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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Ricorso inammissibile: l’avvocato è obbligatorio?
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché presentato personalmente dall'imputata e non da un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori. La decisione sottolinea l'importanza dei requisiti formali per l'accesso alla Suprema Corte, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione pecuniaria.
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Misure cautelari e parola della vittima: la Cassazione
Una donna agli arresti domiciliari per estorsione aggravata ricorre in Cassazione, sostenendo l'inattendibilità della vittima. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che per le misure cautelari la parola della persona offesa può essere sufficiente, specialmente se, come in questo caso, è supportata da riscontri esterni (video e documenti). La pericolosità sociale, desunta dalle modalità del fatto, ha giustificato il mantenimento della misura.
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Inammissibilità ricorso cassazione: motivi generici
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso di un uomo contro un provvedimento di sequestro preventivo di orologi e gioielli. Il ricorso è stato respinto perché basato su motivi generici e sulla riproposizione di questioni di fatto, non consentite in sede di legittimità. La sentenza sottolinea che non è possibile introdurre per la prima volta in Cassazione argomenti non discussi nelle fasi precedenti del giudizio.
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Confisca riciclaggio: confiscabile l’intera somma
Un soggetto condannato per riciclaggio ha impugnato la confisca di 700.000 euro, sostenendo che dovesse limitarsi al suo profitto personale (2%). La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34666/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulla confisca riciclaggio: l'oggetto della misura ablativa è l'intera somma di denaro illecitamente movimentata, in quanto considerata 'prodotto' del reato, e non solo la commissione percepita dal riciclatore. La Corte ha aderito all'orientamento giurisprudenziale più rigoroso, che identifica il profitto del riciclaggio con la totalità del capitale 'ripulito'.
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Ricorso patteggiamento: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. Il ricorso era basato sulla presunta omessa valutazione, da parte del giudice di merito, di cause di non punibilità. La Corte ha ribadito che, in base all'art. 448, comma 2-bis c.p.p., non è possibile presentare un ricorso patteggiamento per tale motivo, confermando la stretta limitazione dei motivi di impugnazione per questo rito speciale.
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Ricorso cassazione personale: inammissibile senza avvocato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 34664/2024, ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso presentato personalmente dall'imputato. La decisione si fonda sull'art. 613 c.p.p., che impone la sottoscrizione dell'atto da parte di un avvocato cassazionista, a pena di invalidità. Viene così ribadito che il ricorso per cassazione personale non è consentito dalla normativa vigente, anche qualora la firma sia autenticata da un legale.
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Metodo mafioso: il capo risponde dei reati del clan?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un presunto capo clan, confermando la misura cautelare per estorsione aggravata dal metodo mafioso. La sentenza stabilisce che il ruolo di vertice, unito a prove di una direzione continua delle attività illecite anche durante latitanza e detenzione, è sufficiente a dimostrare il concorso nei reati commessi dagli affiliati, senza necessità di una partecipazione diretta.
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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione avverso una misura cautelare per usura. La decisione sottolinea che la richiesta di rivalutare le prove non costituisce un valido motivo di ricorso, confermando la misura basata su un grave quadro indiziario, come il possesso della carta del reddito di cittadinanza della vittima.
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Concorso extraneus bancarotta: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto indagato per concorso extraneus in bancarotta fraudolenta. L'uomo, destinatario di una misura di arresti domiciliari, era accusato di aver contribuito a svuotare le casse di una società, ricevendo ingenti somme su un'altra società estera a lui riconducibile. La Corte ha stabilito che le censure del ricorrente miravano a una rivalutazione dei fatti, inammissibile in sede di legittimità, confermando la solidità del quadro indiziario e la correttezza della motivazione del Tribunale del riesame.
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Ricorso in Cassazione: i limiti del riesame cautelare
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro un'ordinanza di arresti domiciliari per usura. La sentenza chiarisce che il ricorso in Cassazione non può comportare una nuova valutazione dei fatti, ma solo un controllo sulla logicità e correttezza giuridica della motivazione del provvedimento impugnato, confermando i limiti del giudizio di legittimità.
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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza di concordato in appello. La Corte ha ribadito che, salvo vizi sulla volontà o sulla pena, non è possibile contestare la mancata valutazione di cause di proscioglimento, poiché l'accordo sulla pena implica una rinuncia a tali motivi.
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Misura cautelare metodo mafioso: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato che chiedeva la sostituzione della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. L'accusa era di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La Corte ha basato la sua decisione sul principio del 'giudicato cautelare' riguardo all'aggravante, sulla presunzione di pericolosità e sul rinvenimento di armi, ritenendo irrilevante il tempo trascorso dalla commissione dei fatti ai fini della sostituzione della misura.
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Liquidazione spese patrocinio: la Cassazione corregge
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza, ha corretto un proprio errore materiale in una precedente sentenza. Aveva erroneamente liquidato le spese legali di una parte civile ammessa al patrocinio a spese dello Stato, compito che spetta al giudice del merito. L'ordinanza chiarisce che la Cassazione può solo emettere una condanna generica al pagamento in favore dell'Erario, mentre la specifica quantificazione, ovvero la liquidazione spese patrocinio a spese dello Stato, deve essere effettuata dal giudice che ha emesso la sentenza passata in giudicato o dal giudice del rinvio.
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Gravi indizi di colpevolezza: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'indagata contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per riciclaggio e associazione per delinquere. La Suprema Corte ha confermato la valutazione del Tribunale del riesame, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, basati su un'attività strutturata e continuativa di 'pulizia' di proventi derivanti dal narcotraffico attraverso l'intestazione fittizia di autoveicoli.
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Eccezionali esigenze cautelari: la Cassazione decide
Il Pubblico Ministero ha impugnato l'annullamento di una misura cautelare rinnovata. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che per la riemissione di una misura divenuta inefficace è indispensabile dimostrare e motivare le 'eccezionali esigenze cautelari'. Un generico riferimento alla pericolosità del soggetto non è sufficiente; deve essere specificamente argomentata la gravità eccezionale del rischio per la collettività.
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Sequestro preventivo: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro un'ordinanza di sequestro preventivo per reati di autoriciclaggio. La Corte chiarisce che il ricorso per cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo le violazioni di legge. Il sequestro preventivo è legittimo se basato su un 'fumus commissi delicti', ovvero un fondato sospetto di reato, anche se non vi è piena prova.
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Concorso di persone: quando la presenza è reato
Un'importante sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del concorso di persone nel reato di estorsione. Il caso riguarda un individuo la cui misura cautelare era stata annullata dal Tribunale del Riesame, il quale aveva qualificato la sua presenza sulla scena del crimine come meramente passiva. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, stabilendo che impedire attivamente la fuga della vittima, circondandola insieme ad altri, costituisce un contributo causale al reato e integra pienamente il concorso di persone, non potendosi liquidare come una condotta neutra.
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Sequestro impeditivo: occupazione abusiva e limiti
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un sequestro impeditivo di un'unità abitativa occupata abusivamente per decenni. La ricorrente, che vi abitava dopo il decesso della madre legittima assegnataria, aveva contestato la misura cautelare. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici, ripetitivi e, in parte, proposti per la prima volta in sede di legittimità. In particolare, è stata respinta la doglianza sulla proporzionalità del sequestro impeditivo, poiché non sollevata in precedenza e comunque infondata, non potendosi riconoscere un diritto all'abitazione sorto da una situazione di illegalità pluridecennale a scapito di aventi diritto.
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Truffa aggravata: annullata misura cautelare
Una persona era stata sottoposta a misura cautelare per truffa aggravata contro un ente pubblico, subappalto illecito e trasferimento fraudolento di beni. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, riscontrando un difetto di motivazione sugli elementi essenziali del reato di truffa aggravata, in particolare sull'esistenza di artifici e raggiri e di un danno patrimoniale effettivo per l'ente. La Corte ha ritenuto insufficiente anche la motivazione sul reato di trasferimento fraudolento di beni, specialmente riguardo al dolo specifico.
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Gravità indiziaria: la valutazione degli indizi
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di tre indagati contro l'ordinanza di custodia cautelare per rapina aggravata. La decisione si fonda su una valutazione complessiva della gravità indiziaria, ritenendo congrua la motivazione del Tribunale che ha valorizzato una serie di elementi convergenti come dati GPS, filmati di sorveglianza e riconoscimenti fotografici, superando le obiezioni difensive sulla loro singola valenza probatoria.
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