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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Ricorso inammissibile: motivi nuovi e generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per spaccio di stupefacenti. La decisione si fonda sul fatto che il ricorrente ha introdotto motivi di ricorso nuovi, mai presentati in appello, e del tutto generici, senza contestare nel merito le prove a suo carico. Di conseguenza, oltre alla conferma della pena, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Spaccio di lieve entità: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per traffico di droga, che chiedeva la riqualificazione del reato in spaccio di lieve entità. La Corte ha ritenuto che l’ingente quantitativo di cocaina (pari a 961 dosi) e le modalità professionali del trasporto (auto a noleggio e droga occultata nel cruscotto) siano incompatibili con l’ipotesi di reato minore, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Inammissibilità ricorso penale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso penale presentato da un’imputata condannata per spaccio di sostanze stupefacenti. Il ricorso mirava a contestare la pena inflitta, la mancata esclusione della recidiva e il diniego di un’attenuante. La Corte ha stabilito che le censure non erano ammissibili in sede di legittimità, poiché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione sufficiente e non illogica a sostegno delle sue decisioni sul trattamento sanzionatorio, confermando così la condanna.

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Spaccio lieve entità: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per spaccio di stupefacenti. La richiesta di qualificare il reato come spaccio di lieve entità è stata respinta a causa dell’ingente quantitativo di cocaina (472 dosi), della suddivisione in oltre 100 confezioni e della presenza di strumenti indicativi di professionalità. La Corte ha ritenuto le censure dell’appellante mere doglianze di fatto, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Ricorso inammissibile pena: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la congruità della pena patteggiata in appello. La Corte ha stabilito che un’impugnazione contro una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. non può basarsi su doglianze generiche sulla misura della pena, ma deve indicare specifici elementi di fatto o di diritto. La decisione sottolinea i limiti del ricorso inammissibile pena in caso di accordo tra le parti.

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Ricorso inammissibile patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza di patteggiamento per reati di droga. Il ricorso è stato respinto perché i motivi addotti, relativi alla mancata verifica delle cause di non punibilità e alla congruità della pena, sono stati ritenuti generici e non rientranti nelle ipotesi consentite dalla legge per impugnare un patteggiamento. Si tratta di un caso esemplare che chiarisce i limiti del ricorso inammissibile patteggiamento.

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Ricorso pena concordata: limiti all'impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver accettato una pena concordata (patteggiamento) per un reato legato agli stupefacenti, ne contestava la congruità. La Suprema Corte ha ribadito che i motivi per un ricorso contro una pena concordata sono tassativamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., e tra questi non figura la valutazione sull’adeguatezza della sanzione, che è frutto di un accordo tra le parti.

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Ricorso inammissibile: motivi e discrezionalità pena

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi del ricorso, relativi a un presunto vizio di notifica e all’eccessività della pena, sono stati respinti. La Corte ha evidenziato la carenza di interesse del ricorrente sul vizio procedurale, dato l’esito favorevole del giudizio precedente, e ha ribadito che la determinazione della pena è un potere discrezionale del giudice di merito non sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivato.

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Ricettazione: prova e motivazione della sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di un ciclomotore. La Corte ha ribadito che la prova del dolo nel reato di ricettazione può essere desunta anche da elementi indiretti, come l’omessa o non attendibile indicazione della provenienza del bene. La decisione della corte d’appello, che aveva escluso la riqualificazione del fatto in furto basandosi sul notevole intervallo di tempo tra il furto e il sequestro, è stata ritenuta immune da vizi logici.

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Reato di riciclaggio: alterare la targa è reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di riciclaggio. La Corte ha confermato che l’alterazione della targa e la rimozione della targhetta identificativa di un veicolo sono azioni sufficienti a integrare il delitto, in quanto ostacolano l’identificazione della provenienza illecita del bene.

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Ricettazione: quando il ricorso è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione. La decisione si fonda sul fatto che il ricorso si limitava a ripetere argomentazioni già respinte in appello, senza muovere critiche specifiche alla sentenza impugnata. Viene ribadito che, per la configurabilità del reato di ricettazione, è sufficiente la consapevolezza della provenienza illecita del bene, non essendo necessaria la conoscenza dettagliata del reato presupposto.

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Ricorso inammissibile: truffa e motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. I motivi, incentrati su presunte carenze investigative, sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della particolare tenuità del fatto, sono stati giudicati una mera riproposizione di argomenti già respinti in appello, privi di una critica specifica alla sentenza impugnata. La Corte ha confermato la condanna, sottolineando l’inammissibilità di un ricorso non specifico.

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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro la decisione di una Corte d’Appello che negava sia la non punibilità per particolare tenuità del fatto, sia la concessione delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla condotta gravemente aggressiva dell’imputato e sui suoi precedenti penali, elementi ritenuti sufficienti a giustificare il diniego dei benefici.

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Ricorso inammissibile: la Cassazione e la truffa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due individui condannati per truffa. L’ordinanza chiarisce che l’inammissibilità dell’appello impedisce di rilevare la prescrizione maturata dopo la sentenza di secondo grado e ribadisce che la Corte non può riesaminare i fatti, ma solo la corretta applicazione della legge. La condanna è stata quindi confermata, comprese le pene e il diniego di benefici, a causa dei precedenti penali degli imputati.

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Pene sostitutive: no senza richiesta specifica in appello

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro il diniego delle pene sostitutive. La decisione si fonda su due pilastri: la logicità della valutazione del giudice di merito, basata sui precedenti penali e la prognosi sfavorevole dell’imputata, e il principio secondo cui il giudice d’appello non può applicare d’ufficio tali pene se non vi è una specifica e motivata richiesta nell’atto di impugnazione.

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Ricorso inammissibile: motivi nuovi in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché il ricorrente ha sollevato un motivo di doglianza per la prima volta in sede di legittimità, senza averlo mai dedotto nel precedente grado di appello. La Corte ha ribadito il principio secondo cui non è possibile introdurre ‘nova’, ovvero nuove questioni, in Cassazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Stato di necessità: no alla scriminante per occupazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per l’occupazione abusiva di un immobile. La Corte ribadisce che per invocare lo stato di necessità non è sufficiente una generica esigenza abitativa, ma è necessario provare un pericolo attuale e grave alla persona, requisiti non dimostrati nel caso di specie. L’ordinanza sottolinea come la mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello renda il ricorso non specifico e quindi inammissibile.

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Trasferimento fraudolento di valori: Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso. La Suprema Corte ribadisce che non può riesaminare i fatti e sottolinea la necessità di provare il dolo specifico di tutti i concorrenti, ovvero la volontà di eludere le misure di prevenzione patrimoniale.

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Reato di rapina: quando la violenza è successiva?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentata rapina. Il ricorso si basava sulla presunta illogicità della motivazione. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sul reato di rapina: non è necessaria la simultaneità tra la sottrazione dei beni e l’uso della violenza o della minaccia. È sufficiente che la violenza sia utilizzata per mantenere il possesso della refurtiva o per garantirsi l’impunità, purché l’azione mantenga la sua unitarietà.

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Resistenza a pubblico ufficiale: quando è reato

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del reato di resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha stabilito che l’atto di divincolarsi per sottrarsi a un fermo non è mera opposizione passiva, ma una forma di violenza che integra il reato. Inoltre, ha confermato che la motivazione per l’aumento di pena nel reato continuato può essere implicita se l’aumento è congruo. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

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