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Diritto Bancario

Colpa grave e furto bancomat: banca non responsabile
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, negando il risarcimento a un cliente per l'uso fraudolento del suo bancomat rubato. L'appello è stato dichiarato inammissibile perché la valutazione della colpa grave del cliente, basata sul breve tempo tra furto e utilizzo, è un apprezzamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità. La Corte ha stabilito che la richiesta del ricorrente mirava a un riesame delle prove, compito che esula dalle competenze della Cassazione.
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Rinuncia al ricorso: come si decidono le spese?
Un istituto bancario, dopo aver proposto ricorso in Cassazione contro due garanti di un credito, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato estinto il giudizio e, applicando il principio della soccombenza virtuale, ha condannato l'istituto bancario al pagamento delle spese legali. La decisione si fonda sull'analisi dei motivi del ricorso, che la Corte ha ritenuto sarebbero stati comunque respinti per inammissibilità e infondatezza.
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Mutuo solutorio: valido anche per debiti pregressi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29790/2025, ha stabilito la piena validità del cosiddetto 'mutuo solutorio', ovvero un finanziamento concesso da una banca e utilizzato dal cliente per estinguere una precedente esposizione debitoria non garantita verso la stessa banca. I ricorrenti sostenevano la nullità del contratto per mancanza di causa e per violazione del principio della parità di trattamento dei creditori. La Corte, allineandosi a una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, ha respinto il ricorso, chiarendo che il contratto di mutuo si perfeziona con la messa a disposizione giuridica della somma, indipendentemente dal suo successivo impiego. La tutela degli altri creditori, eventualmente lesi, non va cercata nella nullità del contratto, ma in altri strumenti giuridici come l'azione revocatoria.
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Revocatoria fallimentare: la prova del fido bancario
Un istituto di credito ha contestato la revocabilità di pagamenti ricevuti da una società, poi fallita, sostenendo che fossero coperti da un fido. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della banca inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La Corte ha stabilito che la banca non ha fornito una prova certa dell'esistenza del fido, elemento cruciale in un'azione di revocatoria fallimentare. Le prove presentate sono state ritenute troppo generiche e insufficienti a superare la presunzione di conoscenza dello stato di insolvenza della società da parte della banca.
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Giurisdizione giudice ordinario: garanzie e fondi
Una banca cooperativa ha contestato la dichiarazione di inefficacia di una garanzia pubblica. La Corte di Cassazione ha confermato la giurisdizione del giudice ordinario, stabilendo che la controversia riguarda la fase di esecuzione del rapporto e non l'esercizio di un potere discrezionale. L'atto amministrativo è stato ritenuto meramente ricognitivo della carenza di un presupposto, rientrando così nella competenza del giudice civile.
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Garanzia fideiussoria: la prova del pagamento non serve
Una società assicurativa, che aveva rilasciato una garanzia fideiussoria, ha pagato un istituto di credito a seguito dell'inadempimento della società garantita, poi fallita. La richiesta di ammissione al passivo era stata respinta per mancata prova del pagamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, statuendo che per l'ammissione al passivo del garante non è necessaria la prova del pagamento, essendo sufficienti la dimostrazione del rilascio della garanzia e l'inadempimento del debitore principale.
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Legittimazione ad agire: garante rimborsato escluso
Un intermediario finanziario, che aveva garantito un prestito a un'impresa poi fallita, ha tentato di insinuarsi nel passivo fallimentare per recuperare la somma versata. Tuttavia, essendo stato integralmente rimborsato da un fondo di controgaranzia, la Corte di Cassazione ha negato la sua legittimazione ad agire. Il diritto di recuperare il credito spetta unicamente al controgarante, in quanto è l'unico soggetto ad aver subito la perdita economica effettiva.
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Privilegio Garanzia Pubblica: la Cassazione decide
Una società in concordato preventivo contesta la natura privilegiata di un credito vantato da un ente garante a partecipazione pubblica, intervenuto a copertura dei suoi prestiti bancari insoluti. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando che il credito dell'ente garante gode di uno speciale privilegio garanzia pubblica ai sensi del D.Lgs. 123/1998. Tale diritto, finalizzato al recupero di risorse pubbliche, prevale sulle norme ordinarie della surroga e non richiede il completo soddisfacimento del creditore originario.
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Garanzia fondo PMI: sì alla surroga nel fallimento
La Corte di Cassazione ha stabilito che il gestore del Fondo di Garanzia per le PMI, dopo aver pagato la banca finanziatrice a seguito dell'inadempimento di un'impresa poi fallita, ha diritto di surrogarsi nei diritti del creditore e di insinuarsi al passivo. La Corte chiarisce che la garanzia fondo PMI ha natura pubblicistica e non configura un'obbligazione solidale. Di conseguenza, non si applica il limite previsto dall'art. 61 della legge fallimentare, che vieta il regresso tra coobbligati prima del totale soddisfacimento del creditore principale, e non si crea una duplicazione del credito nel passivo fallimentare.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se i motivi sono confusi
Una società e i suoi soci hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la decisione di una corte d'appello in una controversia con una banca, riguardante la prescrizione di richieste di rimborso su un conto corrente e il calcolo delle commissioni. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile perché i motivi dell'appello erano esposti in modo confuso e generico, mescolando impropriamente diverse tipologie di censure legali senza una critica specifica alla sentenza impugnata.
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Opposizione a decreto ingiuntivo: quando è infondata
Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo per un debito derivante da finanziamenti, eccependo l'incompetenza territoriale del tribunale e contestando il calcolo degli interessi. Il Tribunale ha rigettato l'opposizione a decreto ingiuntivo, confermando il provvedimento. La decisione si fonda su due motivi principali: la presenza di una clausola contrattuale che stabiliva la competenza esclusiva del foro adito e il comportamento processuale dell'opponente, che di fatto ha abbandonato la causa dopo l'atto iniziale, portando a una rinuncia implicita delle sue domande.
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Ricognizione di debito: effetti sulla prova del credito
Un'azienda e il suo garante si opponevano a un decreto ingiuntivo basato su un saldo di conto corrente. La controversia verteva sulla natura di un successivo atto notarile, qualificato dai giudici come ricognizione di debito e non come novazione. Nonostante la ricognizione di debito inverta l'onere della prova, il garante è riuscito a dimostrare la nullità di alcune clausole del contratto originario. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che, di conseguenza, ha ridotto l'importo dovuto, ponendo nuovamente a carico del creditore l'onere di provare l'esatto ammontare del suo credito. L'appello del garante è stato dichiarato inammissibile perché mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
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Contratto bancario: la Cassazione cassa per omesso esame
La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di alcuni fideiussori contro una società cessionaria di crediti bancari. La controversia nasce da un decreto ingiuntivo relativo a un conto anticipi. I ricorrenti sostenevano, tra le altre cose, l'impossibilità di riferire il contratto bancario prodotto in giudizio allo specifico rapporto contestato. La Corte d'Appello aveva rigettato le loro istanze, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, rilevando un 'omesso esame' di questo specifico motivo. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice di merito deve analizzare puntualmente ogni doglianza, non potendo ignorarla o sostituirla con una questione diversa. Di conseguenza, il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Buoni postali fruttiferi: tassi variabili e oneri
Una risparmiatrice ha contestato la riduzione del rendimento dei suoi buoni postali fruttiferi, dovuta a una modifica unilaterale dei tassi di interesse da parte dell'ente emittente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della variazione dei tassi, in quanto prevista dalla legge all'epoca della sottoscrizione e resa efficace tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo la Corte, non sussiste un affidamento del risparmiatore all'immutabilità dei tassi.
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Fideiussione ABI: quando l’eccezione di nullità cade
Un debitore e il suo garante si sono opposti a un decreto ingiuntivo per uno scoperto di conto, eccependo la prescrizione del credito e la nullità della fideiussione ABI. Il Tribunale ha respinto l'opposizione, confermando il debito. La decisione chiarisce che la prescrizione era stata validamente interrotta e che la nullità della garanzia non era stata provata, poiché gli opponenti non hanno dimostrato la persistenza di un'intesa anticoncorrenziale al momento della stipula del contratto.
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Responsabilità collegio sindacale: doveri di controllo
La Corte di Cassazione ha confermato le sanzioni pecuniarie inflitte a due membri del collegio sindacale di una banca per carenze nei controlli. La sentenza sottolinea che la responsabilità del collegio sindacale deriva non da un controllo sul merito delle scelte gestionali, ma dall'omessa vigilanza sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo e dei sistemi di controllo interno della società, un dovere fondamentale per prevenire irregolarità e rischi.
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Disconoscimento fotocopia: come contestare un documento
In una causa tra un correntista e un istituto di credito per addebiti illegittimi, la Corte di Cassazione ha chiarito le regole per il disconoscimento di una fotocopia. La Corte ha stabilito che non è sufficiente una contestazione generica; la parte che contesta deve specificare in modo chiaro e circostanziato quali aspetti della copia differiscono dall'originale. Accogliendo questo motivo, la sentenza d'appello è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.
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Cessione contratto di leasing: il foro fallimentare
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di fallimento della società cessionaria di un contratto di leasing, qualsiasi domanda volta ad accertare l'avvenuta cessione deve essere proposta dinanzi al tribunale fallimentare e non in un'autonoma causa civile. La controversia nasceva dal mancato consenso della società concedente alla cessione contratto di leasing di un'imbarcazione. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la competenza funzionale del foro fallimentare è inderogabile per tutte le pretese che incidono sulla massa fallimentare, al fine di garantire la parità di trattamento tra i creditori.
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Maggior danno: la prova spetta sempre al creditore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15232/2024, ha stabilito che in caso di obbligazioni pecuniarie, come quelle derivanti da un vecchio libretto di deposito, il creditore deve provare il cosiddetto 'maggior danno' derivante dalla svalutazione monetaria. La rivalutazione non è automatica. La Corte ha respinto il ricorso degli eredi di un correntista, i quali richiedevano la rivalutazione di un saldo fermo dal 1944, confermando che senza una prova specifica del danno subito, si applica il principio nominalistico.
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Prescrizione conto corrente: prova dell’affidamento
In un caso di anatocismo e interessi illegittimi su conto corrente, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un istituto di credito, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione conto corrente. Per posticipare il decorrere della prescrizione alla chiusura del conto, il cliente deve provare non solo l'esistenza di un fido, ma anche il suo specifico limite massimo. I versamenti effettuati oltre tale limite sono considerati solutori, con prescrizione che decorre dal singolo pagamento. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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