La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una declaratoria di inammissibilità di un appello. Il caso riguarda un appello presentato durante la vigenza della Riforma Cartabia, che richiedeva un mandato specifico per l’imputato assente, non allegato dal difensore. La Corte ribadisce che, in tema di successione di leggi processuali, vige il principio ‘tempus regit actum’: l’atto di impugnazione è regolato dalla legge in vigore al momento del suo deposito, e le modifiche normative successive, anche se più favorevoli, non hanno effetto retroattivo. Di conseguenza, la sanzione dell’inammissibilità dell’appello è stata correttamente applicata.
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