Due dipendenti pubblici, condannati per truffa aggravata per aver falsamente attestato la loro presenza in servizio, hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’irrilevanza del danno economico, quantificato in 51 euro ciascuno. La Suprema Corte ha rigettato gran parte dei motivi, specificando che il concetto di danno patrimoniale in questi casi non si limita alla mera retribuzione indebitamente percepita, ma include anche il più ampio pregiudizio funzionale e organizzativo arrecato all’ente pubblico. Tuttavia, la Corte ha annullato con rinvio la sentenza d’appello su un punto cruciale: la mancata valutazione e motivazione riguardo la possibile applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.).
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