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Giurisprudenza Tributaria

Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha disposto la correzione di un errore materiale in una propria sentenza, che indicava erroneamente una Commissione Tributaria Regionale anziché quella Provinciale. L'intervento, avvenuto d'ufficio ai sensi dell'art. 391-bis c.p.c., si è reso necessario per eliminare possibili incertezze interpretative e garantire la coerenza tra il testo del provvedimento e il suo contenuto effettivo. La decisione sottolinea l'importanza della precisione formale negli atti giudiziari.
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Investimenti ambientali: la Cassazione e l’ammortamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28645/2025, si è pronunciata sul calcolo del beneficio fiscale per gli investimenti ambientali (c.d. "Tremonti Ambiente"). Ha stabilito che, in base alla normativa europea applicabile, dal calcolo del 'sovraccosto' agevolabile vanno esclusi i vantaggi e i costi operativi. Tuttavia, ha accolto il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria su un punto cruciale: la deduzione delle quote di ammortamento dell'impianto, oltre all'agevolazione principale, costituisce una duplicazione del beneficio non consentita, in quanto il costo dell'investimento è già interamente considerato nel calcolo dell'incentivo.
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Società non operative: incentivi pubblici e prova
Una società a responsabilità limitata, dopo la revoca di un finanziamento pubblico per la ristrutturazione di un immobile, è stata classificata come società non operativa. La Corte di Cassazione ha stabilito che basare un'attività imprenditoriale esclusivamente su incentivi pubblici denota una carenza di pianificazione e non costituisce una "situazione oggettiva" valida per disapplicare la normativa fiscale sulle società non operative, ribaltando le decisioni dei giudici di merito.
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Raddoppio termini accertamento: sì alla retroattività
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28666/2025, interviene sul tema del raddoppio termini accertamento per capitali all'estero. Viene stabilito che la norma che raddoppia i termini ha natura procedimentale e, quindi, si applica retroattivamente anche agli anni d'imposta antecedenti al 2009. Diversamente, la presunzione legale di evasione ha natura sostanziale e non è retroattiva. La Corte ha cassato con rinvio la sentenza di merito, incaricando il giudice di rivalutare il caso alla luce di questi principi.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
Una società contesta un avviso di accertamento per la violazione del contraddittorio preventivo. Dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio, il contenzioso giunge in Cassazione. Qui, il processo viene dichiarato estinto perché la società ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti, una procedura che ha permesso di chiudere definitivamente la controversia.
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Dichiarazione integrativa: sempre possibile rimediare
Una società ha richiesto un rimborso IRES tramite una dichiarazione integrativa anni dopo il periodo d'imposta, a causa di una precedente incertezza legale su un'agevolazione fiscale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che le dichiarazioni fiscali possono essere emendate per correggere errori derivanti da ambiguità normative oggettive. Inoltre, ha chiarito che il diritto a un beneficio si consolida con l'effettuazione dell'investimento, non con la successiva richiesta amministrativa.
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Ritardo pagamento indennità esproprio: niente tasse
Un cittadino ha ricevuto un'indennità di esproprio molti anni dopo l'evento, a causa di ritardi della Pubblica Amministrazione. Nel frattempo, una nuova legge ha reso tassabili tali indennità. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a causa dell'ingiustificato ritardo nel pagamento dell'indennità di esproprio, il cittadino non è tenuto a pagare le imposte. Il ritardo è attribuibile allo Stato nel suo complesso, compreso il sistema giudiziario, e il contribuente non deve essere penalizzato per l'inefficienza statale.
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Emendabilità dichiarazione fiscale: la Cassazione decide
Una società ha impugnato una cartella di pagamento per crediti d'imposta disconosciuti. I giudici di merito avevano ritenuto inammissibile la contestazione nel merito. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando il principio di emendabilità della dichiarazione fiscale in sede contenziosa, che consente al contribuente di difendersi allegando errori commessi nella propria dichiarazione.
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Notifica PEC: la Cassazione conferma la sua validità
Una società ha impugnato un'iscrizione ipotecaria basata su diverse cartelle di pagamento, sostenendo vizi nella notifica PEC e l'avvenuta prescrizione dei crediti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo la piena validità della notifica PEC eseguita con allegati in formato PDF semplice, non essendo necessario il formato p7m. La Corte ha inoltre chiarito che la comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria, regolarmente notificata, ha interrotto la prescrizione, rendendo legittima la successiva iscrizione del vincolo sul bene immobile.
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Rimborso IRPEF sisma: i termini di decadenza
Una contribuente ha richiesto un rimborso IRPEF per le agevolazioni post-sisma, introdotte da una legge successiva ai pagamenti. La richiesta, presentata dopo anni, è stata respinta. La Corte di Cassazione ha stabilito che per un rimborso IRPEF sisma basato su una nuova legge, il termine di decadenza è di due anni dalla data di entrata in vigore della norma stessa, non il termine più lungo di 48 mesi, confermando la tardività dell'istanza.
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Rimborso IVA: la Cassazione sui termini per interessi
Una società ha contestato il calcolo degli interessi su un rimborso IVA ricevuto in ritardo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28588/2025, ha chiarito che il termine per la maturazione degli interessi di mora è di sessanta giorni dalla disposizione di pagamento dell'Ufficio. La sentenza impugnata è stata cassata perché aveva erroneamente applicato un termine diverso, basandosi su una norma che regola i soli rapporti interni tra Amministrazione e concessionario della riscossione.
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Ius superveniens sanzioni: Revoca della Cassazione
Una società contribuente, dopo aver ricevuto una sentenza sfavorevole dalla Cassazione in materia di sanzioni per fatture inesistenti, ha ottenuto la revoca della stessa decisione. La Corte ha ammesso di aver commesso un errore di fatto, ignorando una memoria difensiva che chiedeva l'applicazione dello ius superveniens sanzioni, ovvero una legge successiva più favorevole. L'ordinanza analizzata accoglie il ricorso per revocazione, cassa parzialmente la sentenza precedente e rinvia il caso alla Corte di giustizia tributaria per rideterminare le sanzioni alla luce della normativa più mite.
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Detrazione IVA formazione: ok per i contributi pubblici
Una società cooperativa ha ricevuto fondi pubblici per corsi di formazione, considerandoli fuori campo IVA e detrattendo l'imposta sugli acquisti. L'Agenzia delle Entrate ha contestato la detrazione, riqualificando le operazioni come esenti. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, confermando il pieno diritto alla detrazione IVA formazione grazie a una legge interpretativa successiva (ius superveniens), che ha stabilito che i contributi pubblici non precludono la detraibilità dell'imposta sugli acquisti correlati a tali attività.
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Agevolazioni fiscali ristrutturazione: anche per SICAF?
Una società di investimento a capitale fisso (SICAF) si è vista negare il rimborso delle imposte ipotecarie e catastali, pagate in misura proporzionale anziché fissa, per l'acquisto di un immobile da ristrutturare. Le corti di merito avevano escluso l'applicabilità delle agevolazioni fiscali ristrutturazione, sostenendo che una SICAF non è un'impresa di costruzione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ritenuto la questione di particolare importanza e priva di precedenti specifici, rinviando la causa a una pubblica udienza per la decisione finale sul merito.
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Omessa dichiarazione Iva: il dolo specifico va provato
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per omessa dichiarazione Iva, sottolineando che il dolo specifico di evasione non può essere presunto. La corte d'appello aveva errato nel non motivare adeguatamente sull'assenza dell'elemento soggettivo, ignorando gli indizi forniti dall'imputato (come la presentazione delle comunicazioni dati Iva) che potevano escludere la volontà di evadere le imposte.
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Indennità di esproprio e tassa: la Cassazione decide
Un consorzio di costruzioni e un notaio hanno contestato un avviso di liquidazione relativo all'imposta di registro sulle indennità corrisposte per un'espropriazione a un proprietario-coltivatore diretto, sostenendo l'applicazione di un'aliquota dello 0,50%. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4217/2024, ha respinto il ricorso, stabilendo che tutte le **indennità di esproprio**, comprese quelle aggiuntive per la perdita dell'attività agricola, per l'occupazione d'urgenza o per il deprezzamento dei fondi residui, hanno natura patrimoniale. Di conseguenza, devono essere assoggettate all'imposta di registro con l'aliquota del 3%, in quanto rientrano nella categoria residuale degli atti aventi per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale.
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Indennità di esproprio: Tassazione al 3% confermata
La Cassazione ha stabilito che l'indennità di esproprio e le somme accessorie versate a un coltivatore diretto hanno natura patrimoniale. Pertanto, sono soggette all'imposta di registro proporzionale del 3% e non all'aliquota ridotta dello 0,50%. Respinta anche la richiesta di esenzione dall'imposta di bollo, poiché il soggetto espropriante non era lo Stato.
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Estinzione del giudizio per accordo: la Cassazione
Un Ente Provinciale impugnava un avviso di accertamento IMU emesso da una Società di Riscossione. Dopo l'appello in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. La Suprema Corte, prendendo atto dell'intesa, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, compensando integralmente le spese legali tra le parti e chiarendo l'inapplicabilità del raddoppio del contributo unificato in questi casi.
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Sospensione giudizio tributario per rottamazione quater
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il caso di una società che, durante un contenzioso tributario per una cartella Tarsu, ha aderito alla "rottamazione quater". La Corte, applicando la Legge 197/2022, ha disposto la sospensione del giudizio tributario, rinviando la causa a nuovo ruolo in attesa del completamento del piano di pagamento. L'estinzione del processo è quindi subordinata al puntuale saldo di tutte le rate previste dalla definizione agevolata.
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Indennità di esproprio: tassa al 3%, non allo 0,5%
Un consorzio edile ha contestato l'applicazione dell'imposta di registro al 3% su varie indennità corrisposte in una procedura di esproprio per pubblica utilità, sostenendo che dovesse applicarsi l'aliquota dello 0,50% tipica delle quietanze. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che ogni indennità di esproprio (inclusa quella aggiuntiva per il coltivatore diretto, per la perdita di frutti, per il deprezzamento del fondo residuo e per l'occupazione) possiede un "contenuto patrimoniale". Di conseguenza, tali somme rientrano nella categoria residuale degli atti con prestazioni a contenuto patrimoniale, soggetti all'aliquota del 3% secondo l'art. 9 della Tariffa allegata al Testo Unico sull'Imposta di Registro.
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