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Usufrutto quote sociali: a chi spetta l’utile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11170/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usufrutto quote sociali. In caso di liquidazione di una società, gli utili che eccedono il costo di acquisto delle quote non spettano al nudo proprietario, ma all’usufruttuario. Tali somme sono considerate ‘frutti civili’ della partecipazione e, di conseguenza, il rapporto d’imposta sorge tra l’amministrazione finanziaria e l’usufruttuario, il quale è tenuto al pagamento delle imposte su tali redditi.

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Usufrutto Quote Sociali: a Chi Vanno gli Utili in Caso di Liquidazione?

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 11170 del 26 aprile 2024, ha affrontato una questione di notevole importanza che intreccia diritto societario e tributario: la sorte degli utili derivanti dalla liquidazione di una società le cui quote sono gravate da usufrutto quote sociali. La decisione chiarisce in modo definitivo a chi spetti il provento della liquidazione, se al nudo proprietario o all’usufruttuario, e le conseguenti implicazioni fiscali. Analizziamo insieme la vicenda e il principio di diritto sancito dai giudici.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dalla richiesta di rimborso di un credito d’imposta avanzata da un contribuente, nudo proprietario delle quote di una società a responsabilità limitata. La società era stata posta in liquidazione volontaria e, al termine delle operazioni, era residuato un attivo da distribuire ai soci. Il contribuente sosteneva che, in quanto nudo proprietario, il residuo attivo della liquidazione, che rappresenta il capitale sociale più gli utili accantonati, dovesse spettare interamente a lui e non all’usufruttuario. Di conseguenza, riteneva di essere il titolare del relativo credito d’imposta. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, non ha dato seguito alla sua richiesta di rimborso, generando un silenzio-rifiuto che ha dato il via al contenzioso tributario. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato torto al contribuente, il quale ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Usufrutto quote sociali e Liquidazione

Il nucleo del problema giuridico ruota attorno alla natura dei proventi derivanti dalla liquidazione di una società. Il ricorrente sosteneva che tali somme non fossero assimilabili ai dividendi ordinari, che spettano pacificamente all’usufruttuario. A suo avviso, il residuo attivo della liquidazione costituisce una ‘massa patrimoniale indistinta’ che spetta al socio nudo proprietario, poiché rappresenta la restituzione del capitale. Secondo questa tesi, il diritto dell’usufruttuario si limiterebbe ai dividendi distribuiti durante la vita ‘ordinaria’ della società, prima della fase di liquidazione. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se gli utili emersi dalla liquidazione possano essere considerati ‘frutti civili’ della partecipazione e, in caso affermativo, a chi debbano essere attribuiti ai fini fiscali.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, basando la sua decisione su un’analisi combinata delle norme del codice civile in materia di usufrutto e delle disposizioni del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

In primo luogo, i giudici hanno chiarito che l’usufrutto su una partecipazione sociale non cessa con la semplice messa in liquidazione della società. Il diritto reale si estingue solo con il ‘perimento della cosa’, che, nel caso di una quota sociale, coincide con la cancellazione della società dal registro delle imprese. Fino a quel momento, l’usufrutto rimane pienamente valido ed efficace.

In secondo luogo, e questo è il passaggio cruciale, la Corte ha definito la natura fiscale delle somme distribuite in sede di liquidazione. Richiamando l’art. 47, comma 7, del TUIR, ha affermato che le somme o il valore normale dei beni ricevuti dai soci in caso di liquidazione costituiscono ‘utile’ per la parte che eccede il prezzo pagato per l’acquisto o la sottoscrizione delle quote. Questa qualificazione fiscale è determinante.

Se tale eccedenza è considerata ‘utile’, essa rappresenta un frutto civile prodotto dalla partecipazione sociale. In base ai principi generali del codice civile, i frutti civili spettano all’usufruttuario per la durata del suo diritto. Pertanto, anche se sul piano civilistico si distingue tra ‘utili netti’ e ‘patrimonio netto risultante dalla liquidazione’, ai fini fiscali la sostanza non cambia: la plusvalenza generata dalla liquidazione è un reddito che deriva dalla quota.

Di conseguenza, essendo l’usufruttuario il soggetto che percepisce i frutti, è su di lui che sorge il rapporto d’imposta. È l’usufruttuario, e non il nudo proprietario, a essere il titolare del reddito e, quindi, il soggetto passivo del tributo.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro e di grande impatto pratico: ‘nel caso in cui la quota sociale di una società a responsabilità limitata sia costituita in usufrutto, le somme ricavate dalla liquidazione volontaria della società, costituenti un utile per la parte che eccede il prezzo pagato per l’acquisto o la sottoscrizione delle quote, spettano all’usufruttuario, con la conseguenza che il rapporto d’imposta avente ad oggetto tale utile sorge, ad ogni effetto, tra l’amministrazione e l’usufruttuario’.

Questa decisione consolida la posizione dell’usufruttuario come percettore di tutti i proventi economici generati dalla partecipazione sociale, non solo dei dividendi ordinari, ma anche degli utili straordinari derivanti dalla liquidazione. Per i nudi proprietari, ciò significa che non possono vantare diritti, né fiscali né civili, su tali somme, le quali arricchiscono l’usufruttuario fino all’estinzione del suo diritto.

In caso di liquidazione di una S.r.l., a chi spettano gli utili se le quote sono gravate da usufrutto?
Secondo la Corte di Cassazione, gli utili derivanti dalla liquidazione, ovvero le somme che eccedono il costo di acquisto delle quote, spettano all’usufruttuario e non al nudo proprietario, in quanto considerati ‘frutti civili’ della partecipazione.

L’usufrutto su quote sociali si estingue con la messa in liquidazione della società?
No, l’usufrutto sulla partecipazione sociale non cessa con l’inizio della fase di liquidazione. Si estingue solo con la cancellazione definitiva della società dal registro delle imprese, che determina il ‘perimento’ giuridico della quota stessa.

Ai fini fiscali, chi è il soggetto tenuto a pagare le imposte sugli utili da liquidazione in presenza di usufrutto?
Il rapporto d’imposta sorge tra l’amministrazione finanziaria e l’usufruttuario. Essendo quest’ultimo il percettore del reddito (l’utile da liquidazione), è lui il soggetto passivo d’imposta e non il nudo proprietario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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