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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Contraddittorio preventivo: non sempre è obbligatorio

Una società ha impugnato un avviso di accertamento basato sulla sua gestione antieconomica, lamentando la violazione del contraddittorio preventivo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che per gli accertamenti “a tavolino” su tributi non armonizzati (IRES, IRAP), tale procedura non è obbligatoria. Per l’IVA, tributo armonizzato, il contribuente non ha superato la “prova di resistenza”, ovvero non ha dimostrato quali argomenti concreti avrebbe potuto far valere per cambiare l’esito dell’accertamento. Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili per violazione del principio di autosufficienza.

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Liquidazione spese processuali: i minimi inderogabili

Una contribuente vince contro l’Agenzia delle Entrate, ma il giudice d’appello liquida le spese legali in misura inferiore ai minimi di legge. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della contribuente, stabilendo che la liquidazione spese processuali deve rispettare i parametri minimi inderogabili e deve essere dettagliata per ogni fase del giudizio, non potendo consistere in un importo forfettario non motivato.

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Estinzione giudizio di Cassazione: la mancata istanza

Una società di trasporti ha proposto ricorso in Cassazione. A seguito della proposta di definizione del giudizio, la società non ha chiesto la decisione del ricorso entro 40 giorni. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione, condannando la ricorrente al pagamento delle spese legali a favore della controparte.

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Rivalutazione terreno: quando è troppo tardi?

Un contribuente ha venduto un terreno senza dichiarare la plusvalenza. Successivamente, ha cercato di ridurre l’imposta utilizzando una perizia per la rivalutazione terreno redatta anni dopo la vendita. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la procedura di rivalutazione, comprensiva di perizia giurata e pagamento dell’imposta sostitutiva, deve essere completata quando si è ancora proprietari del bene. Una perizia postuma è inefficace.

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Estinzione giudizio tributario: le conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio tributario a seguito della mancata richiesta di decisione da parte del contribuente entro 40 giorni dalla proposta del relatore. Questa inerzia viene interpretata come una rinuncia al ricorso, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali.

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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio

Un soggetto, dopo aver impugnato una sentenza della Corte d’Appello, ha presentato una rinuncia al ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte, verificata la conformità della rinuncia ai requisiti di legge, ha dichiarato l’estinzione del giudizio con decreto, senza disporre sulle spese poiché la controparte non si era costituita.

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Accertamento bancario: onere della prova e costi

In un caso di accertamento bancario, la Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice di merito deve esaminare analiticamente le prove fornite dal contribuente per giustificare i movimenti sul conto corrente. La Corte ha ribadito che una motivazione generica non è sufficiente per respingere le difese del contribuente. Inoltre, a fronte di maggiori ricavi presunti, deve essere riconosciuta una percentuale forfettaria di costi. Infine, è stato confermato che non è possibile presentare nuove domande, come la ripartizione del reddito tra familiari, per la prima volta in appello.

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Indennità vacanza contrattuale: quando è dovuta?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità di vacanza contrattuale non costituisce un diritto soggettivo esigibile se il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) ne demanda la negoziazione alla contrattazione regionale e quest’ultima, a sua volta, ne posticipa la quantificazione e l’erogazione a causa di difficoltà economiche del settore. La Corte ha rigettato il ricorso di una lavoratrice, confermando che il rinvio operato dalle parti sociali non crea un diritto immediatamente azionabile in giudizio.

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Esenzione IMU enti pubblici: basta l'inutilizzo?

Una Azienda Sanitaria Locale ha contestato un avviso di accertamento IMU su diversi immobili, tra cui un ospedale parzialmente dismesso, sostenendo l’applicabilità della esenzione IMU per gli enti pubblici. La Corte di Cassazione ha stabilito che il mancato utilizzo temporaneo o l’impiego parziale per funzioni secondarie (come magazzino) non determina automaticamente la perdita del beneficio fiscale. L’esenzione cessa solo quando si verifica un mutamento irreversibile della destinazione istituzionale dell’immobile. La causa è stata rinviata per un nuovo esame basato su questo principio.

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Giudicato esterno tributario: limiti e autonomia

Un contribuente si opponeva a una richiesta di pagamento di un Consorzio di Bonifica, basandosi su precedenti sentenze a lui favorevoli per gli stessi immobili. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il principio del giudicato esterno tributario non si estende automaticamente a diverse annualità d’imposta. La Corte ha sottolineato l’autonomia di ciascun periodo d’imposta, chiarendo che una precedente decisione basata su una mancata prova per un anno specifico non vincola la valutazione del giudice per gli anni successivi.

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Notifica tempestiva appello: quando vale la consegna

L’appello di un contribuente contro un avviso di liquidazione era stato dichiarato inammissibile perché ritenuto tardivo. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che per la notifica tempestiva appello, fa fede la data di consegna dell’atto all’ufficio postale da parte del notificante, non la data di ricezione da parte del destinatario. La Corte ha inoltre rilevato un errore di fatto del giudice precedente nel calcolo dei termini. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Iscrizione ipotecaria: non si applica il termine di un anno

Una società ha impugnato un’iscrizione ipotecaria sostenendo che l’Agenzia della Riscossione non avesse rispettato il termine di un anno dalla notifica della cartella di pagamento, previsto per l’espropriazione forzata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l’iscrizione ipotecaria è una misura cautelare alternativa e non un atto di esecuzione forzata. Di conseguenza, il termine annuale non si applica. La Corte ha ribadito che l’unico requisito di validità è la notifica di un preavviso che conceda al debitore 30 giorni per pagare prima dell’iscrizione.

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Notificazione inesistente: quando si rinnova l'atto

Un socio di una società fallita ha impugnato la dichiarazione di fallimento per una notificazione inesistente dell’atto introduttivo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello di rimettere la causa al primo giudice. Il principio chiave è che nei procedimenti avviati con ricorso, come quello fallimentare, la mancata notifica è un vizio sanabile che non comporta la nullità assoluta della sentenza, ma la sua regressione alla fase viziata.

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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un processo tributario a seguito della richiesta di definizione agevolata della lite. Poiché la controversia era stata inserita in un apposito elenco dall’Agenzia delle Entrate, come previsto dalla normativa sulla tregua fiscale, il giudice ha decretato la fine del procedimento. Il decreto stabilisce che le spese legali del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate.

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Efficacia sentenza penale: limiti nel processo tributario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21594/2025, stabilisce i limiti dell’efficacia di una sentenza penale di assoluzione nel processo tributario. Il caso riguardava un’azienda accusata di utilizzare fatture per operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha chiarito che l’assoluzione penale, soprattutto se ottenuta con rito abbreviato, non vincola il giudice tributario per quanto riguarda l’imposta, ma può essere considerata solo come un elemento di prova. La nuova normativa (art. 21-bis d.lgs. 74/2000) limita l’efficacia della sentenza penale alle sole sanzioni e solo per le sentenze emesse dopo un dibattimento. La sentenza impugnata è stata quindi cassata per non aver condotto una valutazione autonoma dei fatti.

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Onere della prova frode IVA: la Cassazione decide

La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate in un caso di presunta frode carosello. È stato confermato che l’onere della prova frode IVA spetta all’amministrazione, che deve dimostrare la consapevolezza del contribuente. In assenza di prove concrete, le fatture per operazioni soggettivamente inesistenti non bastano per negare la detrazione IVA se l’acquirente ha agito con diligenza.

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Rottamazione quater: sospensione o estinzione processo?

In un caso riguardante un accertamento fiscale, gli eredi di un contribuente hanno aderito alla “rottamazione quater” mentre il processo era pendente in Cassazione. La Corte, di fronte al dubbio se l’adesione comporti la sospensione del giudizio fino al pagamento integrale o la sua estinzione immediata, ha emesso un’ordinanza interlocutoria. La decisione è stata quella di rinviare la causa a un nuovo ruolo, in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino sulla medesima questione, già sollevata in un altro procedimento, al fine di garantire uniformità di giudizio.

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Classificazione catastale: impianti di depurazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21277/2025, ha stabilito che un impianto di depurazione delle acque, anche se gestito da una società pubblica per finalità di interesse generale, deve avere una classificazione catastale nel gruppo D (immobili a destinazione speciale) e non nel gruppo E (immobili di interesse pubblico). La decisione si fonda sulla natura intrinsecamente economica e industriale del servizio idrico integrato, che opera secondo criteri di efficienza e copertura dei costi tramite tariffe. Pertanto, ai fini della classificazione catastale, prevalgono le caratteristiche oggettive dell’immobile e la sua destinazione funzionale a un processo produttivo, rendendo irrilevante la forma giuridica del gestore o l’assenza di uno scopo di lucro soggettivo.

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Arricchimento senza causa: i limiti dei doveri coniugali

Un ex marito ha agito per arricchimento senza causa dopo aver contribuito all’acquisto di un immobile intestato esclusivamente all’ex moglie e concesso in uso ai genitori di lei. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, considerandola un dovere coniugale. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che le esigenze abitative dei suoceri non rientrano nei ‘bisogni della famiglia’, configurando quindi un arricchimento senza causa per la moglie. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Responsabilità sindaco prospetto: la decisione

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione pecuniaria irrogata da un’autorità di vigilanza finanziaria a un membro del collegio sindacale di un istituto di credito. Il caso riguarda l’omissione di informazioni cruciali in due prospetti informativi relativi ad aumenti di capitale. L’ordinanza chiarisce la natura della responsabilità del sindaco per il prospetto, affermando che il suo dovere di vigilanza non è meramente formale ma sostanziale, e che la colpa si presume, spettando al sindaco l’onere di provare di aver agito con la dovuta diligenza. La Corte ha respinto tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli su difetto di giurisdizione, natura penale della sanzione e violazione del contraddittorio.

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