoluzione per inadempimento
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di una donazione modale di €185.000 a causa del mancato adempimento, da parte dei donatari, dell'onere di assistenza a vita verso i donanti. La sentenza chiarisce che l'obbligo contrattuale deve essere rispettato secondo le modalità pattuite e che accordi verbali successivi non possono modificare un contratto che richiede la forma scritta. Inoltre, viene ribadita la corretta procedura per eccepire l'incompetenza territoriale del giudice.
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