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Diritto Civile

Tolleranza velocità nautica: no analogia col Codice Strada
Un'impresa individuale, multata per eccesso di velocità con un motoscafo in una zona a traffico limitato, aveva ottenuto l'annullamento della sanzione in appello sulla base dell'applicazione analogica della tolleranza di 5 km/h prevista dal Codice della Strada. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che in tema di tolleranza velocità nautica non è possibile applicare le norme della circolazione stradale. La Corte ha specificato che il Codice della Navigazione è una normativa speciale e che le differenze tra circolazione stradale e acquea sono tali da escludere ogni analogia. La sanzione è stata quindi confermata.
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Restituzione accise energia: la guida completa
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un'azienda cliente alla restituzione delle accise sull'energia, specificamente l'addizionale provinciale, e della relativa IVA, pagate a una compagnia energetica. La Corte ha stabilito che la natura illegittima del tributo, per contrasto con la normativa europea, rende il pagamento privo di causa fin dall'origine. Di conseguenza, il fornitore è tenuto al rimborso diretto al cliente, il quale non perde tale diritto neanche se ha già detratto l'IVA. Sarà poi l'Amministrazione Finanziaria a dover recuperare l'eventuale detrazione indebita.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma il diritto
Una società turistica ha richiesto e ottenuto la restituzione di addizionali provinciali sull'accisa elettrica da una società fornitrice di energia, poiché ritenute illegittime secondo il diritto europeo. La società energetica ha impugnato la decisione fino alla Corte di Cassazione, la quale ha rigettato il ricorso. La Suprema Corte ha confermato il principio secondo cui il consumatore finale ha diritto di chiedere il rimborso delle accise sull'energia direttamente al fornitore, il quale a sua volta potrà rivalersi sullo Stato. La dichiarata illegittimità della norma interna fa venire meno la causa del pagamento fin dall'origine.
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Compensazione spese legali: novità giurisprudenziale
Un ente comunale rinuncia al ricorso in Cassazione relativo a una sanzione amministrativa. Nonostante la controparte chieda il rimborso delle spese, la Corte opta per la compensazione spese legali. La decisione si fonda sull'assoluta novità e incertezza della questione giuridica al momento del ricorso, risolta solo successivamente da una pronuncia delle Sezioni Unite, configurando così una delle 'gravi ed eccezionali ragioni' previste dalla legge.
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Responsabilità del custode: la prova del caso fortuito
La Corte di Cassazione chiarisce i confini della responsabilità del custode ex art. 2051 c.c. in caso di incendio. Un imprenditore, subconduttore di un locale, viene ritenuto responsabile per i danni a un immobile vicino, nonostante l'incendio fosse di natura dolosa e opera di terzi ignoti. La Corte stabilisce che, per escludere la responsabilità del custode, non basta provare il fatto del terzo, ma è necessario dimostrare che l'evento fosse imprevedibile e inevitabile in relazione alle condizioni della cosa custodita. La sentenza accoglie i ricorsi delle compagnie assicurative e dichiara inammissibile quello dell'imprenditore.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma
Un'azienda tessile ha ottenuto il rimborso delle accise sull'energia elettrica versate a una società di factoring. La Cassazione, basandosi su una recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma sull'addizionale provinciale, ha confermato il diritto alla restituzione. La Corte ha stabilito che il consumatore finale può agire direttamente contro il fornitore per recuperare l'imposta non dovuta, poiché la declaratoria di incostituzionalità elimina retroattivamente la causa del pagamento.
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Compenso avvocato gratuito patrocinio: i minimi inderogabili
Un avvocato ha contestato la liquidazione del suo compenso per gratuito patrocinio, calcolato sulla base di un protocollo locale anziché sui minimi tariffari nazionali. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che i protocolli d'intesa non possono derogare ai minimi di legge, confermando l'inderogabilità del compenso avvocato gratuito patrocinio previsto dalla normativa ministeriale.
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Eredità con beneficio di inventario: termini creditori
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30820/2025, ha stabilito che nell'ambito di una eredità con beneficio di inventario, il termine per i creditori per presentare la dichiarazione di credito è perentorio. Un creditore che presenta la propria richiesta tardivamente non può essere inserito nello stato di graduazione e potrà essere soddisfatto solo sull'eventuale patrimonio residuo, dopo il pagamento di tutti i creditori tempestivi. La tardività, inoltre, non costituisce un'eccezione in senso stretto e può essere rilevata anche d'ufficio.
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Azione revocatoria: no con garanzia superiore al debito
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'azione revocatoria non può essere accolta se il creditore possiede già una garanzia reale (come un'ipoteca) di valore di gran lunga superiore al debito. In un caso riguardante la donazione di un immobile tra ex coniugi in sede di separazione, la Corte ha annullato la decisione di merito, precisando che il creditore ha l'onere di dimostrare il concreto pregiudizio (eventus damni), ovvero che la garanzia esistente è di difficile o infruttuosa escussione. Inoltre, ha chiarito che i trasferimenti patrimoniali previsti in un accordo di separazione non simulato costituiscono adempimento di un'obbligazione e non sono facilmente revocabili.
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Illecito disciplinare avvocato: debito privato e sanzioni
Un avvocato è stato sanzionato con una sospensione di due mesi dal Consiglio Nazionale Forense per non aver pagato un debito di oltre 10.000 euro a un'impresa per lavori sulla sua barca personale. L'avvocato ha fatto ricorso, adducendo problemi di salute e finanziari, ma la Corte di Cassazione lo ha respinto. La Corte ha confermato che l'inadempimento di obblighi finanziari personali può costituire un "illecito disciplinare avvocato" perché mina la dignità e l'affidabilità della professione legale, indipendentemente dalla natura privata del debito. La condotta del legale è stata ritenuta volontaria e non giustificata da cause di forza maggiore.
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Risarcimento danni PA: quando decide il giudice ordinario
Una società chiede il risarcimento danni PA a un Comune e a una sua funzionaria per i ritardi nell'approvazione di un progetto urbanistico. La Corte di Cassazione, decidendo sul regolamento di giurisdizione, stabilisce una competenza ripartita: la causa contro la funzionaria spetta al giudice ordinario, mentre quella contro il Comune, inerente all'esercizio di potere pubblico, è di competenza del giudice amministrativo.
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Eccesso di potere giurisdizionale e interpretazione
Due cittadini ricorrono in Cassazione sostenendo che il Consiglio di Stato abbia commesso un eccesso di potere giurisdizionale. L'organo amministrativo aveva confermato la revoca di un contributo pubblico oltre i termini di legge, nonostante l'assoluzione penale dei beneficiari per falso. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che un'interpretazione estensiva della legge da parte del giudice, anche se discutibile, rientra nella sua funzione e non sconfina nel potere legislativo. Pertanto, non si configura un eccesso di potere giurisdizionale.
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Frazionamento del credito: la Cassazione decide
Un avvocato ha intentato diverse cause contro i suoi ex clienti per recuperare compensi professionali. La Corte d'Appello ha dichiarato la domanda improponibile per abusivo frazionamento del credito. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il giudice deve effettuare una valutazione concreta e motivata sull'esistenza di un interesse apprezzabile del creditore ad agire separatamente. La semplice esistenza di un rapporto di durata non basta per configurare un abuso, specialmente se le cause sono di competenza di tribunali diversi. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Frazionamento del credito: quando è legittimo?
Un avvocato ha intentato numerose cause contro un ex cliente per recuperare i suoi compensi. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello che riteneva abusivo il frazionamento del credito, chiarendo che la valutazione sull'interesse del creditore deve essere concreta e non astratta, specialmente se le cause sono state rimesse a giudici diversi.
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Frazionamento del credito: quando è un abuso?
Un avvocato aveva avviato diverse cause contro un ex cliente per recuperare i suoi compensi. La Corte d'Appello aveva dichiarato la richiesta improponibile per abusivo frazionamento del credito. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che per dichiarare un abuso non basta un'analisi astratta. È necessario verificare in concreto se il creditore avesse un interesse apprezzabile alla trattazione separata e se fosse effettivamente possibile unire le cause, specialmente in presenza di diverse competenze territoriali. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
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Cessione crediti: la banca acquirente risponde
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce che nella cessione crediti in blocco secondo l'art. 58 TUB, la banca cessionaria è tenuta a rispondere delle richieste di restituzione del debitore per somme indebitamente pagate alla banca originaria. Dopo tre mesi dalla pubblicazione della cessione, la responsabilità diventa esclusiva della cessionaria, a differenza di quanto avviene nelle operazioni di cartolarizzazione.
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Adempimento del contratto: cosa succede se è tardivo?
Un ex socio otteneva un trasferimento immobiliare forzato dopo un ritardo. Successivamente, ha citato in giudizio la controparte per danni, sostenendo che la sua rinuncia agli utili societari era diventata invalida a causa del ritardato adempimento del contratto. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che, avendo imposto l'esecuzione del contratto, ne aveva confermato la validità e la sua rinuncia rimaneva vincolante. Eventuali danni sono limitati al solo ritardo e non alla perdita della controprestazione.
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Produzione documentale tardiva: i limiti per il terzo
Un istituto di credito interviene in un'azione revocatoria, ma la sua domanda viene respinta perché la prova del credito è viziata da produzione documentale tardiva. La Cassazione conferma che l'interveniente accetta la causa nello stato in cui si trova, comprese le preclusioni istruttorie già maturate.
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Restituzione addizionale energia: il diritto al rimborso
Una società alberghiera ha agito in giudizio per ottenere la restituzione di un'addizionale provinciale sull'energia elettrica, versata a una società di factoring che aveva acquistato i crediti dal fornitore di energia. Tale imposta è stata successivamente ritenuta in contrasto con il diritto europeo e dichiarata incostituzionale. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che il consumatore finale ha diritto a richiedere la restituzione addizionale energia direttamente al soggetto che ha materialmente incassato la somma (l'accipiens), in questo caso la società di factoring, in quanto la declaratoria di incostituzionalità fa venir meno retroattivamente la causa del pagamento.
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Risoluzione contratto appalto per grave inadempimento
Un'azienda committente ha ottenuto la risoluzione del contratto di appalto di servizi di vigilanza a causa del grave inadempimento della società fornitrice. Quest'ultima aveva prima ridotto drasticamente il personale e poi interrotto completamente il servizio. Il Tribunale ha accolto la domanda del cliente, dichiarando il contratto risolto, rigettando la richiesta di pagamento delle fatture da parte del fornitore per il periodo non lavorato e condannandolo al pagamento delle spese legali.
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