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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Indennità di occupazione: l’inerzia non esclude il debito
La Corte di Cassazione ha stabilito che la prolungata inerzia di un custode giudiziario nel richiedere il pagamento di un'indennità di occupazione non estingue il diritto a riceverla. Un individuo che occupava un immobile pignorato è stato condannato al pagamento, nonostante la tolleranza iniziale del custode. La Corte ha chiarito che il semplice ritardo nell'esercitare un diritto non equivale a una rinuncia né costituisce un concorso di colpa. Tutte le eccezioni procedurali del ricorrente, incluse quelle sulla nullità della perizia e sulla compensazione, sono state respinte perché non correttamente riproposte nel corso del giudizio di primo grado.
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Opposizione all’esecuzione: chi citare in giudizio?
Una società ha proposto opposizione a due cartelle di pagamento per canoni demaniali, citando in giudizio il Comune creditore. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'azione inammissibile, stabilendo che in una opposizione all'esecuzione l'unico soggetto da citare è l'agente della riscossione, in quanto titolare esclusivo dell'azione esecutiva. La sentenza impugnata è stata cassata senza rinvio perché la domanda, essendo stata proposta contro un soggetto privo di legittimazione passiva, non poteva essere accolta.
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Aiuti di Stato: no rimborso IVA per sisma Sicilia
Una società di costruzioni aveva richiesto il rimborso del 90% delle imposte dirette e dell'IVA versate a seguito del sisma in Sicilia del 1990. La Corte di Cassazione ha negato il rimborso dell'IVA e condizionato quello per le imposte dirette, qualificando l'agevolazione come Aiuto di Stato. La Corte ha stabilito che tali benefici devono rispettare la normativa europea, in particolare il regime "de minimis", e ha ribadito che l'onere della prova spetta all'impresa che richiede l'agevolazione. Il rimborso IVA è stato escluso per violazione del principio di neutralità fiscale.
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Usucapione servitù di passaggio: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante l'usucapione servitù di passaggio. La decisione conferma le sentenze di merito che avevano riconosciuto il diritto di passaggio a favore di una proprietà, basandosi sulla visibilità e permanenza di un sentiero. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma solo le violazioni di legge, soprattutto in caso di "doppia conforme" (decisioni uguali nei primi due gradi di giudizio).
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Obbligo solidale avvocato: rinuncia atti è transazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25271/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di compensi professionali. Due legali, dopo che i loro clienti avevano rinunciato a un'azione legale, si sono visti negare il pagamento in solido da tutte le parti coinvolte. La Suprema Corte ha chiarito che l'obbligo solidale al pagamento delle spese legali scatta non solo in caso di transazione formale, but also when a lawsuit is terminated by a mutually accepted withdrawal of the action (rinuncia agli atti). This broad interpretation aims to protect lawyers from collusive agreements between parties designed to avoid paying legal fees.
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Utili extracontabili: l’esito del ricorso societario
Una socia di una s.r.l. era stata oggetto di un accertamento per utili extracontabili, divenuto definitivo. Tuttavia, l'accertamento presupposto a carico della società è stato parzialmente annullato in un separato giudizio. La Cassazione ha stabilito che l'esito favorevole del giudizio della società ha un 'effetto riflesso' sulla posizione del socio, anche se il suo accertamento è definitivo. Di conseguenza, la pretesa fiscale verso il socio deve essere ridotta in conformità con la decisione riguardante la società, poiché viene meno il presupposto logico-giuridico dell'imposizione.
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Onere della prova: come provare una consegna senza DDT?
Una società fornitrice ottiene un decreto ingiuntivo contro una ditta individuale per il mancato pagamento di una fornitura di abbigliamento. La ditta acquirente si oppone, negando di aver mai ricevuto la merce e sottolineando l'assenza di un Documento di Trasporto (DDT). La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, rigetta il ricorso. Viene stabilito che l'onere della prova della consegna può essere assolto anche tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, come testimonianze e prassi commerciali consolidate tra le parti, superando così la mancanza del DDT.
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Intervento tardivo: la Cassazione sui titoli esecutivi
La Corte di Cassazione chiarisce che un secondo intervento in una procedura esecutiva, basato su una sentenza definitiva per un credito maggiore, non può essere considerato un'integrazione di un precedente intervento tempestivo basato su una condanna provvisionale. Si tratta di un nuovo atto, la cui tempestività va valutata autonomamente. Pertanto, se depositato oltre i termini, si qualifica come intervento tardivo, con conseguente collocazione chirografaria postergata nella distribuzione delle somme.
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Responsabilità amministratore: la Cassazione decide
Una società fa causa a un suo amministratore per non aver messo a reddito gli immobili sociali. La Cassazione chiarisce la responsabilità amministratore, affermando che l'inerzia gestionale non è coperta dalla business judgment rule e va provata. La sentenza d'appello è annullata con rinvio.
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Ricorso per cassazione: l’onere del deposito
A seguito di un incidente sciistico, una società di gestione impianti è stata condannata in Appello a risarcire i danni a uno sciatore. La società ha presentato ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte lo ha dichiarato improcedibile. La ragione risiede in un vizio puramente procedurale: la mancata produzione della relata di notifica della sentenza impugnata, documento essenziale per verificare la tempestività del ricorso stesso. La Corte ha ribadito la rigidità di tale onere, sottolineando l'auto-responsabilità della parte ricorrente nel rispettare le scadenze e le formalità processuali.
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Prova presuntiva: quando il ricorso è inammissibile
Una società si è vista revocare un contributo pubblico a causa di fatture false. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il suo ricorso, chiarendo che criticare la valutazione della prova presuntiva basata sulla falsità dei bonifici costituisce un tentativo di riesaminare il merito della causa, compito precluso al giudice di legittimità.
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Contratto pubblica amministrazione: la forma scritta
Una società di trasporti ha fornito un servizio di scuolabus a un Comune senza un contratto scritto formale, ma in base a una proroga di fatto. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25256/2024, ha respinto il ricorso della società per il pagamento. La Corte ha ribadito che un contratto con la pubblica amministrazione richiede la forma scritta per la sua validità (ad substantiam). Ha inoltre negato il diritto a un indennizzo per arricchimento ingiustificato, specificando che l'azione va intentata contro il funzionario che ha autorizzato la spesa senza contratto, non contro l'ente pubblico.
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Procura Speciale: i requisiti per la Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un'istanza di revocazione contro una precedente ordinanza che aveva rigettato un ricorso per difetto di una valida procura speciale. La Corte chiarisce che la valutazione sulla mancanza di congiunzione materiale tra la procura e il ricorso, e sull'assenza di prova della sua anteriorità rispetto alla notifica, costituisce un errore di giudizio e non un errore percettivo di fatto, non consentendo quindi il rimedio della revocazione.
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Dichiarazioni spontanee: quando sono utilizzabili?
Un uomo, sottoposto a misura cautelare per detenzione di armi clandestine, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo principi fondamentali sull'utilizzabilità delle dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria. La sentenza chiarisce che tali dichiarazioni sono valide nella fase cautelare, a patto che non sia contestata la loro spontaneità. Inoltre, la Corte ha ribadito che il pericolo di recidiva può essere desunto dalla gravità dei fatti attuali, anche in presenza di precedenti penali molto datati.
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Regime 41-bis: proroga legittima senza nuove prove
La Corte di Cassazione ha confermato la proroga del regime 41-bis per un detenuto con un ruolo di vertice in un'organizzazione criminale. La decisione si fonda sulla persistente operatività del clan e sulla capacità del soggetto di mantenere collegamenti, anche in assenza di nuove incriminazioni a suo carico e dopo un lungo periodo di detenzione. La Corte ha ribadito che per la proroga è sufficiente una valutazione prognostica di tale capacità, non la prova di contatti attuali.
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Giudizio di rinvio: limiti all’impugnazione
Un imputato, dopo un annullamento con rinvio limitato alla recidiva, ha riproposto un ricorso per cassazione basato sulla responsabilità. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che nel giudizio di rinvio non si possono ridiscutere punti già definiti dalla Cassazione. L'imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
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Ricorso inammissibile: no a nuova valutazione dei fatti
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per associazione di tipo mafioso ed estorsione. La sentenza ribadisce che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per una nuova valutazione dei fatti, ma deve limitarsi a censure di legittimità. Il ricorso inammissibile è la conseguenza di richieste che mirano a una rivalutazione delle prove già esaminate dai giudici di merito.
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Frode in commercio: limiti del ricorso per cassazione
Un imprenditore agricolo condannato per frode in commercio per aver alimentato suini, destinati alla produzione di un noto prosciutto DOP, con mangimi non conformi al disciplinare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo la natura pubblica del bene tutelato dalla frode in commercio e chiarendo i rigorosi limiti per denunciare il vizio di travisamento della prova, soprattutto in caso di doppia conforme.
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Ricusazione giudice: nullità se la composizione è ignota
La Corte di Cassazione ha annullato un decreto del Tribunale in materia fallimentare, stabilendo un principio fondamentale sulla ricusazione del giudice. Il caso riguardava un professionista il cui credito era stato escluso dallo stato passivo. Il giudice che aveva deciso l'esclusione ha poi fatto parte del collegio giudicante sull'opposizione. Poiché la parte non era stata messa in condizione di conoscere la composizione del collegio in tempo utile, non ha potuto esercitare il diritto di ricusazione del giudice. La Corte ha stabilito che tale vizio procedurale impedisce l'esercizio di un diritto fondamentale e determina la nullità della decisione.
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Amministratore di fatto: la responsabilità per bancarotta
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati per reati di bancarotta. La sentenza conferma che la qualifica di amministratore di fatto si basa su indici concreti di gestione, come impartire direttive e gestire la contabilità, rendendo il soggetto responsabile penalmente. Viene inoltre ribadito che i reati di bancarotta sono configurabili anche se la società è ammessa al concordato preventivo e non formalmente fallita.
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