La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29849/2025, ha confermato la condanna per omicidio aggravato, chiarendo due principi fondamentali. In primo luogo, ha rigettato la tesi del vizio di mente, non ritenendo sufficienti gli stati emotivi o passionali non inseriti in un quadro patologico conclamato. In secondo luogo, e più significativamente, ha stabilito che l’aggravante della stabile convivenza sussiste anche quando la relazione affettiva tra le parti è terminata, purché persista la coabitazione. La Corte ha sottolineato che la legge intende tutelare la vittima proprio nella fase di maggiore vulnerabilità che coincide con la condivisione dello spazio vitale, a prescindere dal legame emotivo.
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