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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Presunzione buono stato: prova contraria e onere
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per danni a un immobile locato, stabilendo che il giudice di merito aveva erroneamente ignorato due fatti decisivi: una perizia che attestava un'usura preesistente e uno studio sulla vulnerabilità sismica che rendeva necessaria una radicale ristrutturazione. Il caso ruota attorno alla presunzione di buono stato dell'immobile al momento della consegna e alle prove necessarie per superarla.
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Prescrizione presuntiva: quando è inefficace?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23924/2024, ha chiarito i limiti dell'eccezione di prescrizione presuntiva. Nel caso esaminato, una cliente chiedeva la restituzione di una somma versata a un avvocato per un appello mai proposto. Il legale si difendeva eccependo la compensazione con un suo presunto credito per l'attività del primo grado. La Corte ha stabilito che la difesa della cliente, che contestava la pretesa del legale definendola "presunta e prescritta", costituiva un'ammissione implicita della mancata estinzione del debito, rendendo così inefficace l'eccezione di prescrizione presuntiva.
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Inquadramento professionale: il CCNL speciale prevale
Un autista di carroattrezzi ha richiesto un superiore inquadramento professionale, dal 5° al 4° livello del CCNL Terziario. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo la correttezza del 5° livello. La decisione si fonda sul principio per cui un accordo collettivo specifico (Accordo Aipark 2001), che disciplina una determinata figura professionale, prevale sulla classificazione generale del CCNL. La Corte ha sottolineato che l'inquadramento professionale del lavoratore era stato correttamente determinato dalla Corte d'Appello sulla base di questa norma speciale.
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Deducibilità costi: la Cassazione sulle frodi carosello
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23921/2024, è intervenuta in un complesso caso di frode carosello, chiarendo la distinzione tra la detraibilità dell'IVA e la deducibilità dei costi. La Corte ha stabilito che, mentre per detrarre l'IVA il contribuente deve provare la propria buona fede e l'estraneità alla frode, la deducibilità dei costi ai fini delle imposte dirette è ammessa se si dimostra che i costi sono stati effettivamente sostenuti e sono inerenti all'attività d'impresa, anche se le operazioni sono soggettivamente inesistenti. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio limitatamente a questo punto, in quanto il giudice di merito non aveva esaminato la questione della deducibilità costi.
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Compenso professionale: Cassazione e responsabilità
Una società contesta l'obbligo di pagare il suo avvocato, sostenendo una negligenza professionale che ha causato la perdita di una causa. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, confermando che il compenso professionale è dovuto quando il mandato è stato eseguito correttamente, indipendentemente dall'esito finale della lite. La Corte rigetta anche il ricorso incidentale del legale relativo al calcolo degli onorari e alla compensazione delle spese.
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Errore materiale sentenza: come correggerlo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23919/2024, ha chiarito che l'omessa quantificazione delle spese legali nel dispositivo di una sentenza costituisce un errore materiale. Quando la volontà del giudice di porre le spese a carico della parte soccombente è chiara nella motivazione, la parte interessata può ottenere la liquidazione tramite la procedura di correzione, senza necessità di un nuovo giudizio. Nel caso di specie, la Corte ha corretto una propria precedente sentenza aggiungendo l'importo di 7.500,00 euro per le spese.
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Legittimazione ad agire: ex amministratore non può agire
Un ex amministratore impugna un avviso di accertamento fiscale notificato alla società. La Cassazione chiarisce la sua mancanza di legittimazione ad agire, cassando la sentenza d'appello. Il diritto di impugnazione spetta solo all'attuale rappresentante legale della società, non a chi ha cessato la carica.
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Verità putativa: dovere di verifica del giornalista
Un'emittente televisiva e il suo direttore vengono citati per diffamazione da un uomo politico a causa di un servizio che riportava l'acquisto di un immobile a condizioni di favore da un ente pubblico. La notizia si basava su una visura catastale non aggiornata. La Corte di Cassazione interviene sul concetto di verità putativa, rigettando la tesi che la sola consultazione dei dati catastali soddisfi il dovere di verifica del giornalista. La Corte sottolinea la necessità di un controllo più approfondito, come l'esame dei registri immobiliari. La sentenza viene cassata con rinvio per un motivo diverso: l'omesso esame di un documento che potrebbe escludere la responsabilità del direttore del canale.
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Indennizzo durata irragionevole: il diritto dell’erede
La Corte di Cassazione stabilisce che l'erede che subentra in un processo già eccedente la ragionevole durata ha diritto all'indennizzo. Il calcolo non riparte da zero, poiché l'irragionevolezza della durata è una qualità oggettiva del processo che non si azzera con la successione. L'erede matura un diritto 'iure proprio' per l'ulteriore ritardo dalla sua costituzione in giudizio. La Corte ha quindi cassato la decisione contraria della Corte d'Appello, liquidando direttamente l'indennizzo durata irragionevole a favore del ricorrente.
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Onere della prova accertamento bancario: il Fisco vince
La Corte di Cassazione conferma che, in caso di accertamento bancario e omessa dichiarazione dei redditi, l'onere della prova si sposta sul contribuente. Quest'ultimo deve dimostrare analiticamente che i versamenti sul proprio conto non costituiscono reddito imponibile. La sentenza ribadisce che la presunzione legale a favore del Fisco è forte e non può essere superata da giustificazioni generiche.
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Prescrizione crediti erariali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23912/2024, ha stabilito principi fondamentali in materia di riscossione. È stato confermato che la prescrizione crediti erariali per imposte come IRES e IVA è decennale e non quinquennale, poiché non si tratta di prestazioni periodiche. Inoltre, la Corte ha chiarito le modalità di notifica delle cartelle di pagamento alle società, ritenendo valida la consegna presso la sede legale a persona incaricata, senza necessità di ulteriori adempimenti, e ammettendo come prova della notifica la raccomandata con avviso di ricevimento inviata direttamente dal concessionario.
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Recesso contratto a progetto per stop fondi: i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23910/2024, si è pronunciata sulla legittimità del recesso da un contratto a progetto da parte di un'azienda pubblica a causa della revoca di finanziamenti regionali. La Corte ha stabilito che la sospensione del rapporto, avvenuta prima della delibera formale di revoca dei fondi, era illegittima e ha dato diritto al lavoratore a un risarcimento. Tuttavia, il successivo recesso contratto a progetto, comunicato dopo la formalizzazione della revoca, è stato ritenuto legittimo, poiché la causa risolutiva si era concretizzata.
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Agevolazioni fiscali finanziamenti: no al leasing
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23909/2024, ha stabilito che la cessione di crediti 'pro solvendo' a garanzia di un contratto di leasing non rientra tra le operazioni che beneficiano delle agevolazioni fiscali sui finanziamenti (imposta sostitutiva). La Suprema Corte ha chiarito che il beneficio è riservato solo alle operazioni che forniscono nuova liquidità per investimenti produttivi, escludendo quindi gli atti con mera funzione di garanzia. Di conseguenza, tale cessione sconta l'imposta di registro proporzionale.
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Durata irragionevole procedura: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la 'straordinaria complessità' di una procedura fallimentare non può giustificare una durata irragionevole di oltre 17 anni eccedente il limite di legge. Accogliendo il ricorso di alcuni creditori, la Corte ha chiarito che il termine di sei anni per le procedure concorsuali è una soglia da rispettare, ammettendo solo un temperamento limitato. La Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'Appello che aveva negato l'indennizzo, riaffermando il principio che la durata irragionevole procedura causa un danno presunto a favore del creditore.
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Compensazione spese legali: vittoria piena anche con meno
Un cittadino ha citato in giudizio lo Stato per l'eccessiva durata di un procedimento fallimentare, ottenendo un indennizzo inferiore a quello richiesto. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23906/2024, ha stabilito che l'accoglimento della domanda, anche per un importo minore, costituisce una vittoria totale. Di conseguenza, la compensazione spese legali deve essere posta interamente a carico della parte soccombente, senza poter invocare la soccombenza reciproca.
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Prescrizione contributi INPS: la Cassazione decide
Una professionista ha contestato una richiesta di pagamento per contributi, sostenendo l'avvenuta prescrizione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che per la prescrizione contributi INPS, la semplice omissione della compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi non costituisce automaticamente un occultamento doloso del debito e, di conseguenza, non sospende il termine di prescrizione. La decisione precedente è stata annullata.
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Dichiarazione integrativa tardiva e credito IVA
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una società che si è vista negare un credito IVA perché omesso nella dichiarazione originale. Nonostante la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa tardiva e di contestare la pretesa del Fisco in giudizio, la Corte ha sottolineato che il contribuente deve sempre fornire la prova documentale dell'effettiva esistenza del credito. In assenza di tale prova, la richiesta dell'Agenzia delle Entrate è legittima. La sentenza chiarisce anche che, in caso di controlli automatizzati su dati certi, non è obbligatorio l'invio preventivo dell'avviso bonario.
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Cessione crediti garanzia leasing: no agevolazioni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23902/2024, ha stabilito che la cessione di crediti a garanzia del pagamento dei canoni di un contratto di leasing non beneficia delle agevolazioni fiscali previste per le operazioni di finanziamento. Tale operazione, non immettendo nuova liquidità nel sistema, non può usufruire dell'imposta sostitutiva ma deve essere assoggettata all'imposta di registro proporzionale. La decisione chiarisce l'ambito di applicazione della 'cessione crediti garanzia leasing' in materia tributaria.
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Lavoro a progetto: sospensione illegittima del contratto
La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di lavoro a progetto con un ente pubblico, sospeso e poi risolto per la revoca di finanziamenti. La Corte ha confermato la decisione di merito, ritenendo illegittima la sospensione unilaterale perché non supportata da prove concrete al momento della sua attuazione, e ha quindi riconosciuto al lavoratore un risarcimento. La successiva risoluzione del contratto è stata invece considerata legittima, in quanto basata sull'effettiva delibera di revoca dei fondi.
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Responsabilità avvocato: onere della prova del cliente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23900/2024, ha chiarito un punto cruciale sulla responsabilità professionale avvocato. Alcuni clienti si erano opposti al pagamento della parcella del loro legale, sostenendo che la sua negligenza avesse causato la perdita di una causa civile. La Corte ha stabilito che non è sufficiente per il cliente lamentare un errore del difensore; spetta al cliente dimostrare in modo concreto che, senza quella negligenza, avrebbe avuto probabilità reali di vincere la causa. Poiché i clienti non hanno fornito tale prova, il loro ricorso è stato respinto, confermando che l'onere della prova del nesso causale tra errore e danno ricade interamente sull'assistito.
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