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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Maltrattamento di animali: Cassazione su reato impossibile

Un allevatore è stato condannato per tentato maltrattamento di animali, per aver gettato una pecora viva in un cassonetto, e per invasione di terreni di un parco nazionale con il proprio gregge. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, respingendo la tesi del ‘reato impossibile’ come illogica e confermando che le prove, come i video e l’identificazione degli animali tramite marche auricolari, erano sufficienti a stabilire la sua colpevolezza.

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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del motivo, l’assenza di pentimento e la condotta processuale del ricorrente, confermando la condanna e imponendo il pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Ricorso inammissibile: Reddito e arresti domiciliari

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un soggetto condannato per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Il ricorrente aveva omesso di comunicare il suo stato di arresti domiciliari e un successivo rapporto di lavoro. La Corte ha ritenuto il ricorso generico e volto a una non consentita rivalutazione dei fatti, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Ricorso inammissibile: quando è questione di merito

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato contro la decisione della Corte d’Appello di non concedere le circostanze attenuanti generiche. La Suprema Corte ha stabilito che tale valutazione rientra nel merito del giudizio, non sindacabile in sede di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Appello inammissibile: quando è manifestamente infondato

La Corte di Cassazione, con ordinanza Penale Ord. Sez. 7 Num. 2287 Anno 2025, ha dichiarato un appello inammissibile, specificando che la sanzione non deriva dalla mera genericità dei motivi, ma dalla loro manifesta infondatezza. L’analisi della Corte ha superato l’aspetto formale per valutare la sostanza dei motivi, ritenendoli privi di fondamento. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, a conferma delle severe conseguenze di un appello inammissibile presentato senza valide argomentazioni.

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Omesso Versamento IVA: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per omesso versamento IVA di oltre 445.000 euro. La Corte ha stabilito che la documentazione dell’Agenzia delle Entrate costituisce prova sufficiente e che l’elevato importo evaso esclude l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, confermando la condanna.

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Attenuanti generiche: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati ambientali. L’imputato chiedeva le attenuanti generiche sulla base di età avanzata e difficoltà economiche. La Corte ha confermato la decisione di merito, ritenendo la motivazione logica e coerente, poiché la gravità dei fatti e i precedenti penali contrastavano con la richiesta di un trattamento più mite. L’appello, essendo una mera riproposizione dei motivi già respinti, ha portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Abuso edilizio: ricorso inammissibile se c'è pervicacia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una donna condannata per abuso edilizio e violazione di sigilli. La difesa sosteneva la scarsa rilevanza del fatto e contestava l’ordine di demolizione. La Corte ha respinto le argomentazioni, sottolineando la gravità del danno ambientale in zona sismica e vincolata, e la pervicacia della ricorrente nel proseguire l’attività illecita. L’inammissibilità ha comportato la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Ricorso inammissibile: limiti del giudizio di Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché basato su una rivalutazione delle testimonianze, compito riservato ai giudici di merito. L’ordinanza chiarisce che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Ricorso inammissibile per omesso versamento IVA

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente condannato per omesso versamento IVA. Il ricorso è stato giudicato generico, in quanto non specificava adeguatamente le critiche alla sentenza impugnata né forniva prove concrete a sostegno delle proprie tesi. La Corte ha confermato che la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate era prova sufficiente del superamento della soglia di punibilità, rendendo il ricorso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Porto abusivo di armi: attrezzi in auto, quando è reato?

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per porto abusivo di armi a un uomo trovato in possesso di forbici, martello e cacciavite nella sua auto. L’ordinanza ha stabilito che, in assenza di un giustificato motivo, tali oggetti sono considerati strumenti atti a offendere. La decisione di inammissibilità del ricorso si è basata sulla mancanza di spiegazioni da parte dell’imputato e sui suoi precedenti penali, che hanno impedito la concessione di attenuanti.

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Ricorso Cassazione inammissibile: serve un avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso in Cassazione inammissibile perché proposto personalmente dal condannato e non da un avvocato iscritto all’albo speciale. La Corte ha applicato la Legge 103/2017, che impone la firma di un difensore abilitato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione di 3.000 euro.

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Termini impugnazione: quando il ricorso è tardivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché presentato oltre i termini di impugnazione. L’ordinanza chiarisce che il termine di 45 giorni decorre dalla scadenza del periodo fissato per il deposito della sentenza e che la successiva correzione di un errore materiale non riapre i termini. La presenza dell’imputato in videoconferenza esclude inoltre l’applicazione di proroghe.

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Detenzione illegale di armi: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per detenzione illegale di armi. Una pistola senza matricola è stata trovata nella sua abitazione, nascosta in una poltrona. La Corte ha ritenuto adeguata la motivazione della Corte d’Appello, respingendo la richiesta di una nuova valutazione dei fatti e confermando la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Ricorso in Cassazione: Firma dell'avvocato è obbligatoria

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in Cassazione poiché sottoscritto personalmente dalla parte e non da un difensore abilitato. L’ordinanza sottolinea come, a seguito della riforma del 2017, la firma di un avvocato iscritto all’albo speciale sia un requisito indispensabile a pena di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Omesso versamento cauzione: quando è reato?

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un individuo condannato per l’omesso versamento cauzione imposta nell’ambito di una misura di prevenzione. L’imputato ha addotto come giustificazione le sue precarie condizioni economiche. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che una generica affermazione di indigenza non è sufficiente a escludere la responsabilità penale. È necessario che l’imputato fornisca elementi di fatto concreti e specifici a sostegno della sua impossibilità di adempiere, adempiendo così al proprio onere di allegazione.

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Pericolosità sociale: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per associazione mafiosa, confermando la sua pericolosità sociale e la misura della libertà vigilata. La decisione si basa sui gravi precedenti, sui legami persistenti con il clan e sull’assenza di un’attività lavorativa, ritenendo l’appello una mera richiesta di riesame del merito.

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Ricorso in Cassazione: l'obbligo di avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in Cassazione presentato personalmente da un condannato. La decisione si fonda sulla legge n. 103/2017, che impone, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Cassazione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Misura di sicurezza: quando inizia se c'è l'ergastolo?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto che, mentre scontava una pena all’ergastolo, chiedeva l’esecuzione immediata di una misura di sicurezza detentiva (il ricovero in R.E.M.S.) disposta nei suoi confronti per un altro procedimento. La Corte ha ribadito che, secondo l’art. 211 del codice penale, la misura di sicurezza può essere eseguita solo dopo la cessazione dello stato detentivo, a condizione che persista la pericolosità sociale del soggetto.

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Rinuncia al ricorso: conseguenze e sanzioni penali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione è scaturita dalla formale rinuncia al ricorso presentata dal difensore. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando che la rinuncia al ricorso comporta sanzioni economiche automatiche.

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