La Corte di Cassazione, con ordinanza del 9 settembre 2024, ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato da un imputato. Il motivo, incentrato sulla richiesta di una nuova perizia sulla capacità di intendere e volere, è stato ritenuto manifestamente infondato e generico. La Corte ha sottolineato la coerenza della decisione impugnata con le valutazioni peritali già in atti, che escludevano un'infermità mentale. Di conseguenza, l'inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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