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Contratto di assicurazione a favore di terzi, foro competente

1469 bis comma 3 n. 19 c. c. , corrispondente a quella successivamente introdotta dall’art. 1469 bis, in relazione a giudizi di risarcimento danno promossi da soggetti infortunati in virtù di polizze assicurative di tipo cumulativo stipulate da enti datori di lavoro in favore dei propri dipendenti, con ordinanza n. 235/2004 ha dichiarato la manifesta infondatezza della sollevata questione di illegittimità costituzionale della norma citata.

Pubblicato il 30 April 2007 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

La norma di cui all’art. 1469 bis comma 3 n. 19 c.c., corrispondente a quella successivamente introdotta dall’art. 33 comma 2 lett. u) d.lgs. n. 206/2005 (codice del consumo) è stata interpretata nel senso che, da parte del legislatore, sia stata prevista una competenza territoriale esclusiva del giudice del luogo in cui il consumatore ha la residenza o il domicilio elettivo, presumendosi comunque vessatoria la clausola indicativa di una diversa località come sede del foro competente.

La Corte Costituzionale, affrontando la questione dell’estensibilità della tutela posta dal citato art. 1469 bis, in relazione a giudizi di risarcimento danno promossi da soggetti infortunati in virtù di polizze assicurative di tipo cumulativo stipulate da enti datori di lavoro in favore dei propri dipendenti, con ordinanza n. 235/2004 ha dichiarato la manifesta infondatezza della sollevata questione di illegittimità costituzionale della norma citata.

Alla stregua di tale pronuncia, sussistono valide e concrete ragioni per giustificare l’assimilazione della posizione del terzo beneficiario della polizzapersona fisica a quella del contraente-persona fisica: in primo luogo, perché il suo diritto deriva direttamente dal contratto stipulato con il professionista, senza il quale non sarebbe mai sorto, e la prestazione in esso convenuta deve essere resa in suo favore, ed il secondo luogo perché, essendo egli titolare del diritto di azione nei confronti del professionista in caso di inadempimento da parte del medesimo, non si ravvisano ragioni valide per escluderlo dalla tutela dettata.

Cassazione Civile, Sezione Terza, Ordinanza n. 369 dell’11 gennaio 2007

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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