La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25416/2024, ha rigettato il ricorso di un circolo ricreativo, confermando la natura di attività commerciale ente non profit del suo servizio di bar e ristorazione. La Corte ha stabilito che la somministrazione di alimenti e bevande a fronte di corrispettivi, specialmente se accessibile anche a non soci e a prezzi di poco inferiori a quelli di mercato, qualifica l'intera attività come commerciale ai fini fiscali (IVA e imposte sui redditi), indipendentemente dalla finalità istituzionale dell'ente. L'onere di provare l'esclusività del servizio ai soli soci ricade sull'associazione.
Continua »