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Diritto Civile

Rimborso spese legali amministratore: la Cassazione
Un ex assessore comunale, assolto in un processo penale, ha richiesto al Comune il rimborso delle spese legali. La Corte d'Appello ha respinto la domanda, escludendo l'applicabilità delle norme per i dipendenti pubblici, per gli amministratori (poiché non ancora in vigore all'epoca) e del codice civile sul mandato. La Corte di Cassazione, rilevando l'esistenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla questione del rimborso spese legali amministratore, ha sospeso la decisione, rinviando la causa in attesa di una pronuncia a pubblica udienza che faccia chiarezza sul tema.
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Interruzione usucapione: ricorso al TAR efficace?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22032/2024, ha stabilito un importante principio in materia di interruzione usucapione. Il caso riguardava una costruzione realizzata a distanza illegale, per la quale si voleva far valere l'usucapione di una servitù. I proprietari confinanti avevano agito dinanzi al giudice amministrativo per ottenerne la demolizione. La Corte ha chiarito che anche un'azione giudiziaria intentata presso un'autorità diversa dal giudice civile, come il TAR, se mira a rimuovere la situazione di fatto illegittima (in questo caso, con la demolizione), è un atto idoneo a interrompere il decorso del tempo necessario per usucapire.
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Rimborso spese legali: i criteri per i funzionari
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22029/2024, ha stabilito principi chiave sul rimborso spese legali a favore di un ex Ministro, assolto in un giudizio per responsabilità erariale. La Corte ha chiarito che la liquidazione non può scendere sotto i minimi tariffari inderogabili e deve basarsi sulle tariffe previste per le magistrature superiori, data la natura del giudizio svoltosi presso la Corte dei conti in appello. La sentenza impugnata, che aveva ridotto l'importo, è stata cassata con rinvio.
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Condono canoni demaniali: la Cassazione chiarisce
Una società balneare si opponeva al calcolo del canone demaniale per il 2013. Dopo aver versato una parte della somma, aderiva al condono previsto dalla L. 147/2013. La Corte d'Appello aveva stabilito che il condono si dovesse calcolare solo sulla somma residua contestata. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22006/2024, ha cassato tale decisione, affermando che per il perfezionamento del condono canoni demaniali si deve considerare il 30% delle 'somme dovute' totali richieste dall'amministrazione, tenendo conto anche dei pagamenti già effettuati.
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Arbitrato rituale: la procedura conta più del patto
La Corte di Cassazione chiarisce che per impugnare un lodo arbitrale, rileva la natura del procedimento concretamente seguito dall'arbitro e non la volontà iniziale delle parti. Se l'arbitro, pur incaricato per un arbitrato irrituale, adotta una procedura formale, il lodo si qualifica come arbitrato rituale. Di conseguenza, l'impugnazione deve rispettare i termini e le forme previste per tale rito, pena l'inammissibilità, come accaduto nel caso di specie, relativo a una controversia tra ex soci di uno studio professionale.
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Arbitrato irrituale: i limiti all’impugnazione del lodo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21994/2024, ha rigettato il ricorso contro una sentenza che confermava la validità di un lodo derivante da un arbitrato irrituale. Il caso riguardava una controversia nata da un contratto di associazione in partecipazione per la gestione di una farmacia. La Corte ha ribadito che il lodo irrituale, avendo natura contrattuale, può essere impugnato solo per vizi della volontà (come l'errore di fatto) e non per errori di diritto o per una errata valutazione delle prove da parte degli arbitri. La decisione sottolinea la stabilità e la quasi inoppugnabilità delle decisioni prese in sede di arbitrato irrituale.
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Condono canoni demaniali: vale anche se hai già pagato
Una società concessionaria di beni demaniali aveva pagato i canoni richiesti dall'amministrazione, ma con riserva di ripetizione, avviando poi una causa per la restituzione. In seguito, è intervenuta una legge che ha introdotto un condono. La Corte di Cassazione ha stabilito che il condono sui canoni demaniali si applica anche a chi ha già saldato il debito, purché il pagamento sia avvenuto con riserva e vi sia una lite pendente. La somma da versare per la definizione agevolata (il 30%) va calcolata sull'importo originariamente contestato, considerando quanto già versato, per non penalizzare i contribuenti più diligenti.
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Compenso patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione
Un avvocato, ammesso al patrocinio a spese dello Stato, ha contestato la discrepanza tra le spese legali che la parte soccombente è stata condannata a pagare allo Stato e l'importo, inferiore, che lo Stato ha poi liquidato a lui. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che nel processo civile il compenso patrocinio a spese dello Stato per il difensore può legittimamente essere inferiore alla somma recuperata dalla parte soccombente, in quanto tale meccanismo serve a finanziare il sistema di accesso alla giustizia.
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Espulsione illegittima: la sanatoria blocca il decreto
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'espulsione è illegittima se disposta mentre è ancora in corso una procedura di emersione del lavoro irregolare (sanatoria). La Corte ha chiarito che il semplice invio di un 'preavviso di rigetto' non conclude il procedimento amministrativo e, pertanto, non fa venir meno la sospensione del potere di espulsione prevista dalla legge. Di conseguenza, la sentenza che convalidava l'espulsione è stata annullata e il caso rinviato al Giudice di pace.
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Rimborso spese legali amministratore: il caso in Cassazione
Un consigliere comunale, assolto da accuse penali, ha richiesto il rimborso delle spese legali al proprio Comune. La Corte d'Appello ha negato il rimborso, non ravvisando un collegamento tra i reati contestati e le funzioni pubbliche. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema del rimborso spese legali, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione chiarificatrice.
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Protezione speciale: UNILAV basta per l’integrazione
Un cittadino del Ghana si è visto negare la protezione speciale perché il Tribunale riteneva insufficiente la prova della sua integrazione in Italia. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che le comunicazioni di assunzione (UNILAV), anche per lavori a termine, e un contratto di locazione sono prove sufficienti dello sforzo di integrazione, non potendo il giudice ignorarle o ritenerle irrilevanti solo per la mancanza di buste paga.
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Giurisdizione materia amministrativa: multa e giudice
Una cittadina svizzera contesta una multa stradale ricevuta in Italia, eccependo il difetto di giurisdizione del giudice italiano. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione in materia amministrativa del giudice italiano, poiché la riscossione di una sanzione derivante dall'esercizio di un potere pubblico esula dal campo di applicazione della Convenzione di Lugano. La competenza si determina quindi secondo la legge nazionale, ovvero nel luogo dove è stata commessa l'infrazione.
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Giudizio di rinvio: poteri e limiti del giudice
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 30683/2024, chiarisce l'ampiezza dei poteri del giudice nel giudizio di rinvio. In una complessa lite familiare su un accordo transattivo, la Corte ha stabilito che il giudice di rinvio ha piena libertà di riesaminare i fatti, incluso il comportamento della parte che si lamenta dell'inadempimento, non essendo vincolato dalle precedenti valutazioni di merito annullate. La decisione sottolinea che l'accertamento dell'inadempimento non può prescindere dalla valutazione delle sue cause, anche se imputabili al creditore stesso.
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Sinistro veicolo non identificato: prova rigorosa
Analisi di una sentenza della Corte d'Appello di Napoli su un sinistro con veicolo non identificato. La Corte ha negato il risarcimento ai familiari della vittima per mancanza di una prova rigorosa del coinvolgimento di un'altra auto, ritenendo la testimonianza inattendibile e i danni al motociclo compatibili con una caduta autonoma.
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Azione revocatoria: vendita immobile e prova del danno
La Corte d'Appello conferma l'inefficacia di una vendita immobiliare tramite azione revocatoria. La venditrice, garante di un debito, aveva alienato il suo unico bene. La Corte ha ritenuto provata la consapevolezza del danno sia della venditrice che dell'acquirente, basandosi su presunzioni come il mancato incasso del prezzo e la permanenza della venditrice nell'immobile.
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Conguaglio Bolletta Gas: Obblighi e Responsabilità
Un consumatore ha contestato un maxi conguaglio bolletta gas, sostenendo la vessatorietà delle clausole contrattuali che gli imponevano l'autolettura. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, confermando la legittimità della richiesta della società fornitrice. La sentenza stabilisce che l'onere di autolettura a carico del cliente, a fronte di un'offerta a prezzo fisso, non crea uno squilibrio contrattuale. Di conseguenza, il conguaglio basato sui consumi reali, accertati dopo anni di stime, è dovuto.
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Errore trascrizione immobiliare: chi paga i danni?
Un'acquirente subisce un pignoramento a causa di un errore trascrizione immobiliare da parte della Conservatoria. La Cassazione stabilisce che l'errore nei registri nominativi, rendendo la ricerca infruttuosa, fonda la responsabilità risarcitoria dello Stato, anche se la nota è corretta nel registro generale. La sentenza d'appello che negava il danno è cassata con rinvio.
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Risarcimento danno ipoteca: la prova del danno
Un cittadino ha subito l'iscrizione di un'ipoteca illegittima da parte dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione. Dopo averne ottenuto la cancellazione, ha chiesto il risarcimento del danno, sostenendo che l'ipoteca gli avesse impedito di ottenere un mutuo. La Corte di Cassazione ha chiarito che il danno non è automatico, ma deve essere provato. Tuttavia, se il danneggiato presenta una prova documentale (come la lettera di diniego del mutuo), il giudice ha l'obbligo di esaminarla. Ignorare tale prova costituisce un errore che porta alla cassazione della sentenza. La questione del risarcimento danno ipoteca è stata quindi rinviata a un nuovo giudice per una corretta valutazione delle prove.
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Responsabilità per cose in custodia: il caso del bene
Una società che gestisce un cantiere navale ha citato in giudizio un Comune per i danni derivanti dalla prolungata sosta di un'imbarcazione di proprietà comunale. La richiesta si fondava sulla responsabilità precontrattuale e sulla responsabilità per cose in custodia. I giudici di merito e la Cassazione hanno respinto la domanda, stabilendo che il Comune, pur essendo proprietario, non aveva mai avuto l'effettiva custodia del bene, rimasta a un soggetto terzo. Di conseguenza, nessuna responsabilità poteva essergli addebitata.
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Caparra confirmatoria: recesso e risoluzione alternativi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30636/2024, ha respinto il ricorso di un imprenditore che chiedeva il risarcimento danni per la mancata cessione di un'attività commerciale. La Corte ha ribadito un principio fondamentale in materia di caparra confirmatoria: una volta esercitato il diritto di recesso e trattenuta la caparra, non è più possibile agire in giudizio per la risoluzione del contratto. I due rimedi sono alternativi e non cumulabili. L'ordinanza ha inoltre confermato la condanna del ricorrente per lite temeraria.
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