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Diritto Civile

Onere della prova: la contestazione deve essere specifica

Una società di trasporti ha citato in giudizio un ente pubblico per ottenere il pagamento di conguagli relativi a un servizio. L’ente si è difeso tardivamente e in modo generico. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ente, ribadendo che la contestazione dei fatti deve essere specifica e tempestiva. Inoltre, ha chiarito che l’onere della prova per i fatti impeditivi, come un presunto limite chilometrico, grava sulla parte che li eccepisce, in questo caso l’ente pubblico.

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Divieto di espulsione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Giudice di Pace che convalidava un decreto di espulsione a carico di un cittadino straniero con una richiesta di protezione internazionale pendente. La Suprema Corte ha ribadito il principio del divieto di espulsione in pendenza del procedimento, come sancito dalla legge, cassando la decisione e rinviando il caso per un nuovo esame.

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Eccezione di inadempimento: onere della prova

La Corte di Cassazione chiarisce che, in caso di eccezione di inadempimento sollevata dalla curatela fallimentare, spetta al professionista creditore dimostrare di aver eseguito correttamente la propria prestazione. La Corte ha rigettato il ricorso di un professionista che richiedeva il pagamento per perizie immobiliari ritenute inesatte, confermando che l’onere della prova dell’esatto adempimento grava su chi agisce per il pagamento.

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Risarcimento frode sportiva: onere della prova

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di risarcimento frode sportiva derivante da un noto scandalo calcistico. La Corte ha rigettato le richieste di due società, una per un vizio procedurale di tardiva riassunzione del giudizio, l’altra per non aver provato il nesso di causalità tra la frode e la retrocessione subita. L’ordinanza chiarisce che spetta al danneggiato dimostrare che, senza l’illecito, l’esito del campionato sarebbe stato diverso, e ribadisce l’inammissibilità della richiesta di danni da parte del socio per un pregiudizio diretto alla società (danno riflesso).

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Responsabilità esecutore lavori: chi paga i danni?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la persona che esegue materialmente lavori di ristrutturazione causando danni a terzi è direttamente responsabile, anche se non è il proprietario dell’immobile. In questo caso, un uomo aveva causato il cedimento di un solaio eseguendo lavori nell’appartamento di proprietà della moglie. La Corte ha rigettato la sua difesa basata sulla mancanza di titolarità dell’immobile, confermando la sua piena responsabilità esecutore lavori in quanto autore materiale del danno.

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Risarcimento danno reputazione: no a prove in re ipsa

La Corte di Cassazione conferma la condanna per due condomini che avevano accusato l’amministratore di appropriazione indebita in un ricorso. Si stabilisce che il risarcimento danno reputazione non è automatico (non è ‘in re ipsa’), ma può essere provato tramite presunzioni basate sulla gravità dell’accusa, la sua diffusione e il ruolo professionale della vittima. L’accusa, sebbene basata su un’operazione contabile reale, è stata ritenuta diffamatoria perché presentata in modo strumentale e allusivo, eccedendo le necessità difensive.

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Manleva assicurativa: quando scatta la seconda polizza?

La Corte di Cassazione chiarisce le condizioni per l’attivazione di una polizza assicurativa ‘a secondo rischio’. In un caso di responsabilità medica, la Corte ha respinto il ricorso di una dottoressa che chiedeva di essere tenuta indenne dalla propria assicurazione, poiché non era stato dimostrato il superamento del massimale della polizza primaria dell’azienda sanitaria. La decisione sottolinea l’importanza di provare le condizioni contrattuali per ottenere la manleva assicurativa.

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Cessione del credito volo: quando è valida?

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce indirettamente i contorni della cessione del credito volo per indennizzi da ritardo aereo. Il caso, originato dalla richiesta di una società di recupero crediti nei confronti di una compagnia aerea, si è concluso con l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso. Tuttavia, il provvedimento riporta la decisiva motivazione della corte d’appello, la quale aveva stabilito che la cessione del credito non costituisce attività di finanziamento illecita se il passeggero viene pagato solo dopo l’effettiva riscossione del credito dalla compagnia aerea, rendendo così l’operazione legittima.

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Cessione del credito pro solvendo: la guida completa

Una società cede i propri crediti a un’azienda di factoring con garanzia di solvenza (cessione del credito pro solvendo). Quando il debitore contesta la fornitura, il factor si rivale sul cedente. La Cassazione chiarisce che l’esercizio di tale garanzia risolve il contratto di cessione, facendo tornare il credito in capo al cedente originale. Di conseguenza, il factor perde il diritto di agire contro il debitore. La sentenza esplora anche l’effetto riflesso di un precedente giudicato tra cedente e cessionario sul debitore.

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Qualificazione della domanda: l'errore del giudice

Due proprietari di imbarcazioni, sequestrate e successivamente danneggiate durante la custodia statale, hanno citato in giudizio diversi Ministeri per ottenere il risarcimento. I tribunali di merito hanno erroneamente interpretato la loro azione come una richiesta di indennizzo per ingiusto processo, rigettandola. La Corte di Cassazione ha corretto questa errata qualificazione della domanda, stabilendo che la richiesta era chiaramente finalizzata al risarcimento per negligente custodia dei beni. La Suprema Corte ha annullato la decisione precedente e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame basato sulla corretta interpretazione della domanda.

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Provvigione mediatore non iscritto: diritto negato

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione che nega il diritto alla provvigione a un professionista per un’intermediazione immobiliare, in quanto non iscritto all’apposito albo. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di iscrizione non è in contrasto con il diritto europeo e non può essere aggirato definendo l’attività come un semplice mandato. La mancanza di tale requisito comporta la nullità del contratto e la perdita di qualsiasi diritto al compenso, confermando la solidità del principio di legalità per la professione di mediatore.

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Contratto autonomo di garanzia: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni garanti che contestavano la qualificazione del loro impegno come contratto autonomo di garanzia anziché come fideiussione. L’ordinanza chiarisce che la reinterpretazione del contratto è una questione di fatto non ammissibile in sede di legittimità, condannando i ricorrenti al pagamento di sanzioni per lite temeraria.

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Conguaglio servizio idrico: rinvio alle Sezioni Unite

Una società di gestione idrica ha impugnato in Cassazione la sentenza di un tribunale che aveva dichiarato illegittime le somme richieste a un’utenza commerciale a titolo di partite pregresse. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso. La ragione risiede nel fatto che le questioni di diritto relative al conguaglio servizio idrico sono già state rimesse alle Sezioni Unite per una pronuncia definitiva. Pertanto, la Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo, in attesa del verdetto delle Sezioni Unite per garantire uniformità giurisprudenziale.

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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione tra un errore di fatto revocatorio e un errore di giudizio. Il caso nasce da una controversia tra un avvocato e un medico legale, in cui l’avvocato, dopo aver perso in tutti i gradi di giudizio, ha tentato la revocazione sostenendo che la Corte non avesse letto correttamente i suoi atti. La Corte ha stabilito che la presunta omessa lettura di documenti processuali non costituisce un errore di fatto, bensì una critica all’attività valutativa del giudice, e come tale non può fondare una richiesta di revocazione.

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Appalto a corpo: niente extra per più rifiuti

Una società in fallimento, che gestiva la raccolta rifiuti per un comune, ha richiesto un compenso extra per aver gestito una quantità di rifiuti superiore a quella prevista. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d’appello, ha stabilito che in un contratto di appalto a corpo, le quantità indicate come meramente indicative non modificano il prezzo fisso pattuito. La richiesta di un corrispettivo maggiore basata sull’aumento del lavoro è stata respinta, chiarendo che il prezzo rimane invariato.

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Debiti fuori bilancio: nullità dell'accordo transattivo

Un consorzio industriale ha citato in giudizio un comune per ottenere il pagamento di somme dovute in base a un accordo transattivo relativo a servizi pregressi. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità dell’accordo, in quanto riguardava debiti fuori bilancio e non era stato approvato dal Consiglio Comunale, unico organo competente in materia, ma solo dalla Giunta. La mancanza della delibera consiliare e della relativa copertura finanziaria ha reso l’atto insanabilmente nullo.

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Responsabilità professionale notaio: il nesso causale

Una compagnia di assicurazione ricorre in Cassazione contro la condanna del proprio assicurato, un notaio, al risarcimento del danno. La questione centrale riguarda la responsabilità professionale del notaio per una somma versata dall’acquirente a titolo di caparra prima della stipula dell’atto, mettendo in discussione il nesso di causalità tra la condotta del professionista e il pregiudizio. La Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito, ha rilevato un difetto di notifica a una delle parti e ha ordinato l’integrazione del contraddittorio, rinviando la causa.

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Valutazione delle prove: Cassazione inammissibile

Una società e la sua legale rappresentante hanno citato in giudizio un’agenzia di informazioni creditizie per una presunta segnalazione errata, chiedendo un risarcimento danni. Le corti di merito hanno respinto la domanda per mancanza di prova del nesso causale e del danno stesso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione delle prove spetta esclusivamente al giudice di merito e non può essere oggetto di riesame in sede di legittimità, se non per vizi di legge specifici che nel caso di specie non sono stati ravvisati.

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Responsabilità personale del direttore per danno ambientale

La Corte di Cassazione ha stabilito la responsabilità personale del direttore di uno stabilimento industriale per i danni causati ai residenti a causa delle emissioni inquinanti. La sentenza chiarisce che la sua condotta, configurando un illecito penale, esula dalla mera gestione aziendale, giustificando una responsabilità diretta e distinta da quella della società. È stato confermato il risarcimento per la compromissione del godimento degli immobili, provata tramite presunzioni basate sul superamento dei limiti di emissione. La Corte ha cassato la sentenza solo riguardo alla liquidazione degli interessi, rinviando per una nuova valutazione.

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Decorrenza interessi: la domanda giudiziale fa fede

In una controversia tra una società fornitrice e un ente pubblico, la Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza interessi su un credito, il cui capitale è stato pagato in corso di causa, parte dalla data della domanda giudiziale. La Corte ha rigettato il ricorso del creditore, il quale non è riuscito a fornire prova sufficiente di una data di esigibilità anteriore, confermando così la decisione del giudice di merito.

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