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Diritto Civile

Lettere di patronage: la garanzia dello Stato estero
La Cassazione ha confermato la condanna di due enti pubblici di uno Stato estero a risarcire un'agenzia di credito italiana. Le dichiarazioni rilasciate dagli enti, definite 'lettere di patronage', sono state interpretate non come mere rassicurazioni, ma come vere e proprie garanzie vincolanti per i debiti di una società pubblica locale, obbligando gli enti al pagamento.
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Danno ambientale: quale legge si applica? La Cassazione
Una società energetica è stata ritenuta responsabile per danno ambientale. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la legge applicabile è quella in vigore al momento del fatto inquinante e non la normativa successiva. La sentenza chiarisce l'applicazione del principio ratione temporis in materia di danno ambientale.
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Indennizzo durata processo: il diritto dell’erede
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20539/2024, ha stabilito che ai fini dell'indennizzo durata processo richiesto dall'erede 'iure proprio', si deve considerare l'intera durata del giudizio, inclusa la fase precedente al suo subentro. Il caso riguardava una causa divisionale iniziata nel 2007, in cui gli eredi erano subentrati nel 2012. La Corte ha rigettato il ricorso del Ministero della Giustizia, affermando che la qualifica di 'irragionevole durata' del processo è un dato oggettivo che si acquisisce temporalmente e permane per il successore.
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Subappalto Lavori Pubblici: Chi Prova la Validità?
Una società ottiene un decreto ingiuntivo per lavori di manutenzione del verde, qualificati come subappalto lavori pubblici. La società appaltatrice si oppone, eccependo la nullità del contratto per mancanza di autorizzazione. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, stabilisce che l'onere di provare la validità del contratto (dimostrando il rispetto dei limiti di valore o il possesso dell'autorizzazione) spetta alla società subappaltatrice che agisce per il pagamento, non all'appaltatore che eccepisce la nullità.
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Incarico senza impegno di spesa: chi paga?
Due professionisti hanno lavorato per un Comune oltre la scadenza formale del loro contratto. Il Tribunale aveva riconosciuto il loro diritto al compenso, ma la Corte d'Appello ha respinto la domanda. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha sospeso la decisione per analizzare un punto di diritto cruciale: in caso di incarico senza impegno di spesa formale, la responsabilità è solo del funzionario che lo ha autorizzato o l'ente pubblico può essere comunque chiamato a rispondere per ingiustificato arricchimento? Data l'importanza della questione, che potrebbe creare un precedente, la Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una trattazione approfondita.
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Carburante inquinato: risarcimento e spese legali
Un automobilista ha citato in giudizio un distributore per danni da carburante inquinato. La Cassazione ha confermato il risarcimento per i soli danni iniziali (pulizia serbatoio), escludendo la sostituzione del motore per assenza di prova del nesso causale. La sentenza chiarisce anche i criteri di ripartizione delle spese legali in caso di rifiuto di un'offerta transattiva, applicando il principio della soccombenza reciproca.
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Omologazione dispositivi: obbligatoria anche in laguna
La Corte di Cassazione ha confermato l'annullamento di una sanzione elevata a un'imbarcazione a Venezia. La decisione si fonda sulla mancata prova, da parte del Comune, dell'avvenuta omologazione dispositivi del sistema di videosorveglianza utilizzato per l'accertamento. Anche se non usato per misurare la velocità, la normativa locale impone che tali strumenti siano debitamente omologati per garantire la legittimità della sanzione.
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Termine decadenza perito: quando inizia a decorrere?
La Corte di Cassazione chiarisce che il termine di decadenza per la richiesta di compenso del perito decorre dal completamento effettivo dell'incarico, includendo anche i chiarimenti verbali successivi al deposito della relazione. La Corte ha ritenuto inammissibile un ricorso basato su un presunto errore di fatto del giudice, ribadendo che tale vizio è motivo di revocazione e non di ricorso per cassazione. La decisione sottolinea anche l'importanza del principio di non contestazione nel processo civile.
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Sanzione gioco online: la Cassazione dubita della legge
Il titolare di un'edicola è stato multato con 20.000 euro per aver messo a disposizione dei PC che potevano accedere a siti di scommesse. La Corte di Cassazione, analizzando il caso, ha sollevato dubbi sulla costituzionalità della legge che impone questa rigida sanzione gioco online. Di conseguenza, ha sospeso il procedimento e ha deferito la questione alla Corte Costituzionale per una decisione definitiva sulla vaghezza e proporzionalità della normativa.
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Sanzione internet point: la Cassazione dubita della legge
Un esercente di una sala giochi è stato sanzionato con una multa di 20.000 euro per aver messo a disposizione dei clienti un internet point che consentiva l'accesso a siti di gioco online. La Corte di Cassazione, investita del caso, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo alla normativa applicata. I giudici dubitano che la legge sia sufficientemente determinata e che la sanzione internet point, essendo fissa e non graduabile, violi il principio di proporzionalità. Pertanto, il giudizio è stato sospeso e gli atti sono stati trasmessi alla Corte Costituzionale per una decisione.
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Appello incidentale tardivo: regole e limiti
La Corte di Cassazione chiarisce l'ammissibilità dell'appello incidentale tardivo. Un contribuente, vittorioso in primo grado, appella solo la compensazione delle spese. La società di riscossione presenta un appello incidentale tardivo sul merito, che viene accolto. La Cassazione conferma questa decisione, stabilendo che l'appello incidentale tardivo è ammissibile anche su capi diversi e autonomi da quelli dell'appello principale, in base al principio della parità delle armi e per evitare la proliferazione dei processi.
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Responsabilità amministratore: paga chi ordina lavori
Un professionista ha citato in giudizio il sindaco di un comune per ottenere il pagamento di prestazioni professionali rese senza la necessaria copertura finanziaria. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna del sindaco, chiarendo che la responsabilità dell'amministratore di un ente locale sorge quando questi consente l'acquisizione di un servizio in violazione delle norme contabili. Tale responsabilità personale non viene meno neanche se l'ente, in un secondo momento, contesta la qualità della prestazione dopo averla formalmente approvata.
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Cessione crediti futuri: inopponibile al fallimento?
Una società finanziaria, cessionaria di crediti futuri derivanti da canoni di locazione, ha tentato di insinuarsi tardivamente nel passivo del fallimento del locatore per recuperare i canoni riscossi dal curatore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la cessione crediti futuri non è opponibile alla procedura fallimentare se, al momento della dichiarazione di fallimento, i crediti non sono ancora sorti. L'effetto traslativo del credito non si era ancora verificato, pertanto i canoni maturati post-fallimento rientrano legittimamente nell'attivo da distribuire tra tutti i creditori secondo il principio della par condicio creditorum.
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Patto fiduciario: la prova per presunzioni semplici
La curatela di un fallimento agisce per far dichiarare un patto fiduciario, sostenendo che una società avesse acquistato immobili per conto di due fratelli debitori al fine di sottrarli ai creditori. La Corte d'Appello conferma la decisione di primo grado, rigettando la domanda. La motivazione si fonda sull'insufficienza della prova per presunzioni: sebbene gli indizi suggerissero un'operazione elusiva, non dimostravano in modo univoco l'esistenza di un obbligo di ritrasferimento della proprietà, essendo i fatti compatibili anche con la mera volontà dei fratelli di godere dei beni attraverso lo schermo societario.
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Informativa mediazione avvocato: contratto annullabile
Una società energetica ha ottenuto l'annullamento del contratto con il proprio studio legale per la mancata informativa sulla mediazione. La Corte d'Appello ha stabilito che l'obbligo informativo dell'avvocato sussiste anche se la mediazione non è obbligatoria per la specifica azione legale intrapresa. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso alla sezione competente, sottolineando la rilevanza della questione sulla validità dei contratti professionali.
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Soccombenza virtuale e spese: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione esamina un caso complesso originato da un credito condominiale. Dopo l'annullamento del titolo esecutivo, la Corte d'Appello aveva dichiarato la cessazione della materia del contendere, condannando però una delle parti alle spese legali secondo il principio di soccombenza virtuale. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rinvia la causa a nuovo ruolo, ordinando l'integrazione del contraddittorio nei confronti di altre parti originarie del giudizio, ritenendo la loro presenza necessaria per decidere su un motivo di ricorso relativo alla liquidazione delle spese.
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Modifica della domanda: i limiti in Cassazione
Una società di trasporti ha richiesto un pagamento a un ente regionale basandosi su una delibera specifica. Nel corso della causa, ha tentato di modificare il fondamento della sua richiesta, invocando una delibera diversa e più vantaggiosa. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che tale cambiamento costituisce una modifica della domanda inammissibile perché altera la causa petendi (la ragione della pretesa) e il thema decidendum (l'oggetto del giudizio) in una fase avanzata del processo, pregiudicando il diritto di difesa della controparte.
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Interessi compensativi: calcolo e risarcimento danno
Una società immobiliare ottiene dalla Cassazione l'annullamento di una sentenza che aveva errato nel calcolo degli interessi compensativi per un danno da occupazione illegittima. La Corte ha stabilito che gli interessi vanno calcolati sulla somma rivalutata anno per anno, e non su un periodo limitato, per garantire un risarcimento integrale.
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Aiuti comunitari agricoltura: onere della prova
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un agricoltore contro la revoca di un contributo. La decisione si fonda sul mancato superamento della presunzione derivante dal possesso di una partita IVA per attività non agricola. Si chiarisce che, in tema di aiuti comunitari in agricoltura, l'onere di provare la sussistenza dei requisiti richiesti dal bando grava sul beneficiario.
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Prescrizione credito erariale: da quando decorre?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20427/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione del credito erariale. Nel caso di stipendi pagati in eccesso a un dipendente pubblico, il termine di prescrizione per la restituzione delle somme non decorre dal momento in cui l'Amministrazione accerta l'errore, ma dalla data di ogni singolo pagamento indebito. La Corte ha rigettato il ricorso del Ministero, affermando che la causa del pagamento era inesistente sin dall'origine per la parte eccedente.
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