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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Cessazione materia del contendere: accordo tra le parti
Una società energetica aveva impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d'Appello in una controversia di lavoro contro alcuni suoi ex dipendenti. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, risolvendo la lite. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, ponendo fine al processo e compensando le spese legali.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
Una società appaltante ha proposto un regolamento di competenza contro una decisione della Corte d'Appello che, in un giudizio di opposizione all'esecuzione, aveva confermato la validità di un lodo arbitrale a favore della società appaltatrice. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che il regolamento di competenza non può essere utilizzato per sollevare questioni di merito relative all'interpretazione del titolo esecutivo, ma solo per contestare la giurisdizione del giudice.
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Revocazione sentenza Cassazione: i limiti del ricorso
Una società chiede la revocazione di una sentenza della Corte di Cassazione sulla titolarità di un marchio, lamentando un contrasto con una precedente decisione passata in giudicato. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo i rigidi presupposti per la revocazione sentenza Cassazione di mera legittimità, che escludono il contrasto tra giudicati.
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Risarcimento del danno: datore non paga per ritardo pensione
Un lavoratore, collocato a riposo per legge, ha ricevuto la pensione con cinque mesi di ritardo e ha chiesto il risarcimento del danno al datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità dell'azienda, stabilendo che il ritardo era imputabile esclusivamente alla tardiva presentazione della domanda di pensione da parte del lavoratore. Manca quindi il nesso causale tra la condotta del datore e il danno subito, rendendo non dovuto alcun risarcimento del danno.
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Contratto a progetto: sanzioni per finta autonomia
La Corte di Cassazione ha confermato le sanzioni amministrative a carico di un'azienda per violazione degli obblighi di comunicazione. L'azienda aveva assunto 19 lavoratori con contratti a progetto, i quali sono stati successivamente riqualificati come rapporti di lavoro subordinato. Secondo la Corte, la comunicazione di un tipo di contratto fittizio non adempie all'obbligo di legge, poiché non fornisce alle autorità informazioni veritiere e complete, necessarie per il monitoraggio del mercato del lavoro. La sentenza ribadisce che un contratto a progetto, per essere valido, deve riferirsi a un'attività specifica e distinguibile dall'ordinaria operatività aziendale.
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Indennità mansioni superiori: conta il fatto, non la forma
Un lavoratore del settore trasporti, pur ottenendo il riconoscimento giudiziale dell'inquadramento superiore a "quadro", si vedeva negata la relativa indennità per mancanza di nomina formale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che l'accertamento giudiziale dello svolgimento di fatto delle mansioni è sufficiente per il diritto all'indennità mansioni superiori, facendo prevalere la sostanza sulla forma.
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Incompetenza per materia: i termini per rilevarla
Una società contesta la decisione di un Tribunale che si dichiara incompetente in una causa per il pagamento di un'indennità di esproprio. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, affermando che l'incompetenza per materia deve essere rilevata dal giudice non oltre la prima udienza di trattazione, come previsto dall'art. 38 c.p.c. Un rilievo tardivo, avvenuto in sentenza, è illegittimo e la competenza del giudice adito si consolida.
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Obbligazione facoltativa: la Cassazione chiarisce
Una società aveva ricevuto un finanziamento con la possibilità di rimborsarlo in denaro o, in alternativa, tramite la fornitura di merci a prezzi scontati. La Corte di Cassazione ha stabilito che si trattava di un'obbligazione facoltativa, in cui la prestazione principale era la restituzione del denaro. La possibilità di pagare in natura era solo una facoltà del debitore e, pertanto, il presunto vantaggio usurario derivante dai prezzi scontati è stato ritenuto irrilevante ai fini della valutazione dell'usura sul contratto di mutuo principale. Il ricorso è stato respinto.
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Notifica telematica PA: l’indirizzo deve essere valido
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica telematica a una Pubblica Amministrazione (PA) è nulla se effettuata a un indirizzo PEC estratto da un elenco pubblico (IndicePA) non più valido secondo la legge in vigore al momento della notifica. Questa nullità impedisce il decorso del termine breve per impugnare. La Corte ha chiarito che l'eventuale inadempienza della PA nel comunicare il proprio domicilio digitale ufficiale non sana il vizio, poiché la legge prevede una procedura alternativa, ovvero il deposito dell'atto in cancelleria. Di conseguenza, è stata annullata la decisione d'appello che aveva dichiarato inammissibile per tardività il ricorso dell'amministrazione.
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Distanze legali: Piani urbanistici e deroghe
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24814/2024, ha chiarito i limiti delle deroghe alle distanze legali tra costruzioni previste dai piani urbanistici locali. Il caso riguardava una sopraelevazione che violava le norme di un Piano Particolareggiato. La Corte ha rigettato il ricorso del costruttore, confermando la condanna alla parziale demolizione e al risarcimento del danno, stabilendo che le deroghe sono legittime solo se inserite in piani attuativi che disciplinano in modo unitario un'intera zona, bilanciando l'interesse pubblico del governo del territorio con i diritti dei privati.
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Recesso fideiussione: la prova via raccomandata
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità della compensazione operata da un istituto di credito sul conto corrente di un garante. La decisione si fonda su due principi cardine: il perfezionamento del recesso fideiussione tramite raccomandata, la quale gode di una presunzione di conoscenza del contenuto, e la qualificazione del comportamento della banca come abuso del diritto, data la tardività dell'azione rispetto alla comunicazione del recesso.
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Decorrenza pensione cumulo: la data della domanda
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito un punto cruciale sulla decorrenza pensione cumulo. È stato stabilito che, in caso di pensione di vecchiaia a carico della Gestione Separata con l'inclusione di contributi versati in altre gestioni, la data di decorrenza del trattamento non è quella di maturazione dei requisiti, ma quella di presentazione della domanda con cui si esercita l'opzione di cumulo. La Corte ha accolto il ricorso dell'ente previdenziale, cassando la sentenza d'appello che aveva fissato una decorrenza anteriore.
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Insinuazione al passivo: obbligo anche con sentenza?
Una società, nonostante una sentenza di primo grado a suo favore, si è vista negare il proprio credito verso un professionista dichiarato fallito perché non aveva presentato la domanda di insinuazione al passivo. La Corte di Cassazione ha confermato che questo adempimento spetta sempre al creditore, anche in pendenza di un giudizio di appello. L'obbligo di insinuazione al passivo è un passo fondamentale e non delegabile.
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Inquadramento superiore: quando le mansioni non bastano
Un lavoratore del settore elettrico ha richiesto un inquadramento superiore basato sulle sue mansioni di preventivista. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che, sebbene le mansioni fossero di concetto e rilevanti, non raggiungevano la 'particolare importanza' richiesta dal CCNL per la categoria superiore. La Corte ha inoltre chiarito che il confronto con la classificazione di altri colleghi non è un criterio decisivo per ottenere la promozione.
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Buoni fruttiferi postali: tassi e timbri parziali
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un risparmiatore titolare di buoni fruttiferi postali serie 'Q/P' emessi su moduli della precedente serie 'P'. A causa di un timbro incompleto che non copriva i tassi dell'ultimo decennio, il risparmiatore richiedeva i rendimenti più alti della vecchia serie. La Suprema Corte ha stabilito che il contratto va interpretato nel suo complesso e che la stampigliatura della nuova serie 'Q/P' prevale. La mancata indicazione dei tassi per l'ultimo periodo costituisce una lacuna contrattuale, che deve essere colmata tramite integrazione con le condizioni previste dal decreto ministeriale istitutivo della nuova serie, e non applicando i vecchi tassi residui.
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Calcolo TFR: anche le voci non continuative contano
Un lavoratore ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro, una società di gestione infrastrutturale, per includere diverse voci retributive variabili nel calcolo del suo Trattamento di Fine Rapporto (TFR). La Corte d'Appello aveva escluso tali voci, ritenendole non continuative. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che per un corretto calcolo TFR il criterio determinante non è la continuità, ma la natura "non occasionale" della retribuzione. Se un compenso, anche variabile, costituisce un corrispettivo ricorrente per la prestazione lavorativa e non deriva da eventi imprevedibili, deve essere computato nella base di calcolo del TFR, a meno che il contratto collettivo non lo escluda in modo esplicito e inequivocabile. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Utilizzabilità prove ispettive: la Cassazione decide
Un imprenditore contesta un'ordinanza per somministrazione illecita di manodopera, sostenendo l'inutilizzabilità delle sue dichiarazioni agli ispettori del lavoro. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la piena utilizzabilità delle prove ispettive nel processo civile, poiché le regole di inutilizzabilità del processo penale non si estendono a quello civile, governato dal principio del libero convincimento del giudice.
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Inammissibilità ricorso: le conseguenze del vizio notifica
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato da un automobilista e dalla società proprietaria del veicolo contro una sanzione amministrativa per una manovra vietata. La decisione non entra nel merito della violazione, ma si fonda su un vizio procedurale: i ricorrenti non hanno provveduto a rinnovare la notifica del ricorso all'Amministrazione resistente, come ordinato dalla Corte stessa, entro i termini stabiliti. Questa omissione ha reso l'impugnazione improcedibile.
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Litisconsorzio necessario: INPS in causa per i contributi
Un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato e la condanna del datore di lavoro al pagamento del TFR e alla regolarizzazione contributiva. La Cassazione, pur confermando la natura subordinata del rapporto, ha annullato la condanna relativa ai contributi perché l'ente previdenziale non era stato citato in giudizio, configurando un'ipotesi di litisconsorzio necessario.
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Ricorso in Cassazione: il deposito della notifica è cruciale
La Cassazione dichiara improcedibile un ricorso per il mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata, un onere processuale inderogabile per il ricorrente. Il caso riguardava una controversia tra fratelli per il pagamento di un conguaglio derivante da una divisione giudiziale. L'analisi della Corte sottolinea l'importanza del rispetto dei termini e delle formalità nel ricorso in cassazione, confermando che l'omissione non è sanabile.
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