LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Peculato gestore slot: Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3082/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una esercente di apparecchi da gioco condannata per peculato. La Corte ha confermato che la mancata consegna al concessionario delle somme raccolte, circa 21.000 euro, integra il reato di peculato gestore slot, in quanto il denaro appartiene alla pubblica amministrazione fin dal momento della riscossione e il gestore riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio.

Continua »
Spese sequestro penale: la Cassazione riqualifica l'appello

Una società chiede la restituzione delle spese per un collaboratore dopo la revoca di un sequestro. La Cassazione, affrontando il tema delle spese sequestro penale, stabilisce che il ricorso diretto non è ammissibile, ma lo riqualifica come opposizione da presentare al giudice dell’esecuzione, rinviando gli atti al Tribunale competente.

Continua »
Atto abnorme: richiesta via PEC, la Cassazione chiarisce

La Procura ricorre contro un’ordinanza che ha annullato una richiesta di rinvio a giudizio. Il motivo era il mancato interrogatorio di un imputato, che lo aveva richiesto tramite un indirizzo PEC non corretto. La Procura sosteneva che l’ordinanza fosse un atto abnorme, data l’inefficacia della richiesta secondo le nuove norme telematiche. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, specificando che, sebbene l’ordinanza del giudice potesse essere viziata da un errore di diritto, non configurava un atto abnorme in quanto non creava una stasi processuale irrisolvibile.

Continua »
Chat criptate e OIE: utilizzabilità in Italia

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un indagato sottoposto ad arresti domiciliari per traffico di stupefacenti, confermando l’utilizzabilità delle chat criptate acquisite dalla Francia tramite un Ordine di Indagine Europeo (OIE). La Corte ha chiarito che l’acquisizione di dati già esistenti e decriptati non costituisce un’intercettazione da autorizzare secondo le norme italiane, ma rientra nella disciplina della circolazione della prova tra Stati. L’eventuale violazione dei diritti fondamentali deve essere specificamente provata dalla difesa.

Continua »
Sequestro preventivo e proprietà: la decisione penale

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che manteneva un sequestro preventivo su un immobile, deferendo la questione della proprietà al giudice civile. La Corte ha stabilito che il giudice penale deve prima valutare la legittimità del sequestro stesso (fumus delicti), e solo in caso di annullamento del vincolo, può rimettere la controversia sulla proprietà al giudice civile per decidere a chi restituire il bene.

Continua »
Partecipazione associazione narcotraffico: i limiti

Un soggetto, accusato di essere fornitore stabile per un’associazione dedita al narcotraffico, ha impugnato l’ordinanza di custodia cautelare. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, chiarendo i limiti della prova per la partecipazione associazione narcotraffico. Secondo la Corte, la fornitura di stupefacenti, anche se ripetuta ma limitata nel tempo e contraddetta da episodi di acquisto dalla stessa organizzazione, non è sufficiente a dimostrare un inserimento stabile e consapevole nel sodalizio criminale, richiedendosi prove di un vero legame organico che superi il semplice rapporto commerciale.

Continua »
Gravi indizi di colpevolezza: quando non bastano

Un appartenente a un corpo di polizia economico-finanziaria veniva sospeso dal servizio con una misura cautelare interdittiva, accusato di fuga di notizie. La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza, ritenendo che gli elementi a suo carico – principalmente un rapporto di amicizia e l’appartenenza al corpo – non costituissero gravi indizi di colpevolezza. La Suprema Corte ha censurato il ragionamento del Tribunale come un ‘salto logico’, privo della necessaria valenza individualizzante richiesta per limitare la libertà personale.

Continua »
Partecipazione associazione narcotraffico: il pusher

Un individuo, destinatario di una misura cautelare per spaccio e per presunta appartenenza a un’organizzazione criminale, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha annullato l’ordinanza, stabilendo che il ruolo di spacciatore (‘pusher’) che acquista droga da un gruppo non è sufficiente a dimostrare la partecipazione associazione narcotraffico. È necessaria la prova di un’adesione stabile e consapevole al programma criminale del sodalizio, che il giudice del rinvio dovrà ora rivalutare.

Continua »
Ricorso straordinario: inammissibile ante iudicatum

Un imputato ha presentato ricorso straordinario contro una decisione della Cassazione sulla durata della sua custodia cautelare. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che questo rimedio è applicabile solo a sentenze di condanna definitive e non a provvedimenti emessi prima del giudizio finale (ante iudicatum).

Continua »
Ricorso straordinario inammissibile ante iudicatum

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato contro un’ordinanza su una misura cautelare. La sentenza chiarisce che tale rimedio è riservato esclusivamente ai condannati con sentenza irrevocabile e non può essere utilizzato nella fase delle indagini o del processo, definita ante iudicatum. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile fin dall’origine, nonostante la successiva rinuncia da parte del ricorrente, condannandolo al pagamento delle spese.

Continua »
Ricorso straordinario: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario proposto contro un’ordinanza in materia di misure cautelari. La sentenza chiarisce che tale rimedio è esperibile solo avverso sentenze di condanna irrevocabili e non per provvedimenti emessi nella fase antecedente al giudicato (‘ante iudicatum’). Nonostante la rinuncia al ricorso, la Corte ne ha sottolineato l’inammissibilità originaria, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

Continua »
Ricusazione del giudice: quando è inammissibile?

Un imputato per corruzione ha chiesto la ricusazione del giudice, sostenendo che fosse prevenuto per aver già giudicato un coimputato in un diverso processo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che i motivi di ricusazione del giudice sono tassativi e che la semplice conoscenza di atti o la valutazione delle stesse fonti di prova in un altro procedimento non costituisce causa di astensione o ricusazione.

Continua »
Custodia Cautelare: 412 kg di droga e gravi indizi

La Corte di Cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere per un uomo accusato di aver trasportato 412 kg di marijuana. La Corte ha stabilito che l’enorme quantità della sostanza, insieme ad altri elementi come il nervosismo dell’imputato e il possesso di più telefoni, costituisce un grave indizio di colpevolezza. È stata respinta la richiesta di arresti domiciliari, ritenendo la detenzione in carcere l’unica misura idonea a prevenire il rischio di fuga e di reiterazione del reato, data la gravità dei fatti e la mancanza di radicamento dell’indagato sul territorio nazionale.

Continua »
Detenzione stupefacenti: quando è spaccio? La Cassazione

Un soggetto, trovato in possesso di 240 grammi di marijuana, ha impugnato la misura degli arresti domiciliari sostenendo fosse per uso personale. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la detenzione stupefacenti si presume finalizzata allo spaccio quando, oltre alla quantità, vi sono altri indizi come il comportamento elusivo, le giustificazioni deboli e una situazione economica incongrua con l’acquisto.

Continua »
Truffa aggravata online: la Cassazione conferma

La Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato per truffa aggravata online. La Corte ha stabilito che la vendita a distanza su internet integra l’aggravante della minorata difesa, poiché l’acquirente non può verificare la merce o l’identità del venditore. Confermato anche il danno patrimoniale di rilevante gravità dato l’importo di circa 14.400 euro.

Continua »
Sospensione condizionale: quando non esclude la cautela

La Corte di Cassazione ha stabilito che la futura e ipotetica concedibilità della sospensione condizionale della pena non osta all’applicazione di una misura cautelare, come gli arresti domiciliari, se il giudice ha accertato un concreto pericolo di reiterazione del reato. In tale scenario, la valutazione prognostica negativa sulla condotta futura dell’indagato assorbe e rende irrilevante quella sulla possibile sospensione della pena, rendendo inammissibile un ricorso che non contesti specificamente il pericolo di recidiva.

Continua »
Errore di fatto: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la correzione di un errore di fatto, poiché il ricorrente aveva in realtà sollevato una questione di diritto. L’ordinanza chiarisce che l’errore di fatto, previsto dall’art. 625-bis c.p.p., consiste in una svista percettiva e non in una errata valutazione giuridica. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Continua »
Errore di fatto: quando il ricorso non è ammissibile

Un uomo, condannato per estorsione aggravata, ha proposto ricorso straordinario sostenendo che la Corte di Cassazione fosse incorsa in un errore di fatto. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che le contestazioni del ricorrente non riguardavano una svista percettiva, ma una diversa valutazione delle prove, configurando un errore di giudizio. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna al pagamento delle spese e di una sanzione, perché l’errore di fatto non era configurabile.

Continua »
Rinuncia al ricorso: conseguenze e spese processuali

Un imputato, agli arresti domiciliari per spaccio, rinuncia al ricorso presentato in Cassazione. La Corte dichiara l’inammissibilità del ricorso per rinuncia, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro, come previsto dalla legge in caso di inammissibilità.

Continua »
Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo respinge

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per guida in stato di ebbrezza. La decisione si fonda sul principio che l’appello non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in secondo grado, ma deve confrontarsi criticamente e specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Continua »