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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Termine impugnazione giorno festivo: guida al calcolo
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34995/2024, ha chiarito le modalità di calcolo del termine per l'impugnazione quando il precedente termine per il deposito della motivazione scade in un giorno festivo. La Corte ha stabilito che la proroga di diritto al primo giorno non festivo si applica anche alla decorrenza del termine successivo per impugnare, annullando una declaratoria di inammissibilità e affermando la tempestività dell'appello. La questione centrale è il corretto calcolo del termine impugnazione giorno festivo.
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Gravi indizi di colpevolezza: cosa basta per il carcere?
Un imprenditore, gravemente indiziato di essere a capo di un'associazione per il narcotraffico, ricorre contro la custodia in carcere. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che per le misure cautelari non serve la prova piena della colpevolezza, ma sono sufficienti gravi indizi di colpevolezza basati su elementi logici e coerenti che delineano una qualificata probabilità di responsabilità, la cui valutazione spetta al giudice di merito e non è rivedibile in sede di legittimità se non per vizi logici manifesti.
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Inammissibilità del ricorso: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso presentato da diversi imputati condannati per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. La sentenza evidenzia come vizi procedurali, quali la tardiva richiesta di continuazione tra reati o l'impugnazione di pene concordate in appello, rendano l'impugnazione non esaminabile nel merito, confermando le condanne.
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Omesso versamento ritenute: la prescrizione parziale
La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per omesso versamento ritenute previdenziali, dichiarando la prescrizione per le condotte più risalenti. Ha confermato, tuttavia, la responsabilità per le omissioni successive, chiarendo che i modelli DM10 costituiscono piena prova del pagamento degli stipendi e che le omissioni ripetute configurano un 'comportamento abituale' che esclude la non punibilità per particolare tenuità del fatto.
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Prescrizione reati tributari: calcolo e recidiva
La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi, stabilendo l'avvenuta prescrizione dei reati tributari. La sentenza chiarisce le modalità di calcolo del termine di prescrizione in presenza di recidiva e periodi di sospensione del processo, confermando che l'aumento per la recidiva si applica sulla pena massima prevista per il reato e non sul termine base di prescrizione.
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Responsabilità commercialista: prova dell’informativa
Un liquidatore ha citato in giudizio il commercialista della società per negligenza professionale, accusandolo di non averlo informato di una sentenza sfavorevole e della possibilità di appello. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la prova dell'adempimento dell'obbligo informativo può essere fornita anche tramite una mail semplice, se corroborata da altri elementi come una ricevuta firmata dal cliente. La Corte ha chiarito che spetta a chi lo denuncia provare il riempimento abusivo di un foglio firmato in bianco, confermando la piena responsabilità del professionista.
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Risoluzione del contratto: effetti irrevocabili
Una società di leasing risolve un contratto per il furto del veicolo. Dopo il ritrovamento del bene, tenta di annullare la prima risoluzione per attivarne una seconda per inadempimento. La Corte di Cassazione stabilisce l'irrevocabilità degli effetti della prima risoluzione del contratto, accogliendo il ricorso dell'utilizzatore e affermando che una volta terminato, il contratto non può essere unilateralmente riattivato.
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Estinzione del processo: rinuncia e accordo tra parti
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti della rinuncia al ricorso accettata dalla controparte. Un tour operator italiano aveva citato in giudizio un fornitore di servizi estero per essere manlevato dalle richieste di risarcimento a seguito di un incidente. Dopo due gradi di giudizio che avevano negato la giurisdizione italiana, le parti hanno raggiunto un accordo. La Suprema Corte, prendendo atto della volontà delle parti, ha dichiarato l'estinzione del processo, senza pronunciarsi nel merito della complessa questione di giurisdizione internazionale.
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Ricorso inammissibile: quando l’appello è nullo
Una società propone ricorso in Cassazione contro una decisione d'appello relativa a un'opposizione all'esecuzione. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile per violazione del principio di autosufficienza, in quanto l'atto non esponeva in modo chiaro e completo i fatti di causa, omettendo in particolare di identificare il terzo pignorato, figura ritenuta litisconsorte necessario nel procedimento.
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Ricorso inammissibile: leasing e motivi di appello
Un imprenditore ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Corte d'Appello relativa a contratti di leasing. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su vizi procedurali, in particolare sulla mancata impugnazione di tutte le autonome ragioni giuridiche (rationes decidendi) della sentenza di secondo grado e sulla violazione del principio di autosufficienza del ricorso.
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Responsabilità curatore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una richiesta di risarcimento per responsabilità del curatore fallimentare, accusato di non aver eccepito la decadenza di un credito erariale. L'ordinanza ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'ex fallita, confermando la decisione d'appello. La Corte ha sottolineato la formazione di un giudicato interno sulla questione della prescrizione, non appellata in precedenza, e ha ribadito i limiti della regola della non contestazione, specificando che l'onere di provare l'ignoranza di un fatto ricade sulla parte che la allega. Di conseguenza, la responsabilità del curatore fallimentare è stata esclusa.
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Errore di fatto: quando la Cassazione non può rivedere
La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto. La Corte ha chiarito che non vi è errore di fatto quando la questione, pur supportata da nuove prove come una CTU, è già stata decisa con valore di giudicato in una precedente pronuncia. L'errore lamentato era in realtà un'errata valutazione giuridica, non una svista percettiva, e la Corte era vincolata dalla precedente decisione sulla natura conformativa del vincolo urbanistico.
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Condizione sospensiva: testamento valido se impossibile?
Un testatore nomina eredi i nipoti a condizione che lo assistano, ma poi rifiuta il loro aiuto, rendendo la condizione impossibile. La Corte di Cassazione stabilisce che la disposizione testamentaria resta valida. Se il testatore stesso impedisce l'avveramento di una condizione sospensiva ma non revoca la nomina a erede, la volontà di istituire l'erede prevale in base al principio del 'favor testamenti', e la condizione si considera come non apposta.
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Perdita di chance nel pubblico: quando è risarcibile?
Un dirigente pubblico ha citato in giudizio l'Amministrazione per demansionamento e perdita di chance a seguito di una riorganizzazione interna. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, sottolineando che la domanda per perdita di chance deve essere specifica e non un generico lamento. Inoltre, ha ribadito l'assenza di un diritto all'assegnazione di un incarico dirigenziale specifico, data la fungibilità normativa di tali ruoli, e ha chiarito l'autonomia dell'Avvocatura dello Stato nel decidere se impugnare o meno una sentenza.
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Giudicato interno: appello limitato e conseguenze
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente regionale contro un lavoratore, stabilendo un importante principio sul giudicato interno. L'ente aveva appellato una sentenza contestando solo le modalità di calcolo di un'indennità, senza mettere in discussione l'applicabilità del contratto collettivo che la prevedeva. Secondo la Corte, questa scelta ha consolidato il diritto del lavoratore all'indennità, creando un giudicato interno che non può essere riesaminato nelle fasi successive del giudizio.
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Credito verso fallimento: inammissibile l’azione civile
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una creditrice che aveva avviato un'azione civile ordinaria per un credito verso fallimento. La Corte ribadisce che ogni pretesa creditoria deve essere accertata esclusivamente all'interno della procedura fallimentare per rispettare la par condicio creditorum, rendendo improponibile la domanda in sede diversa.
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Vincolo conformativo: quando incide sull’indennizzo
Alcuni proprietari si sono opposti all'indennizzo di esproprio per un terreno destinato alla costruzione di una strada, contestando la validità dei vincoli urbanistici che ne riducevano il valore. La Corte di Cassazione ha chiarito la distinzione fondamentale tra un **vincolo conformativo**, che rappresenta una regola generale di zonizzazione e incide legittimamente sull'indennizzo, e un vincolo preordinato all'esproprio, che non deve essere considerato nel calcolo. La Corte ha inoltre accolto il ricorso su un punto procedurale, stabilendo che le contestazioni alla perizia tecnica erano state erroneamente ritenute tardive, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Competenza nullità fideiussione: decide Roma
L'ordinanza stabilisce la competenza per nullità fideiussione basata su intese anticoncorrenziali. Quando la nullità è richiesta con una domanda autonoma (azione) e non come semplice difesa, la competenza spetta alla sezione specializzata in materia di impresa. In questo caso, la Corte di Cassazione ha individuato il Tribunale di Roma come foro competente, seguendo le specifiche norme territoriali per le controversie antitrust.
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Indennità di esproprio: quando si può chiedere?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni proprietari terrieri che chiedevano l'indennità di esproprio per un loro fondo. Il terreno era stato incluso in un piano di lottizzazione con un vincolo preordinato all'esproprio, ma l'amministrazione non aveva mai emesso il decreto né occupato l'area. La Corte ha stabilito che la richiesta di indennità è prematura in assenza di un formale decreto di esproprio. Ha inoltre escluso l'applicabilità dell'istituto dell'acquisizione sanante, poiché mancano i presupposti dell'occupazione illecita e del successivo provvedimento amministrativo.
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Indennizzo durata irragionevole: la Cassazione rinvia
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione sul calcolo dell'indennizzo per durata irragionevole del processo fallimentare. Il caso riguarda ex dipendenti di una società fallita che hanno ricevuto un pagamento parziale dal Fondo di Garanzia INPS. La Corte ha riscontrato un contrasto giurisprudenziale sulla questione e ha deciso di attendere una pronuncia a sezioni unite per stabilire un principio di diritto uniforme.
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