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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Riproposizione eccezioni appello: i termini perentori

Un contribuente, dopo aver vinto in primo grado contro un’iscrizione ipotecaria, si vede appellare dall’agente della riscossione. Nel giudizio di appello, il contribuente ripropone tardivamente le sue eccezioni. La Corte di Cassazione chiarisce che la riproposizione delle eccezioni in appello nel processo tributario deve avvenire entro termini perentori, a pena di decadenza, confermando la decisione di secondo grado e rigettando il ricorso del contribuente.

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Riqualificazione fiscale: Cassazione stoppa l'Agenzia

La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate che aveva operato una riqualificazione fiscale di una complessa operazione societaria in cessione d’azienda. La Corte ha ribadito che l’imposta di registro è un’imposta d’atto e la tassazione deve basarsi esclusivamente sulla natura giuridica e sugli effetti dell’atto presentato per la registrazione, non sull’operazione economica complessiva o su elementi esterni.

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Responsabilità lavoratore: sì per ogni fase del processo

Un dipendente di un ente previdenziale, sanzionato con la sospensione per irregolarità nella gestione di pratiche, ha impugnato il provvedimento sostenendo di essere responsabile solo della fase istruttoria e non di quella decisionale finale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo un importante principio sulla responsabilità del lavoratore: ciascun dipendente è responsabile per la propria fase di competenza all’interno di un procedimento complesso, e la supervisione dei superiori o il coinvolgimento di altri colleghi non esclude la sua colpa individuale.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce

Un contribuente impugna una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. In Cassazione, le parti raggiungono un accordo e il ricorrente rinuncia al ricorso. La Suprema Corte dichiara l’estinzione del giudizio e la compensazione delle spese, chiarendo che in caso di rinuncia non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, data la sua natura sanzionatoria applicabile solo in casi specifici come il rigetto o l’inammissibilità.

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Giudicato esterno e tasse: la Cassazione fa chiarezza

Un’amministrazione comunale richiedeva a un condominio il pagamento di un canone per l’occupazione di suolo pubblico (COSAP) per l’anno 2013. Il condominio si è opposto, invocando una precedente sentenza definitiva (giudicato esterno) che aveva già stabilito la non debenza del canone per l’anno 2009 per la medesima situazione di fatto. La Corte di Cassazione ha confermato la validità del giudicato esterno, rigettando il ricorso del Comune. Ha stabilito che, per le obbligazioni periodiche, una decisione su un fatto costitutivo immutato (la presenza di griglie e intercapedini) si estende anche alle annualità future, salvo modifiche normative o fattuali.

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Rimborso IRPEF: termini e dichiarazione integrativa

Un contribuente si è visto negare un rimborso IRPEF per oneri deducibili non indicati, poiché i giudici di merito ritenevano scaduto il termine per la dichiarazione integrativa. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: l’istanza di rimborso, da presentare entro 48 mesi dal versamento, è un diritto autonomo e non può essere precluso dal mancato rispetto del termine, più breve, previsto per la dichiarazione integrativa a favore. La sentenza riafferma la tutela del contribuente contro l’indebito arricchimento dell’erario.

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Omessa pronuncia: quando il giudice non decide

Una società tecnologica ha impugnato avvisi di accertamento e dinieghi di rimborso. Dopo una definizione agevolata parziale, la Commissione Tributaria Regionale non si è pronunciata sui dinieghi di rimborso residui. La Corte di Cassazione ha rilevato il vizio di omessa pronuncia, cassando la sentenza e rinviando il caso a un nuovo giudice per una decisione nel merito.

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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali

L’ordinanza analizza il caso di due medici che, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole relativa al mancato compenso per corsi di specializzazione, hanno presentato una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, verificata la regolarità della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, condannando i ricorrenti al pagamento di due terzi delle spese legali a favore delle amministrazioni statali resistenti.

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Legittimazione attiva: la prova del contratto decisiva

Una società di riscossione si vede negare la legittimazione attiva per la riscossione di tributi. La Corte di Cassazione accoglie il suo ricorso, annullando la decisione precedente, poiché il giudice di merito aveva omesso di esaminare un contratto del 2009, documento decisivo per provare la titolarità del rapporto. La sentenza sottolinea l’obbligo del giudice di valutare tutte le prove documentali cruciali fornite dalle parti.

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Domanda di rivendica: modifica in prededuzione

Una società proprietaria di un bene aveva presentato una domanda di rivendica nei confronti di un’altra società in amministrazione straordinaria. Dopo che il curatore ha perso il possesso del bene, la società proprietaria ha chiesto di modificare la sua richiesta in una domanda di ammissione al passivo per il controvalore del bene, in prededuzione. La Corte di Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza delle questioni legali sollevate, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando il caso a una pubblica udienza per una trattazione approfondita.

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Estraneità ambienti malavitosi: requisito per le vittime

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei familiari di un soggetto deceduto, i quali richiedevano l’accesso al Fondo di solidarietà per le vittime di mafia. La Corte ha stabilito che il requisito dell’estraneità ad ambienti malavitosi non è una novità introdotta nel 2016, ma una condizione immanente e originaria della normativa. Lo scopo della legge è sostenere le vere vittime, non soggetti coinvolti in contesti criminali, pertanto la domanda è stata respinta poiché il congiunto risultava inserito in tali ambienti.

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Ricorso per cassazione: i motivi di inammissibilità

Una società cooperativa ha presentato un ricorso per cassazione contro una cartella di pagamento per il canone TV. La Corte ha dichiarato la maggior parte dei motivi inammissibili per difetto di specificità, violando il principio di autosufficienza. Tuttavia, ha accolto il motivo relativo all’errata condanna alle spese legali a favore dell’Agente della Riscossione, non costituitosi in giudizio, cassando la sentenza su questo punto.

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Azione revocatoria: inammissibile il ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un acquirente contro una sentenza che aveva accolto l’azione revocatoria promossa da un creditore. Il creditore aveva ottenuto la dichiarazione di inefficacia della vendita di un immobile, poiché l’operazione pregiudicava le sue ragioni. La Suprema Corte ha stabilito che i motivi del ricorso miravano a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità, ribadendo che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito della controversia.

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Accertamento sintetico: la prova del contribuente

L’appello di un contribuente contro un avviso di accertamento basato sul “redditometro” era stato inizialmente accolto. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, chiarendo l’onere della prova. La Corte ha stabilito che in un accertamento sintetico, non è sufficiente per il contribuente dimostrare semplicemente l’esistenza di altri redditi non tassabili (come vecchi mutui). È necessario fornire prove documentali sull’importo e, soprattutto, sulla durata del possesso di tali fondi durante lo specifico anno fiscale in esame per contrastare efficacemente la presunzione legale del redditometro.

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Responsabilità avvocato: quando il danno non è ingiusto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una cliente contro il proprio legale. La richiesta di risarcimento per la responsabilità avvocato è stata respinta poiché la restituzione di una provvisionale, rivelatasi poi eccessiva, non costituisce un danno “ingiusto”, ma il ripristino di una situazione lecita. Il cliente non è mai stato titolare del diritto a trattenere quelle somme.

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Ricorso inammissibile: le sanzioni per abuso processo

Un caso di divisione immobiliare tra ex soci giunge in Cassazione. La Corte dichiara il ricorso inammissibile per vizi procedurali e per la regola della “doppia conforme”. L’appellante viene condannato per abuso del processo, con pesanti sanzioni economiche, per aver insistito in un’impugnazione palesemente infondata.

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Valutazione automatica: donazione con più immobili

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18512/2025, ha stabilito che il meccanismo di valutazione automatica non si applica alle donazioni cumulative di più immobili se il contribuente non indica analiticamente il valore di ciascun bene. In un caso di donazione mista (immobili con e senza rendita catastale), l’indicazione di un valore globale non preclude all’Agenzia delle Entrate il potere di accertare il valore venale dei beni sprovvisti di rendita, come i fabbricati collabenti o le aree risultanti da demolizioni. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente esteso la preclusione all’accertamento a tutti i beni.

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Presunzione di conoscenza: licenziamento valido?

Un dipendente pubblico ha impugnato un licenziamento oltre i termini, sostenendo che la madre convivente gli avesse nascosto la lettera. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo il principio della presunzione di conoscenza. Secondo la Corte, l’atto si considera conosciuto quando giunge all’indirizzo del destinatario. L’occultamento da parte di un familiare non costituisce un’impossibilità oggettiva e incolpevole di venire a conoscenza dell’atto, poiché rientra nella sfera di controllo del destinatario. La decadenza dall’impugnazione è stata quindi confermata.

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Divieto conversione fondazioni liriche: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato il divieto di conversione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato per i dipendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. Nel caso di una professoressa d’orchestra impiegata per anni con contratti a termine, la Corte ha stabilito che, nonostante l’accertato abuso, la normativa speciale prevale, escludendo la conversione ma garantendo al lavoratore un risarcimento del danno. La decisione si fonda sulla natura peculiare di tali enti e su norme imperative che limitano le assunzioni. Viene quindi ribadito il principio del divieto conversione fondazioni liriche.

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Litisconsorzio necessario: tutti i soci in giudizio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza per violazione del principio del litisconsorzio necessario. Il caso riguardava un accertamento fiscale emesso nei confronti di un contribuente, ritenuto socio di una società di fatto derivante dalla riqualificazione di una cooperativa. La Corte ha stabilito che, quando la controversia verte sulla configurabilità stessa di una società di fatto, tutti i presunti soci devono obbligatoriamente partecipare al giudizio, pena la nullità assoluta del procedimento. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per un nuovo esame con la corretta integrazione del contraddittorio.

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