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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Riassunzione tardiva: processo estinto e somme dovute
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un intero processo a causa della riassunzione tardiva del giudizio di rinvio da parte di un lavoratore. A seguito di questa decisione, tutte le sentenze precedenti sono state annullate e il lavoratore è stato condannato a restituire le somme precedentemente ricevute a titolo di risarcimento del danno dalla società datrice di lavoro. La Corte ha sottolineato come il mancato rispetto del termine per la riassunzione manifesti un disinteresse alla prosecuzione della causa, giustificando la conseguenza drastica dell'estinzione.
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Trattenute sindacali: il rifiuto del datore è illegittimo
La Corte di Cassazione ha confermato che il rifiuto di un'azienda di effettuare le trattenute sindacali richieste da un lavoratore costituisce condotta antisindacale. La richiesta del lavoratore è stata qualificata come una cessione di credito a favore del sindacato. L'azienda, per legittimare il proprio rifiuto, avrebbe dovuto dimostrare un aggravamento insostenibile della propria posizione, cosa che non ha fatto. La Corte ha stabilito che, anche dopo il referendum del 1995 che ha abrogato l'obbligo di trattenuta, i lavoratori possono liberamente disporre del proprio credito retributivo tramite la cessione, e il rifiuto ingiustificato del datore di lavoro lede sia i diritti individuali del lavoratore sia quelli del sindacato.
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Interpretazione accordi sindacali: il ruolo del merito
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una società di trasporti in materia di inquadramento professionale dei dipendenti a seguito di una fusione. La Corte ribadisce che l'interpretazione degli accordi sindacali è un'indagine di fatto riservata al giudice di merito. L'azienda sosteneva che dovesse valere l'anzianità totale, mentre i giudici di merito, con decisione confermata, hanno ritenuto corretto basarsi sull'anzianità maturata nella mansione specifica, come previsto dalla corretta interpretazione degli accordi sindacali applicabili.
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Pensione di vecchiaia invalidità: adeguamenti età
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che la pensione di vecchiaia invalidità è soggetta all'adeguamento dell'età pensionabile in base all'incremento della speranza di vita. La Corte ha cassato la precedente decisione della Corte d'Appello, la quale aveva escluso tale adeguamento, chiarendo che lo stato di invalidità costituisce solo una condizione per accedere anticipatamente al trattamento di vecchiaia, senza però alterarne la natura. Pertanto, si applicano le regole generali sull'aumento dell'età pensionabile.
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Contestazione disciplinare: limiti e reintegra
La Corte di Cassazione conferma l'annullamento di un licenziamento per assenza ingiustificata. Poiché la contestazione disciplinare iniziale non menzionava l'insubordinazione e il codice aziendale prevedeva una sanzione conservativa per il fatto provato (assenza di due ore), il licenziamento è stato ritenuto illegittimo, con conseguente ordine di reintegrazione della lavoratrice.
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Motivazione per relationem: quando è valida in appello
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una sentenza d'appello che utilizzava la motivazione per relationem, ossia rinviando a quella di primo grado. Il caso riguardava una società del settore abbigliamento a cui era stato notificato un avviso di accertamento per operazioni ritenute inesistenti. La Corte ha stabilito che tale tecnica è valida se il giudice d'appello dimostra di aver autonomamente valutato i motivi di gravame, e non si limita a un'adesione acritica alla decisione precedente. È stato inoltre ribadito che la perizia di parte ha un valore probatorio limitato, non essendo sufficiente da sola a contrastare le prove fornite dall'Amministrazione finanziaria.
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Riduzione IMU per inagibilità: no se è manutenzione
Una società in fallimento ha richiesto una riduzione IMU del 50% per alcuni immobili, sostenendo la loro inagibilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che i lavori richiesti dal Comune, volti a risolvere problemi di ristagno idrico e vegetazione incolta, rientrano nella manutenzione ordinaria e non nel restauro. Di conseguenza, l'immobile non può essere considerato inagibile ai fini del beneficio fiscale. La Corte ha inoltre confermato che il valore di un'area edificabile stabilito dal Comune è una presunzione che può essere superata solo con prove concrete e attendibili, che nel caso di specie mancavano.
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Pensione invalidi: si applica la finestra mobile?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la cosiddetta "finestra mobile", ovvero il differimento di 12 mesi per l'accesso alla pensione, si applica anche alla pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi con una percentuale superiore all'80%. La Corte ha chiarito che la normativa del 2010 ha un'applicazione generale, non escludendo questa categoria di lavoratori. La successiva riforma Fornero, che ha abolito le finestre dal 2012, non ha effetto retroattivo sui diritti maturati in precedenza. Di conseguenza, l'Ente previdenziale ha legittimamente richiesto il rispetto del periodo di attesa prima di erogare la prestazione.
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Pensione anticipata invalidi: si applica la finestra?
Un lavoratore con invalidità all'80% si era visto riconoscere dalla Corte d'Appello il diritto alla pensione anticipata senza l'applicazione della cosiddetta 'finestra mobile' di 12 mesi. L'ente previdenziale ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che la finestra mobile si applica anche alla pensione anticipata invalidi, poiché la normativa che l'ha introdotta ha una portata generale e la successiva riforma Fornero non ha modificato questa specifica categoria. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello.
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Restituzione contributi: no se superi 40 anni
Un dipendente pubblico ha chiesto la restituzione dei contributi versati al suo ente datore di lavoro dopo aver raggiunto 40 anni di servizio, ritenendoli non più utili. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda sul principio di solidarietà del sistema previdenziale, che non prevede un rapporto di scambio diretto tra contributi pagati e pensione ricevuta. Pertanto, non esiste un diritto automatico alla restituzione dei contributi, salvo che non sia espressamente previsto da una legge specifica.
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Onere della prova frode IVA: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22217/2024, ha rigettato il ricorso di una società contro un accertamento per IVA. La Corte ha confermato che in tema di onere della prova frode IVA, spetta all'Amministrazione Finanziaria fornire indizi sulla consapevolezza del contribuente. Una volta forniti, l'onere si inverte e il contribuente deve provare di aver agito con la massima diligenza per non essere coinvolto. La presenza di 'campanelli d'allarme', come un fornitore di recente costituzione e con ricarichi irrisori, è stata ritenuta sufficiente a invertire tale onere.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e bookmaker esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22216/2024, ha rigettato il ricorso di un operatore di scommesse estero, confermando la sua soggezione all'imposta unica scommesse per l'attività svolta in Italia tramite un centro di trasmissione dati. La Corte ha stabilito la responsabilità solidale tra il bookmaker e l'agente locale, poiché entrambi partecipano alla 'gestione' delle scommesse, che costituisce il presupposto territoriale e soggettivo del tributo. La decisione ribadisce la compatibilità della normativa italiana con i principi del diritto dell'Unione Europea, escludendo qualsiasi discriminazione.
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Querela di falso: onere della prova e atti interni
Un genitore ha presentato una querela di falso contro il decreto di nomina di un supplente, sostenendo fosse stato creato dopo lo scrutinio in cui suo figlio non era stato promosso. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che nella querela di falso l'onere della prova è a carico di chi accusa e che un atto amministrativo interno, come una nomina scolastica, non ha il valore di atto pubblico certificativo e non può essere contestato con tale strumento.
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Deposito telematico tardivo: ricorso inammissibile
La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione a causa di un deposito telematico tardivo. I ricorrenti, dopo un tentativo di deposito fallito, hanno atteso oltre un mese prima di attivarsi, un ritardo ritenuto ingiustificato per concedere la rimessione in termini.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e operatori esteri
Una società di scommesse estera ha contestato l'applicazione dell'imposta unica sulle scommesse per l'anno 2011, sostenendo fosse discriminatoria poiché operava senza concessione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'imposta unica scommesse si applica a qualsiasi operatore, estero o nazionale, che gestisce scommesse in Italia, anche in assenza di una concessione statale. La Corte ha ritenuto la legislazione conforme sia ai principi costituzionali italiani che al diritto dell'Unione Europea.
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Brokeraggio assicurativo IVA: esenzione e consulenza
Una società energetica si è vista negare la detrazione dell'IVA per servizi assicurativi, riqualificati dall'Amministrazione Finanziaria come attività di brokeraggio assicurativo IVA esente, anziché come consulenza soggetta a imposta. I giudici di merito hanno confermato la tesi dell'Agenzia. La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha deciso nel merito la controversia. Ha invece disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta con altri due ricorsi pendenti tra le stesse parti e relativi al medesimo contratto, al fine di garantire una decisione coerente sulla qualificazione dei servizi e sul corretto regime IVA applicabile.
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Termine procedimento disciplinare: cosa succede se scade?
La Corte di Cassazione conferma che la violazione del termine per il procedimento disciplinare previsto da un contratto collettivo comporta l'illegittimità del licenziamento, ma con una sanzione indennitaria anziché la reintegrazione. Nel caso di specie, un'azienda di sicurezza ha licenziato un dipendente superando il termine di 30 giorni. La Corte ha stabilito che tale violazione, essendo di natura procedurale, rientra nella tutela prevista dall'art. 18, comma 6, dello Statuto dei Lavoratori, condannando la società a un'indennità pari a sei mensilità e rigettando sia il ricorso dell'azienda che quello del lavoratore che chiedeva una tutela maggiore.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e operatori esteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22208/2024, ha stabilito che i bookmaker esteri, anche se privi di concessione statale, sono tenuti al pagamento dell'imposta unica scommesse per le giocate raccolte in Italia. La Corte ha confermato la responsabilità solidale tra il bookmaker e il suo intermediario locale (CTD), rigettando il ricorso della società di scommesse. La decisione si fonda sul principio che il presupposto del tributo è la 'gestione' dell'attività di scommessa sul territorio nazionale, attività svolta congiuntamente da entrambi i soggetti, rendendo la normativa italiana conforme al diritto dell'Unione Europea.
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Vendite in nero: la Cassazione contro le fatture fittizie
Una società impugna un accertamento fiscale per vendite in nero, sostenendo di aver emesso solo fatture pro-forma per ottenere finanziamenti, senza reali cessioni di beni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. L'esistenza di bonifici bancari da parte dei clienti, che indicavano gli estremi delle fatture, è stata ritenuta prova sufficiente delle operazioni commerciali reali, rendendo inverosimile la tesi difensiva della società.
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Imposta unica scommesse: il bookmaker estero paga
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22205/2024, ha stabilito che l'imposta unica scommesse è dovuta anche dai bookmaker esteri che operano in Italia senza la necessaria concessione statale. Il caso riguardava una società di scommesse straniera che contestava avvisi di accertamento per gli anni 2008-2009. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la normativa italiana non viola i principi dell'Unione Europea sulla non discriminazione e sulla libera prestazione di servizi. È stato chiarito che la tassazione si applica a chiunque raccolga scommesse sul territorio italiano, indipendentemente dalla sede legale dell'operatore o dal possesso di una concessione. La Corte ha inoltre escluso la necessità di un contraddittorio preventivo per questo tipo di imposta e ha distinto la responsabilità fiscale da quella penale.
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