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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Produzione di documentazione comprovante versamenti contributivi

La sentenza conferma il principio secondo cui il giudice non può supplire alle carenze probatorie delle parti, neanche attraverso l’ammissione di una consulenza tecnica d’ufficio. Le parti hanno l’onere di provare le proprie ragioni e non possono rimettere l’accertamento dei fatti al consulente. Nel caso di mancata produzione di documentazione essenziale, il giudice non può che rigettare la domanda.

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Prescrizione contributiva e rateazione del debito

La sentenza chiarisce che la presentazione di un’istanza di rateazione del debito contributivo, pur interrompendo la prescrizione per tutte le cartelle incluse nel piano, non produce gli stessi effetti per i successivi versamenti rateali. Questi ultimi, infatti, avranno valore interruttivo solo per le cartelle a cui sono stati espressamente imputati dal contribuente.

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Conferma del decreto ingiuntivo per fideiussione

La sentenza chiarisce che la prova della fideiussione può essere fornita anche tramite testimonianza e presunzioni, qualora non siano richiesti specifici formalismi. Inoltre, l’onere di richiesta di autorizzazione preventiva al fideiussore, previsto dall’art. 1956 c.c., non sussiste quando il fideiussore è anche legale rappresentante della società debitrice principale.

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Prescrizione contributi previdenziali e atti interruttivi

La Corte ha stabilito che la prescrizione dei contributi previdenziali è da ritenersi quinquennale, salvo il caso in cui siano intervenuti atti interruttivi della prescrizione prima dell’entrata in vigore della legge 335/1995. In tal caso, la prescrizione rimane decennale. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che l’atto di pignoramento notificato prima del 17/08/1995 avesse interrotto la prescrizione, ma che questa fosse successivamente maturata per decorso del termine decennale.

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Revoca del Reddito di Cittadinanza per Mancata Convivenza

La sentenza ribadisce il principio secondo cui la revoca del Reddito di Cittadinanza è legittima qualora l’amministrazione erogante accerti la non veridicità delle dichiarazioni rese dall’istante. In particolare, la mancata convivenza con il coniuge separato, pur dichiarato come membro del nucleo familiare, comporta la perdita del requisito per il riconoscimento del beneficio.

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Mancata integrazione del contraddittorio nel giudizio di primo grado

In tema di opposizione a cartella esattoriale, la mancata integrazione del contraddittorio nei confronti di un litisconsorte necessario, seppur causa di nullità della sentenza, non può essere eccepita dalla parte che, essendo destinataria dell’ordine di integrazione del contraddittorio da parte del giudice e non avendovi ottemperato, non può trarne vantaggio. Nel caso di specie, la società di cartolarizzazione dei crediti non deve essere necessariamente chiamata in giudizio, non avendo la cessione dei crediti contributivi riguardato le annualità oggetto di contestazione.

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Trasferimento immobiliare post fallimento e cancellazione oneri

La sentenza chiarisce che il trasferimento di un immobile a seguito di sentenza ex art. 2932 c.c., a differenza della vendita fallimentare disciplinata dall’art. 108 l.f., non produce l’effetto purgativo dei gravami ipotecari. Il giudice, pertanto, non può disporre la cancellazione di ipoteche senza il consenso del creditore ipotecario, in quanto ciò lederebbe i diritti di quest’ultimo. La sentenza sottolinea l’importanza della tutela dei creditori ipotecari e la distinzione tra vendita fallimentare e trasferimento coattivo in esecuzione di un preliminare.

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Responsabilità per caduta da motociclo e difetto di manutenzione stradale

La sentenza in oggetto affronta il tema della responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) e della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.) in relazione ad un sinistro stradale. Nello specifico, la Corte ha stabilito che il danneggiato, pur in presenza di un’anomalia nella sede stradale (nella specie, una buca), non ha diritto al risarcimento dei danni subiti se, con l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto evitare l’evento dannoso. In tali casi, infatti, il comportamento colposo del danneggiato interrompe il nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno, configurando un caso fortuito. La Corte ha altresì ribadito il principio secondo cui, in caso di intervento adesivo dipendente, le spese legali vanno compensate qualora l’intervento sia stato proposto senza far valere un diritto autonomo.

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Rinuncia tacita al canone di locazione e modifica del contratto

La sentenza in esame affronta il tema della rinuncia tacita ad un diritto e della sua rilevanza nell’ambito della modifica delle condizioni contrattuali, con particolare riferimento al contratto di locazione. La Corte ha affermato che la prolungata accettazione, da parte del locatore, di un canone ridotto rispetto a quello pattuito, unitamente ad altri elementi indiziari, può configurare una rinuncia tacita al diritto di pretendere il canone integrale. Tale comportamento concludente, integrato da ulteriori circostanze, come il pagamento della tassa di registro calcolata sul canone ridotto e la dichiarazione fiscale del reddito corrispondente, può comportare la modifica dell’accordo originario.

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Nullità clausole interessi mutuo e usurarietà

La sentenza affronta il tema del calcolo degli interessi nei mutui con ammortamento “alla francese” e della verifica del superamento del tasso soglia. La Corte ha ribadito che il metodo di calcolo “alla francese” non integra di per sé un’ipotesi di capitalizzazione degli interessi e che la pretesa usurarietà va valutata confrontando i tassi applicati con i tassi soglia fissati dal MEF, non con piani di ammortamento basati su regimi finanziari differenti. Inoltre, la commissione di estinzione anticipata non può essere sommata agli interessi moratori ai fini della verifica di usurarietà.

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Responsabilità dell'amministratore di società

La sentenza conferma la responsabilità degli amministratori di società per i danni causati da scelte gestionali irragionevoli, come il pagamento di compensi professionali eccessivi senza adeguata verifica e l’autodeterminazione di un compenso personale sproporzionato rispetto ai risultati ottenuti e alla situazione economica della società.

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Natura di erede o legatario e donazione indiretta

La sentenza chiarisce la distinzione tra erede e legatario in base all’intenzione del testatore di attribuire una quota del patrimonio o beni specifici. Inoltre, si precisa che la cointestazione di un conto corrente non configura automaticamente una donazione indiretta, richiedendo la prova dell’animus donandi.

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Nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi

La sentenza analizza la validità delle clausole di capitalizzazione trimestrale degli interessi e di commissione di massimo scoperto nei contratti bancari, sottolineando la necessità che il contratto preveda esplicitamente e disciplini analiticamente i criteri di calcolo per garantire trasparenza e determinatezza. Vengono inoltre esaminati gli obblighi di buona fede e correttezza delle banche nell’erogazione del credito e l’applicabilità dello ius variandi.

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Revocabilità del pagamento del terzo pignorato

Il pagamento coattivo del terzo pignorato, eseguito durante il periodo sospetto antecedente la dichiarazione di fallimento del debitore, è revocabile in quanto pregiudica la par condicio creditorum. Il creditore procedente è considerato a conoscenza dello stato di difficoltà del debitore, avendo avviato l’esecuzione forzata, e il pagamento integrale ricevuto compromette la ripartizione equa tra i creditori.

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Deprezzamento del bene in leasing traslativo

In caso di risoluzione anticipata per inadempimento di un contratto di leasing traslativo, la società concedente non ha diritto automaticamente all’intero importo pattuito. Se la somma dei canoni già versati e il valore del bene restituito superano l’importo finanziato, la clausola penale che prevede l’acquisizione di tutti i canoni è da ritenersi eccessiva e va ridotta dal giudice.

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Inefficacia di Contratto di Affitto, Azione Revocatoria Ordinaria

La Corte ha stabilito che la costituzione di un affitto ultranovennale su un bene di proprietà di un debitore, seppur a canone congruo, integra un eventus damni qualora comporti una variazione qualitativa del patrimonio tale da pregiudicare le ragioni del creditore. Inoltre, la Corte ha ritenuto sussistente la scientia decoctionis e il consilium fraudis in capo all’amministratore della società affittuaria, figlia di uno dei debitori, in virtù della sussistenza di un vincolo parentale che rendeva altamente probabile la conoscenza della situazione debitoria.

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Estinzione del giudizio per rinuncia agli atti

Il principio cardine espresso in questa sentenza riguarda l’effetto estintivo del giudizio a seguito della rinuncia agli atti da parte dell’attore. Tale rinuncia, determinando la cessazione della materia del contendere, rende impossibile per il giudice qualsiasi ulteriore pronuncia sul merito della controversia.

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Equipollenza 24 CFU ad abilitazione insegnamento

La sentenza analizza la questione dell’equipollenza tra il possesso congiunto di laurea e 24 CFU e l’abilitazione all’insegnamento per l’accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria. La Corte, in linea con la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, ribadisce che tali requisiti non sono equipollenti, in quanto l’abilitazione richiede specifici percorsi formativi previsti dalla legge o il superamento di un concorso pubblico.

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Congedo straordinario per assistenza al genitore disabile

La sentenza afferma il principio per cui il diritto al congedo straordinario per assistenza a un familiare disabile può essere riconosciuto anche se la convivenza con il soggetto bisognoso di cure è successiva alla richiesta, purché tale convivenza sia stata preordinata e finalizzata a fornire l’assistenza necessaria.

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Licenziamento per uso improprio del pc aziendale

La sentenza chiarisce che l’utilizzo del pc aziendale per fini personali e l’accesso ai locali aziendali per scopi privati, pur potendo integrare violazioni disciplinari, necessitano di contestazioni specifiche da parte del datore di lavoro per giustificare un licenziamento. La Corte sottolinea come la genericità delle accuse, prive di dettagli su episodi, frequenza e durata delle violazioni, renda la contestazione illegittima. Inoltre, la sentenza ribadisce che la proposizione di un’azione giudiziaria da parte del lavoratore non costituisce di per sé giusta causa di licenziamento, a meno che non si dimostri l’intento ritorsivo come unico motivo del recesso. In assenza di tale prova, il licenziamento è da ritenersi illegittimo.

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