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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Indennità chilometrica: sì agli operai forestali
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un operaio forestale, dipendente di un'agenzia regionale, a ricevere l'indennità chilometrica per gli spostamenti casa-lavoro. La Corte ha stabilito che, nonostante la natura pubblica del datore di lavoro, al rapporto si applica il contratto collettivo del settore privato in virtù di una specifica previsione normativa. È stato respinto il ricorso dell'ente, che sosteneva l'inapplicabilità di contratti privati al pubblico impiego e invocava i vincoli di spesa pubblica.
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Area Fabbricabile ICI: quando scatta l’imposta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23757/2024, ha stabilito che un'area è da considerarsi fabbricabile ai fini ICI dal momento dell'adozione del piano regolatore generale, indipendentemente dall'approvazione o da strumenti attuativi. I vincoli urbanistici non escludono la tassabilità, ma incidono sulla determinazione del valore. La Corte ha inoltre confermato la validità della motivazione dell'avviso di accertamento che rinvia a documenti esterni specifici, anche se non allegati, purché conoscibili dal contribuente.
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Obblighi del notaio: la Cassazione sul conto dedicato
La Corte di Cassazione ha confermato la sospensione disciplinare di un notaio per aver prelevato somme dal conto dedicato destinato ai clienti. La sentenza sottolinea che gli obblighi del notaio includono la corretta custodia e la separazione patrimoniale dei fondi, anche quando il versamento su tale conto non è strettamente obbligatorio per legge. La successiva restituzione delle somme non elimina la gravità dell'illecito disciplinare già commesso.
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Accertamento induttivo: quando è legittimo?
Una società in fallimento ha contestato un accertamento induttivo basato sulla mancata tenuta del libro inventari. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'operato dell'Agenzia delle Entrate per due annualità, sottolineando che l'assenza di scritture contabili ausiliarie giustifica la ricostruzione presuntiva del reddito. Ha però annullato la decisione d'appello su una terza annualità per totale assenza di motivazione, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Valutazione della prova: i limiti del sindacato
Una società impugna un avviso di accertamento tributario, lamentando un'errata valutazione della prova da parte del giudice di merito. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23748/2024, respinge il ricorso, chiarendo i rigidi limiti entro cui è possibile censurare il "prudente apprezzamento" del giudice. Viene ribadito che la valutazione della prova è sindacabile solo per violazione di norme di legge (es. prova legale) e non per un mero dissenso sull'interpretazione delle risultanze processuali, come le perizie di parte, considerate semplici indizi.
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Prescrizione Contributi INPS: Quando Scade il Termine
Una professionista ha contestato una richiesta di contributi da parte dell'INPS, sostenendo che il diritto fosse estinto per prescrizione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il termine per la prescrizione contributi INPS deve essere calcolato con precisione. La Corte ha stabilito che un decreto ministeriale aveva posticipato la scadenza del pagamento, e sulla base di questa nuova data di partenza, la richiesta dell'INPS è risultata tempestiva, convalidando così la pretesa per i contributi non versati.
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Ius superveniens sanzioni: la Cassazione decide
Una società impugnava un avviso di accertamento per operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione, con ordinanza 23744/2024, ha rigettato gran parte dei motivi di ricorso, ma ha accolto quello relativo all'applicazione dello ius superveniens sanzioni. I giudici hanno stabilito che il giudice di merito deve sempre applicare la disciplina sanzionatoria più favorevole al contribuente, anche se sopravvenuta nel corso del giudizio. La causa è stata rinviata alla corte di giustizia tributaria di secondo grado per la rideterminazione delle sanzioni.
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Data scrittura privata: prova libera tra le parti
Un professionista ha richiesto il pagamento di compensi professionali a una società sulla base di una scrittura privata. La società si è opposta, sostenendo che la data apposta sul documento non fosse veritiera. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che, nei rapporti tra le parti contraenti, la veridicità della data di una scrittura privata può essere contestata e provata con ogni mezzo, anche tramite presunzioni. Nel caso specifico, la data è stata ritenuta non veritiera sulla base di vari elementi indiziari, come un successivo accordo di fideiussione e la non corrispondenza tra l'importo richiesto e la percentuale di fatturato pattuita.
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Deposito telematico: quando si perfeziona?
La Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale sulla tempestività degli atti processuali. In caso di deposito telematico, il momento che determina il rispetto dei termini non è l'accettazione da parte della cancelleria, ma la generazione della ricevuta di avvenuta consegna (PEC). Nel caso specifico, l'appello di un notaio, ritenuto tardivo in secondo grado, è stato considerato tempestivo perché la ricevuta di invio telematico era stata generata entro il termine di dieci giorni dalla notifica, annullando così la precedente dichiarazione di improcedibilità.
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Principio dell’apparenza: come impugnare la sentenza
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base al principio dell'apparenza, se un giudice decide una controversia su onorari professionali con una sentenza secondo il rito ordinario, anziché con un'ordinanza secondo il rito speciale, l'impugnazione corretta è l'appello e non il ricorso per cassazione. Il Tribunale aveva erroneamente dichiarato inammissibile l'appello, ma la Suprema Corte ha cassato tale decisione, affermando che la forma adottata dal giudice prevale per determinare il mezzo di impugnazione.
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Patto di quota lite: nullo se legato al risultato
La Corte di Cassazione ha dichiarato nullo un accordo che prevedeva il compenso di un avvocato in una percentuale delle somme ottenute dalla cliente a seguito di una causa di lavoro vinta. Tale accordo integra un patto di quota lite vietato dalla legge, poiché il compenso non è legato al valore della causa, ma al risultato pratico ottenuto, creando una commistione di interessi tra legale e assistito.
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Compenso professionale avvocato: l’accordo prevale
Un avvocato contesta la liquidazione del suo compenso professionale dopo la revoca del mandato. La Corte di Cassazione stabilisce che l'accordo economico tra le parti prevale sulle tariffe, ma chiarisce che i procedimenti autonomi, come quelli cautelari, devono essere liquidati separatamente, anche se l'accordo fa riferimento a parametri generali. La richiesta di compensi extra per atti interni alla causa principale, come una diffida, è stata invece respinta.
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Ingiustificato arricchimento condominio: la Cassazione
La Corte di Cassazione stabilisce che, in seguito alla modifica giudiziale delle tabelle millesimali, l'azione per ingiustificato arricchimento condominio spetta all'amministratore e non ai singoli condomini. La sentenza che modifica le tabelle ha efficacia costitutiva e non retroattiva. La Corte ha inoltre confermato la legittimità dell'intervento in causa di un altro condomino interessato alla corretta ripartizione delle spese.
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Spese di esecuzione: la ripartizione tra condebitori
Una parte, dopo aver saldato per intero le spese di un procedimento esecutivo per cui era stata condannata in solido con le sorelle, ha agito per il recupero delle loro quote. I giudici di merito avevano respinto la richiesta, addebitando l'intero importo alla sola proprietaria dell'immobile interessato. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la ripartizione delle spese di esecuzione, liquidate con un provvedimento definitivo e non impugnato, si presume in quote uguali tra i condebitori. La mancata opposizione a tale provvedimento preclude future contestazioni sulla divisione interna dei costi.
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Ius superveniens sanzioni: la Cassazione decide
Una società impugnava un avviso di accertamento per l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Dopo la condanna nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha respinto tutti i motivi di ricorso relativi all'accertamento del tributo, confermando la legittimità della valutazione delle prove da parte dei giudici di merito. Tuttavia, ha accolto il motivo relativo all'applicazione dello ius superveniens sanzioni, cassando la sentenza e rinviando alla corte di secondo grado per la rideterminazione delle sanzioni in base alla normativa più favorevole sopravvenuta.
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Estratto di ruolo: quando si può impugnare? Cassazione
Una società impugnava diverse cartelle di pagamento dopo averne scoperto l'esistenza tramite un estratto di ruolo, lamentando vizi di notifica. La Corte di Cassazione, applicando la nuova normativa (art. 3-bis d.l. 146/2021), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che l'impugnazione dell'estratto di ruolo è consentita solo in casi tassativi che dimostrino un pregiudizio concreto e attuale per il contribuente, assente nel caso di specie, determinando un difetto di interesse ad agire.
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Ripartizione spese condominiali: come si interpreta?
Un gruppo di condomini impugna una delibera sulla ripartizione spese condominiali per lavori straordinari, sostenendo l'errata applicazione di una tabella millesimale. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, affermando che l'interpretazione del regolamento condominiale spetta al giudice di merito. La Corte ha ritenuto corretta l'applicazione estensiva della tabella a tutte le opere con un interesse comune, come previsto dal regolamento stesso, e non solo a quelle sul tetto.
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Ius superveniens: sanzioni fiscali e legge favorevole
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per fatture inesistenti. La Corte di Cassazione ha respinto la maggior parte dei motivi, confermando la legittimità del raddoppio dei termini di accertamento e l'onere della prova. Tuttavia, ha accolto il motivo relativo alle sanzioni, affermando che il principio dello ius superveniens impone l'applicazione della legge successiva più favorevole al contribuente, con rinvio al giudice di merito per il ricalcolo.
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Accollo debito tributario: valido anche per società estinta
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di un atto di accollo di un debito tributario sottoscritto da un'ex socia per conto di una società già cancellata dal registro delle imprese. La Corte ha riqualificato l'atto come una forma di definizione agevolata della pretesa fiscale, riconducibile agli istituti deflattivi, e ha confermato la legittimità delle sanzioni applicate dall'Amministrazione finanziaria per il mancato pagamento delle rate, escludendo la necessità di una preventiva escussione della società estinta.
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Attività professionale riservata: limiti e società
Due professionisti hanno citato in giudizio due società, una pubblica "in house" e la sua controllata, accusandole di svolgere illecitamente attività professionale riservata di analisi chimiche. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che tali analisi, se svolte come "controlli interni" per conto degli enti pubblici soci e da personale dipendente qualificato, non costituiscono esercizio abusivo di professione né concorrenza sleale, data l'assenza di un monopolio assoluto e l'operatività al di fuori del mercato.
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