La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2831 del 2025, si è pronunciata su diversi ricorsi relativi a reati di estorsione, usura e intestazione fittizia di beni, tutti caratterizzati dall’aggravante mafiosa. La Corte ha confermato quasi tutte le condanne, rigettando le eccezioni procedurali e ribadendo che la notorietà e la forza intimidatrice di un clan criminale sono sufficienti a integrare il ‘metodo mafioso’, anche senza minacce esplicite. Ha inoltre precisato che nascondere beni per eludere misure di prevenzione costituisce agevolazione all’associazione. Ha però annullato senza rinvio la condanna di un’imputata, distinguendo tra la mera connivenza, penalmente irrilevante, e un contributo causale attivo al reato, che non era stato dimostrato.
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