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Visto infedele: competenza ufficio e nullità atto

Un professionista è stato ritenuto responsabile per un visto infedele. L’avviso di pagamento è stato emesso dall’ufficio delle entrate del domicilio del cliente. La Corte di Cassazione ha dichiarato nullo l’atto perché la legge assegna la competenza esclusiva alla direzione regionale del domicilio del professionista, non a quella del contribuente assistito. Questa sentenza chiarisce un importante principio sulla competenza in materia di sanzioni per visto infedele.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Visto Infedele: la Competenza Territoriale è del Professionista, non del Cliente

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11790 del 2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di responsabilità per visto infedele. La pronuncia chiarisce quale sia l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente a irrogare sanzioni al professionista o al CAF. La decisione sottolinea che la competenza non si radica nel luogo di residenza del contribuente assistito, bensì in quello del professionista che ha apposto il visto. Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche, portando alla nullità degli atti emessi da un ufficio incompetente.

I Fatti del Caso: Un Professionista di Fronte all’Agenzia delle Entrate

Un professionista, in qualità di responsabile di un Centro di Assistenza Fiscale (CAF), aveva apposto il visto di conformità sulla dichiarazione dei redditi di un contribuente per l’anno d’imposta 2014. A seguito di un controllo formale, l’Agenzia delle Entrate ha riscontrato un’irregolarità, qualificando il visto come “infedele”.

Di conseguenza, la direzione provinciale dell’Agenzia, competente per il domicilio fiscale del contribuente, ha iscritto a ruolo e notificato una cartella di pagamento direttamente al professionista. La richiesta includeva non solo la sanzione, ma anche l’imposta e gli interessi che sarebbero stati richiesti al contribuente. Il professionista ha impugnato l’atto, sostenendo, tra i vari motivi, l’incompetenza territoriale dell’ufficio che lo aveva emesso.

La Questione Giuridica: Chi è Competente a Sanzionare il Visto Infedele?

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 39 del D.Lgs. n. 241/1997. La norma regola le sanzioni in caso di visto di conformità infedele. Il ricorrente sosteneva che, secondo il comma 2 di tale articolo, la competenza a contestare la violazione e a irrogare le relative sanzioni spetta esclusivamente alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate competente in base al domicilio fiscale del trasgressore, ovvero del professionista stesso.

L’Agenzia delle Entrate, invece, aveva agito tramite l’ufficio provinciale del luogo di domicilio del contribuente la cui dichiarazione era oggetto di controllo. I giudici di merito avevano respinto la tesi del professionista, ma la questione è infine giunta all’esame della Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione sul Visto Infedele

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del professionista, ritenendo fondato il motivo relativo al difetto di competenza. I giudici hanno chiarito che l’articolo 39, comma 2, del D.Lgs. 241/1997 stabilisce una regola di competenza funzionale e territoriale inderogabile.

La Centralità del Domicilio Fiscale del Professionista

La norma è chiara nell’individuare la competenza nella direzione regionale del domicilio fiscale del professionista. La ratio di questa scelta legislativa è quella di accentrare la gestione dei rapporti con i soggetti abilitati a rilasciare i visti di conformità. Questo evita che un professionista che assiste clienti in tutta Italia possa essere chiamato a difendersi in una miriade di sedi diverse, garantendo al contempo un’azione amministrativa più efficiente e coordinata.

Nullità dell’Atto e Conseguenze

La Corte ha affermato che la violazione di tali regole di competenza, stabilite per legge, non è una mera irregolarità, ma un vizio che determina la nullità dell’atto emesso. L’amministrazione finanziaria non ha la facoltà di scegliere un ufficio diverso da quello legalmente preposto. Di conseguenza, la cartella di pagamento notificata dalla direzione provinciale del domicilio del contribuente è stata dichiarata illegittima e annullata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che le norme sulla competenza degli uffici pubblici sono poste a garanzia non solo della buona organizzazione della Pubblica Amministrazione, ma anche del cittadino. La scelta di radicare la competenza presso la direzione regionale del domicilio del professionista per le violazioni sul visto infedele risponde a un’esigenza di concentrazione e specializzazione. È la direzione regionale che gestisce i rapporti con i professionisti, incluse le autorizzazioni e la vigilanza, ed è quindi l’organo più idoneo a gestire anche la fase patologica del rapporto. Anche se il controllo formale sul contribuente viene effettuato dall’ufficio locale, la legge prevede un flusso di comunicazioni da quest’ultimo alla direzione regionale competente per il professionista, affinché sia quest’ultima a procedere.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

La sentenza stabilisce un punto fermo di grande rilevanza per tutti i professionisti e i CAF che rilasciano il visto di conformità. In caso di contestazione per visto infedele, il primo elemento da verificare è la competenza dell’ufficio che ha emesso l’atto. Qualsiasi atto di contestazione o irrogazione sanzioni proveniente da un ufficio diverso dalla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del proprio domicilio fiscale deve essere considerato nullo. Questa pronuncia rafforza le garanzie procedurali per i professionisti, centralizzando il contenzioso e impedendo una frammentazione dell’azione amministrativa che potrebbe risultare eccessivamente onerosa per chi svolge l’attività di assistenza fiscale.

Quale ufficio dell’Agenzia delle Entrate è competente a contestare un visto infedele apposto da un professionista?
L’ufficio competente è esclusivamente la direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate individuata in ragione del domicilio fiscale del professionista (o del CAF) che ha rilasciato il visto, e non l’ufficio competente per il contribuente assistito.

Qual è la conseguenza se l’atto di contestazione per un visto infedele viene emesso da un ufficio territorialmente incompetente?
L’atto emesso da un ufficio incompetente è illegittimo e deve essere annullato. La violazione delle norme sulla competenza non è una semplice irregolarità, ma un vizio che inficia la validità dell’atto stesso.

La responsabilità del professionista per il visto infedele ha natura solo risarcitoria o anche sanzionatoria?
Secondo la Corte, la responsabilità prevista dall’art. 39 del d.lgs. 241/1997, pur con sfumature civilistiche, ha anche una funzione punitiva. Questo è dimostrato dal suo inserimento in una norma rubricata ‘Sanzioni’ e dal fatto che consegue a una specifica violazione (l’infedeltà del visto).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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