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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Contributi Cassa Geometri: Obbligo anche se sporadico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5323/2025, ha stabilito che l’iscrizione all’albo professionale è condizione sufficiente per l’obbligo di versare i Contributi Cassa Geometri, anche se l’attività è svolta in modo occasionale e l’iscritto è già titolare di un’altra posizione previdenziale come lavoratore dipendente. La Corte ha riformato la decisione di merito, affermando la legittimità del potere regolamentare della Cassa di imporre una contribuzione minima per garantire l’equilibrio finanziario a lungo termine, superando un precedente orientamento giurisprudenziale.

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Onere della prova redditometro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un accertamento fiscale basato sul redditometro. L’Amministrazione finanziaria aveva contestato un maggior reddito per quattro anni d’imposta, fondandosi sulla spesa per due auto e una quota di un immobile. Il contribuente ha tentato di giustificare la spesa con dichiarazioni di terzi (familiari), ma la Corte ha ritenuto tale prova insufficiente, confermando che l’onere della prova redditometro grava sul contribuente. La sentenza del giudice di merito è stata considerata adeguatamente motivata e non apparente, in quanto ha logicamente spiegato perché le dichiarazioni non fossero attendibili.

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Notifica PEC indirizzo non pubblico: quando è valida?

Una società ha impugnato diverse cartelle di pagamento, contestando la validità della notifica PEC ricevuta da un indirizzo dell’Agente della riscossione non presente nei pubblici elenchi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non perché la notifica fosse valida, ma perché la questione è stata sollevata per la prima volta in sede di legittimità. La Corte ha ribadito che non è possibile introdurre nuove questioni di fatto e di diritto nel giudizio di Cassazione.

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Obbligo Contributivo: iscrizione all'albo sufficiente

Un professionista contestava un avviso di pagamento per contributi previdenziali, sostenendo un’attività professionale non continuativa. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, affermando un principio chiave sull’obbligo contributivo: la sola iscrizione all’albo professionale è condizione sufficiente per far sorgere l’obbligo di iscrizione alla cassa di previdenza e di pagamento dei contributi minimi, a prescindere dalla continuità e dalla redditività dell’attività svolta. La sentenza rafforza l’autonomia regolamentare delle casse professionali nel garantire il proprio equilibrio finanziario.

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Omessa compilazione quadro RR: no dolo automatico

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omessa compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi non comporta automaticamente la sospensione della prescrizione per i contributi previdenziali. Secondo i giudici, non è sufficiente la mera omissione per configurare un occultamento doloso del debito, essendo invece necessaria la prova di un comportamento intenzionale volto a nascondere l’obbligazione all’ente creditore. La sentenza rigetta il ricorso dell’INPS, confermando un orientamento consolidato.

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Centro degli interessi principali: la sede reale vince

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra due tribunali, stabilendo che per l’apertura della liquidazione giudiziale è competente il foro in cui si trova il centro degli interessi principali (COMI) effettivo dell’impresa, anche se diverso dalla sede legale formale. La decisione si basa su prove concrete che dimostravano come l’intera attività direttiva, amministrativa e operativa della società debitrice si svolgesse in una provincia diversa da quella della sede legale, risultata essere un mero recapito. Viene così confermata la prevalenza della realtà sostanziale su quella formale.

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Indennità di disoccupazione: contano i giorni effettivi

Un ente previdenziale ha contestato l’importo di un’indennità di disoccupazione agricola erogata a una lavoratrice, sostenendo una riduzione dei giorni lavorativi riconosciuti. I tribunali di merito avevano dato ragione alla lavoratrice, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Con l’ordinanza in esame, ha stabilito che l’importo dell’indennità di disoccupazione deve essere calcolato precisamente in base al numero di giornate di iscrizione negli elenchi nominativi, cassando la sentenza precedente e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Agevolazione Tremonti ambiente: no se l'energia è venduta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5330/2025, ha stabilito che l’agevolazione Tremonti ambiente non spetta alle imprese che realizzano impianti a fonti rinnovabili per immettere l’intera energia prodotta nella rete di vendita. Il beneficio fiscale è subordinato all’autoconsumo, anche parziale, dell’energia, in quanto la finalità della norma è ridurre l’impatto ambientale generato dall’attività stessa dell’impresa investitrice. La Corte ha inoltre rigettato la tesi dell’errore scusabile per la tardiva presentazione della domanda di rimborso, chiarendo i termini di decadenza.

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Somministrazione di lavoro: limite 24 mesi e conversione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il limite massimo di 24 mesi per la somministrazione di lavoro si applica anche tenendo conto dei contratti stipulati prima del “Decreto Dignità”. Il superamento di tale limite, finalizzato ad eludere la natura temporanea del rapporto, comporta la conversione del contratto in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con l’azienda utilizzatrice. Questa decisione, basata su un’interpretazione conforme al diritto europeo, sanziona l’uso abusivo della somministrazione di lavoro.

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Errore di fatto: quando la Cassazione lo esclude

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto. Il caso trae origine da una controversia contrattuale. I ricorrenti sostenevano che una parte non avesse firmato il contratto e che il loro appello incidentale fosse stato erroneamente giudicato tardivo. La Corte ha stabilito che la questione della firma, non essendo mai stata sollevata prima, era coperta da giudicato implicito. Inoltre, la valutazione sulla tardività dell’appello costituisce un potenziale errore di giudizio e non un errore di fatto, che è l’unico presupposto per la revocazione secondo la legge.

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Chat privata licenziamento: no se viola la privacy

Una lavoratrice è stata licenziata per aver condiviso un video denigratorio di una cliente in una chat privata di WhatsApp con colleghi. La Corte di Cassazione ha annullato il licenziamento, affermando che il caso di chat privata licenziamento è illegittimo. Le comunicazioni in un gruppo chiuso sono protette dal diritto costituzionale alla segretezza della corrispondenza. Pertanto, il datore di lavoro non può utilizzare il contenuto di tali chat, anche se rivelato da un altro partecipante, come fondamento per una sanzione disciplinare.

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Termine di decadenza: appello tardivo, ricorso respinto

Un lavoratore ha impugnato il rigetto della sua domanda di irripetibilità delle indennità di disoccupazione agricola, a seguito della sua cancellazione dagli elenchi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che l’azione era subordinata al rispetto del termine di decadenza di 120 giorni per contestare la cancellazione, termine che non era stato rispettato. La decisione ribadisce l’importanza cruciale dei termini perentori nel processo civile.

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Annualità di contribuzione: calcolo anno per anno

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d’Appello sul calcolo dell’annualità di contribuzione per i lavoratori dello spettacolo. La Suprema Corte ha stabilito che i contributi devono essere valutati anno per anno e che i giorni di contribuzione in eccesso in un anno non possono essere usati per coprire le carenze in altri anni, poiché manca una legge specifica che autorizzi tale compensazione. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame basato su questo principio.

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Obbligo iscrizione cassa geometri: la Cassazione decide

Un geometra, iscritto all’albo professionale dal 1995, ha contestato la richiesta di contributi da parte della cassa di previdenza di categoria per gli anni 2008-2012. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che la semplice iscrizione all’albo è condizione sufficiente a far scattare l’obbligo iscrizione cassa geometri e il conseguente pagamento dei contributi minimi. Questa regola vale anche se l’attività professionale è svolta in modo occasionale o non produce reddito. La Corte ha inoltre precisato che, in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi alla Cassa, il termine di prescrizione per i contributi non inizia nemmeno a decorrere.

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Disoccupazione agricola: termini per l'impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva l’indennità di disoccupazione agricola. La domanda è stata respinta perché il lavoratore non aveva impugnato tempestivamente, entro il termine di decadenza di 120 giorni, il provvedimento di cancellazione dagli elenchi dei braccianti agricoli. La Corte ha sottolineato che tale impugnazione è un presupposto essenziale per poter avanzare pretese sull’indennità.

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Prescrizione contributi: quando decorre il termine?

Una professionista ha contestato una richiesta di pagamento dell’ente previdenziale per contributi risalenti al 2011, eccependo l’avvenuta prescrizione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la prescrizione contributi, della durata di cinque anni, decorre dalla data di scadenza del versamento e non dalla successiva data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale a tutela dei contribuenti.

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Assegno nucleo familiare: prova reddito per familiari

La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere l’assegno per il nucleo familiare per i familiari residenti all’estero, il lavoratore straniero soggiornante di lungo periodo deve fornire la prova completa del reddito dell’intero nucleo familiare, inclusi i componenti non residenti in Italia. La mancata dimostrazione di tale requisito reddituale complessivo comporta il rigetto della domanda, in quanto costituisce un elemento essenziale per il riconoscimento del diritto al beneficio.

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Perdita di chance: risarcimento per bonus non pagato

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di alcuni dirigenti di una società fallita che chiedevano il pagamento di bonus variabili. Poiché la società non aveva mai fissato gli obiettivi necessari, il tribunale di merito aveva respinto la richiesta. La Cassazione ha cassato la decisione, affermando che il giudice avrebbe dovuto valutare la domanda di risarcimento per perdita di chance, cioè la perdita della possibilità di ottenere il premio, che era stata espressamente formulata dai lavoratori. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame su questo punto.

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Pensione lavoratori spettacolo: decadenza e tetto

La Corte di Cassazione interviene sul calcolo della pensione per i lavoratori dello spettacolo, stabilendo l’applicazione del termine di decadenza triennale e del tetto massimo alla retribuzione giornaliera per la cosiddetta “quota B”. L’ordinanza chiarisce che il termine di decadenza opera con un meccanismo “mobile”, salvaguardando i ratei maturati nel triennio antecedente la domanda giudiziale. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questi principi.

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Contributo modulare obbligatorio: è previdenza base

Un avvocato ha contestato la natura del contributo modulare obbligatorio versato alla propria Cassa di previdenza, chiedendone il trasferimento o la restituzione. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che tale contributo rientra nella previdenza di base obbligatoria e non in quella complementare, la cui adesione è volontaria. La Corte ha ritenuto le censure del ricorrente generiche e non pertinenti alla ratio decidendi della Corte d’Appello.

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