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Diritto Civile

Immissioni rumorose: Comune paga per feste in piazza
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un Comune per le immissioni rumorose prodotte da eventi estivi in una piazza. La sentenza chiarisce che l'interesse pubblico non può sacrificare il diritto alla quiete dei residenti oltre la soglia della normale tollerabilità, che va valutata caso per caso. Ai cittadini è stato riconosciuto un risarcimento per il danno subito, derivante dall'impossibilità di godere appieno della propria abitazione.
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Riscatto agrario: la CTU può acquisire documenti?
Una famiglia di agricoltori esercita il riscatto agrario nei confronti dell'acquirente di alcuni terreni. L'acquirente contesta la loro capacità lavorativa. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) può legittimamente acquisire d'ufficio documenti, come quelli dell'INPS sulla composizione del nucleo familiare, per rispondere ai quesiti posti dal giudice, senza che ciò costituisca una violazione delle preclusioni istruttorie. La Corte ha inoltre ribadito che la prova della capacità lavorativa non si limita a certificazioni, ma deriva da una valutazione complessiva del materiale probatorio.
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Compensatio lucri cum damno: la Cassazione chiarisce
Un azionista di minoranza, danneggiato dalla mancata offerta pubblica di acquisto, aveva accettato (prestato acquiescenza) l'importo del risarcimento stabilito in primo grado. In appello, le società convenute hanno ottenuto che da tale importo venissero detratti i dividendi percepiti dall'azionista, in applicazione del principio di compensatio lucri cum damno. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che l'applicazione di tale principio impone una riconsiderazione globale del danno effettivo, non una mera sottrazione dal valore a cui la parte danneggiata aveva prestato acquiescenza.
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Risarcimento danno debito di valore: la Cassazione
Una società, danneggiata da un'esondazione nel 1992, ha ottenuto una condanna al risarcimento del danno da parte di un Ministero. La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso della società che lamentava la mancata rivalutazione e l'assenza di interessi dalla data del fatto. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che quando il risarcimento danno debito di valore viene liquidato "all'attualità", tale importo già comprende la rivalutazione. Gli interessi compensativi, inoltre, non sono automatici ma devono essere provati dal danneggiato. Infine, l'omessa pronuncia sulle spese di consulenza doveva essere contestata con un rimedio specifico e non con il ricorso per cassazione.
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Giurisdizione ordini professionali: la Cassazione decide
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito la divisione di competenza in materia di giurisdizione ordini professionali. Analizzando un caso relativo all'Ordine dei Biologi, la Corte ha stabilito che la contestazione del decreto ministeriale di scioglimento di un organo direttivo spetta al giudice amministrativo (TAR). Invece, le controversie sulla validità delle successive operazioni elettorali sono di competenza della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), un organo di giurisdizione speciale. La decisione sottolinea la distinzione tra l'esercizio del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione e la gestione delle procedure elettorali interne all'ordine.
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Giurisdizione Corte dei Conti: il caso del danno erariale
Una società di trasporto pubblico ha citato in giudizio l'agente della riscossione per il mancato incasso di una sanzione. La questione centrale riguarda la giurisdizione: tribunale ordinario o Corte dei Conti? Le Sezioni Unite della Cassazione, di fronte a una complessa 'ri-qualificazione' della domanda da parte della stessa Corte dei Conti, hanno ritenuto necessario un ulteriore approfondimento. Pertanto, l'ordinanza rinvia la causa a una nuova udienza pubblica per dirimere la questione sulla giurisdizione Corte dei Conti in casi di azioni risarcitorie da parte di società in house.
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Giurisdizione Corte dei Conti: il caso delle società in house
Una società di trasporto pubblico, ente 'in house', ha citato in giudizio l'Agente della Riscossione per il mancato incasso di una sanzione. Il nodo centrale è stabilire se la competenza spetti al giudice ordinario o alla Corte dei Conti. La Cassazione, evidenziando la natura pubblica dei fondi e del rapporto tra le parti, ha ritenuto complessa la questione sulla giurisdizione della Corte dei Conti, rinviando la causa a pubblica udienza per un necessario approfondimento.
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Tutela acque pubbliche: legittimo il diniego transitorio
Un gruppo di società energetiche ha impugnato il diniego di autorizzazione per la costruzione di impianti idroelettrici su un fiume. Il diniego si basava su una misura transitoria provinciale per la protezione di corsi d'acqua sensibili, in attesa del nuovo piano generale (PGUAP). La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del diniego, riconoscendo il potere dell'ente provinciale di adottare misure protettive temporanee per salvaguardare l'ambiente. La Corte ha ritenuto che la tutela acque pubbliche e la prevenzione di danni ambientali giustificassero il regime transitorio, respingendo le censure dei ricorrenti.
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Affidamento in house: requisiti e legittimità
Una società, precedente gestore del servizio idrico, ha impugnato la decisione di un Ente di Governo d'Ambito di procedere a un affidamento in house a una nuova società interamente pubblica. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della scelta. La sentenza chiarisce che l'obbligo di motivazione è attenuato per il settore idrico, che il "controllo analogo" può essere esercitato congiuntamente anche in modo non paritario e che la partecipazione di tutti gli enti locali può avvenire progressivamente.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18607/2024, interviene sulla lunga controversia riguardante la remunerazione dei medici specializzandi iscritti prima del 1991. La Corte ha stabilito che l'importo corretto è di € 6.713,94 annui, come previsto dalla L. 370/1999, e non la cifra superiore liquidata in appello. Fondamentale anche la precisazione sulla decorrenza del diritto: la remunerazione è dovuta solo a partire dal 1° gennaio 1983, anche per chi ha iniziato il corso in anni precedenti. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo calcolo.
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Contestazione tardiva: i termini processuali
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una società promissaria acquirente, confermando che la contestazione tardiva dei fatti allegati dalla controparte comporta la loro ammissione nel processo. La Corte ha ribadito che i fatti devono essere specificamente contestati nella prima difesa utile, identificata nella prima memoria ex art. 183 c.p.c., e non in quelle successive, pena la decadenza dal diritto di farlo.
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Interpretazione testamento: errore materiale e volontà
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18570/2024, ha affrontato un complesso caso di interpretazione testamento olografo contenente un termine ambiguo. I giudici hanno stabilito che un'espressione apparentemente negativa, se in contrasto con la chiara volontà attributiva che emerge dal resto del documento, deve essere considerata un mero errore materiale. La decisione ribadisce la prevalenza dell'effettiva intenzione del testatore e l'applicazione del principio di conservazione del testamento, confermando la validità della disposizione a favore dei beneficiari designati.
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Simulazione vendita: la prova e i limiti per l’erede
La Corte di Cassazione esamina un caso di presunta simulazione vendita a danno di un erede legittimario. Un nipote sosteneva che le vendite immobiliari tra il nonno e le cugine fossero donazioni mascherate. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. È stato stabilito che, nonostante le agevolazioni probatorie per l'erede, la prova della simulazione non era stata raggiunta. Al contrario, le acquirenti avevano dimostrato la loro capacità economica e l'effettivo pagamento del prezzo, giustificando la validità delle vendite.
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Modifica verbale contratto: vale l’accordo tacito?
In una controversia su un contratto d'appalto, la Cassazione ha stabilito che una modifica verbale del contratto è valida se provata da comportamenti concludenti, come l'emissione e il pagamento di fatture a un prezzo diverso da quello pattuito per un lungo periodo. La condotta delle parti può quindi prevalere sull'accordo scritto originario.
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Soccombenza: chi perde paga, anche se vince su un punto
Un avvocato ha perso una causa per danni e ha fatto ricorso in Cassazione contestando solo la condanna al pagamento delle spese legali. Sosteneva che, essendo state respinte alcune difese della controparte, le spese andavano compensate. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio di soccombenza: chi perde nel merito della domanda paga integralmente le spese, indipendentemente dall'esito delle singole eccezioni. Il ricorrente è stato anche condannato per lite temeraria.
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Divisione ereditaria: vendita di beni e usucapione
In un complesso caso di divisione ereditaria, la Cassazione affronta due temi cruciali: l'ammissibilità dell'appello e la qualificazione della vendita di beni da parte di un coerede. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva erroneamente dichiarato inammissibile il gravame per difetto di specificità. Ha invece confermato che la vendita di beni che esauriscono la quota di un coerede va qualificata come cessione di quota ereditaria con effetti reali, e non come vendita di singoli beni con efficacia solo obbligatoria.
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Esecuzione in forma specifica: identità del bene
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18545/2024, ha stabilito che l'esecuzione in forma specifica dell'obbligo di concludere un contratto non è ammissibile se il bene da trasferire è sostanzialmente diverso da quello oggetto del preliminare. Nel caso esaminato, un numero inferiore di appartamenti situati su un piano diverso da quello pattuito costituisce una difformità essenziale che incide sull'identità del bene, precludendo il ricorso all'art. 2932 c.c., anche in presenza di una clausola di varianza.
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Responsabilità agente riscossione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste la responsabilità dell'agente riscossione per i danni derivanti da un'esecuzione forzata basata su una notifica eseguita secondo le norme vigenti all'epoca dei fatti (2005), anche se tali norme sono state successivamente dichiarate incostituzionali. La Corte ha chiarito che la colpa non può essere attribuita retroattivamente a chi ha agito in conformità con l'ordinamento giuridico allora esistente. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva condannato l'agente al risarcimento, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Prova del credito: la data certa è decisiva
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un professionista che chiedeva l'ammissione al passivo fallimentare di un credito maggiore rispetto a quello riconosciuto dal curatore. La decisione ribadisce che per la prova del credito, e in particolare dell'accordo sull'ammontare del compenso, è necessaria una scrittura con data certa anteriore al fallimento, non essendo sufficienti fatture o annotazioni contabili. La Corte ha inoltre escluso la prededucibilità del credito, in quanto le prestazioni non erano direttamente funzionali alla procedura concorsuale.
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Responsabilità struttura sanitaria: quando è esclusa?
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di richiesta di risarcimento danni da parte dei familiari di una paziente deceduta in una casa di riposo. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito, e ha escluso la responsabilità struttura sanitaria poiché non è stata provata la colpa della struttura. L'evento è stato ritenuto un gesto impulsivo, imprevedibile e non evitabile con le ordinarie misure di sorveglianza, data l'assenza di recenti segnali di allarme nel comportamento della paziente.
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