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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Estorsione aggravata: la Cassazione su profitto e prove

La Corte di Cassazione ha confermato due condanne: una per detenzione di stupefacenti, chiarendo i presupposti del dolo eventuale, e una per estorsione aggravata. In quest’ultimo caso, ha stabilito che anche cambiali in valuta fuori corso legale costituiscono un ingiusto profitto, poiché possono essere usate come riconoscimento di debito. La Corte ha inoltre ribadito l’inammissibilità dei motivi di ricorso presentati per la prima volta in sede di legittimità.

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Turbata libertà degli incanti: Cassazione chiarisce

La Cassazione annulla una condanna per turbata libertà degli incanti, chiarendo che il reato non sussiste se la condotta mira a impedire la gara per ottenere un affidamento diretto, anziché a inquinare una procedura selettiva già in atto. Il caso riguardava un appalto di modico valore, assegnato simulando una consultazione di mercato inesistente. Annullata con rinvio anche la condanna per corruzione per difetto di motivazione sul nesso tra l’utilità (un’assunzione) e gli atti del pubblico ufficiale.

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Particolare tenuità del fatto: no al rave party

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’imputata condannata per un reato di lieve entità in materia di stupefacenti. La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Corte ha ritenuto che, nonostante la modesta quantità di sostanza, la suddivisione in 11 involucri, la detenzione di bustine vuote e il contesto di un rave party indicassero un’offensività superiore al minimo. Sono state respinte anche le eccezioni procedurali sulla notifica dell’atto di citazione.

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Appello penale inammissibile: il mandato specifico

La Corte di Cassazione dichiara un appello penale inammissibile a causa della mancata presentazione di un mandato specifico a impugnare da parte del difensore. La sentenza, applicando il principio ‘tempus regit actum’, sottolinea come questo adempimento sia essenziale per procedere, specialmente quando l’imputato è assente, per garantire la sua consapevolezza nel proseguire il giudizio. La decisione assorbe e non esamina i motivi di merito del ricorso.

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Abuso d'ufficio: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione annulla una condanna per il reato di abuso d’ufficio. La Corte ha prima ritenuto tempestivo il ricorso, poiché l’avviso di deposito della sentenza non era stato notificato al difensore. Successivamente, ha annullato la condanna perché il reato di abuso d’ufficio è stato abrogato dalla legge, revocando anche le statuizioni civili.

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Rifiuto atti d'ufficio: reato istantaneo e prescrizione

Un sindaco non esegue un’ordinanza di demolizione. La Cassazione conferma la natura di reato istantaneo del rifiuto di atti d’ufficio, facendo decorrere la prescrizione dal momento della prima omissione e non dalle successive richieste. Ricorso della parte civile dichiarato inammissibile.

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Esercizio abusivo professione: assolta la titolare

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna per esercizio abusivo della professione di farmacista a carico della titolare di una parafarmacia, il cui familiare non abilitato aveva venduto farmaci in sua assenza. La Corte ha stabilito che la mera proprietà dell’esercizio commerciale non è sufficiente a dimostrare un concorso nel reato, in assenza di prove che la titolare abbia consentito o istigato la condotta illecita.

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Attenuante speciale tenuità: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per spaccio di lieve entità. La decisione è stata motivata dalla mancata valutazione, da parte della Corte d’Appello, di due circostanze attenuanti: la collaborazione dell’imputato e l’attenuante speciale tenuità del lucro. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio su questi specifici punti, sottolineando l’obbligo del giudice di motivare adeguatamente ogni sua decisione.

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Contrasto tra dispositivo e motivazione: cosa prevale?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per un evidente contrasto tra dispositivo e motivazione. Mentre la motivazione riconosceva la non punibilità per particolare tenuità del fatto, il dispositivo condannava l’imputata. La Suprema Corte ha riaffermato che, in casi eccezionali di errore materiale e quando risulta più favorevole all’imputato, la motivazione può prevalere, portando all’annullamento della decisione contraddittoria.

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Desumibilità atti: quando è legittima la nuova misura?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato che chiedeva di dichiarare inefficace una misura cautelare emessa in un secondo procedimento. Secondo la Corte, la ‘desumibilità atti’ non coincide con la mera conoscenza storica dei fatti da parte del PM, ma richiede un quadro indiziario maturo e completo, la cui valutazione spetta al giudice di merito. Nel caso specifico, elementi essenziali per le nuove accuse sono emersi solo dopo la prima ordinanza, giustificando la separazione dei procedimenti e la tempistica della seconda misura.

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Ricorso straordinario: errore di fatto vs giudizio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 7109/2025, dichiara inammissibile un ricorso straordinario. Il caso riguardava la richiesta di un condannato di essere rimesso nei termini per impugnare una sentenza. La Corte ha stabilito che le censure sollevate non costituivano un errore di fatto, ma un errore di giudizio, esulando così dai presupposti del rimedio.

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Incompetenza territoriale: PM senza interesse all'appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero avverso una decisione di incompetenza territoriale del Tribunale del Riesame. La Suprema Corte ha chiarito che l’impugnazione è ammissibile solo se sorretta da un interesse concreto a ottenere una nuova misura cautelare dal giudice competente, e non per contestare in astratto la questione della competenza.

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Ricorso inammissibile: motivi generici e art. 581

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi addotti dal ricorrente erano del tutto generici. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 581 cod. proc. pen., che impone l’indicazione specifica delle ragioni di fatto e di diritto a sostegno dell’impugnazione. La mancanza di specificità ha comportato non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Impugnazione incompetenza: PM, quando non puoi agire

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro una dichiarazione di incompetenza territoriale del Tribunale del riesame. La sentenza chiarisce che l’impugnazione incompetenza è permessa solo se mira a ottenere una nuova misura cautelare, altrimenti manca l’interesse concreto e attuale richiesto dalla legge.

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Errore di fatto: i limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario, chiarendo la distinzione tra errore di fatto e errore di giudizio. Gli imputati lamentavano la violazione del diritto di difesa per la mancata ammissione di una perizia informatica, ma la Corte ha stabilito che tale censura non costituisce un errore percettivo (errore di fatto), bensì un tentativo di ridiscutere la valutazione giuridica del quadro probatorio, motivo escluso dal rimedio straordinario previsto dall’art. 625-bis c.p.p.

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Interesse a ricorrere: quando l'appello è inammissibile

Un soggetto, detenuto in carcere per fini estradizionali, presenta ricorso in Cassazione contro l’ordinanza che nega la sostituzione della misura cautelare. Nelle more del giudizio, la stessa Corte di appello revoca la detenzione e ordina la liberazione dell’imputato. La Cassazione, di conseguenza, dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse a ricorrere, poiché l’obiettivo del ricorrente (la liberazione) è già stato raggiunto, rendendo la decisione sul merito priva di utilità pratica.

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Inammissibilità del ricorso: motivi generici e attenuanti

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per ricettazione e violazione del diritto d’autore. La Corte ha stabilito che i motivi di appello erano troppo generici, limitandosi a richiedere l’annullamento senza argomentazioni specifiche. Inoltre, ha confermato il diniego delle attenuanti generiche, ritenendo sufficiente come motivazione la presenza di precedenti penali a carico del ricorrente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Errore percettivo: Cassazione revoca la sua sentenza

La Corte di Cassazione, con una nuova pronuncia, ha revocato una sua precedente sentenza a causa di un errore percettivo. I giudici non si erano accorti dell’avvenuta prescrizione di un reato in materia di stupefacenti. Riconosciuto l’errore, la Corte ha annullato senza rinvio la condanna, dichiarando il reato estinto e chiudendo definitivamente il caso per l’imputato.

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Ricorso inammissibile: vendita CD e DVD contraffatti

Un soggetto condannato per vendita di supporti audiovisivi illecitamente duplicati e ricettazione ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché tendeva a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Inoltre, uno dei motivi non era stato presentato in appello. La condanna è stata quindi confermata, con l’aggiunta delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Valutazione della prova: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per reati venatori, ribadendo un principio fondamentale: la valutazione della prova spetta esclusivamente al giudice di merito. Se la motivazione della sentenza è logica e completa, non può essere riesaminata in sede di legittimità. Il caso si basava su prove fotografiche e testimonianze che la Corte ha ritenuto correttamente valutate dal Tribunale.

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