LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un concordato in appello ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p., ha impugnato la sentenza. La Corte ha stabilito che l’accordo implica la rinuncia a qualsiasi doglianza, rendendo il successivo ricorso per cassazione privo di fondamento.

Continua »
Concordato in appello: limiti al ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello che aveva rideterminato la pena sulla base di un “concordato in appello”. Il ricorso lamentava la mancata concessione di attenuanti generiche, un motivo che non rientra tra quelli ammessi per impugnare questo tipo di sentenze. La Suprema Corte ha ribadito che, una volta raggiunto l’accordo sulla pena, non è possibile contestarlo se non per vizi relativi alla formazione della volontà, al consenso del PM o per illegalità della sanzione stessa, confermando la natura vincolante del patto processuale.

Continua »
Attenuanti generiche: quando è legittimo negarle

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava sia la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) sia le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), motivando che la sola assenza di precedenti penali non è sufficiente a giustificare la concessione di quest’ultime, essendo necessari elementi positivi di valutazione.

Continua »
Determinazione della pena: Cassazione e attenuanti

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto. L’analisi si concentra sulla corretta determinazione della pena, sottolineando che il giudizio di legittimità non può rivalutare la congruità della sanzione se la decisione del giudice di merito è motivata logicamente, basandosi su gravità del fatto, intensità del dolo e precedenti penali.

Continua »
Attenuanti generiche: quando il giudice può negarle

Un’imputata, condannata per furto in abitazione pluriaggravato, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo la derubricazione del reato a tentativo, l’esclusione di un’aggravante e la concessione delle attenuanti generiche. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Ha ribadito che il furto è consumato quando l’agente acquisisce la disponibilità autonoma della refurtiva, anche per breve tempo. Inoltre, ha confermato che il diniego delle attenuanti generiche è legittimo se motivato dall’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato e dalla gravità del fatto, non essendo più sufficiente il solo stato di incensuratezza.

Continua »
Guida in stato di ebbrezza: appello nullo e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver causato un sinistro stradale. La Corte ha stabilito che le censure mosse dalla difesa, relative alla ricostruzione dei fatti e alla valutazione delle prove, non costituiscono un vizio di motivazione ma un tentativo di riesame del merito, non consentito in sede di legittimità. La motivazione della Corte d’Appello, che ha logicamente collegato l’incidente allo stato di alterazione del conducente, è stata ritenuta congrua e adeguata.

Continua »
Attenuanti guida in stato di ebbrezza: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito sia nell’escludere la particolare tenuità del fatto, sia nel calcolare la pena, specificando che le attenuanti guida in stato di ebbrezza non possono prevalere sull’aggravante specifica e si applicano dopo l’aumento di pena previsto da quest’ultima.

Continua »
Particolare tenuità del fatto: no se il reato è abituale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per tentato furto di generi alimentari. I giudici hanno confermato che la particolare tenuità del fatto non si applica in presenza di numerosi precedenti penali, i quali indicano un’abitualità nel commettere reati. Respinte anche le attenuanti generiche e la scriminante dello stato di necessità.

Continua »
Furto consumato: quando il reato è perfetto?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il furto di una bicicletta. L’ordinanza chiarisce che il furto consumato si realizza nel momento in cui l’agente acquisisce l’autonoma disponibilità del bene, anche se per un tempo brevissimo e viene subito dopo bloccato dalle forze dell’ordine. La Corte ha ribadito che la distinzione tra tentativo e consumazione risiede proprio nel conseguimento di tale piena ed effettiva disponibilità della refurtiva.

Continua »
Determinazione della pena: Cassazione e motivazione

Un imputato ricorre in Cassazione contestando una pena per tentato furto aggravato ritenuta eccessiva e immotivata. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che la motivazione del giudice di merito, basata sul rilevante danno economico, è sufficiente a giustificare una pena superiore al minimo. La corretta **determinazione della pena** non richiede una motivazione prolissa, ma logica e fondata su elementi concreti. Infondata anche la doglianza sul difetto di querela, smentita dagli atti processuali.

Continua »
Dosimetria della pena: quando è inammissibile il ricorso

Un imputato, condannato per furto pluriaggravato, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando l’eccessività della sanzione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la dosimetria della pena è una valutazione discrezionale del giudice di merito. Un ricorso su questo punto è possibile solo se la motivazione è palesemente illogica o arbitraria, circostanze non riscontrate nel caso di specie, dove la pena era giustificata dalla gravità dei fatti, dall’intensità del dolo e dal danno alle vittime.

Continua »
Ricorso patteggiamento: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento basato su una presunta carenza di motivazione della sentenza. La decisione ribadisce che i motivi per impugnare un patteggiamento sono tassativamente elencati dalla legge e la generica doglianza sulla motivazione non rientra tra questi. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Continua »
Guida sotto stupefacenti: test e stato di alterazione

Un automobilista è stato condannato per guida sotto stupefacenti. Nel suo ricorso in Cassazione, ha contestato la validità del test tossicologico, ritenendolo al di sotto della soglia di positività, e la prova del suo stato di alterazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che i parametri dei test di laboratorio ospedalieri sono diversi e più affidabili di quelli dei test rapidi. Inoltre, ha confermato che lo stato di alterazione era stato correttamente accertato sulla base delle osservazioni degli agenti intervenuti (apatia, sbalzi d’umore, riflessi rallentati).

Continua »
Particolare tenuità del fatto e precedenti penali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati stradali. La Corte ha stabilito che la presenza di precedenti penali specifici giustifica l’esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, poiché indice di condotta abituale. Allo stesso modo, i precedenti legittimano una pena ritenuta congrua, rientrando nella discrezionalità del giudice di merito.

Continua »
Reato continuato: no se manca il disegno criminoso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del reato continuato tra una condanna per violazione del Codice della Strada e un precedente reato. La Corte ha stabilito che, per configurare la continuazione, è necessaria la prova di un medesimo disegno criminoso, concepito in anticipo. L’ampio lasso temporale tra i due episodi, superiore a un anno, è stato ritenuto un elemento decisivo per escludere tale programma unitario, confermando così la decisione della Corte d’Appello.

Continua »
Recidiva guida senza patente: quando scatta il reato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 7206/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida senza patente con recidiva nel biennio. La Corte ha chiarito che, ai fini della configurazione del reato, la precedente violazione deve essere stata accertata in via definitiva, come nel caso di specie, dove esisteva una precedente sentenza di condanna passata in giudicato. Tale condizione di recidiva e l’abitualità della condotta hanno inoltre impedito l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Continua »
Falsità patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di falsità in patrocinio a spese dello Stato. La Corte ha ribadito che, ai fini dell’ammissione al beneficio, le risultanze anagrafiche sulla composizione del nucleo familiare prevalgono sulle dichiarazioni di parte, a meno che non venga fornita una prova contraria rigorosa. La condanna è stata confermata in quanto l’imputato aveva omesso di indicare tutti i conviventi, alterando così la base di calcolo del reddito familiare complessivo.

Continua »
Tenuità del fatto: quando il ricorso è inammissibile

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza e senza patente ricorre in Cassazione chiedendo il riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La reiterazione della guida senza patente e i precedenti penali ostacolano l’applicazione del beneficio.

Continua »
Ricorso patteggiamento: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza di patteggiamento per omicidio stradale. L’imputato lamentava una discrepanza nel calcolo della pena, ma la Corte ha accertato che la sentenza rispecchiava pienamente il nuovo accordo raggiunto dalle parti in udienza. Questo caso ribadisce i rigidi limiti del ricorso patteggiamento, ammesso solo per i motivi tassativamente previsti dalla legge.

Continua »
Disegno criminoso: quando non c'è continuazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento della continuazione tra due reati. La Corte ha stabilito che la sospensione della patente, intervenuta dopo il primo reato, costituisce una rottura del presunto disegno criminoso, impedendo di considerare i due episodi come parte di un unico piano. Di conseguenza, il secondo reato è stato ritenuto frutto di una nuova e autonoma decisione criminale.

Continua »