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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Recidiva reiterata: quando si applica l'aggravante

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro l’applicazione dell’aggravante della recidiva reiterata. La Corte ha ritenuto che la decisione del giudice di merito fosse ben motivata, basandosi sull’elevato numero di precedenti specifici e sulla continuità criminale, che dimostrano un’inclinazione al delitto e una crescente pericolosità sociale del soggetto.

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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, ribadendo i confini del proprio giudizio. L’ordinanza chiarisce che la Corte non può riesaminare nel merito le prove o la credibilità dei testimoni, né può accogliere doglianze generiche sulla conduzione del dibattimento se non sollevate tempestivamente. Il ricorso è stato respinto perché i motivi proposti miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Reato concorsuale: quando è minima importanza?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputati, chiarendo i limiti del giudizio di legittimità sul reato concorsuale. La Corte ha stabilito che la valutazione sulla minima importanza del contributo di un concorrente è una questione di merito, non rivalutabile in sede di Cassazione. Similmente, il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti è un giudizio discrezionale del giudice di merito, sindacabile solo per manifesta illogicità, non riscontrata nel caso di specie.

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Quantificazione della pena: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello, confermando la corretta applicazione della recidiva e la quantificazione della pena. La Corte ribadisce che, per una pena vicina al minimo edittale, una motivazione sintetica basata sui criteri dell’art. 133 c.p. è un’argomentazione sufficiente.

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Ricorso in Cassazione: i limiti sulla prova

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per estorsione. Si chiarisce che il ricorso in Cassazione non può riesaminare le prove, come l’identificazione vocale. Inoltre, si ribadisce che la “desistenza volontaria” non si applica quando l’azione criminale è già idonea a produrre l’evento, configurandosi al massimo un recesso attivo.

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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per usura ed estorsione. L’ordinanza chiarisce che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti o una nuova valutazione delle prove, compiti che spettano ai giudici di merito. Il ricorso inammissibile si basava su censure fattuali, tentando di proporre una diversa ricostruzione della vicenda, pratica non consentita in sede di Cassazione.

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Giudicato progressivo: stop alla prescrizione nel rinvio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale: il formarsi del giudicato progressivo sulla colpevolezza dell’imputato impedisce la dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione durante il giudizio di rinvio, se l’annullamento riguarda solo la determinazione della pena. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando che l’accertamento del reato era già definitivo.

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Ricorso inammissibile: i limiti in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, chiarendo che non si possono contestare i fatti o l’entità della pena in sede di legittimità se non per vizi specifici. La decisione si fonda sulla netta distinzione tra vizi di legge, unici ammessi, e le censure sul merito, che portano a un ricorso inammissibile.

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Proscioglimento nel merito: quando prevale su prescrizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre imputati che chiedevano un’assoluzione piena anziché la declaratoria di prescrizione. La Corte ha ribadito che il proscioglimento nel merito prevale sulla prescrizione solo quando l’innocenza è evidente e indiscutibile dagli atti (‘ictu oculi’), senza necessità di alcun approfondimento valutativo.

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Ricorso generico e recidiva: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per la sua genericità. L’imputato lamentava la mancata esclusione della recidiva, ma il motivo d’appello era stato formulato in modo vago. La Corte ha stabilito che una censura generica in appello non può essere specificata in Cassazione e che la conferma della pena da parte del giudice di secondo grado costituisce una motivazione implicita di rigetto della richiesta.

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Prova ricettazione: onere e attenuanti in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per il reato di ricettazione, ribadendo un principio fondamentale sulla prova ricettazione. La mancata o non attendibile giustificazione sulla provenienza di un bene di origine illecita costituisce prova sufficiente dell’elemento soggettivo del reato. Viene inoltre negata l’applicazione dell’attenuante della particolare tenuità del fatto, data la non esiguità del valore del bene.

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Ricorso inammissibile: i limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per truffa. La Corte ha stabilito che l’appello non contestava un’erronea applicazione della legge, bensì mirava a una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’attività riservata esclusivamente ai giudici di merito. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Riconoscimento fotografico: la Cassazione ne conferma la validità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa e sostituzione di persona. L’ordinanza ribadisce la piena validità probatoria del riconoscimento fotografico, equiparandolo a una testimonianza, e conferma la possibilità di concorso tra i due reati, in quanto tutelano beni giuridici diversi (la fede pubblica e il patrimonio). La Corte ha inoltre respinto le lamentele sulla pena, in quanto questioni di merito non ammissibili in sede di legittimità.

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Vizio della volontà: quando il ricorso è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tre imputati avverso una sentenza di patteggiamento in appello. La Corte ha stabilito che un’aspettativa soggettiva delusa, come la mancata revoca di una misura cautelare, non integra un vizio della volontà idoneo a invalidare l’accordo. Inoltre, ha ribadito che la pena concordata può essere impugnata solo se ‘illegale’, ovvero se eccede i limiti edittali previsti dalla legge, e non per meri errori di calcolo intermedi.

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Contraffazione grossolana: reato anche senza inganno

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione e commercio di prodotti falsi. La difesa sosteneva l’insussistenza del reato a causa della ‘contraffazione grossolana’, ovvero così evidente da non poter ingannare nessuno. La Corte ha ribadito che il reato di commercio di prodotti con marchi falsi (art. 474 c.p.) non tutela il singolo acquirente, ma la fede pubblica. Pertanto, la grossolanità della falsificazione è irrilevante e il reato sussiste comunque, potendo concorrere con quello di ricettazione.

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Prescrizione reato e recidiva: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 03/12/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per ricettazione. Il ricorso era basato su un errato calcolo della prescrizione del reato, che non teneva conto della recidiva reiterata. La Corte ha ribadito che, ai fini della prescrizione, si deve considerare la recidiva anche se giudicata subvalente rispetto alle attenuanti nel bilanciamento ex art. 69 c.p., poiché l’art. 157, comma 3, c.p. esclude l’incidenza di tale giudizio sul calcolo della pena massima.

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Dolo iniziale: Cassazione sulla prova e ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una parte civile contro una sentenza di assoluzione per il reato di truffa. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può comportare una nuova valutazione delle prove, ma solo un controllo sulla logicità della motivazione. In questo contesto, la prova del dolo iniziale, cioè dell’intenzione di ingannare sin dal principio, resta una valutazione di merito insindacabile in Cassazione se adeguatamente motivata.

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Attenuanti generiche: quando il diniego è legittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che l’assenza di elementi positivi, desumibile anche solo dai precedenti penali, giustifica legittimamente la mancata concessione delle attenuanti. Il motivo relativo alla recidiva è stato respinto perché non sollevato nel precedente grado di giudizio.

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Truffa online: ricorso inammissibile e motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa online. Il caso riguardava la vendita fittizia di un elettrodomestico su una piattaforma social, con pagamento su una carta prepagata intestata a un terzo. La Corte ha ritenuto il ricorso infondato, confermando che gli artifici e raggiri erano evidenti e che le motivazioni della sentenza d’appello erano logiche e coerenti, rigettando le contestazioni sugli elementi soggettivi e oggettivi del reato.

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Occupazione abusiva: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre persone condannate per occupazione abusiva di un immobile. I motivi, basati sul presunto stato di abbandono dell’edificio e sullo stato di necessità, sono stati respinti. Il primo è stato ritenuto una mera ripetizione di argomenti già esaminati, mentre la scriminante dello stato di necessità non è stata provata con elementi specifici riferibili ai ricorrenti. La Corte ha quindi confermato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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