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Diritto Civile

Minaccia di far valere un diritto: quando è illecita?
Un creditore ottiene un'ingiunzione di pagamento per un assegno, ma il debitore si oppone sostenendo di averlo emesso sotto la minaccia di far valere un diritto in un'asta immobiliare. La Cassazione conferma la decisione della Corte d'Appello, stabilendo che la promessa di pagamento è nulla. La Corte chiarisce che la minaccia di far valere un diritto, se finalizzata a ottenere un vantaggio ingiusto e non dovuto, costituisce un illecito e rende nullo l'accordo per mancanza di causa meritevole di tutela.
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Responsabilità intermediario: quando è esclusa?
Una coppia di investitori aveva citato in giudizio un istituto di credito per i danni causati da un promotore infedele. La Cassazione ha escluso la responsabilità dell'intermediario finanziario, confermando la decisione d'appello. La condotta degli investitori, considerata consapevolmente acquiescente a un'operazione anomala e speculativa, è stata ritenuta idonea a interrompere il nesso di causalità tra le mansioni del promotore e il danno subito.
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Equa riparazione: risarcimento per processo lento
Un cittadino ha citato in giudizio il Ministero della Giustizia per la durata eccessiva di un processo civile. La Corte di Appello di Salerno ha accolto la domanda di equa riparazione, calcolando la durata totale del giudizio presupposto (oltre 5 anni) e sottraendo i periodi di sospensione per l'emergenza sanitaria e i rinvii richiesti dalle parti. La Corte ha così identificato un ritardo ingiustificato di oltre un anno, liquidando un indennizzo di 400 euro in favore del ricorrente, oltre al pagamento delle spese legali.
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Obbligazioni solidali e risarcimento: la Cassazione
Un Municipio ha citato in giudizio diverse persone e società per danni derivanti da una turbativa d'asta in un appalto pubblico. In un procedimento separato, il debito di uno dei condebitori è stato estinto per compensazione con un credito che vantava. Gli altri condebitori hanno sostenuto che tale compensazione dovesse estinguere anche il loro debito. La Corte di Cassazione, di fronte a complesse questioni sulle obbligazioni solidali e sulla rescissione dei contratti pubblici, ha ritenuto le questioni di "particolare rilevanza" e ha rinviato la causa a pubblica udienza per la decisione finale.
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Competenza successoria: Cassazione rinvia alla Sezione II
In una controversia tra fratelli riguardante la gestione di un patrimonio a seguito di una procura generale e una successiva rinuncia all'eredità, la Corte di Cassazione interviene con un'ordinanza interlocutoria. Rilevando che il nucleo della disputa rientra nella materia del diritto ereditario, la Terza Sezione Civile dichiara la propria incompetenza per materia e dispone la trasmissione del ricorso alla Seconda Sezione Civile, specializzata in materia di competenza successoria, per la decisione nel merito.
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Accordo bonario: la rinuncia vale anche per danni futuri
Un consorzio edile ha perso una causa contro la stazione appaltante per costi extra. La Cassazione ha confermato che l'accordo bonario e gli atti aggiuntivi sottoscritti implicavano la rinuncia a future pretese, anche per danni non ancora manifestatisi ma derivanti dalle medesime cause già definite.
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Buoni Postali: Variazione Tassi e Pubblicità Legale
Una risparmiatrice aveva acquistato buoni postali fruttiferi nel 1982. Un decreto ministeriale successivo ne ridusse i tassi di interesse. Alla scadenza, la titolare ricevette un importo inferiore a quello originariamente pattuito e avviò un'azione legale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che per i buoni postali emessi sotto la vecchia normativa, la modifica dei tassi di interesse, anche in senso peggiorativo, è valida e vincolante per il risparmiatore con la sola pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. La conoscenza dell'atto è presunta per legge e l'unica tutela per il risparmiatore sarebbe stata l'esercizio del diritto di recesso.
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Buoni postali fruttiferi: tassi e timbri, cosa vale?
La Corte di Cassazione ha stabilito che per i buoni postali fruttiferi emessi dopo il d.m. 13 giugno 1986, anche se su vecchi moduli, prevalgono i tassi di interesse introdotti dalla nuova normativa e indicati tramite apposito timbro. La Corte ha chiarito che il decreto ministeriale opera una sostituzione automatica delle condizioni precedenti, escludendo che la semplice apposizione di un timbro possa creare un accordo negoziale diverso. Pertanto, il ricorso dell'ente emittente è stato accolto, cassando la sentenza d'appello che aveva dato ragione al risparmiatore basandosi sulle condizioni originariamente stampate sul titolo.
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Responsabilità mediatore immobiliare: quando è esclusa
Una proprietaria ha citato in giudizio un agente immobiliare dopo che l'inquilino da lui trovato si è rivelato insolvente. La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità mediatore immobiliare, chiarendo che il suo dovere è fornire le informazioni note, non garantire la solvenza del conduttore. Avendo l'agente mostrato alla proprietaria la dichiarazione dei redditi dell'inquilino, ha adempiuto al suo obbligo di diligenza. Il rischio di insolvenza, ha concluso la Corte, resta a carico del locatore.
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Buoni postali fruttiferi: la Cassazione sui tassi
Dei risparmiatori hanno agito contro l'ente emittente per il pagamento di interessi su buoni postali fruttiferi, sostenendo che i tassi originari dovessero prevalere sulle successive variazioni peggiorative. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la modifica unilaterale dei tassi di interesse è legittima se disposta con decreto ministeriale e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Tale pubblicazione è ritenuta una forma di conoscenza legale sufficiente a informare i risparmiatori, senza che sussista un ulteriore obbligo informativo a carico dell'ente emittente.
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Avviso al debitore: l’obbligo del fideiussore
Un fideiussore paga il debito di una società senza averla prima informata. La società aveva però stipulato una transazione con il creditore che rendeva il debito non ancora esigibile. La Cassazione, applicando l'art. 1952 c.c., stabilisce che il momento decisivo per valutare le eccezioni opponibili dal debitore è quello del pagamento. Poiché al momento del pagamento la transazione era valida, il fideiussore, a causa del mancato avviso al debitore, ha perso il suo diritto di regresso, indipendentemente dai successivi inadempimenti del debitore.
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Prova del credito ceduto: valutazione delle fatture
Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo relativo a un debito ceduto, contestandone l'esistenza. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito che avevano ritenuto raggiunta la prova del credito ceduto basandosi su un complesso di elementi, tra cui le fatture, la mancata contestazione da parte del debitore nel tempo e la notifica della cessione. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione delle prove è un giudizio di fatto non sindacabile in sede di legittimità.
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Azione revocatoria: ricorso inammissibile in Cassazione
Una società creditrice ha ottenuto la declaratoria di inefficacia di una compravendita immobiliare tra padre e figlia tramite un'azione revocatoria. I debitori hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione, ma è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha rilevato che i motivi del ricorso erano formalmente scorretti, non autosufficienti e miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione riafferma che l'azione revocatoria può essere promossa anche per crediti ancora oggetto di contestazione.
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Buoni postali: la Cassazione sui tassi e i timbri
Un risparmiatore ha citato in giudizio l'istituto postale per il mancato riconoscimento dei tassi di interesse originari sui suoi buoni postali per l'ultimo decennio di validità. Sul retro dei titoli era apposto un timbro che modificava i tassi solo per i primi venti anni. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il suo orientamento consolidato: in caso di indicazioni incomplete o ambigue, non si applicano i tassi originari, ma si procede a un'integrazione del contratto sulla base dei decreti ministeriali vigenti per quella specifica serie di buoni. La Corte ha escluso la violazione del principio di buona fede e ha condannato il ricorrente per abuso del processo.
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Buoni postali fruttiferi: tassi di interesse e legge
Un risparmiatore ha citato in giudizio l'ente emittente per aver ricevuto un importo inferiore alle aspettative al momento del rimborso dei suoi buoni postali fruttiferi. La differenza era dovuta a una modifica dei tassi di interesse stabilita da un decreto ministeriale successivo all'emissione dei titoli. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del risparmiatore, confermando che la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale è una condizione sufficiente per rendere efficaci i nuovi tassi, i quali si sostituiscono automaticamente alle condizioni originarie del contratto in virtù di una norma di legge.
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Buoni postali fruttiferi: tassi variabili e diritti
Un risparmiatore sottoscrive dei buoni postali fruttiferi nel 1985. Un successivo decreto del 1986 abbassa i tassi di interesse. La Corte di Cassazione ha confermato che i nuovi tassi, più bassi, sono applicabili, poiché la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale è sufficiente a rendere la modifica efficace, integrando il contratto originale. Di conseguenza, il rimborso calcolato dall'istituto finanziario è stato ritenuto corretto.
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Appello sentenza giudice di pace: quando è inammissibile
Una banca ha impugnato una sentenza del Giudice di Pace relativa a un rimborso di 217,50 euro per l'imposta di registro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che per le cause di valore così basso, decise secondo equità, il rimedio corretto non è il ricorso diretto in Cassazione, ma un appello con motivi limitati. La decisione chiarisce le regole procedurali per l'appello a una sentenza del giudice di pace.
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Giurisdizione riscossione contributi: decide il G.O.
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 16125 del 2024, ha stabilito che la giurisdizione sulla riscossione dei contributi di un consorzio di difesa agricolo, ente di natura privata, spetta al giudice ordinario e non alla Corte dei Conti. Anche se la riscossione avviene tramite 'ruolo', secondo la Corte la natura privata del credito e dell'ente prevale, escludendo la competenza della giurisdizione contabile.
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Esecuzione del mandato: onere della prova del creditore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16107/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di contratto di mandato. Un professionista aveva richiesto il pagamento del suo compenso per un'attività di mediazione immobiliare, ma la sua domanda è stata rigettata. La Suprema Corte ha confermato che, per avere diritto al corrispettivo, non è sufficiente provare l'esistenza del contratto (il titolo), ma è necessario dimostrare anche l'effettiva esecuzione del mandato. Questo onere della prova ricade interamente sul mandatario che agisce per il pagamento.
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Contratto di appalto: risoluzione e vizi dell’opera
Una società committente ricorre in Cassazione contro la condanna al pagamento del saldo per un impianto fotovoltaico, lamentando vizi e ritardi. La Corte rigetta il ricorso, chiarendo i limiti per la risoluzione del contratto di appalto e per l'eccezione di inadempimento, ritenuta contraria a buona fede se le mancanze sono di modesta rilevanza rispetto al credito.
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