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Responsabilità liquidatore società cancellata: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21596/2024, interviene sulla questione della responsabilità liquidatore società cancellata per debiti fiscali. Il caso riguardava un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA notificato al liquidatore e socio unico di una S.r.l. dopo la sua cancellazione dal registro delle imprese. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato l’atto per mancata prova della colpa del liquidatore. Ha invece affermato che la notifica all’ex socio è valida in virtù di un fenomeno successorio e che la responsabilità del liquidatore per le imposte sui redditi (IRES) deriva direttamente dalla legge (art. 36 D.P.R. 602/73), con presupposti differenti.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Liquidatore Società Cancellata: I Chiarimenti della Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per il diritto tributario e societario: la responsabilità liquidatore società cancellata per i debiti fiscali residui. Questa decisione chiarisce in modo netto la duplice veste del soggetto che era sia liquidatore che socio, distinguendo i presupposti e i limiti delle rispettive responsabilità. Vediamo nel dettaglio l’analisi della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Un Avviso Fiscale a una Società Estinta

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società a responsabilità limitata unipersonale per maggiori imposte (IRES, IRAP e IVA) relative all’anno 2010. L’atto, però, veniva notificato nel 2014, quando la società era già stata cancellata dal registro delle imprese da circa tre anni. La notifica era stata indirizzata alla persona fisica che aveva ricoperto il ruolo di liquidatore e socio unico.

Il contribuente impugnava l’atto, sostenendo la sua nullità in quanto la società destinataria non esisteva più. I giudici di secondo grado accoglievano la sua tesi, affermando che per chiamare a rispondere il liquidatore, l’amministrazione finanziaria avrebbe dovuto dimostrare una sua specifica colpa nella gestione del patrimonio sociale, prova che nel caso di specie non era stata fornita.

La Decisione della Corte di Cassazione e la responsabilità liquidatore società cancellata

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione, e la Corte ha ribaltato la decisione precedente, accogliendo il motivo principale del ricorso. Il punto centrale della pronuncia risiede nella netta distinzione tra la responsabilità del contribuente come ex socio e quella come ex liquidatore.

La Responsabilità dell’Ex Socio: un Fenomeno Successorio

La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: l’estinzione della società a seguito della cancellazione dal registro delle imprese innesca un “fenomeno di tipo successorio”. Le obbligazioni della società estinta non si estinguono con essa, ma si trasferiscono ai soci. Di conseguenza, un avviso di accertamento intestato alla società cancellata è valido ed efficace se notificato a uno degli ex soci. La loro responsabilità varia:

* Illimitata: per i soci illimitatamente responsabili.
* Limitata: per i soci di società di capitali, i quali rispondono solo nei limiti di quanto hanno ricevuto dal bilancio finale di liquidazione.

Quindi, il contribuente, in qualità di ex socio unico, poteva essere destinatario dell’atto impositivo, e la sua responsabilità sarebbe stata commisurata a eventuali somme incassate in sede di liquidazione.

La Responsabilità del Liquidatore: una Posizione Autonoma

La Corte ha chiarito che la responsabilità liquidatore società cancellata, disciplinata dall’art. 36 del D.P.R. 602/1973, è una fattispecie del tutto diversa. Si tratta di una responsabilità personale e di natura civilistica, non tributaria. Essa sorge “ex lege”, cioè direttamente dalla legge, quando il liquidatore non paga le imposte dovute dalla società con le attività della liquidazione.

È importante sottolineare due aspetti fondamentali di questa responsabilità:

1. Ambito di applicazione: Si applica solo alle imposte sui redditi (come l’IRES), ma non ad altre imposte come IRAP e IVA.
2. Natura della responsabilità: Non richiede la stessa prova della “colpa” generica richiesta dal diritto civile comune (art. 2495 c.c.), ma si fonda su presupposti specifici dettati dalla norma tributaria.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di un’ampia ricostruzione giurisprudenziale, incluse recenti pronunce delle Sezioni Unite. L’errore dei giudici di merito è stato quello di confondere e sovrapporre le due distinte forme di responsabilità. Hanno erroneamente applicato il requisito della prova della colpa, tipico dell’azione civilistica generale, anche alla responsabilità fiscale dell’ex socio e a quella speciale del liquidatore ex art. 36.

La Suprema Corte ha invece chiarito che l’Agenzia delle Entrate può agire direttamente nei confronti dell’ex socio in quanto successore nei debiti della società estinta. Parallelamente, e solo per le imposte sui redditi, può agire contro l’ex liquidatore in base alla responsabilità propria prevista dall’art. 36, che ha natura civilistica ma presupposti specifici che non necessitano della preventiva iscrizione a ruolo o della dimostrazione di una colpa generica.

Di conseguenza, l’affermazione della corte territoriale secondo cui “onera l’amministrazione finanziaria a dimostrare che il mancato pagamento delle pretese tributarie sia imputabile a colpa del liquidatore” è stata giudicata errata in diritto.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza è stata cassata con rinvio a un’altra sezione della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi stabiliti dalla Cassazione: dovrà valutare la posizione del contribuente sia come ex socio (per tutte le imposte, nei limiti di quanto riscosso) sia come ex liquidatore (per la sola IRES, secondo i presupposti dell’art. 36 del D.P.R. 602/1973). Questa ordinanza rafforza la tutela del credito erariale nei confronti delle società cancellate, delineando con precisione i percorsi giuridici che l’amministrazione finanziaria può intraprendere per recuperare le imposte non versate.

È valido un avviso di accertamento notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese?
Sì, secondo la Corte di Cassazione l’atto è valido ed efficace se notificato agli ex soci, collettivamente o singolarmente. Questo perché l’estinzione della società determina un fenomeno successorio in cui i soci subentrano nelle obbligazioni della società.

Qual è la differenza tra la responsabilità dell’ex socio e quella del liquidatore per i debiti fiscali di una società estinta?
L’ex socio risponde dei debiti fiscali come successore della società, nei limiti di quanto ricevuto in sede di liquidazione (se socio di capitali). Il liquidatore, invece, ha una responsabilità personale e autonoma (ex art. 36 D.P.R. 602/73), di natura civilistica, che sorge se ha distribuito l’attivo senza prima aver pagato le imposte sui redditi. Questa responsabilità si aggiunge a quella dei soci e riguarda solo le imposte dirette (es. IRES).

La responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali della società richiede la prova della sua colpa?
No, la Corte ha chiarito che la responsabilità del liquidatore ai sensi dell’art. 36 D.P.R. 602/1973 è una responsabilità “ex lege” che non richiede la prova della colpa nel senso civilistico generale richiesto dall’art. 2495 c.c. Essa sorge al verificarsi dei presupposti oggettivi previsti dalla norma stessa, ovvero il mancato pagamento delle imposte sui redditi con le attività della liquidazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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