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Diritto Bancario

Clausola penale leasing: il potere del giudice
Una società di leasing ha agito contro il garante per il pagamento di somme dovute a seguito della risoluzione di un contratto di leasing immobiliare. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale sulla clausola penale leasing: il giudice ha il potere, esercitabile anche d'ufficio, di ridurre una penale manifestamente eccessiva. Tale potere sussiste anche in presenza di un contratto autonomo di garanzia, poiché mira a tutelare un interesse generale all'equità contrattuale, impedendo l'indebito arricchimento del creditore.
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Responsabilità intermediario finanziario e colpa cliente
Un istituto bancario era stato ritenuto responsabile per le frodi commesse da un suo promotore. La Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che la responsabilità dell'intermediario finanziario può essere esclusa se il cliente adotta una condotta "anomala", come la cessione delle proprie credenziali di home banking. Tale comportamento, infatti, interrompe il nesso causale tra l'attività del promotore e il danno subito. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.
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Fideiussione obbligazione futura: autorizzazione è d’obbligo
Un garante per una fideiussione obbligazione futura contesta la richiesta di una banca dopo che questa ha concesso ulteriore credito a un debitore in difficoltà finanziarie. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai sensi dell'art. 1956 c.c., la banca è obbligata a richiedere e ottenere una specifica autorizzazione dal garante prima di erogare nuovo credito. Una clausola contrattuale che impone al garante di informarsi autonomamente non è sufficiente per eludere tale obbligo. L'unica eccezione si applica quando il garante è anche l'amministratore della società debitrice, non un semplice socio.
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Obbligo informativo assicuratore: dovere e limiti
Una banca, beneficiaria di una polizza assicurativa stipulata dalla sua società di trasporto valori, si è vista negare l'indennizzo dopo un furto a causa del mancato rispetto delle misure di sicurezza da parte della società contraente. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo informativo dell'assicuratore non si estende alla verifica delle dichiarazioni del contraente né all'informazione del terzo beneficiario circa le inadempienze di cui l'assicuratore stesso non sia a conoscenza.
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Leasing traslativo: le regole prima della riforma 2017
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20653/2024, ha stabilito che per i contratti di leasing traslativo risolti prima dell'entrata in vigore della Legge 124/2017, continua ad applicarsi in via analogica l'art. 1526 c.c. La società concedente è quindi tenuta a restituire i canoni riscossi, salvo il diritto a un equo compenso. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso principale della società di leasing e accolto quello incidentale del fallimento sulla liquidazione delle spese legali, ritenute inferiori ai minimi tariffari.
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Fideiussione omnibus nulla: Cassazione sulla clausola
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha cassato una sentenza di merito che aveva negato la nullità di una fideiussione omnibus. La Corte ha ribadito che la clausola basata sullo schema ABI, che deroga all'art. 1957 c.c., è nulla per violazione della normativa antitrust. Di conseguenza, la banca creditrice perde il diritto di agire contro il garante se non intraprende un'azione giudiziaria contro il debitore principale entro sei mesi. Questa decisione rafforza la tutela del fideiussore contro le clausole vessatorie nei contratti bancari, specificando che una semplice lettera di messa in mora non è sufficiente a interrompere i termini di decadenza.
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Decreti ministeriali usura: obbligo del giudice
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per usura, ma la sua richiesta è stata respinta nei primi due gradi di giudizio perché non aveva prodotto i decreti ministeriali che stabiliscono i tassi soglia. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che i decreti ministeriali usura sono fonti normative che il giudice deve conoscere e applicare d'ufficio, in base al principio 'iura novit curia'. Pertanto, l'onere della prova non ricade sulla parte che denuncia l'usura.
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Revocatoria ordinaria: la conoscenza della crisi
Una società fallita aveva ottenuto finanziamenti garantiti da ipoteca nell'ambito di un piano di risanamento. Il curatore ha agito in revocatoria ordinaria, sostenendo che gli istituti di credito fossero a conoscenza dello stato di insolvenza. La Cassazione ha cassato la decisione di merito, ritenendo che il giudice non avesse considerato un fatto decisivo: la mancata iniezione di liquidità da parte dei soci, sostituita da un'operazione contabile, era un elemento noto alle banche fin dall'inizio e cruciale per dimostrare la loro consapevolezza della crisi (scientia decoctionis), rendendo l'ipoteca potenzialmente inefficace.
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Ipoteca su beni futuri: quando è valida?
La Corte di Cassazione analizza la validità di un'ipoteca su beni futuri, specificamente un immobile in costruzione. La Corte ha stabilito che l'ipoteca diventa efficace nel momento in cui l'immobile viene ad esistenza, ovvero quando acquisisce una sua identità specifica, anche se non del tutto completato. La valutazione di tale 'venuta ad esistenza' è una questione di fatto riservata al giudice di merito. La sentenza affronta anche importanti questioni procedurali, come la decorrenza dei termini per l'impugnazione in caso di correzione di errore materiale della sentenza e la condanna alle spese per la parte intervenuta solo in appello.
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Sospensione feriale opposizione esecuzione: no, mai
Una recente sentenza della Corte di Appello di Bari ha dichiarato inammissibile un appello in un caso di opposizione all'esecuzione, poiché notificato oltre il termine di sei mesi. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la sospensione feriale opposizione esecuzione non opera mai. Di conseguenza, i termini processuali per impugnare continuano a decorrere anche durante il mese di agosto. La decisione conferma che questa regola si applica all'intero giudizio, senza distinzioni tra fase sommaria e fase di merito, e non è influenzata dalla proposizione di domande riconvenzionali.
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Derivati IRS: la copertura del rischio valida la causa
Una società stipula un contratto di derivati IRS per coprire il rischio di un mutuo a tasso variabile, ma subisce ingenti perdite. L'azienda cita in giudizio la banca chiedendo la nullità del contratto per assenza di causa e violazione degli obblighi informativi. La Corte d'Appello di Bari ha rigettato l'appello, confermando la validità del contratto. La decisione si fonda sul fatto che la funzione di copertura del rischio era chiaramente documentata e voluta dal cliente, come provato dalla documentazione sottoscritta e da una perizia tecnica, rendendo il contratto valido nonostante il risultato economico negativo.
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Amministratore senza deleghe: doveri e responsabilità
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione irrogata da un'autorità di vigilanza a un amministratore privo di deleghe operative di un istituto di credito. La sentenza stabilisce che il ruolo di amministratore senza deleghe non è passivo: egli ha il dovere di informarsi attivamente e di richiedere chiarimenti, specialmente di fronte a operazioni strategiche o a informative eccessivamente sintetiche da parte degli organi esecutivi. La Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli procedurali e quelli relativi all'applicazione di norme sanzionatorie più favorevoli.
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Valutazione delle prove: la Cassazione decide
Una società immobiliare ha richiesto la restrizione di un'ipoteca concessa a una banca. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato i ricorsi della banca e di una società cessionaria del credito, confermando la decisione di merito. Il punto centrale è la corretta valutazione delle prove da parte del giudice, che può basare la sua decisione su un'analisi prudente di tutti gli elementi disponibili, inclusi i documenti, senza essere vincolato a una rigida applicazione del principio di non contestazione sul loro contenuto. La Corte ha stabilito che la stima del valore di un immobile, sufficiente a garantire il credito, era stata accertata correttamente.
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Allegazione difensiva: la perizia vale come atto
La Cassazione stabilisce che una perizia tecnica allegata a un atto processuale non è mera produzione documentale, ma costituisce una valida allegazione difensiva. La Corte ha cassato la sentenza d'appello per difetto di motivazione, poiché non aveva considerato la perizia per valutare la specificità delle contestazioni su un contratto di leasing. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Opposizione all’esecuzione: la competenza in Cassazione
Una debitrice ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza che rigettava la sua opposizione all'esecuzione promossa da un istituto di credito. La Corte Suprema, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha stabilito che la materia dell'opposizione all'esecuzione rientra nella competenza di una specifica sezione interna. Di conseguenza, ha ordinato il rinvio della causa a nuovo ruolo e la sua trasmissione alla sezione tabellarmente competente per la trattazione.
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Mutuo solutorio: la sua validità confermata in Appello
Una società e i suoi garanti si opponevano a un decreto ingiuntivo, sostenendo la nullità del finanziamento in quanto 'mutuo solutorio' finalizzato a coprire un debito pregresso, oltre a contestare l'usura degli interessi. La Corte d'Appello di Bari ha respinto il ricorso, confermando la piena validità del mutuo solutorio. La decisione si fonda sul principio che la messa a disposizione giuridica della somma al mutuatario perfeziona il contratto, indipendentemente dall'uso successivo dei fondi. Inoltre, una consulenza tecnica ha escluso il superamento del tasso soglia di usura, consolidando la legittimità del debito.
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Scientia decoctionis: prova e valutazione in Cassazione
Una società di navigazione in amministrazione straordinaria agiva in revocatoria contro un istituto di credito per pagamenti ricevuti prima dell'insolvenza. La Corte d'Appello rigettava la domanda per assenza di prova della scientia decoctionis, cioè della consapevolezza dello stato di insolvenza da parte della banca. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che non è possibile, in sede di legittimità, richiedere una nuova valutazione dei fatti o degli elementi presuntivi già esaminati dal giudice di merito. La decisione sottolinea la distinzione tra un errore di diritto e una diversa interpretazione delle prove, che non può essere oggetto di ricorso in Cassazione.
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Concorso di colpa assegno: spedizione e responsabilità
Una società assicuratrice invia un assegno con posta ordinaria, che viene rubato e incassato illecitamente. La Corte di Cassazione, citando le Sezioni Unite, stabilisce il concorso di colpa assegno del mittente. La scelta di un metodo di spedizione non sicuro, come la posta ordinaria, costituisce un'assunzione di rischio che contribuisce al danno, riducendo il risarcimento dovuto dall'ente negoziatore negligente. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.
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Pagamento assegno rubato: la diligenza della banca
Una società finanziaria ha citato in giudizio un ente postale per il pagamento negligente di un assegno circolare non trasferibile, rubato dopo essere stato spedito per posta ordinaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'identificazione del presentatore tramite un valido documento d'identità è sufficiente a soddisfare l'obbligo di diligenza professionale, senza necessità di ulteriori indagini. Inoltre, ha riaffermato che la spedizione di un assegno tramite posta ordinaria costituisce un concorso di colpa del mittente in caso di pagamento a un soggetto non legittimato. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce di questi principi sul pagamento assegno rubato.
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Cessione dei crediti in garanzia: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla cessione dei crediti in garanzia. In un caso complesso legato a contratti di leasing e affitto d'azienda, la Corte ha chiarito che la garanzia accessoria (la cessione dei crediti) si estingue automaticamente quando viene meno l'obbligazione principale garantita (il contratto di leasing). Di conseguenza, il cessionario non può più pretendere i pagamenti successivi alla scadenza del contratto principale, poiché il credito ritorna nella sfera giuridica del cedente. La sentenza annulla la decisione d'appello che aveva condannato un'azienda al pagamento dei canoni anche dopo la fine del rapporto garantito.
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