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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Competenza territoriale: la scelta spetta all'attore

La Corte di Cassazione stabilisce che in una causa per vizi di un immobile, la competenza territoriale può essere radicata alternativamente presso il tribunale del luogo in cui il contratto è stato concluso o dove il bene doveva essere consegnato. La Corte chiarisce che la scelta effettuata dall’acquirente (attore) tra i due fori previsti dalla legge è decisiva, rigettando il ricorso della venditrice che contestava la scelta del tribunale.

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Sanzione definitiva: quando si applica il favor rei?

La Corte di Cassazione chiarisce che il principio del “favor rei”, ovvero l’applicazione della legge più favorevole al trasgressore, non opera se la sanzione è già divenuta definitiva. In un caso riguardante il tardivo versamento di un’accisa, una società si era vista ridurre la sanzione in appello grazie a una nuova legge più mite. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, stabilendo che, poiché un precedente giudizio aveva già reso la sanzione definitiva, questa non poteva più essere modificata, anche in presenza di una normativa successiva più vantaggiosa.

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Impugnazione del testamento: la Cassazione decide

Una complessa vicenda ereditaria, incentrata sull’impugnazione del testamento olografo di una defunta, giunge in Cassazione. Gli eredi ricorrenti contestavano la validità del testamento più recente a favore di un fratello, sostenendo la validità di uno precedente. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarando i motivi inammissibili per vizi procedurali. La decisione sottolinea l’importanza di formulare correttamente i motivi di ricorso, che devono censurare specificamente le ragioni della sentenza d’appello e non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni.

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Deduzione IRAP: onere della prova per public utility

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3466/2025, ha chiarito i requisiti per la deduzione IRAP in capo a imprese che svolgono sia attività regolate (come le ‘public utility’) sia attività liberalizzate. La Corte ha stabilito che l’onere della prova per ottenere il beneficio fiscale spetta interamente al contribuente, che deve dimostrare in modo analitico e specifico l’impiego di ciascun dipendente nelle attività non regolate. Non è sufficiente una ripartizione forfettaria del personale. Di conseguenza, è stata cassata la sentenza di merito che aveva concesso la deduzione IRAP a una società di gestione aeroportuale senza tale prova rigorosa.

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Decadenza d'ufficio e locazione: la Cassazione chiarisce

Un’ordinanza della Corte di Cassazione affronta il caso di una locazione commerciale interrotta da una banca in liquidazione. Il Tribunale aveva negato al locatore il risarcimento per ritardata consegna basandosi su una decadenza d’ufficio non eccepita dalla banca. La Cassazione ha cassato la decisione, stabilendo che tale decadenza può essere sollevata solo dalla parte interessata e non dal giudice. Inoltre, ha riaffermato il valore vincolante della precedente ammissione al passivo del credito per ripristino da parte del commissario liquidatore (giudicato endoconcorsuale).

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Definizione agevolata e rinvio causa: la Cassazione

Una società di costruzioni impugnava avvisi di accertamento ICI emessi da un Comune. In pendenza del ricorso in Cassazione, la società aderiva alla definizione agevolata per una delle annualità contestate. A causa di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sugli effetti procedurali di tale adesione, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa di una decisione che risolva il conflitto interpretativo.

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Giudicato sopravvenuto: come estingue il processo

Una professionista si oppone a una richiesta di pagamento di contributi da parte dell’ente previdenziale. Mentre la causa è pendente in Cassazione, un’altra sentenza, divenuta definitiva, dichiara lo stesso credito prescritto. La Corte di Cassazione, preso atto del giudicato sopravvenuto, cassa la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando improseguibile l’azione, poiché il diritto dell’ente si è estinto.

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Termine impugnazione espulsione: la prova della residenza

Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione oltre il termine di 30 giorni, sostenendo di avere diritto al termine più lungo di 60 giorni previsto per i residenti all’estero, in quanto “senza fissa dimora” in Italia. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che per beneficiare del termine impugnazione espulsione esteso è necessaria la prova positiva della residenza all’estero, la quale non può essere dedotta dalla semplice assenza di un domicilio stabile in Italia. L’onere della prova grava interamente sul ricorrente.

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Responsabilità del liquidatore e debiti fiscali

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che la responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali di una società sussiste anche se l’accertamento fiscale avviene dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese. Il caso riguardava una complessa operazione di ristrutturazione debitoria considerata elusiva dall’Agenzia delle Entrate. La Corte ha chiarito che la responsabilità del liquidatore è di natura civile e non richiede la preventiva notifica dell’atto impositivo alla società estinta, ma solo la notifica al liquidatore stesso entro i termini di decadenza.

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Ricorso fideiussione: i motivi di inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori contro una banca. L’ordinanza sottolinea come la presentazione di nuove questioni in Cassazione, la mancata censura della ‘ratio decidendi’ della sentenza precedente e le richieste di prove esplorative portino inevitabilmente a una pronuncia di inammissibilità. Il caso riguardava una garanzia omnibus per le obbligazioni di una società, e la Corte ha respinto tutti gli otto motivi di ricorso per ragioni prettamente procedurali.

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TOSAP cavalcavia: Cassazione conferma il pagamento

Una società di gestione autostradale ha impugnato una richiesta di pagamento della TOSAP per i suoi cavalcavia su strade comunali, sostenendo di essere esente in quanto concessionaria statale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la TOSAP per cavalcavia è dovuta. La società, essendo un’entità privata che opera a scopo di lucro, è l’occupante di fatto e non può beneficiare dell’esenzione riservata allo Stato, anche se svolge un servizio pubblico. La proprietà comunale dello spazio aereo occupato non è mai venuta meno.

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Prova del credito: documenti bancari validi anche parziali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due debitori contro un istituto di credito. La Corte ha stabilito che la prova del credito può essere fornita anche senza la totalità degli estratti conto, basandosi su altra documentazione bancaria e sulla valutazione discrezionale del giudice di merito, supportata da una consulenza tecnica. L’organo giurisdizionale ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione della legge, confermando la decisione dei giudici di appello.

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Esenzione IMU alloggi sociali: la Cassazione decide

Un’azienda di edilizia residenziale pubblica ha richiesto l’esenzione IMU per i suoi immobili, equiparandoli ad alloggi sociali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’esenzione IMU alloggi sociali non è automatica. L’ordinanza chiarisce che il canone di locazione, seppur ridotto, non è “simbolico” quando è destinato a coprire i costi di gestione e manutenzione. Tale caratteristica qualifica l’attività come economica, escludendola dal beneficio fiscale della piena esenzione e ammettendo solo una detrazione.

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Inammissibilità intervento del socio nel processo

Un ex socio tentava di proseguire un giudizio per conto della sua società, ormai fallita. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, dichiarando l’inammissibilità dell’intervento. La sentenza chiarisce che, a seguito del fallimento, solo il curatore fallimentare ha la legittimazione ad agire. L’appello del socio è stato inoltre respinto in quanto “non motivo”, ovvero incapace di contestare specificamente le ragioni della corte precedente.

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Cessazione materia del contendere: costi e conseguenze

Un Ministero ha impugnato in Cassazione una sentenza di primo grado sfavorevole emessa nei confronti di una società in fallimento. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando la Corte a dichiarare la cessazione della materia del contendere. La decisione chiarisce che, in caso di accordo, non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, data la sua natura sanzionatoria applicabile solo in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione. Le spese legali sono state compensate tra le parti.

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Contributo di bonifica: no al pagamento senza beneficio

Un consorzio di bonifica ha richiesto il pagamento di un contributo a due proprietari terrieri. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado hanno annullato la richiesta, rilevando la mancanza di un beneficio concreto derivante dalle opere consortili. La Corte di Cassazione ha confermato questa decisione, rigettando il ricorso dell’ente. La Corte ha sottolineato che il presupposto per il pagamento del contributo di bonifica è un vantaggio reale e tangibile per l’immobile, la cui assenza rende la pretesa illegittima. La decisione ha inoltre chiarito i limiti del ricorso in Cassazione in presenza di una “doppia conforme”, ovvero due sentenze di merito identiche sui fatti.

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Contributo di bonifica: l'onere della prova si inverte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3896/2025, ha chiarito la ripartizione dell’onere della prova in materia di contributo di bonifica. Se l’immobile di un contribuente è incluso nel ‘piano di classifica’ e nel ‘perimetro di contribuenza’ del consorzio, il beneficio derivante dalle opere si presume. Di conseguenza, non è più il consorzio a dover dimostrare il vantaggio specifico, ma spetta al contribuente che contesta il pagamento fornire la prova dell’inadempimento del consorzio o dell’inefficacia delle opere previste. La Corte ha così cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente addossato l’onere probatorio sull’ente impositore.

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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni ex specializzandi per il risarcimento danni da tardivo recepimento di direttive UE. Al centro della controversia la prescrizione per medici specializzandi, il cui termine decennale, secondo la consolidata giurisprudenza, decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/99. La Corte ha ribadito che tale legge ha reso definitivo e conoscibile l’inadempimento dello Stato, respingendo le argomentazioni dei ricorrenti come insufficienti a modificare tale orientamento.

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Adeguamento borse specializzandi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che riconosceva l’adeguamento delle borse di studio a medici specializzandi per il periodo 1993-2006. La Corte ha stabilito che, nonostante una precedente sentenza favorevole, il diritto all’adeguamento borse specializzandi non è mai sorto concretamente a causa della mancata emanazione dei necessari decreti ministeriali attuativi, bloccati dalla legislazione dell’epoca. Di conseguenza, i giudici non possono determinare autonomamente l’importo, rendendo la pretesa inesigibile.

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Litisconsorzio necessario: nullità senza tutti i soci

La Corte di Cassazione ha stabilito che nei contenziosi fiscali riguardanti società di persone, vige il principio del litisconsorzio necessario tra la società e tutti i soci. Un ricorso presentato da un solo socio, senza la partecipazione degli altri, determina la nullità insanabile dell’intero giudizio. La Corte ha cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa al giudice di primo grado per l’integrazione del contraddittorio, sottolineando che la questione procedurale è preliminare a qualsiasi valutazione di merito.

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