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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Deduzione IRAP: quando è ammessa per le concessionarie

Una società di trasporti si è vista negare la deduzione IRAP sul costo del lavoro. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, annullando la decisione precedente. Per escludere una società dal beneficio, non basta che operi in concessione; devono essere presenti due requisiti cumulativi: la presenza di una vera e propria “concessione traslativa”, con trasferimento del rischio operativo all’impresa, e l’applicazione di una “tariffa remuneratoria”, ovvero una tariffa che già copre i costi fiscali come l’IRAP. La Corte ha stabilito che i giudici di merito non avevano analizzato adeguatamente né il contratto per verificare il rischio, né la natura della tariffa, rimandando il caso per un nuovo esame.

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Motivazione per relationem: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5113/2025, interviene sul tema della motivazione per relationem degli atti tributari. Il caso riguarda una sanzione per mancata emissione di scontrini fiscali, annullata nei gradi di merito perché l’atto di contestazione non allegava i verbali della Guardia di Finanza. La Suprema Corte cassa la decisione, affermando che non è necessario allegare un documento se il contribuente ne ha già integrale e legale conoscenza. Viene così ribadito un principio fondamentale sulla validità della motivazione per relationem.

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Conflitto di interessi: quando il contratto è nullo?

Una società facente parte di un gruppo ha richiesto l’ammissione al passivo di un’altra società del medesimo gruppo, in amministrazione straordinaria, per un credito derivante da canoni di locazione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano ritenuto il contratto di locazione annullabile per conflitto di interessi. Anche in presenza di una proprietà comune, l’amministratore aveva agito favorendo una società a discapito dell’altra. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile in quanto mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

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Accertamento a tavolino: contraddittorio non sempre

Una società di costruzioni ha contestato un avviso di accertamento fiscale derivante da un’indagine d’ufficio, nota come “accertamento a tavolino”. La Corte di Cassazione ha chiarito che il contraddittorio preventivo obbligatorio si applica ai tributi armonizzati come l’IVA, ma solo se il contribuente dimostra la sua utilità concreta (“prova di resistenza”), mentre non è generalmente richiesto per le imposte dirette in caso di controlli d’ufficio. La sentenza di merito è stata annullata con rinvio.

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Trasformazione atipica: la Cassazione e la prescrizione

Un’imprenditrice prosegue l’attività della sua ex società di persone come ditta individuale. La Cassazione stabilisce che si tratta di una “trasformazione atipica”, cioè una successione. Di conseguenza, gli atti interruttivi della prescrizione inviati a nome della vecchia società sono validi anche per l’imprenditrice. La sentenza d’appello, che aveva dichiarato il diritto al risarcimento prescritto, viene annullata con rinvio per un nuovo esame.

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Indennità di esproprio: quando un'area è edificabile?

La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per determinare l’indennità di esproprio, stabilendo che un’area destinata a servizi universitari è da considerarsi edificabile se gli strumenti urbanistici consentono anche l’intervento privato, come la costruzione di residenze. La decisione distingue nettamente queste aree da quelle in fascia di rispetto stradale, che per legge sono inedificabili. Questo principio è fondamentale per calcolare la corretta indennità di esproprio spettante ai proprietari.

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Appello incidentale tardivo: la Cassazione ordina

Un ente comunale contesta una condanna per occupazione illegittima, sostenendo che il proprio appello incidentale non fosse tardivo come statuito dalla Corte d’Appello. La Corte di Cassazione, rilevando la mancanza del fascicolo del secondo grado di giudizio, non può verificare la tempestività del deposito. Di conseguenza, emette un’ordinanza interlocutoria con cui sospende la decisione e ordina l’acquisizione degli atti necessari per valutare la questione dell’appello incidentale tardivo.

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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un operatore di scommesse estero che contestava l’applicazione dell’imposta unica scommesse per gli anni 2009, 2010 e 2011. L’ordinanza conferma la legittimità dell’imposta per gli operatori stranieri che raccolgono gioco in Italia, ritenendola non discriminatoria e compatibile con il diritto UE. Tuttavia, la Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando le sanzioni relative agli anni 2009 e 2010 a causa della condizione di ‘obiettiva incertezza normativa’ esistente prima della legge interpretativa del 2010, che ha chiarito l’ambito di applicazione del tributo.

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Imposta unica scommesse: chi paga prima del 2011?

La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento per l’imposta unica scommesse relativo all’anno 2007 a carico di un centro trasmissione dati. Seguendo una precedente sentenza della Corte Costituzionale, i giudici hanno stabilito che, per i periodi d’imposta antecedenti al 2011, il titolare del centro non è il soggetto passivo del tributo. La responsabilità ricade sul bookmaker, poiché il gestore del centro non aveva la possibilità di trasferire contrattualmente il carico fiscale.

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Detrazione credito IVA: nullità dichiarazione cartacea

Una società si è vista negare la detrazione di un credito IVA perché la relativa dichiarazione era stata inviata su carta anziché telematicamente. La Corte di Cassazione, pur confermando la nullità della dichiarazione per vizio di forma, ha stabilito che il diritto alla detrazione non viene meno se il contribuente riesce a dimostrare la sussistenza dei requisiti sostanziali del credito. In questo caso, il ricorso della società è stato respinto perché non ha fornito prove sufficienti, spostando su di essa l’onere della prova a causa dell’irregolarità formale.

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Onere della prova: no pagamenti senza fatture

Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un’azienda sanitaria locale per ottenere il pagamento di prestazioni extra budget. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della struttura inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La questione centrale è stata l’inadempimento dell’onere della prova da parte della ricorrente, che non ha prodotto né le fatture né le necessarie validazioni per le prestazioni richieste, e ha inoltre formulato un ricorso che non contestava tutte le motivazioni della sentenza d’appello.

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Agevolazioni fiscali ASD: forma non basta, serve sostanza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale per le associazioni sportive dilettantistiche: per ottenere le agevolazioni fiscali ASD, non è sufficiente la conformità formale, come l’iscrizione al CONI. L’associazione deve dimostrare concretamente di operare senza scopo di lucro. Il caso riguardava un avviso di accertamento per imposte dirette e IVA a carico di una ASD, annullato nei primi due gradi di giudizio. La Suprema Corte ha cassato la decisione, sottolineando che il giudice di merito aveva errato nel considerare sufficiente il dato formale, trascurando di valutare la gestione effettiva e le irregolarità sostanziali evidenziate dall’Agenzia Fiscale. L’onere della prova ricade interamente sull’associazione.

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Raddoppio dei termini: rileva la legge al momento del fatto

Una società ha impugnato un avviso di accertamento notificato oltre i termini ordinari, ma entro quelli raddoppiati. La società sosteneva che una modifica legislativa, intervenuta prima dell’accertamento ma dopo la scoperta della violazione, aveva innalzato la soglia di punibilità, rendendo la condotta non più penalmente rilevante e inapplicabile il raddoppio dei termini. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la normativa da considerare per il raddoppio dei termini è quella in vigore al momento dell’accertamento della violazione e della trasmissione della notizia di reato, essendo irrilevanti le successive modifiche normative più favorevoli.

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Contribuzione minima geometri: obbligo anche senza reddito

Un ente previdenziale di categoria ha impugnato una sentenza che esonerava un professionista dal versamento della contribuzione minima per l’attività svolta in modo occasionale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la semplice iscrizione all’albo professionale è condizione sufficiente per far scattare l’obbligo di versamento della contribuzione minima geometri, a prescindere dalla continuità dell’esercizio professionale e dal reddito prodotto.

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Società cancellata: i soci rispondono dei debiti?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5134/2025, ha stabilito che i soci di una società cancellata dal registro delle imprese rispondono dei debiti fiscali di quest’ultima a prescindere dalla percezione di somme dal bilancio di liquidazione. La Corte ha chiarito che la cancellazione innesca un fenomeno successorio, trasferendo le obbligazioni della società ai soci. Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria può agire contro di loro per accertare il debito, annullando la decisione di merito che richiedeva la prova dell’avvenuta riscossione di attivo da parte dei soci.

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Fondo patrimoniale e fallimento: la tutela del terzo

La Corte di Cassazione ha stabilito il corretto strumento processuale per tutelare un bene conferito in un fondo patrimoniale dall’illegittima apprensione in una procedura fallimentare. Contrariamente a quanto deciso nei primi due gradi di giudizio, che avevano ritenuto inammissibile l’azione per mancata proposizione del reclamo endofallimentare, la Suprema Corte ha chiarito che quando viene leso un diritto soggettivo di un terzo estraneo alla procedura, il rimedio corretto è l’azione ordinaria. La mancata proposizione del reclamo non preclude quindi la possibilità di difendere la proprietà del bene.

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Violazione distanze legali: la Cassazione decide

Una lunga controversia immobiliare riguardante la violazione delle distanze legali tra fabbricati, la creazione di vedute e la costituzione di servitù di passaggio giunge in Cassazione. Il caso si era complicato a seguito di una sentenza non definitiva e una definitiva emesse dalla Corte d’Appello, entrambe impugnate separatamente. La Suprema Corte, con questa ordinanza, dispone la riunione dei due ricorsi, stabilendo che devono essere trattati congiuntamente per garantire una decisione coerente e unitaria, in applicazione del principio processuale di economia e concentrazione.

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Occupazione senza titolo: come si calcola il danno?

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’occupazione senza titolo di un terreno da parte di una società costituisce un illecito permanente. Di conseguenza, al proprietario spetta un risarcimento del danno, e non un semplice indennizzo. La Corte ha stabilito che tale danno va commisurato al valore locativo del bene, ovvero al guadagno che il proprietario avrebbe potuto ottenere dall’immobile. L’onere di dimostrare la legittimità dell’occupazione spetta a chi occupa il bene, non al proprietario.

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Pignoramento e pertinenze: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha chiarito un importante principio in materia di pignoramento e pertinenze. In un caso riguardante un box auto conteso dopo un’asta immobiliare, la Corte ha stabilito che non si può presumere la rinuncia del creditore a pignorare la pertinenza se questa, al momento dell’esecuzione, non aveva un autonomo identificativo catastale. La decisione sottolinea che, in assenza di dati catastali separati, il pignoramento del bene principale si estende automaticamente alle sue pertinenze. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata sull’effettiva esistenza del vincolo pertinenziale.

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Distanze tra costruzioni: quando la ristruttura è nuova

Una complessa disputa immobiliare su confini, servitù e vedute porta la Corte di Cassazione a un’importante chiarificazione. L’ordinanza stabilisce che una ristrutturazione significativa che altera la volumetria di un edificio va considerata come “nuova costruzione”. Di conseguenza, l’intero fabbricato deve rispettare le normative vigenti sulle distanze tra costruzioni, anche se l’edificio viola le norme urbanistiche. La Corte ha rigettato i ricorsi, confermando le decisioni dei giudici di merito sull’obbligo di arretramento e sulla costituzione di una servitù di passaggio per esigenze agricole.

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