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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Querela di falso: firma falsa, sentenza nulla

Un avvocato contesta una multa con una querela di falso, sostenendo che la firma sulla notifica non sia sua. La Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado, emessa da un giudice monocratico anziché collegiale, e accoglie la querela dopo che una perizia (CTU) ha confermato la falsità della firma, condannando la controparte al pagamento di tutte le spese.

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Bilanciamento circostanze: quando l'equivalenza vince

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio. La difesa lamentava un errato bilanciamento circostanze, chiedendo la prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva. La Corte ha stabilito che la decisione del giudice di merito di concedere l’equivalenza era motivata adeguatamente dalla pericolosità sociale del soggetto, desunta dai suoi numerosi precedenti penali, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. I motivi del ricorso, relativi alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto), sono stati giudicati non specifici. La Corte ha ritenuto che l’appello non muovesse una critica puntuale alle argomentazioni della sentenza impugnata, che aveva motivato la decisione sulla base della gravità del fatto e della capacità organizzativa dell’imputato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso in Cassazione: i limiti del sindacato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per falsità. La Suprema Corte ribadisce che il ricorso in cassazione non può essere utilizzato per richiedere una nuova valutazione delle prove, ma solo per contestare vizi di legittimità. Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato respinto perché la motivazione del giudice di merito è stata ritenuta logica e sufficiente.

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Cessione ramo d'azienda: i requisiti di autonomia

La Corte di Cassazione conferma la nullità di una cessione ramo d’azienda nel settore del recupero crediti. La sentenza stabilisce che, per essere valido, il trasferimento deve riguardare un’entità economica che possieda autonomia funzionale e sia preesistente alla cessione stessa. Nel caso specifico, il ramo trasferito non era in grado di operare autonomamente sul mercato senza il supporto determinante della società cedente, rendendo l’operazione illegittima e inefficace nei confronti dei lavoratori trasferiti.

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Nullità parziale fideiussione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello per violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso riguarda una richiesta di nullità parziale fideiussione relativa a una clausola derogatoria dell’art. 1957 c.c., erroneamente interpretata dai giudici di merito come una richiesta di nullità totale. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice non può decidere su una questione diversa da quella sollevata, riaffermando l’importanza di distinguere tra nullità di una singola clausola e nullità dell’intero contratto.

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Omessa pronuncia e prescrizione: la Cassazione decide

Una società contribuente ha impugnato un’intimazione di pagamento basata su vecchie cartelle esattoriali, eccependo la prescrizione del credito. La Commissione Tributaria Regionale ha respinto l’appello senza esaminare la questione della prescrizione. La Corte di Cassazione, rilevando una palese omessa pronuncia, ha annullato la sentenza e rinviato il caso al giudice d’appello per una nuova valutazione sul punto specifico della prescrizione.

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Prescrizione risarcimento reato: quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16132/2025, affronta il tema della prescrizione del risarcimento del danno derivante da reato. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento da parte dei familiari di una vittima di un’alluvione. La Corte ha stabilito che, se il danneggiato non si costituisce parte civile nel processo penale, il termine di prescrizione per l’azione civile decorre dalla data del fatto illecito e non dalla data in cui la sentenza penale diventa irrevocabile. Di conseguenza, l’azione dei danneggiati è stata dichiarata prescritta.

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Prescrizione contributi: la sospensione Covid la salva

Un ente previdenziale rischiava di perdere un credito per contributi a causa della prescrizione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la sospensione speciale introdotta per l’emergenza Covid-19 ha fermato il decorso della prescrizione contributi. La Corte ha chiarito che tale sospensione si applica ai termini sostanziali e non solo a quelli processuali, salvando di fatto il diritto dell’ente a riscuotere le somme dovute.

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Lavoro straordinario pubblico impiego: l'ok è d'obbligo

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel lavoro straordinario pubblico impiego, l’autorizzazione preventiva dell’amministrazione è un elemento costitutivo del diritto al compenso. Un dipendente di un’agenzia regionale aveva ottenuto il pagamento degli straordinari in primo e secondo grado. L’ente pubblico ha però fatto ricorso in Cassazione, sostenendo la mancanza di autorizzazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, affermando che la prova dell’autorizzazione è a carico del lavoratore e che la sua assenza può essere contestata dalla P.A. anche per la prima volta in appello, in quanto non si tratta di un’eccezione nuova ma di una difesa nel merito. La sentenza è stata cassata con rinvio.

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Legittimazione passiva appalto: a chi fare causa?

Un committente cita in giudizio un imprenditore individuale per vizi nella costruzione di una villa. La Cassazione conferma la decisione d’appello che rigetta la domanda, stabilendo che il contratto era stato stipulato con una S.r.l. e non con la persona fisica. L’ordinanza sottolinea l’importanza della corretta identificazione della parte convenuta (legittimazione passiva appalto) e i rigidi termini per la produzione delle prove, chiarendo che l’onere di provare chi sia il corretto debitore spetta a chi agisce in giudizio.

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Forza maggiore prima casa: no se è scelta economica

La Corte di Cassazione ha escluso la sussistenza della forza maggiore prima casa per un contribuente che non ha rivenduto l’immobile precedente entro un anno. Il ritardo, dovuto all’attesa del completamento di una procedura di affrancazione per ottenere un prezzo di vendita più alto, è stato qualificato come una scelta di convenienza economica e non come un’impossibilità oggettiva e assoluta, confermando così la revoca delle agevolazioni fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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Riunione dei ricorsi: efficienza processuale in Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto la riunione dei ricorsi proposti da due cittadini contro la medesima sentenza della Corte d’Appello. Avendo riscontrato che la stessa decisione era già oggetto di una precedente impugnazione, la Corte ha applicato l’articolo 335 del codice di procedura civile, unendo i due procedimenti per garantirne una trattazione congiunta e una decisione unica, in ossequio al principio di economia processuale.

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Errore dichiarazione redditi: come correggerlo in giudizio

Una società, a causa di un errore nella compilazione del modello IRAP, si è vista applicare un’aliquota maggiorata. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto del contribuente a correggere l’errore dichiarazione redditi anche in sede processuale, senza necessità di una preventiva dichiarazione integrativa, poiché la dichiarazione fiscale ha natura di dichiarazione di scienza e non di atto negoziale vincolante.

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Sanzioni civili contributi: automatiche e senza colpa

A seguito di una sospensione illegittima di una dipendente, un’azienda sanitaria era stata condannata a versare i contributi omessi. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, ha stabilito che le sanzioni civili contributi sono sempre dovute in caso di mancato pagamento. Queste sanzioni scattano automaticamente, senza che sia necessario accertare la colpa o l’intenzione evasiva del datore di lavoro, poiché la loro funzione è quella di risarcire in via predeterminata l’ente previdenziale per il danno subito.

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Firma a stampa avviso: quando è valida per l'IMU?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la firma a stampa su un avviso di accertamento emesso da un concessionario della riscossione è valida se indica il nominativo del legale rappresentante, senza necessità di un apposito provvedimento dirigenziale di delega. La Corte ha inoltre chiarito che, in caso di demolizione di un immobile, il contribuente ha l’onere di dichiarare la variazione catastale. Fino a tale dichiarazione, l’imposta resta dovuta sulla base della rendita catastale del fabbricato, non sul valore venale dell’area.

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Autorizzazione lavoro straordinario: consenso implicito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13661/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di autorizzazione lavoro straordinario. Il caso riguardava alcuni dipendenti di un museo che chiedevano il pagamento delle ore di straordinario svolte nei giorni festivi. La Corte d’Appello aveva negato il loro diritto, sostenendo la necessità di un’autorizzazione specifica e formale. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che l’autorizzazione può essere anche implicita. È sufficiente che il lavoro sia stato svolto con il consenso del datore di lavoro e non a sua insaputa o contro la sua volontà (‘non insciente o prohibente domino’). La sentenza è stata quindi cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Retribuzione perequativa: no su legge incostituzionale

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva una retribuzione perequativa. La richiesta si basava su una legge regionale poi dichiarata incostituzionale. Secondo la Corte, non può nascere un diritto da una norma incostituzionale, né si può invocare il legittimo affidamento.

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Legittimo affidamento e legge incostituzionale: il caso

Una dipendente pubblica ha richiesto un adeguamento retributivo basato su una legge regionale, successivamente dichiarata incostituzionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, negando la sussistenza di un legittimo affidamento su una norma illegittima, soprattutto in assenza di un precedente riconoscimento del diritto e a fronte di un precedente giudicato sfavorevole.

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Cessione di quote: obblighi di indennizzo e pagamento

Un venditore di partecipazioni societarie ha citato in giudizio gli acquirenti per il mancato pagamento del prezzo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del venditore, confermando che egli non poteva esigere il pagamento poiché non aveva prima adempiuto al suo obbligo contrattuale di tenere indenni gli acquirenti da debiti fiscali preesistenti della società. Il caso evidenzia l’importanza delle clausole di garanzia nella cessione di quote.

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