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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Sentenza penale processo tributario: la Cassazione

Una contribuente, assolta in sede penale, vede la sua posizione fiscale riesaminata dalla Corte di Cassazione. A seguito di un accertamento per operazioni inesistenti annullato nei primi due gradi di giudizio, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso. La Suprema Corte, di fronte a una nuova normativa sull’efficacia della sentenza penale nel processo tributario, ha sospeso la decisione e rimesso la questione alle Sezioni Unite per ottenere un principio di diritto di portata generale.

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Accertamento analitico induttivo: dati da PC validi?

Una società di rivendita pneumatici impugna un avviso di accertamento basato su una contabilità parallela scoperta su un computer aziendale. Il ricorso contesta le modalità di estrazione dei dati e la loro attendibilità probatoria. La Corte di Cassazione, rilevando la pendenza di una questione analoga sull’efficacia di un giudicato penale di assoluzione nel processo tributario, ha sospeso la decisione e rinviato il caso in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite, non decidendo nel merito dell’accertamento analitico induttivo.

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Licenziamento fine cantiere: quando è legittimo

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento fine cantiere. Il caso riguardava un lavoratore edile licenziato dopo la conclusione dei lavori nel sito a cui era assegnato. La Corte ha stabilito che, se l’azienda dimostra l’impossibilità di ricollocare il dipendente in altre mansioni o cantieri al momento del recesso, il licenziamento è valido, anche se nuove opportunità lavorative si presentano mesi dopo.

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Trasferimento azienda: la tutela del lavoratore escluso

La Corte di Cassazione conferma il diritto all’assunzione di un lavoratore escluso da un accordo sindacale in un’operazione di trasferimento azienda. Poiché l’attività d’impresa proseguiva e non era cessata, la Corte ha ritenuto inapplicabile la deroga che permette il mancato assorbimento di parte del personale, riaffermando la tutela prevista dall’art. 2112 c.c. anche per le aziende in amministrazione straordinaria.

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Patto commissorio: vendita come garanzia è nulla

Una società immobiliare ha citato in giudizio due coniugi per ottenere il rilascio di un immobile, sostenendo di esserne la legittima proprietaria. I coniugi si sono opposti, eccependo che la vendita era simulata e parte di un’operazione complessa finalizzata a eludere il divieto di patto commissorio. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso. Ha stabilito che anche una serie di contratti di compravendita, formalmente leciti, possono essere dichiarati nulli se il loro scopo reale è quello di garantire un prestito con il trasferimento della proprietà in caso di inadempimento, violando così l’art. 2744 c.c.

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Notifica familiare convivente: quando è valida?

La Corte di Cassazione ha stabilito la validità di una notifica fiscale consegnata a una persona qualificatasi come “moglie convivente”, anche se l’indirizzo di consegna non corrispondeva alla residenza anagrafica del contribuente. Secondo la Corte, la dichiarazione resa al messo notificatore crea una presunzione di conoscenza (iuris tantum) che prevale sul certificato di residenza. Per contestare la notifica, il contribuente deve fornire una prova rigorosa dell’assenza di un rapporto di convivenza, onere che nel caso di specie non è stato assolto. Di conseguenza, il ricorso del contribuente è stato respinto, confermando la legittimità della cartella di pagamento impugnata.

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Impugnazione atti esecutivi: quando il debito è finale

Una società ha impugnato un’intimazione di pagamento sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle sottostanti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la mancata impugnazione di successivi atti esecutivi, come i pignoramenti, rende definitivo il debito tributario, sanando di fatto il vizio di notifica originario. La Corte ha anche chiarito che le violazioni procedurali in primo grado non comportano automaticamente la retrocessione del giudizio e che la querela di falso non impone una sospensione automatica del processo.

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Prescrizione assegno vitalizio: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17448/2025, ha stabilito che per l’assegno vitalizio dovuto alle vittime del dovere, la prescrizione decennale non estingue il diritto in sé, ma solo i singoli ratei maturati oltre dieci anni prima della domanda. La Corte d’Appello aveva erroneamente dichiarato l’intero diritto prescritto. La sentenza è stata cassata con rinvio.

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Accertamento induttivo: quando è legittimo per redditi

La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità dell’accertamento induttivo nei confronti di un allevatore che aveva omesso di dichiarare l’attività. L’omessa compilazione del quadro RD nella dichiarazione dei redditi impedisce la tassazione forfettaria e giustifica l’azione del Fisco per determinare il reddito d’impresa.

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Autorizzazione lavoro straordinario: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15984/2025, ha stabilito che l’autorizzazione preventiva per il lavoro straordinario nel pubblico impiego è un elemento costitutivo del diritto al compenso. Di conseguenza, il lavoratore deve provarne l’esistenza. La contestazione della sua assenza da parte della Pubblica Amministrazione in appello non è un’eccezione nuova inammissibile, ma una mera difesa. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto tardiva tale contestazione.

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Notifica perfezionata sabato: proroga al lunedì

Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo, ma i tribunali di merito ritenevano l’atto tardivo. Il problema riguardava il calcolo dei termini, poiché la notifica si era perfezionata per compiuta giacenza di sabato. La Cassazione ha stabilito che quando una notifica perfezionata sabato conclude un termine, la scadenza viene prorogata di diritto al lunedì successivo. Di conseguenza, l’opposizione è stata ritenuta tempestiva e la sentenza annullata con rinvio.

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Donazione e rinuncia eredità: possesso non è accettazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che chi riceve un bene in donazione dal defunto (de cuius) e, dopo la sua morte, rinuncia all’eredità, non può essere considerato erede per il solo fatto di possedere quel bene. Il possesso, in questo caso, deriva dal diritto di proprietà acquisito con la donazione stessa (iure proprietatis) e non da un titolo ereditario. Di conseguenza, il possesso del bene donato non costituisce un’accettazione tacita dell’eredità e non impedisce una valida rinuncia, proteggendo il donatario dai debiti del defunto.

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Raddoppio dei termini: quando si applica ai soci?

La Corte di Cassazione ha confermato che il raddoppio dei termini per l’accertamento fiscale, scaturito da reati tributari commessi da una società, si applica anche al socio accomandante per il reddito di partecipazione. È sufficiente la sussistenza dell’obbligo di denuncia penale a carico della società, a prescindere da una specifica contestazione al socio.

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Riunione ricorsi: Cassazione unisce cause connesse

Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha disposto la riunione di due ricorsi proposti separatamente contro la medesima sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sull’applicazione dell’articolo 335 del codice di procedura civile, che impone il trattamento congiunto di tutte le impugnazioni relative allo stesso provvedimento per garantire l’uniformità della decisione ed evitare giudicati contrastanti. La Suprema Corte ha pertanto unito il nuovo ricorso a quello precedentemente iscritto, assicurando che entrambe le cause procedano come un unico giudizio.

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Diniego definizione agevolata: è illegittimo?

Un contribuente, dopo aver ottenuto due sentenze favorevoli in un contenzioso tributario, richiede la definizione agevolata della lite pendente in Cassazione. L’Agenzia delle Entrate la nega, adducendo la pendenza di un processo penale sulle sentenze e un errato calcolo dell’importo versato. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso del contribuente, stabilendo che il diniego di definizione agevolata è illegittimo se basato su procedimenti penali non ancora definitivi. La Corte chiarisce che le sentenze civili, finché non revocate o dichiarate false, sono pienamente efficaci, e che una sentenza revocata non ha alcun valore ai fini del calcolo. Di conseguenza, il giudizio viene dichiarato estinto.

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Responsabilità da custodia: incendio e onere prova

La Cassazione chiarisce che in caso di incendio, la responsabilità da custodia sorge anche se il bene ha solo propagato le fiamme, senza esserne l’origine. Il custode è responsabile se non prova il caso fortuito, e il rischio della causa ignota ricade su di lui.

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Credito prededucibile: status non trasferibile

La Corte di Cassazione ha stabilito che un credito prededucibile, sorto durante un’amministrazione giudiziaria (misura di prevenzione antimafia), non conserva tale privilegio in una successiva procedura di amministrazione straordinaria (procedura per insolvenza). La Corte ha chiarito che le due procedure non sono in continuità (‘consecutio’) poiché hanno finalità e presupposti diversi: la prima mira a liberare l’azienda da influenze criminali, la seconda a gestire una crisi d’impresa. Di conseguenza, lo status di credito prededucibile non si trasferisce automaticamente.

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Giudicato penale: efficacia nel processo tributario

Una società di servizi, dopo aver subito un accertamento fiscale per operazioni inesistenti, ottiene l’assoluzione penale per il proprio legale rappresentante. La Corte di Cassazione, di fronte a una nuova legge che sancisce l’efficacia del giudicato penale nel processo tributario, si trova di fronte a complessi dubbi interpretativi. L’ordinanza interlocutoria in esame sospende la decisione e rimette la questione di massima importanza alle Sezioni Unite, al fine di chiarire l’ambito e i limiti di applicabilità della nuova normativa.

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Azione revocatoria: quando un atto è inefficace

Un creditore ha ottenuto la dichiarazione di inefficacia di una vendita immobiliare tramite un’azione revocatoria. Il debitore aveva venduto un immobile a un amico intimo per sottrarlo alla garanzia dei creditori. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti. La Corte ha ribadito che la consapevolezza del terzo acquirente del pregiudizio al creditore può essere provata anche tramite presunzioni, come il forte legame personale, un elemento chiave dell’azione revocatoria.

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Eredi testamentari polizza vita: chi sono i beneficiari?

In un caso riguardante la designazione dei beneficiari di una polizza vita come “eredi testamentari”, la Corte di Cassazione è chiamata a decidere se tale qualifica spetti anche ai soggetti designati nel testamento come legatari di beni specifici (le sorelle del defunto) o solo agli eredi universali (i figli). La Corte d’Appello aveva escluso le sorelle, ritenendole semplici legatarie. Data la rilevanza della questione per l’interpretazione uniforme della legge, la Suprema Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora risolvere la disputa nel merito.

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