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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Buoni postali: prevale il DM o il titolo stampato?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per i buoni postali della serie ‘Q’, emessi su vecchi moduli della serie ‘P’ dopo il D.M. 13.6.1986, si applicano i tassi di interesse previsti dal decreto ministeriale e non quelli, più favorevoli, stampati sul retro del titolo. Secondo la Corte, il decreto ha natura di norma cogente e si sostituisce automaticamente alle clausole contrattuali difformi, anche se il timbro con i nuovi tassi non copre interamente la tabella originale. L’affidamento del risparmiatore non prevale sulla normativa imperativa in vigore al momento della sottoscrizione.

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Motivazione avviso accertamento: i chiarimenti Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento milionario. La Corte ha stabilito che la motivazione avviso accertamento è valida anche se rinvia ad altri atti (motivazione per relationem), a condizione che sia già di per sé esauriente o che riporti il contenuto essenziale degli atti richiamati. Inoltre, ha confermato la piena competenza delle Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate a svolgere attività ispettive, in virtù del potere di auto-organizzazione dell’ente.

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Impugnazione revoca gratuito patrocinio: la via giusta

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce la corretta procedura per l’impugnazione della revoca del gratuito patrocinio in ambito tributario. Un ricorso diretto in Cassazione è stato dichiarato inammissibile, stabilendo che il rimedio corretto è l’opposizione davanti al giudice civile ai sensi dell’art. 170 del Testo Unico sulle spese di giustizia, e non le procedure previste per il processo penale.

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Indennità di occupazione: fino a quando è dovuta?

La Corte di Cassazione chiarisce il calcolo dell’indennità di occupazione per le procedure antecedenti al Testo Unico Espropri (d.P.R. 327/2001). Confermando un principio consolidato, ha stabilito che l’indennità è dovuta solo fino alla data di emissione del decreto di espropriazione e non fino al successivo pagamento dell’indennità di esproprio. Il ricorso dei proprietari è stato quindi rigettato, consolidando la distinzione tra il regime normativo previgente e quello attuale.

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Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?

La Corte di Cassazione dichiara estinto un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei debitori. Poiché la società creditrice non ha accettato la rinuncia, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese legali. La decisione chiarisce che l’estinzione del procedimento esclude l’applicazione del raddoppio del contributo unificato.

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Giurisdizione nomina dirigenti: quando decide il G.O.

In un caso riguardante la nomina del Direttore Generale di un ente pubblico economico, le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario del lavoro. La decisione si fonda sulla natura non concorsuale della procedura di selezione, assimilabile a una scelta di carattere imprenditoriale e privatistico, e sull’assenza di un atto di macro-organizzazione, confermando un importante principio sulla giurisdizione nomina dirigenti.

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Estinzione giudizio Cassazione: accordo tra le parti

Una controversia tra un ente ecclesiastico e un comune, giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, si è conclusa con una rinuncia congiunta al ricorso a seguito di un nuovo accordo. La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio di Cassazione, chiarendo che in questi casi non si applica il raddoppio del contributo unificato, in quanto misura sanzionatoria di stretta interpretazione limitata ai soli casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

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Nullità notifica telematica: indirizzo PEC non citato

Una società impugnava un avviso di accertamento per la tassa sui rifiuti. Nel ricorrere in Cassazione, notificava l’atto al Comune tramite PEC, omettendo però di indicare nella relata che l’indirizzo del destinatario era estratto da un pubblico elenco. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha dichiarato la nullità della notifica telematica per violazione delle norme procedurali. Tuttavia, non ritenendo la notifica inesistente, ha concesso alla società un termine perentorio per rinnovarla correttamente, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Estinzione giudizio Cassazione: le conseguenze

Un decreto della Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio tributario poiché la parte ricorrente, un’amministrazione statale, non ha dato seguito alla proposta di definizione del ricorso entro i termini previsti. Questa inattività ha portato alla condanna della stessa al pagamento delle spese processuali. Il caso evidenzia le conseguenze procedurali della mancata risposta a una proposta di definizione, portando a una automatica estinzione del giudizio in Cassazione.

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Responsabilità precontrattuale e contratto nullo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’impresa affiliata che, dopo la dichiarazione di nullità del contratto di franchising orale, tentava di far valere la responsabilità precontrattuale del franchisor. La Corte ha stabilito che la domanda, incentrata in origine sulla risoluzione per inadempimento, non poteva essere reinterpretata in sede di legittimità come una richiesta di risarcimento per comportamento scorretto durante le trattative, trattandosi di una questione nuova.

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Notifica rendita catastale: obbligo per concessionario

Una società concessionaria di aree portuali ha contestato un avviso di accertamento ICI basato su una rendita catastale non notificata. La Cassazione ha stabilito che l’obbligo di notifica rendita catastale al concessionario sussiste, ma solo se quest’ultimo risulta intestatario catastale del bene. La Corte ha rinviato il caso per questa verifica.

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Impugnazione delibera condominiale: nullità vs vizio

Un condòmino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera di approvazione del bilancio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che i vizi lamentati, come l’irregolare convocazione, configurano una mera annullabilità e non una nullità. Nell’ambito dell’opposizione a decreto ingiuntivo, l’annullabilità deve essere eccepita tramite un’apposita domanda riconvenzionale entro un termine perentorio. La corretta qualificazione del vizio è quindi cruciale per una efficace impugnazione delibera condominiale.

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Distribuzione indiretta di utili: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19397/2025, ha chiarito i criteri per identificare la distribuzione indiretta di utili nelle associazioni sportive dilettantistiche. L’Agenzia delle Entrate contestava a una società sportiva compensi e canoni di locazione ritenuti eccessivi. La Corte ha stabilito che, per verificare il superamento della soglia del 20% sui compensi, il confronto deve avvenire tra l’importo lordo corrisposto al lavoratore e quello previsto dal contratto collettivo nazionale, senza considerare il costo aziendale totale. Di conseguenza, ha cassato la sentenza di secondo grado su questo punto, rinviando la causa per una nuova valutazione.

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Cessione passività bancarie: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito subentrato nelle passività di una banca in liquidazione. La questione verteva sulla successione in un contenzioso relativo a conti correnti. La Corte ha stabilito che il ricorso era inammissibile perché non contestava adeguatamente la ‘ratio decidendi’ della Corte d’Appello, la quale aveva accertato in fatto che i rapporti non erano estinti né ‘in sofferenza’ al momento della cessione. Questa ordinanza sottolinea l’importanza di centrare l’impugnazione sui fondamenti della decisione precedente per evitare una declaratoria di inammissibilità.

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Prova di resistenza: Cassazione alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso un giudizio tributario per rimettere alle Sezioni Unite una questione cruciale: i criteri per valutare la “prova di resistenza”. Il caso riguarda la violazione del diritto al contraddittorio di un contribuente prima di un accertamento fiscale. A causa di un contrasto tra il diritto europeo e la giurisprudenza nazionale su come valutare l’impatto di tale violazione, la Corte ha ritenuto necessario l’intervento del suo massimo organo per stabilire un principio di diritto definitivo.

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Indennità ferie non godute: spetta anche per colpa?

Una dirigente pubblica, il cui incarico è stato revocato per “lesione del vincolo fiduciario”, si è vista negare in appello il pagamento delle ferie non godute. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’indennità ferie non godute spetta anche in caso di cessazione del rapporto per colpa del lavoratore. Il diritto alla monetizzazione viene meno solo se il datore di lavoro dimostra di aver formalmente invitato il dipendente a fruire delle ferie, avvisandolo della loro possibile perdita.

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Responsabilità PA dipendente: quando lo Stato risponde?

La Corte di Cassazione esclude la responsabilità PA dipendente nel caso di un duplice omicidio seguito da suicidio commesso da un agente. Si è ritenuto che l’atto fosse uno sviluppo anomalo e imprevedibile delle sue funzioni, interrompendo così il nesso di occasionalità necessaria con il servizio.

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Contraddittorio endoprocedimentale: quando è obbligatorio?

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell’obbligo del contraddittorio endoprocedimentale. Con la sentenza in esame, ha stabilito che per i tributi non armonizzati, come l’IRPEF, un accertamento fiscale basato su indagini d’ufficio (‘a tavolino’) è valido anche senza un preventivo dialogo con il contribuente, non essendo tale obbligo previsto in via generale dalla legge per queste fattispecie. La Corte ha quindi cassato la decisione di merito che aveva annullato l’atto impositivo proprio per la violazione di tale principio.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a carico di una società di trasporti. La decisione è scaturita dalla mancata richiesta di decisione sul ricorso entro il termine di quaranta giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, come previsto dalla procedura civile. Tale inerzia è stata interpretata come una rinuncia al ricorso, comportando la chiusura del caso e la condanna della società al pagamento delle spese legali.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre? Analisi

Il Tribunale di Venezia ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale di una società già in liquidazione volontaria. La decisione si basa sulla valutazione dello stato di insolvenza, che per un’impresa in liquidazione consiste nell’incapacità del patrimonio di soddisfare integralmente tutti i creditori. Il Tribunale ha ritenuto irrilevante la postergazione dei crediti dei soci e ha considerato l’incertezza sul valore reale degli attivi e il lungo tempo trascorso dall’inizio della liquidazione come prove sufficienti dell’insolvenza, aprendo così la procedura concorsuale.

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