LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Sequestro probatorio: motivazione e presupposti
La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha annullato l'ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva invalidato un sequestro probatorio su alcuni veicoli. La Corte ha stabilito che la motivazione del provvedimento può essere sintetica nella fase iniziale delle indagini, a condizione che siano desumibili gli indizi di reato (il c.d. fumus commissi delicti) e le concrete finalità investigative. Il caso riguardava l'ipotesi di ricettazione di veicoli di provenienza illecita, importati dall'estero senza adeguata documentazione.
Continua »
Interesse all’impugnazione: limiti al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una persona contro il sequestro preventivo di un immobile di edilizia residenziale pubblica. La ricorrente, pur essendo indagata per occupazione abusiva, non aveva un titolo giuridico qualificato sull'immobile. La Corte ha stabilito che manca l'interesse all'impugnazione quando l'annullamento del sequestro non comporterebbe la restituzione del bene all'indagato, poiché l'assegnazione di tali alloggi segue procedure pubbliche specifiche.
Continua »
Ricettazione denaro: quando scatta il sequestro?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo contro il sequestro probatorio di oltre 81.000 euro. La somma, rinvenuta occultata in un'intercapedine e confezionata in buste sottovuoto, è stata ritenuta di provenienza illecita. La Corte ha stabilito che la ricettazione denaro può essere presunta da una serie di indizi gravi, precisi e concordanti, come le modalità di occultamento e l'assenza di una giustificazione plausibile, legittimando così il provvedimento cautelare.
Continua »
Reato di riciclaggio: la prova del delitto presupposto
La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo per il reato di riciclaggio. Si è stabilito che la prova della provenienza illecita del denaro (delitto presupposto) può basarsi anche su prove logiche e sulla mancata giustificazione del possesso di ingenti somme, senza necessità di ricostruire il reato-fonte in ogni dettaglio.
Continua »
Danneggiamento beni pubblici: querela ora necessaria
Un giovane condannato per danneggiamento beni pubblici ha visto la sua sentenza annullata dalla Cassazione. Una nuova legge del 2024 ha reso il reato procedibile solo a querela. Poiché la querela mancava e i termini per presentarla erano scaduti, l'azione penale è diventata improcedibile, portando all'annullamento della condanna.
Continua »
Truffa consumata: il reato con carta ricaricabile
La Corte di Cassazione ha stabilito che la truffa consumata si perfeziona con l'accredito su una carta ricaricabile, anche se la somma viene bloccata. L'assenza della vittima al processo non costituisce remissione tacita della querela se non ritualmente citata. Il ricorso dell'imputata è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Estorsione ambientale: condanna anche senza minacce
La Corte di Cassazione conferma la condanna per diversi episodi di estorsione, valorizzando il concetto di "estorsione ambientale". Secondo la Corte, in un territorio con una nota presenza mafiosa, anche richieste implicite senza minacce esplicite integrano il reato, poiché la forza intimidatrice deriva dal contesto stesso. I ricorsi degli imputati, che contestavano la credibilità dei testimoni, l'aggravante mafiosa e il diniego delle attenuanti, sono stati respinti perché infondati.
Continua »
Rapina impropria: quando una minaccia è rilevante?
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per rapina impropria di un individuo che, dopo un furto, aveva minacciato la vittima. La Corte ha stabilito che anche una frase generica, se inserita in un contesto intimidatorio, è sufficiente per configurare il reato. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per la tardività della richiesta di pene sostitutive, presentata solo in appello.
Continua »
Ricorso inammissibile: furto e braccialetto elettronico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per vari reati, tra cui furto in abitazione ai danni dell'ex compagna e danneggiamento del braccialetto elettronico. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi erano generici, ripetitivi di questioni già decise o sollevati per la prima volta in sede di legittimità. La sentenza chiarisce che il danneggiamento del braccialetto elettronico resta un reato procedibile d'ufficio, in quanto bene destinato a pubblico servizio.
Continua »
Motivazione rafforzata: la Cassazione annulla assoluzione
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di assoluzione in appello per il reato di estorsione. La Corte ha ritenuto che i giudici di secondo grado non avessero fornito una motivazione rafforzata per ribaltare la condanna iniziale, svalutando la testimonianza della vittima e il riconoscimento fotografico. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio d'appello.
Continua »
Truffa online aggravata: quando non serve la querela
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo condannato per truffa. Il caso riguardava una vendita online in cui l'imputato, dopo aver ricevuto il pagamento, non ha mai consegnato il bene. La Corte ha stabilito che la truffa online aggravata dalla minorata difesa, data la distanza tra le parti, è procedibile d'ufficio, rendendo superflua ogni discussione sulla validità della querela presentata dalla società acquirente.
Continua »
Giudicato interno: quando l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza per tentata rapina. La decisione si fonda sul principio del giudicato interno, poiché il motivo del ricorso (la valutazione delle attenuanti) era già stato deciso in una precedente pronuncia della stessa Corte e non poteva essere nuovamente messo in discussione nel successivo giudizio di rinvio.
Continua »
Ordine di demolizione: obbligatorio con patteggiamento
La Procura ricorre contro una sentenza di patteggiamento per reati edilizi che ometteva l'ordine di demolizione del manufatto abusivo. La Cassazione accoglie il ricorso, affermando che l'ordine di demolizione è un provvedimento obbligatorio e non discrezionale che il giudice deve sempre disporre con la sentenza, anche di patteggiamento, a prescindere dall'accordo tra le parti. La Corte annulla parzialmente la sentenza e impartisce direttamente l'ordine.
Continua »
Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna
La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile e conferma la condanna per rapina. La Corte ha ritenuto i motivi generici, non potendo riesaminare nel merito le prove, come il riconoscimento della vittima e l'alibi fornito dai familiari, o riconsiderare la valutazione sulle attenuanti generiche negate dai giudici di merito.
Continua »
Convalida DASPO: i criteri della Cassazione
Un uomo, identificato durante scontri tra tifoserie dopo una partita di calcio, è stato destinatario di un provvedimento di DASPO con obbligo di comparizione. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato la misura. L'uomo ha proposto ricorso in Cassazione, che ha rigettato tutte le doglianze. La Suprema Corte ha chiarito che per la convalida DASPO, il giudice può implicitamente rigettare le memorie difensive attraverso la motivazione complessiva, e che la misura di prevenzione è autonoma rispetto a eventuali procedimenti penali. La pericolosità del soggetto può essere desunta dalla sua condotta e dai precedenti specifici.
Continua »
Ordine di demolizione: quando è inammissibile il ricorso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una proprietaria contro un ordine di demolizione per un abuso edilizio. La sentenza chiarisce che il tempo trascorso non crea un legittimo affidamento e che l'onere di provare la possibilità di sanatoria spetta al privato. Viene ribadito che l'ordine di demolizione è una sanzione amministrativa non soggetta a prescrizione e deve essere eseguito anche se reati per opere successive sullo stesso immobile sono prescritti.
Continua »
Ricorso straordinario per errore di fatto: i limiti
Un imputato, condannato per rifiuto di sottoporsi all'alcoltest, ha presentato un ricorso straordinario per errore di fatto, sostenendo che la Corte di Cassazione avesse ignorato i suoi motivi di appello. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'omessa disamina di una doglianza costituisce un errore di motivazione o al massimo un errore valutativo, non un errore di fatto percettivo, unico presupposto per l'ammissibilità di tale rimedio straordinario.
Continua »
Ricorso cassazione sequestro preventivo: i limiti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31819/2024, dichiara inammissibile un ricorso per cassazione sequestro preventivo presentato da un Pubblico Ministero. Il ricorso contestava la valutazione dei fatti (come la titolarità dei terreni) da parte del Tribunale del Riesame, che aveva annullato un sequestro per reati ambientali e paesaggistici. La Corte ribadisce che il ricorso in sede di legittimità è ammesso solo per violazione di legge e non per ottenere un nuovo esame del merito della vicenda.
Continua »
Lottizzazione abusiva: acquisto e sequestro immobile
La Cassazione rigetta i ricorsi di acquirenti di immobili derivanti da una lottizzazione abusiva, confermando il sequestro preventivo. La Corte ha stabilito che, nonostante l'acquisto tramite notaio, gli acquirenti non possono essere considerati in buona fede a causa di evidenti profili di colpa. Gli atti stessi indicavano la natura turistica del complesso, incompatibile con la vendita di singole unità residenziali, elemento che avrebbe dovuto insospettire un acquirente diligente. Il sequestro è legittimo per impedire l'aggravio del carico urbanistico.
Continua »
Rinuncia al ricorso: inammissibilità e spese a carico
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a un sequestro preventivo di un impianto di recupero rifiuti. Gli appellanti, terzi interessati, hanno contestato il provvedimento, ma hanno poi presentato una rinuncia al ricorso prima dell'udienza. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende, poiché l'inammissibilità derivava da un loro atto volontario.
Continua »