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Rendita catastale impianti: i pozzi sono esclusi?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che i pozzi geotermici, in quanto elementi funzionali allo specifico processo produttivo, non devono essere inclusi nel calcolo della rendita catastale impianti. La decisione si basa sulla legge del 2015 che esclude dalla stima catastale i cosiddetti ‘imbullonati’, privilegiando il criterio della funzionalità produttiva rispetto a quello della stabilità fisica dell’impianto.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Impianti: la Cassazione Esclude i Pozzi Geotermici dalla Stima

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 21454 del 31 luglio 2024, ha fornito un chiarimento cruciale in materia di rendita catastale impianti a destinazione speciale. La Suprema Corte ha stabilito che i pozzi geotermici, in quanto componenti essenziali e funzionali al processo produttivo di una centrale energetica, devono essere esclusi dalla stima diretta per la determinazione della rendita. Questa decisione consolida l’orientamento inaugurato dalla Legge di Stabilità 2016, che ha rivoluzionato i criteri di valutazione catastale degli immobili produttivi.

I Fatti del Caso: La Stima di una Centrale Geotermica

La controversia nasce dalla determinazione della rendita catastale di una centrale geotermica. La società proprietaria dell’impianto aveva proposto, tramite procedura DOCFA, una rendita calcolata escludendo il valore dei pozzi di estrazione e reiniezione. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, aveva rettificato l’atto, incrementando notevolmente la rendita proposta, sostenendo che i pozzi, in quanto stabilmente incorporati nel fabbricato, dovessero essere inclusi nella stima.

Il caso è passato attraverso due gradi di giudizio: la Commissione tributaria provinciale ha dato ragione all’Agenzia, mentre quella regionale ha riformato la decisione, accogliendo la tesi della società contribuente. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sulla corretta interpretazione della normativa.

Il Principio di Diritto e la Rendita Catastale Impianti

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’art. 1, comma 21, della Legge n. 208 del 2015 (Legge di Stabilità 2016). Questa norma ha introdotto un principio fondamentale per la determinazione della rendita catastale impianti speciali (categorie D ed E). A decorrere dal 1° gennaio 2016, la stima diretta deve tenere conto del suolo e delle costruzioni, nonché degli elementi strutturalmente connessi, ma deve escludere ‘macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo’.

Questa disposizione ha introdotto una netta distinzione tra la componente immobiliare (il contenitore) e quella prettamente produttiva (il contenuto), superando il precedente orientamento che includeva nella stima tutto ciò che era stabilmente infisso al suolo.

La Funzionalità Produttiva dei Pozzi Geotermici

Nel caso specifico, la Cassazione ha qualificato i pozzi geotermici come parti integranti dell’impianto produttivo. Essi non sono semplici ‘costruzioni’, ma elementi indispensabili per intercettare, convogliare e trasformare il vapore in energia elettrica. La loro funzione è intrinsecamente legata al ciclo produttivo della centrale. Pertanto, rientrano a pieno titolo nella categoria degli ‘imbullonati’ esclusi dalla stima, a prescindere dalla loro consistenza fisica o dalla loro immobilizzazione al suolo.

La Decisione sull’Appello Incidentale

Oltre al ricorso principale dell’Agenzia, la Corte ha esaminato anche il ricorso incidentale della società, che lamentava la genericità con cui i giudici d’appello avevano respinto le censure relative all’erronea stima dei costi e del deprezzamento. La Cassazione ha dichiarato inammissibile anche questo ricorso, ribadendo che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una revisione del merito della controversia. I giudici hanno ritenuto che la motivazione della corte d’appello, seppur sintetica, fosse sufficiente e che le critiche della società si limitassero a contrapporre una propria valutazione dei fatti senza evidenziare un vizio procedurale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare e dirette. I giudici hanno rigettato l’appello dell’Agenzia delle Entrate, pur correggendo la motivazione della sentenza di secondo grado. La corte d’appello aveva erroneamente escluso i pozzi in quanto assimilabili a una miniera, applicando una normativa non pertinente. La Cassazione, invece, ha fondato la sua decisione esclusivamente sulla Legge n. 208/2015. Il criterio decisivo, hanno affermato i giudici, non è più la stabilità o l’incorporazione fisica, ma il ‘rapporto di strumentalità rispetto al processo produttivo’. I pozzi geotermici sono strumentali alla produzione di energia e, di conseguenza, il loro valore non concorre alla formazione della rendita catastale. Questa conclusione è conforme alla ratio della norma, che mira a tassare il valore immobiliare del fabbricato e non la sua capacità produttiva, che è già soggetta ad altre forme di imposizione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame rappresenta un punto fermo per tutti gli operatori del settore energetico e industriale. La decisione conferma che il valore degli impianti funzionali al processo produttivo (turbine, pannelli fotovoltaici, aerogeneratori e, come in questo caso, pozzi geotermici) deve essere escluso dalla base imponibile ai fini catastali. Questo principio ha importanti implicazioni pratiche, poiché riduce l’onere fiscale sugli immobili produttivi e incentiva gli investimenti in impianti tecnologicamente avanzati, separando nettamente la tassazione del ‘mattone’ da quella del ‘macchinario’. Le aziende devono quindi prestare massima attenzione nella predisposizione delle procedure DOCFA, distinguendo correttamente le componenti immobiliari da quelle strumentali per una corretta determinazione della rendita catastale impianti.

I pozzi geotermici devono essere inclusi nel calcolo della rendita catastale di un impianto produttivo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2016, i pozzi geotermici sono considerati parti funzionali ed essenziali del processo produttivo e, pertanto, il loro valore deve essere escluso dalla determinazione della rendita catastale.

Quale legge regola l’esclusione degli ‘imbullonati’ dalla stima catastale?
La norma di riferimento è l’art. 1, comma 21, della Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016). Questa legge stabilisce che dalla stima diretta della rendita sono esclusi macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti funzionali allo specifico processo produttivo.

Perché la consistenza fisica di un impianto (es. se è infisso al suolo) non è più il criterio decisivo per la stima catastale?
Perché la Legge n. 208/2015 ha introdotto un criterio distintivo basato sulla funzionalità. Ciò che conta è il rapporto di strumentalità dell’impianto rispetto al processo produttivo. La consistenza fisica e il fatto che un bene sia stabilmente infisso al suolo sono diventati irrilevanti ai fini dell’inclusione o esclusione dalla stima catastale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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