La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2447/2025, ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per tentato furto e spaccio di lieve entità. Il caso verteva sul corretto calcolo della pena per il reato continuato, in particolare su come individuare la violazione più grave. La Corte ha chiarito che tale individuazione va fatta in astratto, confrontando le pene edittali massime dei reati, tenendo conto dell’esito del bilanciamento delle circostanze. Nel caso specifico, il reato di spaccio è stato correttamente identificato come il più grave, legittimando la pena inflitta.
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