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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Concorso in spaccio: la Cassazione chiarisce i ruoli
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso complesso di traffico di stupefacenti, analizzando le diverse posizioni di tre imputati. La sentenza chiarisce i criteri per determinare il concorso in spaccio, rigettando le difese basate su un presunto ruolo marginale. Per una ricorrente, la Corte annulla con rinvio la decisione sulle attenuanti generiche, valorizzando il tempo trascorso dai fatti. Per gli altri due, i ricorsi sono rigettati, confermando le condanne per la detenzione di un ingente quantitativo di droga e per episodi di spaccio continuato.
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Autorizzazione antisismica: quando è obbligatoria?
La Corte di Cassazione conferma la condanna per lavori edili in zona sismica eseguiti senza la prescritta autorizzazione antisismica. Il ricorso degli imputati, basato su una presunta irrilevanza sismica delle opere, è stato dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, poiché non hanno fornito prova della corrispondenza tra i lavori progettati e quelli effettivamente realizzati. La sentenza ribadisce la necessità di una specifica e preventiva autorizzazione per qualsiasi intervento in area sismica.
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Droga parlata: Cassazione su intercettazioni e reato
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per reati legati agli stupefacenti. La sentenza ribadisce la validità delle condanne basate sul principio della "droga parlata", ovvero su prove derivanti da intercettazioni anche in assenza di sequestro della sostanza. Inoltre, la Corte ha precisato la distinzione tra la mera connivenza non punibile e il concorso attivo nel reato, che può consistere anche nel fornire suggerimenti sulla qualità dello stupefacente ai compratori.
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Rinvio a nuovo ruolo: che succede se il giudice è assente?
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di una causa a causa dell'imprevisto e improvviso impedimento del giudice relatore. La Corte ha constatato l'impossibilità di una sostituzione immediata e ha rinviato il caso a una data futura, disponendo l'integrazione del collegio giudicante.
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Esdebitazione: patteggiamento impedisce il perdono?
Un socio illimitatamente responsabile di una società fallita si è visto negare l'esdebitazione a causa di una precedente condanna penale tramite patteggiamento. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di grande importanza giuridica, rinviando il caso a pubblica udienza per decidere se l'estinzione del reato post-patteggiamento equivalga alla riabilitazione richiesta dalla legge fallimentare per concedere il beneficio.
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Rinvio udienza Cassazione: le regole del processo
Un'ordinanza della Corte di Cassazione illustra il processo di rinvio udienza Cassazione a causa dell'improvviso impedimento del giudice relatore. La Suprema Corte, dopo aver integrato il collegio, ha disposto la posticipazione della causa a una nuova udienza, riservandosi 60 giorni per il deposito del provvedimento. Il caso verteva su un ricorso contro una sentenza di una Corte d'Appello territoriale.
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Rinvio a nuovo ruolo: impedimento del relatore
La Corte di Cassazione, a causa dell'assenza improvvisa e imprevedibile del giudice relatore, ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di una causa tra due cittadini e una compagnia assicurativa. La decisione, di natura puramente procedurale, è stata presa per garantire la corretta composizione del collegio giudicante e la prosecuzione del giudizio in una data futura, previa integrazione del collegio stesso.
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Rinvio a nuovo ruolo: cosa succede se manca il giudice
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di una causa a seguito dell'improvviso e imprevedibile impedimento del giudice relatore. L'ordinanza interlocutoria spiega che tale assenza, verificatasi poco prima dell'udienza, non ha consentito la riassegnazione del fascicolo, rendendo necessario posticipare la trattazione per integrare il collegio giudicante. La decisione evidenzia un meccanismo procedurale per gestire imprevisti che garantisce la corretta composizione dell'organo giudicante.
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Rinvio udienza Cassazione: impedimento del relatore
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio di un'udienza in una causa tra una società di commercio veicoli e una compagnia assicurativa. La decisione, formalizzata con un'ordinanza interlocutoria, è stata presa a causa dell'impedimento improvviso e imprevedibile del giudice relatore, che ha reso impossibile la trattazione del caso nella data prevista. Di conseguenza, la Corte ha disposto il rinvio udienza Cassazione a nuovo ruolo, previa integrazione del collegio giudicante.
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Motivazione apparente: sentenza nulla se incomprensibile
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente. La decisione di appello si era limitata a rinviare a un'altra sentenza emessa nei confronti della società, senza esporre un iter logico-giuridico comprensibile per giustificare il rigetto dell'appello dell'Agenzia delle Entrate. Questo vizio, che impedisce di comprendere il fondamento della decisione, determina la nullità della sentenza per error in procedendo.
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Deduzione spese pubblicitarie: il Fisco e il bilancio
Una società di calzature ammortizza le spese pubblicitarie in 10 anni a bilancio ma le deduce in 5 anni ai fini fiscali. L'Agenzia delle Entrate contesta la divergenza. La Corte di Cassazione conferma la legittimità dell'operato della società, stabilendo che la norma fiscale speciale sulla deduzione spese pubblicitarie permetteva questa scelta, anche se in contrasto con il principio di previa imputazione a conto economico. La sentenza chiarisce i limiti del disallineamento tra bilancio e dichiarazione fiscale per le norme vigenti all'epoca.
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Diritto di ripetizione Stato: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'intervento dello Stato a copertura delle garanzie prestate dai soci di una cooperativa agricola insolvente non estingue il diritto di ripetizione dello Stato nei confronti del socio che abbia contribuito al dissesto. La sentenza di patteggiamento del socio per reati fallimentari è considerata prova sufficiente della sua 'immeritevolezza' a beneficiare della liberazione incondizionata dal debito, legittimando l'azione di recupero delle somme da parte dell'Amministrazione.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Una società aveva impugnato un avviso di accertamento per costi ritenuti non deducibili. Durante il giudizio in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. La Corte Suprema, verificata la regolarità della procedura e dei pagamenti, ha dichiarato l'estinzione del processo per cessazione della materia del contendere.
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Garanzie soci cooperative: il regresso dello Stato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25344/2024, ha chiarito che lo Stato può esercitare il diritto di regresso nei confronti dei soci garanti di una cooperativa agricola insolvente, qualora questi abbiano contribuito al dissesto. La richiesta di accollo delle garanzie soci cooperative da parte dello Stato non preclude a quest'ultimo di agire per la ripetizione delle somme versate nei confronti dei soci ritenuti responsabili dell'insolvenza.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della società appellante, accettata dalla controparte. La decisione si fonda sull'accordo tra le parti, che preclude una condanna alle spese legali, come previsto dal codice di procedura civile.
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Factoring e concordato: a chi spetta il credito?
Una società di factoring agisce per il pagamento di crediti ceduti da un'azienda poi ammessa a concordato preventivo. Le corti di merito ritengono la domanda inammissibile, in quanto doveva essere proposta nelle forme del procedimento concorsuale. La Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria sul tema del factoring e concordato, rinvia la decisione alla Prima Sezione Civile, competente per materia, per risolvere la complessa questione sulla tutela dei diritti del terzo cessionario.
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Plusvalenza cessione fabbricato: no tasse se da demolire
L'Agenzia delle Entrate aveva tassato la plusvalenza derivante dalla vendita di un fabbricato destinato alla demolizione, considerandola come cessione di area edificabile. La Corte di Cassazione ha annullato la pretesa fiscale, stabilendo che la vendita di un immobile, anche se destinato alla demolizione, resta una cessione di un fabbricato e non di un terreno. Pertanto, la plusvalenza cessione fabbricato non rientra nell'ipotesi tassabile prevista dall'art. 67 del TUIR per i terreni.
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Garanzia fideiussoria: cosa succede se rinunci al bando
Una società energetica, dopo aver ottenuto un contributo pubblico e prestato una garanzia fideiussoria, rinunciava al finanziamento. L'ente pubblico pretendeva di mantenere attiva la garanzia, ma la Corte d'Appello, riformando la decisione di primo grado, ha stabilito l'estinzione della garanzia stessa in virtù del principio di accessorietà, ritenendo che la garanzia non possa sopravvivere all'obbligazione principale (l'erogazione del contributo) che era venuta meno con la rinuncia. La Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi sulla questione, ma ha rinviato la causa a nuovo ruolo per un vizio di notifica.
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Noleggio a non domino: contratto valido anche se scade?
La Corte di Cassazione chiarisce che un contratto di noleggio stipulato da chi non è proprietario del bene (noleggio a non domino) non si estingue automaticamente se il diritto del noleggiante viene meno, ad esempio per la scadenza del contratto di leasing originario. Il contratto rimane valido tra le parti e l'utilizzatore finale è tenuto a pagare i canoni, a meno che non subisca un'effettiva turbativa da parte del proprietario.
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Imposta sostitutiva fideiussioni: no al registro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25338/2024, ha stabilito che le garanzie fideiussorie collegate a finanziamenti a medio-lungo termine, già assoggettate a imposta sostitutiva, non devono pagare nuovamente l'imposta di registro qualora vengano menzionate (enunciate) in un successivo atto giudiziario. La Corte ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, affermando il principio secondo cui un atto che ha già scontato un'imposizione fiscale completa, come quella prevista per l'imposta sostitutiva fideiussioni, non può essere tassato una seconda volta per il solo fatto della sua menzione in un altro documento.
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