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Diritto Bancario

Responsabilità del promotore finanziario: il caso

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di responsabilità del promotore finanziario per le condotte illecite commesse ai danni di un cliente. La Corte ha cassato con rinvio la sentenza d’appello, accogliendo il motivo di ricorso della banca relativo all’omessa pronuncia sulla responsabilità per le perdite subite su titoli già in possesso del cliente prima dell’inizio del rapporto. Sebbene la banca sia responsabile per l’operato del suo promotore, i giudici di merito devono esaminare specificamente ogni voce di danno per stabilire il corretto nesso di causalità.

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Clausola floor: la Cassazione esclude il derivato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1942/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due clienti contro una banca, confermando la legittimità della clausola floor inserita in un contratto di mutuo. I giudici hanno stabilito che tale clausola non costituisce un derivato implicito, ma una lecita pattuizione che definisce l’oggetto del contratto, regolando la misura minima del tasso di interesse. La Corte ha escluso la nullità per indeterminatezza, la violazione della normativa sui servizi di investimento e la natura vessatoria della clausola, in quanto chiara e comprensibile.

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Querela di falso: la Cassazione sulle polizze false

Una società finanziaria ha agito contro una compagnia assicurativa sulla base di polizze fideiussorie risultate false. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che accertava la falsità delle firme, rigettando il ricorso della società finanziaria. La Corte ha chiarito l’ammissibilità della querela di falso per le scritture private e ha ritenuto tardiva e infondata la domanda di risarcimento per legittimo affidamento, in quanto non proposta tempestivamente.

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Nullità fideiussione ABI: onere della prova decisivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori che chiedevano la nullità fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Corte ha stabilito che i ricorrenti non hanno adempiuto all’onere della prova, non dimostrando che le clausole nulle fossero essenziali al punto che, senza di esse, non avrebbero concluso il contratto. Questa mancata prova, su cui si era formato un giudicato interno, ha reso il ricorso inammissibile.

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Ricorso inammissibile: le regole della Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa di gravi vizi formali. La decisione sottolinea l’importanza del principio di autosufficienza e della chiara esposizione dei fatti e dei motivi di diritto, respingendo un appello basato su un assemblaggio confuso di documenti e argomentazioni generiche. Il caso riguardava una contestazione sulla validità di una fideiussione legata a un contratto di leasing.

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Clausola di deroga e fideiussione: i limiti in appello

Un fideiussore si opponeva a un decreto ingiuntivo, eccependo la nullità della fideiussione a causa di una clausola di deroga basata su uno schema ABI anticoncorrenziale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi inferiori. La Corte ha stabilito che l’eccezione di nullità era stata sollevata tardivamente e senza prove adeguate, e che il ricorrente non aveva contestato le specifiche ragioni giuridiche della sentenza d’appello.

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Errore di fatto revocazione: quando è inammissibile

Un istituto di credito ha ottenuto un’ingiunzione di pagamento nei confronti di alcuni garanti. Nel corso della causa, è stata disposta la mediazione obbligatoria. Successivamente, i garanti hanno richiesto la revocazione della sentenza d’appello, sostenendo un errore di fatto revocazione relativo alla presunta irregolarità della rappresentanza della banca durante la mediazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l’errore di fatto non può riguardare un punto che è già stato oggetto di un motivo di gravame e, di conseguenza, di dibattito e decisione tra le parti.

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Compensazione spese legali: no se la parte è vittoriosa

Una garante, dopo una lunga battaglia legale in cui ha ottenuto l’annullamento di una fideiussione per errore, si è vista negare il rimborso delle spese legali. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la compensazione spese legali è illegittima in caso di vittoria totale. La motivazione del giudice deve essere concreta e non apparente, riaffermando il principio che chi perde paga.

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Presupposizione fideiussione: lo status di socio

La Corte di Cassazione ha stabilito che la garanzia personale (fideiussione) prestata da un socio a favore della propria società non perde efficacia automaticamente se questi cessa di essere socio. La Corte ha chiarito che lo status di socio costituisce un motivo soggettivo e non una ‘presupposizione fideiussione’ oggettiva del contratto, a meno che non sia esplicitamente previsto. Il ricorso dell’ex socio è stato rigettato anche per l’inammissibilità di altri motivi, presentati in modo generico.

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Contratto autonomo di garanzia: ricorso inammissibile

Un garante ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello relativa a un contratto autonomo di garanzia. Il garante sosteneva di doversi ritenere liberato dall’obbligazione a causa della condotta del creditore e lamentava la mancata ammissione di una perizia tecnica su presunti tassi usurari. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile per motivi procedurali, tra cui la genericità delle censure e la violazione del principio di autosufficienza. Ha inoltre ribadito che, in un contratto autonomo di garanzia, il garante non può sollevare eccezioni relative al debito principale e che la conoscenza della situazione finanziaria del debitore da parte del garante esclude l’applicazione della liberazione prevista dall’art. 1956 c.c. L’appellante è stato anche condannato per abuso del processo.

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Deroga art. 1957 c.c.: i limiti del giudice di rinvio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, annulla per la seconda volta una decisione della Corte d’Appello, ribadendo i rigidi limiti imposti al giudice di rinvio. Il caso riguarda una fideiussione e la presunta deroga all’art. 1957 c.c., che libera il garante se il creditore non agisce entro sei mesi. La Suprema Corte stabilisce che il giudice di rinvio non può cercare nuove clausole contrattuali per giustificare una deroga già esclusa in un precedente giudizio di cassazione, ma deve attenersi strettamente al principio di diritto enunciato e ai fatti già accertati.

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Inammissibilità ricorso: analisi di un caso pratico

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da alcuni fideiussori contro una sentenza della Corte d’Appello. Il caso riguarda un’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso da una banca. I motivi di inammissibilità sono molteplici e includono questioni di competenza territoriale interna al tribunale, vizi di motivazione inammissibili per la regola della “doppia conforme”, e la mancata specificità delle censure relative alla prova del credito e alle clausole di fideiussione.

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Nullità selettiva: l'abuso del diritto dell'investitore

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di alcuni investitori che, dopo un decennio di operazioni finanziarie, avevano richiesto la nullità dei soli investimenti risultati in perdita. La Corte ha stabilito che tale azione di nullità selettiva costituisce un abuso del diritto e una violazione del principio di buona fede, in quanto gli investitori avevano tratto cospicui profitti dal rapporto complessivo con l’intermediario finanziario. La decisione conferma che non si possono ‘selezionare’ solo gli ordini svantaggiosi per chiederne il rimborso, ignorando i guadagni ottenuti.

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Errore materiale: quando non è correggibile?

Una società ha richiesto la correzione di un presunto errore materiale nella liquidazione delle spese legali da parte della Corte di Cassazione. La Corte ha rigettato la richiesta, chiarendo che una non corretta applicazione dei parametri normativi per il calcolo delle spese o un’errata valutazione del valore della causa costituiscono un errore di giudizio, non un errore materiale correggibile. La decisione sottolinea che il giudice ha il potere di determinare autonomamente il valore della causa, che nel caso specifico è stato ritenuto indeterminato.

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Fideiussione omnibus: onere di allegazione e nullità

La Corte di Cassazione chiarisce che, in un caso di fideiussione omnibus con clausole nulle per violazione della normativa antitrust, non è sufficiente invocare la nullità per essere liberati dall’obbligazione. Il fideiussore ha l’onere di allegare tempestivamente in giudizio il fatto specifico dell’inerzia del creditore, come previsto dall’art. 1957 c.c. La mancata allegazione di questo presupposto di fatto rende inammissibile il ricorso, poiché la semplice nullità della clausola non comporta automaticamente la liberazione del garante.

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Termine breve impugnazione: ricorso tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia di usura bancaria perché presentato oltre il termine breve impugnazione di 60 giorni. La decisione sottolinea l’importanza perentoria dei termini processuali, a prescindere dal merito della controversia.

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Responsabilità aggravata: quando l'azione è temeraria

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per responsabilità aggravata a carico di due società che avevano intentato una causa personale contro il commissario straordinario di una banca. L’azione è stata giudicata temeraria perché confondeva la responsabilità dell’istituto con quella personale del commissario, era priva di prove di dolo o colpa grave e, soprattutto, mancava della necessaria autorizzazione preventiva della Banca d’Italia, rivelando un palese abuso del processo.

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Segnalazione illegittima: onere della prova del danno

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore che chiedeva un risarcimento danni per una presunta segnalazione illegittima alla Centrale dei Rischi. La decisione si fonda sulla totale assenza di prove, da parte del ricorrente, sia dei danni patrimoniali e non patrimoniali lamentati (come il fallimento dell’impresa), sia del nesso di causalità tra tali danni e la condotta della banca. L’imprenditore è stato inoltre condannato per lite temeraria.

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Fideiussione Antitrust: la Cassazione decide

Analisi di un’ordinanza della Cassazione sul tema della fideiussione antitrust. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la tardiva produzione di prove essenziali e per la formazione del giudicato su un’eccezione preliminare, precludendo l’esame della nullità.

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Compenso CTU contabile: la Cassazione sui criteri

Un consulente tecnico d’ufficio (CTU) ha impugnato la liquidazione del proprio onorario per una perizia in materia di usura bancaria, calcolato a tempo (vacazioni) anziché a percentuale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che per le consulenze tecniche in materia contabile il criterio principale è quello a percentuale calcolato per scaglioni. Il metodo a vacazioni è solo residuale e non può essere applicato discrezionalmente quando esiste una previsione specifica. Di conseguenza, il provvedimento è stato annullato con rinvio per una nuova determinazione del compenso CTU contabile.

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