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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Confisca diretta: la Cassazione annulla sequestro

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per oltre 7 milioni di euro, stabilendo principi fondamentali sulla confisca diretta. La Suprema Corte ha chiarito che in caso di concorso di persone nel reato, è esclusa la solidarietà passiva per la confisca diretta, che deve colpire solo il profitto effettivamente percepito da ciascun individuo. Inoltre, è sempre necessario dimostrare il nesso di causalità tra le somme sequestrate e il reato, anche quando si tratta di denaro.

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Ricorso Patteggiamento: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. Il ricorrente lamentava la mancata verifica da parte del giudice di primo grado delle cause di proscioglimento immediato ex art. 129 c.p.p. La Corte ha ribadito che, a seguito della riforma introdotta con la L. 103/2017, il ricorso patteggiamento è consentito solo per motivi tassativamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., tra i quali non rientra la censura sollevata. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Confisca diretta: no solidarietà e nesso causale

Una donna, indagata per associazione a delinquere, subisce un sequestro preventivo. La Cassazione annulla l’ordinanza, specificando che per la confisca diretta è indispensabile provare il nesso causale tra il bene e il reato, escludendo la responsabilità solidale tra i coimputati. Il giudice del rinvio dovrà rivalutare la provenienza delle somme.

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Pericolo di reiterazione: basta un solo motivo

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una misura cautelare. Anche se il pericolo di fuga non è motivato, il concreto pericolo di reiterazione del reato è sufficiente a confermare la misura, specialmente in un contesto di continuità familiare nell’attività illecita.

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Ricorso Patteggiamento: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento per reati di rapina, resistenza e lesioni. La decisione sottolinea che il ricorso patteggiamento non può essere utilizzato per rimettere in discussione la responsabilità penale o la misura della pena, poiché questi elementi sono coperti dall’accordo negoziale tra l’imputato e la pubblica accusa, che il giudice ha già ratificato.

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Appello patteggiamento: motivi di inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento. La decisione sottolinea che, a seguito della riforma del 2017, l’appello patteggiamento non può essere basato su vizi di motivazione della sentenza. I motivi di ricorso sono tassativamente limitati a casi come l’erronea qualificazione giuridica del fatto o l’illegalità della pena, escludendo qualsiasi censura sulla logicità delle argomentazioni del giudice. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pena pecuniaria sostitutiva e precedenti penali

La Corte di Cassazione ha stabilito che un precedente penale specifico non è, da solo, motivo sufficiente per negare la conversione di una pena detentiva in una pena pecuniaria sostitutiva. Analizzando il caso di un uomo condannato per guida senza patente sotto misura di prevenzione, la Corte ha annullato la decisione di merito, specificando che il diniego deve basarsi su una prognosi negativa concreta e motivata circa l’inefficacia rieducativa della sanzione alternativa, non solo sulla passata condotta del reo.

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Diffamazione a mezzo stampa: critica e fatto falso

La Corte di Cassazione conferma una condanna per diffamazione a mezzo stampa a carico di un giornalista e del direttore responsabile di un quotidiano. L’articolo in questione attribuiva falsamente la responsabilità del dissesto finanziario di un teatro al suo sovrintendente. La Corte ha ribadito che il diritto di critica non può essere invocato quando si fonda su fatti oggettivamente non veritieri, dichiarando il ricorso degli imputati inammissibile per la sua genericità.

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Confisca beni: inammissibile il vizio di motivazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso un provvedimento di confisca beni, poiché fondato su un presunto vizio di motivazione (illogicità e contraddittorietà). La Corte ribadisce che, nei procedimenti di prevenzione, il ricorso è ammesso solo per violazione di legge, nozione che include la motivazione mancante o meramente apparente, ma non la semplice illogicità del ragionamento del giudice di merito.

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Revoca pena sostitutiva: i limiti del giudice

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Tribunale che aveva revocato la pena dei lavori di pubblica utilità a un condannato. La decisione chiarisce che la revoca pena sostitutiva è possibile solo per violazioni avvenute durante l’esecuzione della pena stessa (art. 66 L. 689/81), e non sulla base di una nuova valutazione di idoneità da parte del giudice dell’esecuzione. Tale valutazione, infatti, appartiene alla fase di cognizione e diventa definitiva con la sentenza, garantendo il principio di intangibilità del giudicato.

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Prescrizione truffa: quando inizia a decorrere?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa contrattuale. Il ricorrente sosteneva l’avvenuta prescrizione del reato, ma la Corte ha confermato il principio secondo cui, in caso di truffa contrattuale, il termine di prescrizione decorre non dalla stipula del contratto, ma dal momento in cui si verifica il danno effettivo, che nel caso di specie coincideva con il protesto o il mancato pagamento dei titoli. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna alle spese.

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Risarcimento del danno: come valutarne la congruità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro il diniego dell’attenuante per avvenuto risarcimento del danno. Si sottolinea che, per reati plurioffensivi come la rapina, il risarcimento deve coprire adeguatamente sia il danno patrimoniale che quello morale, e la valutazione della sua congruità spetta al giudice di merito.

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Ricorso inammissibile: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione. L’imputato aveva contestato la ricostruzione dei fatti e chiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha rigettato entrambi i motivi, confermando la decisione di merito e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La declaratoria di inammissibilità ha inoltre impedito la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione.

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Ricorso in Cassazione inammissibile: i limiti

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 4 febbraio 2025, ha dichiarato un ricorso in Cassazione inammissibile, ribadendo che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità. Il caso riguardava la contestazione di una circostanza aggravante e la richiesta di una maggiore applicazione delle attenuanti generiche. La Corte ha confermato che tali valutazioni rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui operato è stato ritenuto logico e correttamente motivato, rendendo l’impugnazione non scrutinabile nel merito.

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Riciclaggio tentato: quando non è ricettazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per riciclaggio tentato. La Corte chiarisce che compiere atti volti a nascondere la provenienza illecita di un veicolo integra il delitto di riciclaggio tentato e non la più lieve fattispecie di ricettazione. Il ricorso è stato respinto anche perché ritenuto una mera riproposizione di argomenti già esaminati in appello.

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Ricorso inammissibile: motivi generici e attenuanti

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi erano generici. L’appellante non ha fornito prova adeguata del risarcimento e ha contestato senza successo la valutazione discrezionale del giudice sul bilanciamento tra attenuanti generiche e recidiva, decisione ritenuta correttamente motivata.

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Ricorso inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, respingendo le doglianze di un imputato. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza dei motivi: il primo, di natura procedurale, è stato smentito dalla corretta applicazione della normativa emergenziale; il secondo, volto a una nuova valutazione delle prove, è stato ritenuto inammissibile in sede di legittimità, specialmente in presenza di una “doppia conforme” dei giudizi di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato. L’ordinanza chiarisce che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti del processo né valutare motivi di merito già respinti in appello. La decisione sottolinea come la reiterazione di censure, la richiesta di una diversa ricostruzione dei fatti e la contestazione di valutazioni ben motivate rendano l’impugnazione non accoglibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile: motivi generici e infondati

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi, relativi alla mancata applicazione di un’attenuante e all’eccessività della pena, sono stati giudicati riproduttivi di censure già respinte e manifestamente infondati. La Corte ha ribadito che non può rivalutare la congruità della pena se la motivazione del giudice di merito non è arbitraria o illogica.

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Travisamento parziale: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per rapina. La Corte conferma che il travisamento parziale del volto, anche con una semplice mascherina, integra l’aggravante del reato, in quanto ostacola il riconoscimento. Inoltre, il ricorso è stato giudicato aspecifico perché si limitava a riproporre le stesse censure già respinte in appello, senza una critica motivata alla sentenza impugnata.

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