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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Dichiarazione di assenza in appello: le regole

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo, basato su una presunta illegittima dichiarazione di assenza, è stato ritenuto infondato. La Corte chiarisce che le nuove e più stringenti norme sulla verifica dell’assenza in appello non sono applicabili retroattivamente ai ricorsi presentati dall’imputato stesso prima del 1° luglio 2024, e che la notifica al difensore di fiducia domiciliatario è da considerarsi valida.

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Estinzione del reato per morte: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza d’appello a seguito del decesso dell’imputato. La decisione si fonda sul principio di estinzione del reato per morte, previsto dall’art. 150 del codice penale, che estingue la potestà punitiva dello Stato e chiude definitivamente il procedimento penale.

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Causa di non punibilità: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante la causa di non punibilità per reazione ad atto arbitrario di un pubblico ufficiale. Il motivo risiede nella genericità dei motivi di doglianza, privi di elementi oggettivi capaci di dimostrare un errore sul fatto. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Particolare tenuità del fatto: No con precedenti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione si basa sulla presenza di plurimi precedenti penali specifici a carico del ricorrente, che dimostrano un’abitualità del comportamento e una “devianza non occasionale”, condizioni ostative all’applicazione del beneficio previsto dall’art. 131-bis c.p.

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Reato di evasione: irrilevanti durata e distanza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. La Corte ha ribadito che qualsiasi allontanamento non autorizzato, indipendentemente dalla durata, dalla distanza o dai motivi, è sufficiente per configurare il delitto, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Inammissibilità ricorso Cassazione: quando è aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso in materia penale. I motivi sono stati giudicati aspecifici e volti a una rivalutazione del merito, non consentita in sede di legittimità. La decisione sottolinea l’importanza di una motivazione adeguata e pertinente del ricorso. L’esito è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile: quando l'appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati dall’imputato, condannato per essersi sottratto a un controllo di polizia con una guida imprudente. L’ordinanza conferma che una critica non specifica alla ricostruzione dei fatti del giudice di merito non è sufficiente per un esame nel merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Reato di evasione: uscire senza permesso è reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo agli arresti domiciliari, confermando che il reato di evasione si configura con qualsiasi allontanamento non autorizzato dalla propria abitazione, indipendentemente dalla durata, dalla distanza o dai motivi che hanno spinto il soggetto ad allontanarsi.

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Ricorso inammissibile: evasione e resistenza

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per evasione e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano una mera riproduzione di quelli d’appello e non confutavano adeguatamente la motivazione della sentenza impugnata, la quale aveva correttamente individuato il dolo e valutato la gravità complessiva del fatto.

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Concordato in appello: no ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 20/01/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza d’appello. L’imputato aveva precedentemente accettato un ‘concordato in appello’ sulla pena, rinunciando agli altri motivi. La Suprema Corte ha stabilito che tale accordo ha un effetto preclusivo, impedendo ogni successiva impugnazione sui punti concordati, assimilando di fatto la scelta alla rinuncia all’impugnazione stessa. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il ricorrente condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso personale in Cassazione: Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla regola del ‘ricorso personale in Cassazione’, che non è più ammesso dall’art. 613 c.p.p. dopo le modifiche del 2017. La norma impone la rappresentanza tecnica di un avvocato. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

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Abitualità reato: quando non si applica il 131-bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Corte ha confermato che l’abitualità del reato, desunta da una recidiva reiterata e da precedenti condanne per reati della stessa indole, costituisce un ostacolo insuperabile all’applicazione del beneficio, rendendo generica e infondata la critica mossa alla sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Inammissibilità ricorso Cassazione: minacce a P.U.

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un soggetto agli arresti domiciliari, condannato per minacce a pubblici ufficiali. Il ricorso è stato ritenuto generico nelle sue doglianze, sia riguardo la valutazione delle prove sia sulla mancata applicazione delle cause di non punibilità. La Suprema Corte ha confermato la logicità della sentenza impugnata e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro.

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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché basato su un motivo generico. L’imputato contestava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, ma la Corte ha confermato la decisione del giudice di merito, basata sui precedenti penali e sulla recidiva. La declaratoria di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3000 euro.

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Ricorso generico: perché è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso generico contro una sentenza della Corte d’Appello che negava le attenuanti generiche per il reato di evasione. La Corte ha ritenuto l’appello vago e non sufficientemente argomentato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3000 euro.

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Sospensione prescrizione: astensione avvocati e Covid-19

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava l’avvenuta prescrizione del reato. La Corte ha chiarito che i periodi di sospensione prescrizione, dovuti sia all’adesione del difensore a un’astensione collettiva sia all’emergenza Covid-19, sono stati correttamente calcolati. In particolare, è stato ribadito che la sospensione per sciopero degli avvocati non soggiace al limite massimo di 60 giorni, ma si estende fino alla data della successiva udienza.

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Ricorso inammissibile: le conseguenze del ritardo

La Corte di Cassazione conferma la decisione della Corte d’Appello, dichiarando un ricorso inammissibile perché proposto in modo generico e senza contestare la ragione principale della precedente decisione: il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3000 euro.

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Rimessione del processo: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta di rimessione del processo presentata da un indagato. La decisione si fonda su due motivi: la manifesta infondatezza dell’istanza, poiché troppo generica e priva di dettagli concreti sulla presunta parzialità del Pubblico Ministero, e un vizio procedurale, ovvero la mancata notifica della richiesta alle altre parti entro il termine di sette giorni previsto dalla legge. Di conseguenza, il richiedente è stato condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria.

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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso penale. La decisione si fonda sulla presentazione di un motivo non sollevato in appello e sulla genericità degli altri, considerati mere ripetizioni delle doglianze già esaminate. Questa ordinanza ribadisce i rigorosi requisiti per accedere al giudizio di legittimità e le conseguenze economiche in caso di inammissibilità ricorso Cassazione, con condanna al pagamento delle spese e di una somma alla cassa delle ammende.

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Ricorso inammissibile: motivi generici e reiterativi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione di 3.000 euro. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza e genericità dei motivi, che risultavano essere una mera ripetizione di quelli già respinti in appello e sulla proposizione di una questione nuova, non dedotta nel precedente grado di giudizio.

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