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Ricorso inammissibile: genericità e pena futura
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato in custodia cautelare per furto aggravato. La Corte ha stabilito che un ricorso inammissibile, a causa della sua assoluta genericità, non può essere esaminato nel merito. L'imputato non aveva specificamente contestato le motivazioni del tribunale precedente, che aveva negato la revoca della misura cautelare basandosi sulla personalità negativa dell'indagato e sul contesto dei reati, ritenendo improbabile una futura condanna mite.
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Custodia cautelare e coimputati: la Cassazione
Un imputato in custodia cautelare per associazione mafiosa ha richiesto la scarcerazione basandosi sull'esclusione di un'aggravante in un processo separato a carico dei suoi coimputati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la decisione sui coimputati, pur essendo un 'elemento nuovo', non determina un automatico effetto sulla custodia cautelare, poiché il giudice conserva piena autonomia nella valutazione delle prove.
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Restituzione nel termine: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva la restituzione nel termine per appellare una sentenza. Nonostante la comunicazione tardiva da parte del difensore d'ufficio, la Corte ha ritenuto decisiva la piena conoscenza del processo da parte dell'imputato, che aveva ricevuto la notifica del decreto di citazione a giudizio, rendendo irrilevante il ritardo nella comunicazione dell'esito finale.
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Appello penale: quando i motivi sono specifici?
La Corte di Appello aveva dichiarato inammissibile un appello penale per genericità dei motivi. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, precisando che il requisito della specificità, per gli atti depositati prima della Riforma Orlando, deve essere interpretato in modo meno rigoroso in ossequio al principio del "favor impugnationis". Sebbene abbia ritenuto fondato il motivo sull'ammissibilità, la Suprema Corte ha ricalcolato i termini di prescrizione del reato, escludendone il compimento, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello solo per la rideterminazione della pena.
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Legittimo impedimento COVID: non assoluto per processo
La Cassazione ha respinto il ricorso di un'imputata condannata per furto. Il divieto di spostamento tra regioni non è stato ritenuto un legittimo impedimento COVID assoluto, poiché i viaggi per partecipare a processi erano permessi. La Corte ha quindi confermato la condanna, rigettando anche le eccezioni sulla querela e sul concorso di persone nel reato.
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Bancarotta fraudolenta: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un amministratore condannato per bancarotta fraudolenta patrimoniale. La sentenza chiarisce la distinzione con la bancarotta semplice, sottolineando che l'onere di dimostrare la destinazione dei fondi distratti grava sull'amministratore. La Corte ha inoltre confermato la legittimità del diniego di rinnovare l'istruttoria in appello e di applicare pene sostitutive, data la gravità dei fatti e i precedenti dell'imputato.
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Inefficacia confisca: i termini perentori del rinvio
La Corte di Cassazione ha annullato una confisca di prevenzione per superamento dei termini. La sentenza chiarisce che il termine di un anno e sei mesi per la decisione in sede di rinvio decorre ex novo dal deposito della sentenza di annullamento, determinando l'inefficacia della confisca se non rispettato.
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Art. 243 bis c.c. – Disconoscimento di paternità
Art. 243 bis c.c. L’azione di disconoscimento di paternità del figlio nato nel matrimonio può essere esercitata dal marito, dalla madre e dal figlio medesimo. Chi esercita l’azione è ammesso a provare che non sussiste rapporto di filiazione tra il figlio e il presunto padre. La sola dichiarazione della madre non esclude la paternità. Capo […]
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Art. 42 bis c.c. – Trasformazione, fusione e scissione
Art. 42 bis c.c. Se non è espressamente escluso dall’atto costitutivo o dallo statuto, le associazioni riconosciute e non riconosciute e le fondazioni di cui al presente titolo possono operare reciproche trasformazioni, fusioni o scissioni. La trasformazione produce gli effetti di cui all’articolo 2498. L’organo di amministrazione deve predisporre una relazione relativa alla situazione patrimoniale […]
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Art. 733 bis c.p. – Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto –
Art. 733 bis c.p. Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all’interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione, è punito con l’arresto fino a diciotto mesi e con l’ammenda non inferiore a 3.000 euro. – –
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Art. 727 bis c.p. – Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette –
Art. 727 bis c.p. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, fuori dai casi consentiti, uccide, cattura o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta è punito con l’arresto da uno a sei mesi o con l’ammenda fino a 4.000 euro, salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile […]
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Art. 707 bis c.p. – Possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli –
Art. 707 bis c.p. É punito con l’arresto fino a due anni e con l’ammenda da euro 500 a euro 2.000 chi è colto in possesso di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli, dei quali non giustifichi l’attuale destinazione, all’interno di aree e parchi archeologici, di zone […]
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Art. 679 bis c.p. – Omissioni in materia di precursori di esplosivi –
Art. 679 bis c.p. Chiunque omette di denunciare all’Autorità il furto o la sparizione delle materie indicate come precursori di esplosivi negli Allegati I e II del Regolamento (CE) n. 98/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2013, e di miscele o sostanze che le contengono, è punito con l’arresto fino a […]
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Art. 669 bis c.p. – Esercizio molesto dell’accattonaggio –
Art. 669 bis c.p. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque esercita l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà è punito con la pena dell’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da euro 3.000 a euro 6.000. È […]
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Art. 649 bis c.p. – Casi di procedibilità d’ufficio –
Per i fatti perseguibili a querela preveduti dagli articoli 640, terzo comma, 640 ter, quarto comma, e per i fatti di cui all'articolo 646, secondo comma, o aggravati dalle circostanze di cui all'articolo 61, primo comma, numero 11, si procede d’ufficio qualora ricorrano circostanze aggravanti ad effetto speciale, diverse dalla recidiva, ovvero se la persona offesa è incapace per età o per infermità.
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Art. 648 quater c.p. – Confisca –
Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per uno dei delitti previsti dagli articoli 648 bis, 648 ter e 648 ter 1, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il prodotto o il profitto, salvo che appartengano a persone estranee al reato. In relazione ai reati di cui agli articoli 648 bis, 648 ter e 648 ter 1 il pubblico ministero può compiere, nel termine e ai fini di cui all'articolo 430 del codice di procedura penale, ogni attività di indagine che si renda necessaria circa i beni, il denaro o le altre utilità da sottoporre a confisca a norma dei commi precedenti.
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Art. 648 ter 1 c.p. – Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita –
Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.
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Art. 416 bis 1 c.p. – Circostanze aggravanti e attenuanti per reati connessi ad attività mafiose –
Per i delitti punibili con pena diversa dall'ergastolo commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416 bis ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo, la pena è aumentata da un terzo alla metà. Nei casi previsti dal terzo comma non si applicano le disposizioni di cui al primo e secondo comma.
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Art. 640 quinquies c.p. – Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica
Il soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica, il quale, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto ovvero di arrecare ad altri danno, viola gli obblighi previsti dalla legge per il rilascio di un certificato qualificato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 51 a 1.
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Art. 635 quinquies c.p. – Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità –
Se il fatto di cui all’articolo 635 quater è diretto a distruggere, danneggiare, rendere, in tutto o in parte, inservibili sistemi informatici o telematici di pubblica utilità o ad ostacolarne gravemente il funzionamento, la pena è della reclusione da uno a quattro anni. Se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema informatico o telematico di pubblica utilità ovvero se questo è reso, in tutto o in parte, inservibile, la pena è della reclusione da tre a otto anni.
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