LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Bancario

Errore revocatorio: l’analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore revocatorio. Il caso riguardava una società fallita che accusava la Corte di aver erroneamente percepito l'assenza di contestazioni su una clausola di compensazione. La Suprema Corte ha chiarito che la sua precedente decisione si basava su un'interpretazione giuridica degli atti processuali, non su una svista fattuale, ribadendo la netta distinzione tra errore di giudizio ed errore di fatto, l'unico che può giustificare la revocazione.
Continua »
Tasso soglia mora: come si calcola secondo la Corte
La Corte d'Appello chiarisce il metodo di calcolo del tasso soglia mora, escludendo la somma tra interessi corrispettivi e moratori. La sentenza analizza una causa di presunta usura bancaria, rigettando la domanda dei clienti e riformando parzialmente la decisione di primo grado. Viene stabilito che il tasso di mora del contratto era inferiore al tasso soglia, calcolato secondo la formula indicata dalla Cassazione (TEGM aumentato del 50% più uno spread del 2,1%), escludendo così la natura usuraria del finanziamento.
Continua »
Legittimazione passiva ente ponte: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'ente ponte, creato nel contesto di una risoluzione bancaria, non possiede la legittimazione passiva per rispondere delle pretese risarcitorie avanzate dagli azionisti della banca originaria. La decisione si fonda sulla necessità di garantire la stabilità finanziaria del nuovo istituto, trasferendogli solo le passività esplicitamente previste nel provvedimento di cessione e non oneri pregressi e incerti. Le pretese degli azionisti, pertanto, devono essere rivolte verso l'ente originario posto in liquidazione.
Continua »
Prescrizione estratti conto: quando scade il diritto
Una recente sentenza della Corte d'Appello di Napoli chiarisce un punto fondamentale sulla prescrizione degli estratti conto. Un correntista aveva richiesto documenti risalenti a oltre dieci anni prima, ottenendo ragione in primo grado. La Corte d'Appello ha però riformato la decisione, stabilendo che il diritto a ricevere gli estratti conto si prescrive in dieci anni, non dalla chiusura del rapporto, ma dalla data in cui ogni singolo estratto avrebbe dovuto essere inviato. La sentenza ha quindi respinto la domanda del cliente per intervenuta prescrizione.
Continua »
Errore di fatto: quando la Cassazione è inappellabile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22036/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione tra errore di fatto e errore di valutazione. Il caso nasceva da una complessa disputa su strumenti finanziari derivati. La Corte ha stabilito che un errore di fatto revocatorio si verifica solo per una svista percettiva sui dati processuali, non per un disaccordo sull'interpretazione delle prove, ribadendo i rigorosi requisiti formali per tale impugnazione.
Continua »
Soccombenza spese legali: la banca non paga se vince
Una banca ottiene un decreto ingiuntivo per circa 172.000 euro. Successivamente, incassa un pagamento parziale di circa 128.000 euro da una garanzia. In primo grado, il tribunale condanna i debitori a pagare il residuo, ma addossa alla banca le spese legali e una sanzione per responsabilità aggravata, per non aver comunicato tempestivamente l'incasso. La Corte d'Appello ribalta la decisione sulle spese, affermando il principio di soccombenza spese legali: il creditore che vede riconosciuto il proprio diritto, anche se per un importo inferiore, non è la parte soccombente e non deve pagare le spese legali, che vengono invece poste a carico dei debitori.
Continua »
Usura bancaria: il calcolo TAEG non cumula interessi
La Corte d'Appello di Napoli ha respinto l'appello di un debitore che contestava un'ingiunzione di pagamento per usura bancaria. La Corte ha stabilito che, ai fini della verifica del superamento del tasso soglia, è metodologicamente errato sommare algebricamente gli interessi corrispettivi con gli interessi di mora nel calcolo del TAEG, data la loro diversa natura. L'appello è stato ritenuto infondato per la genericità delle allegazioni e l'erroneità del calcolo proposto.
Continua »
Interessi compensativi: da quando decorrono nel danno?
Una associazione di categoria ha citato in giudizio un istituto bancario per i danni subiti a seguito di investimenti in titoli a rischio. La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso della banca e accogliendo quello dell'associazione, ha stabilito un principio fondamentale sugli interessi compensativi. La Corte ha statuito che, in caso di risarcimento del danno da inadempimento contrattuale, gli interessi decorrono dal giorno in cui il danno si è verificato (l'inadempimento stesso) e non dalla successiva data della domanda giudiziale, garantendo così una riparazione completa al danneggiato.
Continua »
Responsabilità promotore finanziario: i limiti
Un risparmiatore ha perso il suo investimento in prodotti finanziari di terzi, non offerti dalla società di intermediazione per cui lavorava il suo promotore. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, escludendo la responsabilità del promotore finanziario in capo alla società preponente. La Corte ha ritenuto assente il "nesso di occasionalità necessaria", poiché l'attività illecita del promotore era del tutto estranea e personale, non collegata alle mansioni affidategli dall'intermediario.
Continua »
Segnalazione Centrale Rischi: quando è legittima?
Un cliente ha citato in giudizio una banca per un'illegittima segnalazione alla Centrale Rischi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. I giudici hanno chiarito che una precedente sentenza che nega l'esistenza del debito per mera mancanza di prova da parte della banca, non per un accertamento positivo della sua inesistenza, non rende automaticamente illegittima la segnalazione. Il caso sottolinea i criteri di legittimità per una segnalazione centrale rischi in presenza di un debito contestato.
Continua »
Anticipo fatture: prova del credito e onere della prova
Una società in liquidazione ha citato in giudizio una banca per usura su finanziamenti. La Corte d'Appello ha concordato, ritenendo gli ordini d'acquisto prova sufficiente per qualificare le operazioni come anticipo fatture e applicare la relativa soglia antiusura. La banca ha fatto ricorso in Cassazione, contestando la validità degli ordini d'acquisto come prova del credito. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione delle prove spetta ai giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità.
Continua »
Protesto illegittimo: quando il ricorso è inammissibile
Un ex amministratore ha citato in giudizio una banca per un protesto illegittimo, ma la sua richiesta di risarcimento è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile applicando il principio della 'doppia conforme', che limita la possibilità di riesaminare i fatti quando due sentenze di merito sono concordi. La decisione sottolinea l'onere della prova per il danno e i limiti del giudizio di legittimità.
Continua »
Usura originaria: conta il patto, non l’erogazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30404/2024, ha respinto il ricorso di un cliente contro una società finanziaria, chiarendo un punto fondamentale in materia di usura originaria. La Corte ha stabilito che, per verificare il superamento del tasso soglia, si deve considerare la data in cui gli interessi sono stati pattuiti e non la data successiva in cui è stata erogata la somma. Qualsiasi contestazione sulla data di stipula deve essere sollevata tempestivamente e non tardivamente nel corso del processo. La decisione conferma anche la validità della "clausola di salvaguardia" che previene l'applicazione di interessi usurari.
Continua »
Buoni postali: la Cassazione sulla variazione dei tassi
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un ente emittente contro la decisione della Corte d'Appello in un caso riguardante i buoni postali fruttiferi. La controversia verteva sulla legittimità della modifica unilaterale dei tassi di interesse. La Suprema Corte ha stabilito che la variazione dei tassi, disposta con decreto ministeriale, è valida ed efficace nei confronti dei risparmiatori con la sola pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Inoltre, ha chiarito che l'atto di appello non richiede formule sacramentali, ma deve esporre chiaramente le ragioni della contestazione.
Continua »
Accordo Transattivo: perché blocca la causa bancaria
Una garante ha siglato un accordo transattivo con un istituto di credito, pagando una somma per chiudere un debito e ottenere la cancellazione di un'ipoteca. Successivamente, ha cercato di recuperare parte della somma sostenendo che il debito reale, accertato in un'altra causa, era molto inferiore. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che l'accordo transattivo, una volta concluso validamente per porre fine alla lite, è definitivo e assorbe ogni altra pretesa, rendendo inammissibili le altre contestazioni.
Continua »
Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi e limiti
Una società e i suoi soci hanno citato in giudizio una banca per presunte pratiche illecite, tra cui usura e concessione abusiva del credito. Dopo la sconfitta in primo grado e in appello, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso, stabilendo che i motivi presentati non denunciavano reali violazioni di legge, ma miravano a ottenere un nuovo esame dei fatti e delle prove, compito che non rientra nelle competenze della Cassazione. La decisione sottolinea la netta distinzione tra l'errore di diritto, sindacabile in sede di legittimità, e l'errata valutazione del merito, non censurabile.
Continua »
Onere della prova contratto bancario: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30391/2024, chiarisce l'onere della prova nel contratto bancario. Se il cliente non contesta in modo chiaro e inequivocabile la totale assenza di un contratto scritto, spetta a lui dimostrare l'illegittimità delle singole clausole applicate dalla banca. L'ambiguità nelle richieste del correntista ha portato al rigetto del ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello.
Continua »
Procura speciale mediazione: quando è valida?
Un ex socio di una banca cooperativa ha richiesto il pagamento del sovrapprezzo delle azioni. La banca si è opposta e il caso è finito in mediazione obbligatoria. Il Tribunale ha ritenuto valida la partecipazione tramite avvocati muniti di procura speciale mediazione. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha dichiarato il ricorso dell'ex socio inammissibile, confermando che l'interpretazione del contenuto della procura, volta a verificarne la natura sostanziale, è un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato.
Continua »
Fideiussione omnibus: la Cassazione e la nullità
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante in una fideiussione omnibus. La Corte ha escluso la qualifica di consumatore, ha respinto l'eccezione ex art. 1956 c.c. per la provata conoscenza delle difficoltà del debitore e ha dichiarato inammissibile la tardiva eccezione di nullità antitrust per mancata prova.
Continua »
Onere della prova: ricorso inammissibile per il cliente
Un correntista ha chiesto la restituzione di somme indebitamente pagate alla banca. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'onere della prova grava sul cliente, il quale deve produrre tutti gli estratti conto del rapporto per dimostrare il suo diritto. La redazione del ricorso tramite "copia e incolla" di atti e documenti è stata inoltre censurata.
Continua »