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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Concordato in appello: i limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena tramite ‘concordato in appello’, ne contestava le modalità di calcolo. La Suprema Corte ha ribadito che il concordato in appello è un accordo processuale unitario e vincolante, non sindacabile nel merito dei suoi aspetti discrezionali, ma solo per eventuali profili di illegalità della pena.

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Lesioni stradali: colpa per svolta con linea continua

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per lesioni stradali a un’automobilista che, effettuando una svolta a sinistra in un’area vietata da una linea continua, ha causato un incidente con un motoveicolo. La Corte ha stabilito che la violazione della segnaletica stradale costituisce il profilo di colpa principale e assorbente, rendendo secondarie altre valutazioni, come l’omesso controllo dello specchietto retrovisore. È stato inoltre dichiarato inammissibile il motivo relativo al concorso di colpa della vittima, poiché non sollevato nel precedente grado di giudizio.

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Ricorso straordinario: limiti all'errore di fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto, chiarendo che questo rimedio non può essere utilizzato per contestare valutazioni giuridiche, come quelle sulla competenza territoriale. La sentenza sottolinea che l’errore di fatto deve essere puramente percettivo e non un pretesto per ridiscutere il merito di una decisione. La declaratoria di inammissibilità del ricorso originario, inoltre, preclude la possibilità di rilevare l’eventuale prescrizione del reato.

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Nesso di causalità: Cassazione chiarisce la prova

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di assoluzione, limitatamente agli effetti civili, per omicidio colposo a seguito di un incidente stradale. La Corte ha stabilito che, per decidere sul risarcimento del danno, il giudice penale d’appello deve applicare il criterio del ‘più probabile che non’, tipico del giudizio civile, e non quello del ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’, proprio del diritto penale. La decisione sottolinea l’importanza di valutare il nesso di causalità con standard probatori differenti a seconda della natura della richiesta.

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Procura speciale: requisiti per la riparazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di riparazione per ingiusta detenzione, stabilendo che la domanda è inammissibile se presentata dal difensore con una procura speciale generica. Il mandato deve specificare in modo inequivocabile l’oggetto e i fatti a cui si riferisce, altrimenti non esprime validamente la volontà della parte.

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Scambio oggetti 41-bis: sì ai CD tra detenuti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero della Giustizia, confermando la possibilità per un detenuto in regime speciale di effettuare lo scambio oggetti 41-bis, come i CD musicali, con altri membri del suo gruppo di socialità. La Corte ha sottolineato che un divieto deve essere specificamente motivato e non può basarsi su presunzioni generiche di pericolosità.

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Notifica udienza Cassazione: le conseguenze del difetto

La Corte di Cassazione, a causa di un difetto nella notifica dell’udienza al difensore dei ricorrenti, ha rinviato la causa. L’ordinanza interlocutoria ha disposto verifiche sull’iscrizione dell’avvocato all’albo speciale e la corretta notifica della nuova udienza, sospendendo la decisione nel merito della controversia su distanze tra costruzioni.

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Prova della titolarità: rinvio per connessione di cause

Una società ricorre in Cassazione dopo che la sua richiesta di accertamento della proprietà su beni immobiliari è stata respinta per carenza di prova della titolarità. La Corte, rilevando una stretta connessione con un’altra causa pendente, emette un’ordinanza interlocutoria e rinvia la trattazione per un esame congiunto, senza decidere nel merito del ricorso.

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Competenza territoriale fallimento: la Cassazione ordina

Una società dichiarata fallita contesta la competenza territoriale del tribunale, sostenendo che la sua sede effettiva si trovi altrove. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, sospende la decisione e dispone l’acquisizione di tutti i documenti dei gradi precedenti per poter valutare nel merito la questione della competenza territoriale fallimento, in quanto su tale punto agisce come giudice del fatto.

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Rinnovazione notifica: l'ordine della Cassazione

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria che impone la rinnovazione della notifica di un ricorso. La Corte ha riscontrato che l’atto non era stato correttamente notificato all’Avvocatura Generale dello Stato, difensore del Ministero convenuto. Invece di dichiarare l’inammissibilità, è stato concesso un termine di 60 giorni ai ricorrenti per sanare il vizio procedurale, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia con accettazione

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio a seguito di un accordo tra le parti. Una controversia nata per la violazione delle distanze tra costruzioni si conclude prima della sentenza di merito. Le parti hanno depositato un atto congiunto di rinuncia al ricorso e di accettazione della stessa, con compensazione delle spese legali. La Corte, in base all’art. 391 cod. proc. civ., ha preso atto dell’accordo e ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese.

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Contraddittorio endoprocedimentale: rinvio alle S.U.

Una società di costruzioni contesta un avviso di accertamento per maggiori ricavi basato su valori OMI e altri elementi presuntivi. Il nodo centrale della controversia è la violazione del contraddittorio endoprocedimentale. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, sospende la decisione e rimette la questione sulla cosiddetta ‘prova di resistenza’ al vaglio delle Sezioni Unite, in attesa di un pronunciamento definitivo.

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Nullità atti notarili: il caso del complesso residenziale

La Corte di Cassazione esamina un caso di nullità atti notarili relativi ad aree pertinenziali di un complesso residenziale. Una società immobiliare ha impugnato le sentenze di merito che avevano annullato la vendita, effettuata dal commissario di una cooperativa in liquidazione, per difetto di potere e autorizzazioni. La Suprema Corte, ravvisando questioni di particolare importanza giuridica, tra cui l’efficacia del giudicato e l’esecuzione di un concordato fallimentare, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza emettere una decisione finale.

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Errore di fatto: quando la revocazione è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto. La Corte chiarisce che una valutazione errata del giudice sul rispetto degli oneri processuali non costituisce un errore di fatto (mera svista), ma un errore di giudizio, non impugnabile con questo strumento. Inoltre, l’errore denunciato non sarebbe stato decisivo, poiché la decisione originale si fondava su molteplici e autonome ragioni giuridiche.

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Rottamazione Quater: estinzione o sospensione?

Due società in lite con l’Amministrazione Finanziaria aderiscono alla rottamazione quater, optando per un pagamento rateale. Sorge un contrasto giurisprudenziale su come gestire il processo pendente: va sospeso fino al saldo finale o estinto subito? Data l’incertezza e i diversi orientamenti interni, la Corte di Cassazione ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva, che farà chiarezza per migliaia di casi simili.

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Costi non inerenti: ecco quando sono indeducibili

L’appello di una società contro un accertamento fiscale per costi non inerenti è stato respinto. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che riteneva indeducibili le spese di consulenza, poiché la società contribuente e quella fornitrice costituivano di fatto un unico centro di interessi economici. La Corte ha ribadito che la prova dell’inerenza dei costi spetta al contribuente e che non è possibile un riesame dei fatti in sede di legittimità.

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Mutuo Solutorio: valido anche senza soldi in mano

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito la piena validità del cosiddetto ‘mutuo solutorio’, ovvero il finanziamento concesso da una banca e contestualmente utilizzato per estinguere debiti preesistenti del cliente verso la stessa banca. La controversia nasceva dal dubbio se l’operazione, spesso una mera partita di giro contabile, costituisse una reale consegna di denaro (‘traditio’) al mutuatario. Le Sezioni Unite hanno chiarito che l’accredito della somma sul conto corrente del cliente è sufficiente a integrare la ‘disponibilità giuridica’ del denaro, perfezionando così il contratto di mutuo. Di conseguenza, tale contratto è valido, efficace e costituisce un titolo esecutivo idoneo ad avviare azioni forzate in caso di inadempimento.

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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione di un giudizio a seguito di una rinuncia al ricorso per cassazione formalizzata dalle parti dopo un accordo transattivo. La decisione chiarisce un punto fondamentale: in caso di rinuncia, non è dovuto il versamento del doppio contributo unificato, poiché tale sanzione si applica solo nei casi tassativi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non può essere estesa per analogia.

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Denuncia vizi costruzione: quando scatta il termine?

Un ente locale ha citato in giudizio l’impresa costruttrice e i progettisti per gravi vizi nella pavimentazione di una piazza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che rigettava la domanda perché la denuncia vizi costruzione era stata presentata tardivamente. Il termine annuale, precisa la Corte, decorre dal momento in cui il committente acquisisce una ‘sicura conoscenza’ dei difetti e delle cause, che non richiede necessariamente una perizia tecnica se i problemi sono evidenti.

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Registrazione conversazione collega e diritto di difesa

Una dottoressa riceve una sanzione disciplinare dal suo Ordine professionale per aver effettuato la registrazione di una conversazione con un collega senza autorizzazione. La professionista si è difesa sostenendo che la registrazione era necessaria per tutelare i propri diritti in un procedimento penale. La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione, stabilendo che il diritto di difesa prevale sulla violazione della privacy, rendendo lecita la registrazione se finalizzata a raccogliere prove per un giudizio.

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