La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due indagati per reati legati alle armi, la cui accusa si basava su chat criptate ottenute da autorità francesi. La difesa contestava l’utilizzabilità di tali prove, sostenendo violazioni procedurali e dei diritti fondamentali. La Corte, richiamando le recenti sentenze delle Sezioni Unite, ha confermato che le chat criptate, acquisite tramite Ordine Europeo di Indagine, sono prove pienamente utilizzabili. Ha inoltre stabilito che spetta alla difesa l’onere di dimostrare una concreta violazione dei diritti fondamentali, applicando un principio di presunzione di legittimità dell’operato delle autorità giudiziarie estere.
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