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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Ricorso inammissibile: quando è solo una copia

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché riproponeva le stesse argomentazioni già respinte in appello. L’imputato, condannato per spaccio di stupefacenti, contestava la valutazione delle prove (dosi e materiale di confezionamento), ma la Corte ha ritenuto le motivazioni della Corte d’Appello logiche e adeguate, confermando la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Appello generico: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia penale, definendolo un appello generico. I motivi non contestavano specificamente le prove (intercettazioni) e le valutazioni sulla personalità dell’imputato, risultando quindi non idonei a rimettere in discussione la sentenza d’appello.

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Ricorso cassazione patteggiamento: i motivi ammessi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’appello contro una sentenza di patteggiamento. L’ordinanza chiarisce che il ricorso per cassazione patteggiamento è consentito solo per i motivi tassativamente indicati dalla legge, tra cui non rientrano i generici vizi di motivazione. La decisione sottolinea il rigore introdotto dalla riforma del 2017 sui mezzi di impugnazione delle sentenze di applicazione della pena su richiesta.

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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi e confisca

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. I motivi, relativi al mancato riconoscimento di un’attenuante e alla confisca di denaro, sono stati giudicati generici e meramente ripetitivi. La Corte ha confermato la decisione precedente, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, poiché le argomentazioni non erano sufficientemente specifiche e le prove sulla legittima provenienza del denaro sequestrato erano inadeguate.

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Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla valutazione del giudice di merito, che ha legittimamente negato il beneficio basandosi sulla gravità del reato, sulla condotta ostruzionistica dell’imputato e sulla pendenza di un altro procedimento per un reato simile, ritenendo tali elementi assorbenti e decisivi.

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Spaccio di lieve entità: quando è escluso?

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento dello spaccio di lieve entità. La Corte ha confermato la decisione di merito, escludendo la lieve entità a causa dell’attività organizzata, continuativa, con vasta clientela e disponibilità costante di droga, elementi che ne dimostrano la non occasionalità.

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Ricorso inammissibile per genericità dei motivi

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile presentato da tre individui contro una sentenza della Corte d’Appello. Gli appellanti contestavano l’eccessività della pena e, per uno di loro, la mancata concessione della sospensione condizionale. La Suprema Corte ha ritenuto i motivi generici e meramente reiterativi, ribadendo che non può riesaminare la congruità della pena se non in caso di palese illogicità. La richiesta di sospensione condizionale è stata respinta perché non presentata nel precedente grado di giudizio.

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Attenuanti generiche: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata contro il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Il ricorso è stato ritenuto generico e ripetitivo. La Corte ha confermato che il diniego era legittimamente motivato dalla gravità del fatto, dall’organizzazione del trasporto di stupefacenti e dalla quantità/qualità della droga, elementi che assorbono ogni altra valutazione.

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Ricorso patteggiamento: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso patteggiamento contro una sentenza di applicazione della pena. La decisione chiarisce che l’impugnazione per erronea qualificazione giuridica del fatto è consentita solo in caso di ‘errore manifesto’, ovvero un errore palese ed indiscutibile, non ravvisabile nel caso di specie. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso tardivo: conseguenze e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. La ragione è un vizio procedurale grave: il ricorso tardivo è stato depositato oltre il termine perentorio di legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione proposto da due imputati avverso una sentenza di patteggiamento. La Corte ribadisce che l’erronea qualificazione giuridica del fatto può essere contestata solo in caso di ‘errore manifesto’ e che le pene sostitutive non sono applicabili alle sentenze emesse ex art. 444 c.p.p.

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Ricorso Cassazione Inammissibile: le regole da seguire

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili tre ricorsi. Il primo perché presentato personalmente dall’imputato, violando l’obbligo di assistenza di un avvocato specializzato. Gli altri due perché, in un caso di patteggiamento, sollevavano motivi non permessi dalla legge. La decisione ribadisce il rigore formale del ricorso per cassazione inammissibile, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Concordato in appello: limiti al ricorso Cassazione

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce l’inammissibilità del ricorso avverso una sentenza emessa a seguito di ‘concordato in appello’ (art. 599-bis c.p.p.). La Corte ha stabilito che l’accordo sulla pena implica la rinuncia ai motivi di merito, precludendo la possibilità di sollevare in sede di legittimità questioni relative al vizio di motivazione o alla sussistenza del reato. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna dei ricorrenti alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile: genericità e onere del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in materia di stupefacenti, confermando la condanna di un imputato che fungeva da vedetta. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, considerati una mera riproposizione di censure già respinte. La Corte ribadisce che, per negare le attenuanti generiche, il giudice può basarsi solo sugli elementi ritenuti decisivi, come la gravità del fatto e la condotta successiva al reato.

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Destinazione droga: indizi e prova per la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia di stupefacenti, confermando che la destinazione droga allo spaccio può essere provata attraverso una serie di indizi. Tra questi, il numero di dosi, le diverse qualità di sostanze e le modalità di confezionamento sono elementi chiave che, valutati insieme, superano la mera dichiarazione di uso personale. La Corte ha inoltre ritenuto legittimo il diniego della messa alla prova a causa del concreto pericolo di recidiva desunto dai precedenti dell’imputato.

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Spaccio di droga: quando il ricorso è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per spaccio di droga. L’inammissibilità è stata motivata dalla genericità dei motivi, che si limitavano a ripetere argomentazioni già respinte. La condanna è stata confermata sulla base di una ricostruzione coerente dei fatti, supportata da prove quali il confezionamento separato delle dosi, il ritrovamento di un bilancino e di un quantitativo ritenuto incompatibile con il solo uso personale, elementi che indicavano chiaramente la destinazione alla cessione.

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Condotta abituale: no alla non punibilità per evasione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per evasione. La richiesta di applicare la non punibilità per tenuità del fatto viene respinta a causa della condotta abituale dell’imputato, desunta dai suoi precedenti penali specifici, che prevale sulla minima distanza dell’allontanamento.

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Oltraggio e resistenza: ricorso generico è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due cittadini condannati per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e ripetitivi di argomentazioni già respinte in appello. La Corte ha inoltre confermato la legittimità costituzionale della pena per il reato di oltraggio, allineandola a quella della resistenza, in quanto entrambi i reati ledono il buon andamento della pubblica amministrazione.

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Inammissibilità ricorso evasione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per evasione dalla detenzione domiciliare. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e meramente ripetitivi di censure già respinte. La Suprema Corte ha confermato che la condotta integrava una violazione delle prescrizioni della detenzione domiciliare e non un semplice mancato rientro da permesso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile per genericità: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da tre individui contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. I motivi, incentrati sull’inutilizzabilità delle intercettazioni, la responsabilità penale e il diniego di attenuanti, sono stati ritenuti generici e meramente ripetitivi di censure già respinte. La decisione sottolinea come un ricorso inammissibile comporti la conferma della condanna e l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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